Mi svegliai nel cuore della notte con la fronte imperlata di sudore.
Automaticamente voltai lo sguardo verso lo specchio appeso alla parete:
due occhi giallo oro riflettevano la mia figura ansante.
Gwendolyn, stai bene?
La voce di Martha mi fece sobbalzare nuovamente.
"E' tutto okay" mormorai, incapace di riuscire a trasmettere il
messaggio attraverso il legame che condividevamo.
Martha saltò sul letto con grazia ed i suoi occhi verdi mi
calmarono all'istante. Strusciò il muso sulla mia mano,
invitandomi ad accarezzarla. Sapevo che quel gesto avrebbe spento
totalmente la mia paura.
Hai bisogno di nutrirti.
Mi rimproverò con dolcezza. Siamo quasi ad una settimana.
Nonostante non volessi darle ragione apertamente, fui costretta ad
annuire. La testa mi pulsava e la gola ardeva in cerca di sollievo.
Mi alzai lentamente e, una volta aver pigiato l'interruttore, la luce
artificiale mi ferì gli occhi. Ringhiai di disappunto mentre
mi avvicinavo alla scrivania.
Non ebbi tempo, però, di raggiungere il frigo-bar, che la
porta della mia stanza si aprì di scatto, rivelando una
leggiadra figura dai lunghi capelli biondi.
"Gwen..?" Eve esitò ad entrare, fissandomi impaurita. Cazzo, dovevo
sembrare irriconoscibile.
"Cibo" sibilai, indicando debolmente l'elettrodomestico. Con passo
svelto, Eve raggiunse la scrivania e prese una sacca, ma prima di
darmela, tentennò nuovamente.
" Gwen, mangia più che puoi. Abbiamo una missione... okay?"
In quel momento non m'interessava. Avevo fame e lei era un ostacolo che
mi teneva lontano il cibo. Sicuramente assunsi un'espressione
incollerita, mentre un ringhio profondo mi scuoteva la gola,
perché Eve mi lascio immediatamente la sacca tra le mani,
prendendo un'opportuna distanza di sicurezza.
Le lanciai un ultimo sguardo.
Poi, i miei canini affondarono nel sangue.
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