Mi
trovavo in un immenso campo di grano.
Giallo, brillante, le spighe si innalzavano leggere verso il cielo e
venivano cullate dal vento, una brezza calda e profumata.
Ero completamente assorta dalla musica che ascoltavo dal lettore e
pensavo che non ci fosse nulla di più bello e rilassante,
stare a guardare immobile tutto ciò che accadeva intorno a
me.
Avevo un vestitino nero, era la prima volta in tutta la mia vita che
indossavo un vestito. Ero molto in imbarazzo. Le persone che passavano
vedevano una grossa macchia nera su quel campo giallo.
Tra le poche macchine che passarono su quel tratto di strada, vidi
passare una moto, causando un gran polverone.
Doveva essere di grossa cilindrata. E chissà
perchè si era fermata proprio vicino al campo. Poi mi
accorsi che il suo proprietario cominciò a camminare nel
mare giallo.
Aveva vesti nere e capelli chiari. Non sapevo chi fosse, nè
cosa volesse.
Eppure lo aspettai, come se lo conoscessi, ero molto emozionata.
Il mio cuore batteva forte, forse anche troppo.
Forse era la musica che incalzava ancor di più il mio
battito. La mia testa era leggera, illuminata dal sole, priva di
pensieri. Quell'individuo si faceva sempre più vicino e non
riuscivo a muovermi.
Un soffio di vento molto forte fece muovere la gonna del mio vestito
verso l'alto e misi le mani per abbassarla.
Ci volle un bel pò prima che il vento si calmasse, e non mi
accorsi della vicinanza di quel ragazzo. Mi si era fermato proprio
davanti.
"Ciao" Mi disse.
Mi voltai, incredula.
"Ci-Ciao." Risposi a mia volta.
La musica del lettore finì lentamente, come lentamente il
mio corpo, la mia vista, il mio udito, la mia mente...
Cominciava a memorizzare quel ragazzo.
Biondo, dagli occhi azzurri, con un sorriso limpido e semplice, vestito
di pelle nera e a bordo di un ipotetica motocicletta di grossa
cilindrata.
Ora cominciavo a chiedermi:
Com'era potuto accadere tutto questo?
Questo luogo, questo pezzo di terra benedetto, era vero?
E dire che ero venuta semplicemente a farmi una passeggiata, a
distrarmi con un pò di musica.
"Chi sei?" Gli domandai.
Lui si grattò la testa con fare sorpreso, forse la mia
domanda non era attinente a ciò che si aspettava.
"Che c'è, hai perso la parola?" Gli dissi stavolta, ridendo
divertita. Non sapevo che fare. Era una situazione strana e ridere mi
faceva stare calma.
"Perchè ridi?" domandò finalmente il ragazzo.
"Bhè, mi pare logico. Io mi trovo qui a
passeggiare e niente più, non conosco nessuno da queste
parti. E subito dopo appari tu, raggiungendomi come se mi conoscessi da
tempo!"
"Non dovrebbe essere così?"
"No che non lo è! Non è normale!"
Cominciai a ridere più forte, non credevo fosse
così tonto.
"Ma io... Ho sentito chiaramente che mi stavi chiamando." Disse, serio.
"Tu... Cosa?" Smise di ridere e il mio cuore perse un colpo.
Mi stava prendendo in giro?
"Ho sentito la tua chiamata, la tua voce. E mi sono fermato per
accertarmi che fossi tu." Disse ancora.
"Stai... Stai per caso prendendomi in giro? o è una tattica
per fermare qualsiasi straniera che ti capita?"
Lui mi prese le mani.
"Non sono mai stato così serio. Ho sentito la tua chiamata."
Non... Non credevo alle mie orecchie.
Non sapevo come agire o cosa dirgli. Il groviglio di nervi che avevo
nello stomaco si era indurito e pulsava nervosamente.
Mi sentivo... Felice. Triste. Incredula.
Tutti sentimenti che mi esaltavano, che mi facevano credere di vivere
un illusione, una visione onirica di un amore sbocciato e che poteva
appassire da un momento all'altro.
"Qual'è il tuo nome?" Riuscì a chiedere.
"Shiki Yaideki. E il tuo?"
"Sora Fujizare."
Rimanemmo un attimo in silenzio. Altre parole non sarebbero servite.
Era vero.
Era tutto vero.
Lo avevo chiamato veramente.
Non sapevo il suo nome, il suo aspetto, la sua voce.
Ma continuavo a chiamarlo, speravo con tutto il cuore che mi trovasse.
E finalmente...
"vuoi farti un giro in moto?" Disse, indicandola.
Annuì, con il sorriso sulle labbra.
Anche lui sorrise e raggiungemmo il suo mezzo.
Il suo andamento non era nè veloce nè lento.
Adoravo la motocicletta. Mentre Shiki guidava, io mi guardai intorno:
tutto scorreva velocemente, come gli eventi che accadono alle persone,
frenetiche e con una sola scelta: Seguire il cuore e l'istinto, come
avevo fatto io.
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