Non essere più soli

di larrygreenocean
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Sorseggiava il tè Bulma, seduta comodamente sulla sua poltroncina celeste in soggiorno. Le dita affusolate picchiettavano delicatamente la tazza perlacea mentre gli occhi si perdevano nel cielo azzurro.
Neanche una nuvola adornava quel manto infinito e un silenzio asfissiante accompagnava lo scorrere imperturbabile del tempo.
Tutto intorno a se taceva mentre un fiume di pensieri fluiva velocemente nella sua mente.

Aspettava impaziente l'arrivo di Yamcha, sperando che prima o poi, avrebbe suonato il campanello e solcato la porta.

Qualche ora prima l'aveva chiamata e le aveva chiesto con estremo garbo di concederle un'appuntamento.
Con un sorriso a fior di labbra e decisamente entusiasta, aveva accettato l'allettante proposta.
La sera precedente si era mostrato un vero galantuomo difendendola dalle imprecazioni di quello scorbutico di Vegeta.

Vegeta che non era altro che un bambino viziato e arrogante, aveva cercato di stuzzicarla in tutti i modi sfidandola il più delle volte con sguardi sadici e divertiti.
Lei aveva cercato di ignorarlo e donare tutte le sua attenzioni a quel simpatico e dolce giovane con la piccola cicatrice sul volto ma riconosceva che era stato tremendamente difficile.
In un certo senso, le piaceva prestarsi a quel gioco di continue battutine e occhiatacce; un senso che lei autonomamente definì quasi masochistico.
Quel "mordi e fuggi" alimentava il suo estro e la divertiva decisamente ma non doveva mostrarsi interessata a quell'essere infimo.

Ogni sua elucubrazione si dissolse quando udì quel trillo che attendeva da svariati minuti.

Diversamente dall'ultima volta, non aveva scelto con cura gli abiti che avrebbe dovuto indossare.
Infatti fu un semplice vestitino rosa di lino e un paio di ballerine bianche che predilesse.

Aprì la porta e vide un'affannato Yamcha che le porgeva un mazzo di rose rosse. Rise del suo volto rosso e del suo fiato corto, evidentemente aveva corso velocemente per non tardare oltre.

- Bulma, queste rose sono per te. Scusami se ho tardato ma era indeciso su quali fiori regalarti-
Il suo viso divenne ancora più scarlatto e sudato ma questa volta per puro imbarazzo.

La ragazza apprezzò tantissimo quel presente e decise di farlo accomodare in casa.

- Yamcha grazie per questo tuo regalo, ti prego siediti e bevi un po' d'acqua.

Bulma prese una caraffa e un bicchiere dalla cucina e ne versò il liquido fresco all'interno.
- Ti ringrazio- le disse pacatamente.
Lei gli sorrise sistemando allo stesso tempo il mazzo di rose in un vaso di terracotta.
-Allora Bulma dove vuoi andare?- le chiese gentilmente.
- Vorrei andare a prendere un gelato, per te va bene ?- amava il gelato sopratutto quella alla fragola. Quel gusto rinfrescante dal sapore dolce e delicato era sempre stato il suo preferito.
- Certamente. Ti farò assaggiare il gelato più buono del mondo. Conosco un bar non poco lontano da qui che è rinomato per i suoi dolci prelibati- le rispose euforico assecondandola.

Uscirono dalla sua dimora e la condusse in quella famosa gelateria.

Durante tutto il tragitto, Yamcha aveva cercato di stringerle la mano o cingerla la vita.
I suoi tentativi apparivano così buffi agli occhi di Bulma che l'osservava divertita.

Era stata corteggiata da molti ragazzi negli anni ma mai così schivo, forse fin troppo...

-Yamcha- esordì improvvisamente Bulma- se vuoi puoi stringermi la mano.

A quelle parole, il ragazzo sussultò di gioia e intrecciò le proprie dita alle sue.
Nessun brivido percorse però la sua schiena, nessuna emozione le invase il corpo.
Forse quel contatto era talmente minimo che il suo fisico e il suo cuore non erano stati in grado di reagire anche se aveva creduto per tutta la vita che, quando avrebbe trovato l'amore , sarebbe scattata subito la scintilla ma fin'ora tutto questo non era successo.
Un sorriso amaro comparve sul suo volto e senza rendersene conto si ritrovò seduta ad un tavolino
.
Stupita,notò che era un bar abbastanza grande e luminoso.
Le pareti erano tinteggiate d'arancio, il soffitto invece di un bianco candido.
Il bancone era posizionato di lato decorato ancora con degli ombrellini e dei fiorellini finti mentre i tavolini eleganti, illuminati dai raggi flebili del sole, erano disposti elegantemente formando una meravigliosa catena armoniosa.

Una carezza di Yamcha la risvegliò da quella stupefacente visione.
Una cameriera formosa dagli occhi scuri e i capelli color del grano, si avvicinò a loro e prese le loro ordinazioni.
Il ragazzo aveva ordinato una coppetta di cioccolato fondente mentre lei il suo agognato gelato alla fragola.

-Sai, sei bellissima Bulma- le disse tutto di un fiato lambendole nuovamente la gota.
- Grazie, sei troppo gentile- gli sorrise timidamente.

Per tutto il pomeriggio Yamcha era stato dolcissimo, l'aveva elogiata incessantemente. Bulma accettava benevolmente quei complimenti così sinceri e commoventi anche se si sentiva tremendamente in colpa.
Forse non doveva essere così melodrammatica, forse quella chimica che apparentemente non esisteva si sarebbe prima o poi sviluppata.

Era calata lentamente la sera e il ragazzo decise di riaccompagnarla a casa.

- Bulma è stata una giornata bellissima- le disse emozionato.
- Anche per me. Yamcha sei un bravissimo ragazzo e ti ringrazio per tutti i tuoi complimenti.-lo baciò delicatamente prima di rincasare,sperando di trasmettergli tutta la sua gratitudine.

Da tanto tempo un ragazzo non le aveva donato tutte quelle attenzioni, da tanto tempo non si sentiva così protetta, da troppo tempo si era rinnegata la possibilità di andare avanti e dimenticare il passato.
Forse con lui avrebbe potuto superare le tristi vicende che anni addietro avevano lacerato il suo cuore, forse si sarebbe potuta innamorata di lui e trascorrere insieme il resto della propria vita.

Mille dubbi assalirono la sua giovane mente ma in quel momento si fece guidare dall'istinto che le suggeriva di fidarsi di quel ragazzo tanto premuroso.
Yamcha contraccambiò quel bacio improvviso, quel gesto che aveva bramato di compiere quella notte stessa.
Avrebbe voluto baciarla già parecchie ore prima sulla soglia di quella porta e ora quel desiderio talmente ardito, suo si stava esaudendo.
Era una ragazza così bella che se ne era infatuato da subito,avrebbe lottato con i pugni e denti per conquistarla e possederla completamente.
Lei sarebbe diventata la sua fidanzata e niente e nessuno l'avrebbe portata via da se.

Bulma successivamente, gli accarezzò i capelli e dopo averlo salutato con un'altro bacio, rientrò in casa.
Sapeva di aver fatto la cosa giusta, Yamcha si meritava il suo affetto e forse anche il suo amore.
Si diresse lentamente in camera sua e subito dopo si addormentò, sperando di poter fare dei sogni meravigliosi.




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