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Il sole ama laluna,
laluna il sole ama
Capitolo 1: Stay
Sono
in ritardo … sono in maledetto ritardo! Perché
non sento mai la sveglia? Proprio il primo giorno di scuola, quando
tutto dovrebbe essere perfetto, io sono in ritardo!
Ho
appena dieci minuti per vestirmi, truccarmi e fare colazione.
È una tragedia!
Speriamo
almeno che Viola mi aspetti!
Prendo
alla rinfusa vestiti dall’armadio, dato che come al solito
non ho ancora deciso cosa mettermi, alla fine, più che altro
perché veramente non c’è tempo, metto
il top bianco a pois, tanto per sfruttare ancora un po’
l’effetto abbronzatura, e la salopette di jeans. Le converse
blu sono immancabili, come al solito.
Mi
fiondo in bagno, ancora pieno del profumo di papà che ne
è appena uscito, e do un’occhiata sconsolata ai
miei capelli ricci. Non c’è tempo …
prendo la mia fascia larga e cerco in qualche modo di domarli
così. Un tocco di rimmel e sono pronta.
–
Mamma! La colazione! - -
Sul tavolo –
Mammina,
che tesoro! Prendo al volo il bicchiere di succo d’ananas che
mi aspetta sul tavolo, e quasi mi affogo per quanto faccio veloce. Mia
madre mi guarda preoccupata, ma presto si riabituerà, da
quando mi ricordo le mattine prima di andare a scuola sono sempre state
così.
Le
scocco un bacino e mentre prendo lo zainetto con i quaderni e il diario
nuovi di zecca urlo
–
Ciao papo! Buon lavoro! –
Lo
vedo affacciarsi dalla porta della sua camera mentre si abbottona i
polsini alla camicia, mi sorride e mi grida
–
In bocca al lupo tesoro! –
E’
bellissimo il mio papo, occhi verdi e capelli scuri, proprio come me,
se non fossi così in ritardo mi butterei di corsa tra le sue
braccia per farmi dare una “strizzatina” come solo
lui le sa dare, e farmi sgridare per averlo spiegazzato, penso mentre
corro fuori di casa. Sento
mamma che mi grida dietro
–
Chiara, buona giornata! –
*****
- Buongiorno! - Giorno. - E’
già tardi! Non l’hai sentita la sveglia? Non
pensare nemmeno di fare colazione e muoviti! Non vorrai fare tardi il
primo giorno di scuola? Quest’anno la musica deve cambiare,
muoviti! - Mh. - Mh, Mh. Sempre a
mugugnare! Cos’è, il gatto ti ha mangiato la
lingua? - Noi non abbiamo
un gatto. - Fai poco lo
spiritoso e muoviti. Ricordati che di pomeriggio, dopo che hai fatto i
compiti devi venire a darmi una mano in negozio. - ... - Hai capito
Andrea! - Si, si.
Eccomi, la mia
solita fortuna. Il primo giorno di scuola ed io non faccio neanche
colazione. Sarebbe stata una cosa troppo da famiglia unita. Lui non
avrebbe retto! Mi chiamo Andrea, ho diciannove anni e
quest’anno frequenterò il quinto anno del liceo
scientifico “Galilei”. Non ho fratelli, mio padre
è proprietario di un negozio di ferramenta e mia madre
è morta di cancro un anno fa.
Da quel giorno la
mia vita ha intrapreso una parabola discendente, che precipita, senza
freni, verso la distruzione.
Anche
quest’anno le vacanze sono finite e la scuola sta per
ricominciare.
Adoro il mare e
sopporto l’estate, caldo, noia e tutte quelle ragazze a piede
libero che riempiono le spiagge e le strade di un chiacchiericcio
insensato e martellante, capaci di rendere caotico persino il silenzio,
ma belle, abbronzate e disponibili.
Odio mio padre, da
quando mia madre è morta non fa altro che gettare su di me
le sue frustrazioni, non ho mica voluto io la morte di mia madre!
L’anno
scorso sono stato bocciato.
Come se non
bastasse l’umiliazione di dover ripetere l’anno e
la noia di doverlo trascorrere con degli emeriti sconosciuti, mio padre
mi ha fatto pagare cara la mancata ammissione agli esami facendomi
lavorare a tempo pieno nella sua ferramenta per tutta
l’estate.
****
Eh
si, Chiara, per chi di voi non l’avesse capito, sono io,
diciassette anni, anzi quasi diciotto per la verità.
Sto
correndo a scuola, lo scientifico “Galilei”, per
cominciare quello che sarà l’ultimo anno tra
quelle mura! Quest’anno si prospetta già
difficile, con l’idea degli esami a fare da spettro, pronto a
far capolino in tutte le prediche dei miei genitori, anche se non me ne
fanno poi tante!
Quella
che mi aspetta all’angolo con l’aria piuttosto
infuriata invece è Viola, la mia migliore amica,
nonché mia compagna di classe, e di banco, fin dalle medie.
Lei come al solito è perfetta, con i suoi capelli biondi a
riccioli ben definiti, che chissà come fa ad ottenere
sempre, anche la mattina!
Anche
oggi si è messa i sandali “gladiatore”,
come li chiamo io, li ha portati tutta l’estate, e ormai sono
diventati leggenda! Mentre mi avvicino continua a battere il piede a
terra, e con espressione eloquente mi segna l’orologio, per
farmi capire che è tardissimo, come se io non lo sapessi
già!
–
Ciao gladiatore! –
La
saluto mentre lei comincia a camminare lasciandomi indietro.
–
Dai, non ti arrabbiare! Giuro che domani faccio prima! - -
Si, ma il primo giorno non è domani, è oggi Kia!
- -
Dai Violettina … non ti arrabbiare –
Già
lo so che non può resistere tanto arrabbiata con me, poi se
le faccio quel tono pietoso e la faccina contrita … non
c’è storia! Infatti eccola che si volta e mi fa
una smorfia
–
Scema! Se saremo al primo banco ricordati che sarà colpa
tua! –
Accelero
un po’ il passo per raggiungerla e continuiamo a camminare
accanto, con le braccia che si sfiorano ogni tanto, facendo sbattere
tra loro i nostri braccialetti uguali.
Odio la scuola, un
covo di individui privi di inventiva e di passione per il loro mestiere.
E odio questi
ragazzi, che con la loro vita fighetta ti guardano dall’alto
in basso con la puzza sotto il naso.
Comunque ormai
è inutile recriminare, lo scorso anno me la sono spassata,
ed ora ne devo pagare le conseguenze!
Quindi, pronti e
via. Stomaco vuoto, nausea post sbronza, maniche lunghe per nascondere
i postumi di un’estate trascorsa a lavorare. Cioè,
pelle color mozzarella. Occhiali da sole ed indifferenza,
così, forse riuscirò a superare questa giornata
di merda.
Ormai
siamo nei pressi della scuola e dovremmo essere ancora in tempo, la
campanella non è ancora suonata. Nell’atrio e a
ridosso dei muretti si sono già formati diversi capannelli,
mentre i “primini” si distinguono perché
camminano a gruppetti di due o tre, e si vede che anche se vogliono
fare gli spavaldi sono spaesati..
–
Viola, ti ricordi noi cinque anni fa? - -
Si, Kia, mi ricordo … sentimentaloide anche di prima mattina
tu, eh? - -
E vabbè che c’entra … guardali
poverini. Oddio, non ci credo che siamo all’ultimo
anno! - Credici
tesoro, adesso si che possiamo dominarli tutti! - -
Alla conquista, gladiatori! –
Scoppiamo
a ridere.
Eccoli li. Tutti
sorrisi, moine e bei vestiti. Vuoti come i loro cervelli. Le ragazzine
che camminano appiccicate, poi, sono quelle che odio di più.
Devono gridare al mondo che loro almeno un amico lo hanno trovato. Puah!
Ormai
siamo quasi davanti il cancello così, tanto per
solidarietà ai primini, le tiro il laccio che le tiene su la
maglietta lunga, che scompone un po’ la sua aria da
perfettina, e ridendo come una pazza corro al riparo dalle sue ire.
Fanno sempre i
soliti discorsi, quanto siamo cresciute, come siamo belle. Faccio bene
io a mettermi le cuffie e a fregarmene di tutti!¨ Io, voglio
una vita tranquilla, perché è da quando son nato,
che sono disp “ AHIA!
Mi
giro a guardarla. E mentre corro, forse a causa della divina
provvidenza che Viola sta invocando su me, vado a sbattere contro
qualcosa
–
Ahia! –
Dalla
voce mi correggo, qualcuno.
Lo
zainetto vola per terra, e mentre sento Viola ridere mi abbasso a
raccoglierlo, imbarazzatissima per la brutta figura. Proprio il primo
giorno di scuola del quinto anno!
Anche
il ragazzo con cui mi sono scontrata si abbassa a raccogliere qualcosa
che gli è caduto, ah ecco, il lettore mp3!
Contemporaneamente ci alziamo, e quando alzo lo sguardo mi perdo negli
occhi più belli che abbia mai visto!
Se
esiste un verde speranza deve avere proprio questo colore, mi dico. - Ecco! Proprio a me
doveva capitare l’imbranata di turno!-
Mi
mormora una sorta di scusa e scappa via tutta rossa. Crede davvero di
cavarsela così? Se mi ha rotto il lettore mp3 la vado a
cercare fino in classe, la scema.
Proprio
quando mi sto chiedendo dove sia stato finora, mi dà
dell’imbranata, così ancora più
imbarazzata di prima, mentre Viola ancora ride gli dico uno
-Scusa-
A
metà tra il dispiaciuto e il vagamente incavolato e me ne
scappo a testa bassa mentre Viola mi corre dietro.
Non
posso credere che sia stato così antipatico, in fondo non
l’ho fatto apposta! Ma
chissà perché, mentre me ne vado mi viene in
mente il ritornello di una canzone di Elisa “Please wait!
Just Stay! Did you wanted to be this way”" anche se in
realtà sono io che me ne sto andando.
Ma
che me ne frega! È proprio antipatico!
______________________________________l'angolo
di BLU REI e Celestellina
Speriamo
che questo primo capitolo vi sia piaciuto, insieme alle prime
"immagini" dei nostri personaggi, e che il nostro esperimento riesca
bene! A tal proposito vi invitiamo a scriverci nelle recensioni cosa vi
piacerebbe accadesse nei prossimi capitoli, tanto per provare anche a
rendere la storia interattiva!