"Hai visto, tesoruccio?", disse Lamù ancora abbracciata ad Ataru. "Alla fine
sono riuscita a farti dire quelle parole".
"Già!", ammise il ragazzo. "Però c'è ancora una cosa che vorrei
chiederti".
"Di che si tratta?", chiese la bella principessa degli Oni incuriosita da ciò
che aveva appena detto Ataru.
"Quando ti sei accorta per la prima volta del fatto che mi sia innamorato di
te?", domandò il giovane Moroboshi in attesa di conoscere la risposta.
Lamù impiegò alcuni minuti per formulare la risposta e infine si ricordò di
un episodio rilevante.
"Ti ricordi il giorno in cui ho dovuto momentaneamente lasciare la Terra per
rinnovare il passaporto?", domandò la bella Oni facendo rievocare nella mente
del suo amato uno dei giorni più tristi della sua vita.
"Non potrei mai dimenticarlo!", rispose il ragazzo sospirando. "Quel giorno
temetti di averti perduta per sempre e misi nel taschino della camicia la
bambolina con le tue sembianze come ricordo. E poi...".
"E poi il tuo volto si è illuminato di gioia non appena sono tornata!", lo
interruppe la ragazza.
"Hai ragione", disse Ataru con leggero imbarazzo.
"Non appena ho visto i tuoi occhi illuminarsi, ho capito subito che mi amavi
con tutto il cuore... anche se eri troppo orgoglioso per ammetterlo!", concluse
Lamù assumendo un tono di rimprovero mentre pronunciava le ultime parole.
"Sai, ero convinto che avresti risposto così!", disse Ataru soddisfatto per
aver sentito dire dalle labbra di Lamù ciò che lui già sapeva. "Anche perché ho
scoperto una cosa interessante sul conto della bambolina!".
"Che vorresti dire con questo?", domandò la principessa degli Oni con
l'atteggiamento tipico di coloro che fanno finta di non capire.
"Che hai piazzato un microfono all'interno della bambolina per sentire tutto
ciò che dicevo!", affermò il ragazzo a metà strada fra l'offeso e il
divertito.
"L'ho fatto solo per avere la conferma dei tuoi sentimenti per me!", tentò di
giustificarsi la ragazza.
"Ma io non sono arrabbiato con te!", disse Ataru notando l'imbarazzo di Lamù.
"E poi, dopo tutti i tiri mancini che ti ho giocato in questi anni, me lo sono
meritato".
Piacevolmente colpita da quella ammissione, Lamù portò le mani al volto di
Ataru e riprese a baciarlo.
"Sapevo che in fondo non eri lo stupido depravato che tutti ti
consideravano!", disse la ragazza.
Continuando a tenersi per mano, i due innamorati alzarono lo sguardo e
fissarono il cielo carico di stelle e in quel preciso istante, una stella
cadente fece la sua comparsa nella volta celeste.
"Esprimi un desiderio, tesoruccio!", lo esortò Lamù.
"Io desidero avere per sempre al mio fianco una bella ragazza!", disse Ataru
focalizzando lo sguardo verso la coda dell'astro.
"Ma non pensi mai ad altro?!", esclamò la principessa degli Oni
contrariata.
"Peccato che l'abbia proprio davanti ai miei occhi!", scherzò il giovane
Moroboshi.
"Non cambierai mai!", disse Lamù sorridendo.
Sebbene fosse felice per la serata trascorsa, Ataru non riuscì a
trattenere uno sbadiglio; la luna stava ormai per tramontare e il suo corpo
reclamava il giusto riposo. "Che cosa ne dici di ritornare a casa?", propose il
ragazzo.
"D'accordo!", esclamò Lamù senza protestare. "Anch'io sono piuttosto
stanca".
Detto questo, i due giovani fecero ritorno all'astronave e in breve tempo si
lasciarono alle spalle la Cina e le sue meraviglie.
"Buonanotte, allora!", disse Ataru dopo che la navicella lo aveva lasciato
nel giardino di casa.
"Aspetta un momento, amoruccio!", lo fermò Lamù. "Devo darti una cosa".
Mentre il ragazzo si domandava cosa mai potesse essere il mistrerioso dono,
Lamù tirò fuori un anello e lo consegnò ad Ataru.
"Ma questo è la Stella di Tigre!", esclamò il giovane Moroboshi mentre teneva
con un certo terrore l'anello fra il pollice e l'indice.
"Proprio così!", rispose la bella aliena mentre i ricordi relativi a
quell'oggetto affioravano con prepotenza nella mente di Ataru.
"Perché me lo vuoi dare?", domandò il ragazzo incapace di comprendere il
significato di quel gesto.
"Ormai mi posso fidare di te; perciò lo lascio nelle tue mani!", rispose Lamù
prima di salutare Ataru con un bacio sulla guancia e ritornare nella sua
astronave.
Troppo stanco e sorpreso per chiedere ulteriori spiegazioni, Ataru infilò
l'anello nella tasca dei pantaloni e si diresse in camera sua.
Dopo essersi messo il pigiama ed essersi infilato sotto le coperte in attesa
di prendere sonno, Ataru fissò con intensità la superficie levigata della gemma
tigrata e mormorò a bassa voce: "Lamù, prima o poi sarò io stesso a darti questo
anello che sancirà ufficialmente la nostra unione... ma è ancora presto!".
Dopo aver pronunciato quelle parole, Ataru mise il gioiello nel taschino del
pigiama e chiuse gli occhi in attesa di dormire e sognare la sua Lamù... e tante
altre belle ragazze!