64esimi Hunger Games

di Catnip_
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Ciao a tutti^^ Prima di tutto vorrei dire che il ritardo nel pubblicare questo terzo capitolo è dovuto alla vacanza: è estate no? Come tutte le persone normali vado in vacanza, e il mio computer resta a casa, con tutte le storie da scrivere e le cose da fare.

Poi volevo dire un enorme grazie a tutti per le recensioni, sono molto lieta di riceverne e mi infondono ancora più voglia di continuare questa fanfiction. In questo capitolo si scopriranno i nomi e i volti degli altri tributi, così come quelli di Ethan Shane, il compagno di distretto di Rain, e del mentore. Rain invece ho deciso di lasciarla alla vostra immaginazione :P per esperienza i protagonisti sono sempre diversi da come li immagino io, quindi non voglio rovinarvela. Siccome preferisco non muovere i personaggi inventati dalla Collins, escluso Cesar, ho inventato un mentore che non è nè Johanna nè Blight.

Le immagini vi attendono a fine capitolo, buona lettura^^

 

 

- To the Capital -

I treni sono fatti apposta per gli addii: partono piano, lenti...”


 

La mietitura era finita, aveva salutato chi doveva salutare, era ora di andare.

Quest'anno, anzichè guardare triste i malcapitati che salivano sul treno per essere portati via una volta per tutte, era tra quei due. Era lei, questa volta, una dei protagonisti degli Hunger Games. Sembrava così surreale, così impossibile, ancora credeva che un pizzicotto sarebbe bastato per far finire tutto. E invece no. Lei e l'altro ragazzo, Ethan Shane, vennero accerchiati da 6 pacificatori, che li condussero fuori dalla piazza.

Daphne era in testa al gruppetto, affiancata da due pacificatori.

La folla radunata in piazza cercava ancora di vederli, di salutarli, di dire loro qualcosa prima che se ne andassero: erano circondati da un chiasso assordante.

- Via via fateci passare! - strillava Daphne inidgnata – abbiamo un treno che ci aspetta, non possiamo ritardare!

Rain si era asciugata le lacrime, e per non sembrare debole camminava a fianco a Ethan Shane con la testa alta e lo sguardo impassibile. Era in diretta, quella era la prima impressione che i Capitolini avrebbero avuto di lei, non doveva mostrarsi debole. Era solo una ragazzina, doveva far capire fin da subito di essere più forte di quel che sembrava.

Ignorando completamente la folla intorno a lei, procedeva a sguardo fisso seguendo i pacificatori, ignorando persino Daphne e Ethan a fianco a lei. Forse lo faceva anche perchè ogni passo che faceva verso quel treno, ogni metro che si aggiungeva a separarla dalla piazza sentiva il suo distretto sempre più lontano, e guardare in faccia persone che forse non avrebbe mai più rivisto avrebbe potuto essere troppo.

Salirono sul treno, e quando la porta si richiuse dietro di loro vennero isolati dal mondo esterno. Dentro di sè, da qualche parte, il diavoletto dai capelli rossi che Rain era era incredibilmente curioso di scoprire come fosse quel treno, cosa avrebbero fatto ora, quando sarebbero arrivati a Capitol City...ma un'altra parta si rifiutava di guardare il lusso che li circondava, di concentrarsi solo sulla disgrazia che le era capitata. Masochismo? Forse.

Le capitava a volte di arrabbiarsi con sè stessa per lasciarsi distrarre dalla curiosità, che la portava a sminuire l'importanza della situazione.

Ma Rain e Ethan si trovarono davanti uno spettacolo meraviglioso per chi come loro viveva di stenti. Il vagone era più ampio di quel che pensasse, pieno di tavoli imbanditi accerchiati da poltroncine dall'aria comoda. Sui tavoli c'era ogni pietanza possibile e immaginabile: pasticcini, torte, frutta, dolci, salatini, tartine, cupcake, ma anche primi piatti e ogni altro ben di dio immaginabile. Regnava sovrana una gigantesca torta alla frutta.

Ethan e Rain rimasero a bocca aperta.

- Non è meraviglioso? - chiese Daphne entusiasta – tutto questo è a vostra disposione! Naturalmente viaggiando a questa velocità saremo a Capitol City in sole 24 ore, ma intanto potrete godere di tuuuutti i lussi che offre il treno!

Nessuno le rispose, troppo impegnato ad ammirare la tavola imbandita.

- Vado a dire al macchinista che può partire, se incontrate Eddard ditemi che lo aspetto!

Eddard era il loro mentore per quell'anno.

Il distretto 7 aveva attualmente 4 vincitori: Johanna Mason, Lee Blight, Amanda Alistine e, appunto, Eddard Stark, che quell'anno faceva loro da mentore.

Avrebbe preferito Johanna Mason, lei si che era in gamba, ma sempre meglio della vecchia Amanda o di quello scemo di Blight.

La chioma fluorescente di Daphne sparì dietro le porte di collegamento della carrozza, e i due tributi rimasero soli, senza aver ancora aperto bocca.

Fu Rain a rompere il ghiaccio, senza troppo entusiasmo:

- Dov'è la mia stanza? - chiese rivolgendosi ad un senza-voce.

Lui prese la chiave numero 11 e le indicò il vagone a fianco.

- Vado a farmi una doccia – disse lei, fredda e sbrigativa, prendendo le chiavi e uscendo dalla stanza.

Ethan rimase solo.


 


 


 

Daphne chiacchierava vivacemente con il senzavoce che custodiva le chiavi, che ovviamente non poteva risponderle.

Eddard Stark era seduto su una poltroncina, appoggiato comodamente allo schienale, intento a spalmare della marmellata su una fetta di pane.

Ethan, su un divanetto di fronte a lui, tentava di parlargli.

Rain riemerse dalla sua stanza dopo aver fatto un'altra doccia, sciolto i capelli, ed essersi liberata del vestitino. Aveva cercato tra tutti quei vestiti qualcosa che fosse in linea con i suoi gusti, ma il 50% erano altri vestiti eleganti.

Alla fine aveva scelto un paio di comodi leggins neri e la prima camicetta che aveva trovato: verde muschio, come il vestito di Daphne, con le maniche a tre quarti.

Quando le porte automatiche si chiusero dietro di lei, tutti si voltarono a guardarla.

Non arrossì, semplicemente si guardò intorno con aria irritata, quasi sfidandoli a dirle cosa avessero da guardare.

Daphne ci mise poco a perdere l'entusiasmo, e riprese a chiacchierare con il senza-voce, Eddard non le rivolse più di uno sguardo e tornò disinteressato alla sua fetta con la marmellata.

Lei rivolse lo sguardo altrove prima di verificare se Shane invece la stesse ancora guardando.

Vide il paesaggio fuori dal finestrino scorrere ad una tale velocità che distingueva a fatica gli alberi, ma era certa che fossero ormai al confine del suo distretto.

Fece qualche passo verso il finestrino: li avrebbe mai rivisti quegli alberi che le scorrevano davanti a gli occhi? Sarebbe mai tornata a casa? Sarebbe mai tornata in quell'angolo di bosco che era ormai così famigliare da essere una seconda casa, ad arrampicarsi sul pino colpito dal fulmine, a intagliare un legnetto seduta a gambe incrociate sul grosso sasso grigio, ad inseguire quel dannato scoiattolo bruno che ormai era più un amico che una preda...?

Probabilmente no...poteva metterci tutto l'impegno che poteva, ma sarebbe stato troppo difficile per una ragazzina: aveva bisogno di aiuto, e l'unico che poteva aiutarla era seduto dietro di lei, interessato più ad una fetta con la marmellata che ai suoi tributi.

Eddard Stark, non famoso per essere un gran chiacchierone, ma piuttosto sveglio.

Il problema era fargli capire che non era una nullità, perchè il diciassettenne robusto che gli stava di fronte ispirava certamente più fiducia. Era chiaro che, se non gli dimostrava qualcosa, avrebbe scelto lui. Ma cosa poteva dimostrargli? Di conoscere qualche pianta? Di saper arrampicarsi sugli alberi? Ma per favore...iniziava a dubitare di avere una qualche abilità utile.

- Si, forse qualcuno, ma in generale i favoriti sono forti, e quest' anno non sono certamente da meno... - stava dicendo Stark.

Rain si voltò verso di lui, che le dava le spalle, e vide negli occhi di Ethan un tentativo di continuare la discussione su quell'argomento. Forse, se voleva ottenere qualcosa da lui, doveva parlare con quell'uomo prima che iniziasse a prendere il ragazzo sotto la sua ala.

Con andatura sicura raggiunse il divanetto e si sedette accanto al ragazzo, si appoggiò allo schienale e accavallò una gamba, senza mai distogliere lo sguardo dal mentore.

Stark alzò un attimo lo sguardo, senza muovere altri muscoli, e tornò disinteressato alla sua marmellata.

- Ci sono gia i video della mietitura? - chiese Rain.

Il mentore parve non averla sentita.

Beh, non si aspettava certo di essere presa sul serio al primo tentativo.

- Ci sono gia i video della mietitura? - ripetè alzando il tono, mostrandosi decisa nella voce e nel volto. Rivolgendole un altro sguardo scettico, finalmente le rispose:

- Si ci sono gia, ve li mostrerò più tardi...

Continuando a guardarla negli occhi come se la stesse prendendo in giro, addentò la fetta di pane.

Rain non distolse lo sguardo, continuò a fissarlo con decisione: è una sfida Stark? Bene, sappi che io non ci rininucio.

Mi aiuterai, che tu lo voglia o no.


 

Era quasi sera, fuori dal finestrino la luce stava calando, e il cielo iniziava a tingersi coi colori del tramonto. Le scarpe che indossava erano terribilmente scomode, lo notava solo ora che vi appoggiava tutto il peso da circa 20 minuti.

Stark aveva dato loro appuntamento alle 6:30 nel vagone tv, per mostrargli i filmati della miatitura.

Lei era gia li dalle 6:10.

Appoggiata alla parete, con tutto il peso a confluire sui piedi, stretti da delle scomodissime scarpe di tela, guardava fuori dal finestrino. Un rumore alla sua sinista la fece sussultare.

- Già qui? - chiese Ethan accennando un sorriso.

Lei lo guardò negli occhi con il suo fare freddo. *Non devi fare amicizia con lui* di disse * è un tuo nemico. Qualunque legame nell'arena sarà un'ostacolo: solo uno torna a casa. È un tuo nemico...è un tuo nemico...*

- Si, da un po' – rispose atona.

Il ragazzo si appoggiò alla parete di fianco a lei:

- Pare che tu abbia molta fretta di vedere i nostri avversari...

- Si – disse con lo stesso tono impassibile – Stark non mi prende sul serio.

Si accorse di aver rivelato una fragilità che non avrebbe dovuto condividere con nessun avversario, nemmeno col suo compagno di distretto. *Cominciamo bene Rain...*

- Oh, lo farà...

La ragazzina si voltò e lo fissò con i suoi occhi grigi: come faceva a dirlo? La conosceva?

- Sei la figlia di Adam, vero? - le chiese lui, quasi in risposta alla sua domanda.

- Si...

Allora conosceva suo padre, aveva iniziato a lavorare con lui da qualche mese in effetti.

Il pensiero di suo padre la rattristò, e involontariamente abbassò gli occhi, addolcendo lo sguardo duro che si era imposta. Suo padre...l'ultima cosa che aveva visto di lui erano gli occhi stanchi, cosa stava facendo ora? Si ammazzava di lavoro per non pensare a lei?

La porta a fianco a loro si aprì, e Rain si riscosse per tornare ad assumere l'aria determinata di sempre: si infilò svelta nella stanza, prima di Ethan, per mostrare al mentore che era più decisa di lui. Lui era li ad aspettarli, incrociò di sfuggita il suo sguardo, poi andò a sistemarsi su una poltroncina. Lo stesso fecero i due tributi.

Rain accavallò una gamba e si appoggiò allo schienale: era ora di dimostarare al mentore che aveva intenzioni serie.

- Bene, i filmati sono arrivati poche ore fa, mettetevi comodi – disse Stark premendo qualche tasto sul telecomando.

Il primo filmato ad apparire fu quello del distretto 1: sul palco salì una ragazza, una volontaria, dal fisico atletico di una 18enne favorita. Era alta e slanciata, ed incredibilmente bella: aveva lunghi capelli biondi, e sul un viso di porcellana risaltavano le labbra perfette cariche di rossetto, incurvate ad esibire un sorriso furbetto.

- Electra Queen, 18 anni, la classica favorita: bella da mozzare il fiato, pronta ad accoltellarvi alla prima occasione – disse Stark.

Come prima avversaria era tutt'altro che rassicurante, bella com'era si sarebbe guadagnata un sacco di sponsor, e con quel fisico era certamente una favorita di primo livello.

Poi sul palco salì un altro volontario, tra gli appalusi generali.

Era un ragazzo alto e muscoloso, dalla carnagione chiarissima, quasi bianca, come invece erano i capelli: bianchi, così come gli occhi e le ciglia che li incorniciavano.

- Un albino? - intervenne Rain.

- Proprio così: albino. Silver Amethist, 18 anni – spiegò Stark – con tutti quegli applausi è certamente molto popolare nel suo distretto, dev'essere molto bravo -.

E si vedeva: era salito sul palco con una calma impressionante, e salutava orgoglioso quasi fosse già vincitore. Qualcosa nel suo aspetto albino la fece rabbrividire: senza dubbio un avversario pericoloso.

Passarono al distretto 2: sul palco salì un'altra volontaria, una ragazza dal fisico slanciato, i capelli rosso-ramato, lisci, e gli occhi chiari cerchiati da una spessa linea di eyeliner.

- Jade Carter, 18 anni, anche lei una favorita. Fisico da atleta, sguardo deciso...una tosta, non c'è che dire – disse Stark.

Il modo in cui parlava dei loro avversari era incredibilmente irritante: frasi brevi ma significative, pronunciate con monotonia, quasi a intendere che il loro destino era gia segnato.

A segire Jade salì sul palco un ragazzo alto e incredibilmente muscoloso: era una montagna di muscoli, e sembrava anche più grande dei probabili 18 anni.

- Bill Jackson, 18 anni, anche lui un volontario. Beh, il fisico dice tutto... - disse il mentore guardando i suoi tributi con occhio loquace.

Ethan fece una smorfia stupita, Rain continuò a guardare Stark: se non la smetteva di parlare in quel modo non avrebbe potuto dimostargli nulla, non la degnava di uno sguardo!

Passarono al distretto 3, il primo senza volontari.

La sfortunata di turno era una ragazza con i tipici occhi a mandorla, i capelli corti e un fisico decisamente più esile delle precedenti.

- Rosemary Hill, 15 anni, la prima di cui mi pare non dobbiamo preoccuparci... -.

In effetti non sembrava un tipo atletico, e lo sguardo sconvolto e triste con cui era salita sul palco diceva molto sull'approccio timoroso con cui probabilmente avrebbe affrontato gli Hunger Games. Incredibile come da pochi dettagli si poteva capire molto su una persona, ma ovviamente avrebbero potuto sbagliarsi.

Al turno del tributo maschile, salì un ragazzino ancora più piccolo della compagna. Era decisamente mingherlino, anche se alto per i suoi probabili 13 anni, anche lui aveva i capelli scuri e occhi a mandorla spaventati.

- Liam Hawkins, 13 anni, uno degli sfortunati ragazzini di quest'anno. Credo durerà poco -.

Dopo l'iniziale irritazione nel sentire la convinzione del mentore sui ragazzini che durano poco, Rain si riscosse. Quel ragazzino, aveva qualcosa di diverso.

- Ha qualcosa al polso – osservò.

Stark corrucciò lo sguardo e ingrandì l'immagine.

- Un orologio – disse Ethan, non capendo cosa ci fosse di strano.

- No è troppo grande per essere un orologio, e poi emana strani bagliori... - replicò Rain.

Ingrandita l'immagine si vide perfettamente cosa fosse: uno strano orologio dal quadrante quadrato, che si illuminava a intermittenza.

- Un elettroA.C.R... - osservò stupito il mentore.

- Un elettroche? - chiese Ethan.

- ElettroA.C.R. È un dispositivo che si costruisce nel distretto 3, una specie di orologio in grado di rilevare le frequenze elettriche degli apparecchi elettronici circostanti. Mi stupisce che un ragazzino ne possieda uno.... - spiegò Stark - ...dev'essere molto intelligente per saperlo usare, non può essere altrimenti. Acuta osservazione Wayland -.

Sul suo viso apparve un'espressione stupita.

Non importa se l'aveva chiamata per cognome, aveva notato la sua osservazione. Era sempre stata un tipo attento ai dettagli, abilità che aveva sviluppato nei boschi alla ricerca di cose commestibili, se Stark l'aveva notata era un buon segno.

Si ricompose, decisa a non affidarsi troppo a quelle poche parole: erano ancora troppo poco.

Trascorsero così altri 40 minuti a vedere le mietiture degli altri distretti.

Dal 4 altri due favoriti: una ragazza non troppo alta ma molto sicura di sè, con degli strani capelli mezzi blu e l'espressione furbetta, e un 18enne biondo muscoloso quanto i primi due.

Dal 5 una coppia alquanto in contrasto: una ragazza molto bella dai capelli color del miele e un tipo con l'aria da nerd, entrambi sicuramente più grandi di lei ma senza abilità evidenti.

Dal 6 un altro ragazzino, probabilmente anche più piccolo di lei, e una ragazza più grande che però appariva molto spaventata.

Dall'8 una coppia simile alla loro: una ragazzina bionda che pareva della stessa età di Rain, e un ragazzo abbastanza robusto che avrebbe potuto essere il gemello di Ethan.

I tributi del 9 avrebbero potuto essere fratelli, e le fecero abbastanza tenerezza: una ragazza bellissima, con dei lunghi capelli biondi, che Stark giudicò una brutta perdita, e un ragazzino piccolo come i precedenti, biondo, con l'aria da angioletto spaventato.

Dal 10 l'ennesimo ragazzino, forse un po' meno spaventato ma piccolo come i precedenti, e una ragazza bella come la bionda dell'8: viso delicato, capelli scuri e mossi, e un fisico niente male. Strak giudicò anche lei sprecata per gli Hunger Games.

Dall'11 i tipici tributi di ogni anno, di carnagione scura: una ragazza dagli occhi verdi sicuramente poco più grande di lei, e un ragazzo sicuramente molto grande con un fisico da armadio, e l'espressione dura.

Si vedeva che era abituato a lavorare nei campi: trasudava forza da tutti i pori.

Infine dall'12 due ragazzi dalla solita aria da minatori: carnagione pallida e capelli neri.

Lei sembrava abbastanza scossa, ma Stark disse che era sicuramente più abile del compagno, magro e molto schivo.

- Col tempo ho capito che dal 12 ci sono due tipi di tributi: quelli che probabilmente avevano qualche negozio, che mangiavano di più e che di solito se la cavano meglio a giochi inziati, e i morti di fame figli di minatori. Lei è chiaramente del primo tipo, lui del secondo – dichiarò Stark.

Spiazzati da questa categorica classificazione dei tributi del 12, Rain e Ethan non commentarono. Si voltarono verso il mentore, che incorciò le braccia e fece un piccolo resoconto.

- Dunque abbiamo 6 favoriti, più la montagna dell' 11 – disse alludendo al ragazzo muscoloso che avevano visto poco prima – qualche bella ragazza che potrebbe piacere a primo impatto, ma per adesso senza evidenti abilità, e 5 ragazzini -.

Rain face qualche conto: la biondina dell'8, il ragazzino del 3 con lo strano orologio, l'angioletto biondo del 9, e quello del 10.

Quattro.

Capì che tra i “ragazzini” Stark aveva incluso anche lei.

Forse aveva notato la sua acuta osservazione, ma di certo non aveva cambiato idea su di lei: avrebbe certamente puntato du Ethan, ai suoi occhi lei era gia spacciata.

Con in testa tutti i suoi avversari, uscì dalla stanza abbastanza imbronciata, decisa a far di meglio quella sera.


 


 

Rain entrò nel vagone ristorante sotto lo sguardo di tutti.

Era di nuovo l'ultima, ma non aveva la minima voglia di mangiare. Prelibatezze o meno, aveva tutto il diritto di avere lo stomaco chiuso da quella giornata.

Indossava ancora i leggins e la camicetta verde muschio, al contrario di tutti gli altri che si erano ben vestiti, Ethan compreso.

- Rain! Benvenuta cara, su vieni a sederti con noi, ti aspetta un'ottima zuppa! - squittì Daphne.

Con fare timoroso che non le si addiceva, ma causato dall'attenzione che le era stata rivolta, si sedette accanto a Ethan.

- Tutto bene? - le chiese con un sussurro.

No, non andava per niente bene.

Aveva girato il treno due o tre volte, in preda all'ansia: il suo destino era cambiato poche ore prima, era stata estratta per gli Hunger Games insieme ad un ragazzo molto più grande di lei, il suo mentore non aveva la minima fiducia in lei, doveva conquistarsi la sua fiducia, concorrere con un ragazzo che sembrava disposto verso di lei molto meglio di quanto non lo fosse lei verso di lui, e cercare un modo di sopravvivere a 7 favoriti forti e pericolosi.

- Si tutto bene.

Dopo di chè, scese il silenzio. L'entrata della ragazzina imbronciata aveva interrotto qualunque situazione fosse in corso prima, che ora nessuno aveva voglia di continuare.

- Non trovate anche voi che questa zuppa sia deliziosa? - esclamò Ophelia per rompere il silenzio. Di tutte quelle pietanze, l'ultima cosa che si sarebbe aspettata di mangiare era la zuppa, ma quella zuppa aveva un'aria molto più invitante degli inturgli di cipollotto selvatico che mangiava quando non trovava nulla di meglio nel bosco. Prese il cuchiaio e non pensò ad altro fino a che non l'ebbe finita.

Ophelia sembrava voler chiacchierare, Ethan cercava di mantenersi su di morale, ma lei e Stark non erano di molta compagnia. Alla fine però fu proprio lui a rompere il silenzio.

- Dunque, come Daphne avrà detto almeno un milione di volte domani dopo pranzo saremo già a Capitol City. Non avrete tempo per nulla, verrete consegnati al vostro staff e lo stilista vi preparerà per la sfilata. Dopodichè, avremo solo la sera per parlare del vostro addestramento. Quindi credo sia ora di sapere qualcosa di voi: quali sono le vostre abilità?

Rain non credeva alle sue orecchie.

Dopo averli trattati con sufficienza per tutto il giorno, gli chiedeva delle loro abilità?

Cosa c'era nella zuppa? Una polverina magica?

Naturalmente non perse tempo:

- Mi muovo nei boschi sin da quando ero molto piccola, quindi conosco ogni genere di pianta, bacca, albero o fungo. So costruire alcune piccole trappole e trovare ovunque da mangiare. Sono agile – disse con particolare enfasi su queste parole – e ho sensi vigili, attenzione per i dettagli e velocità nella corsa -.

Concluse fiera, con l'espressione di una bambina che ha appena annunciato a suo padre di aver preso un 10 a scuola, soddisfatta nel vedere la faccia basita del mentore.

Forse non del tutto convinto di non avere davanti una bugiarda, Stark rivolse a Ethan uno sguardo scettico, che però confermò le sue parole con un cenno del capo, così si rivolse nuovamente a lei:

- Beh ragazzina, spero per te che sia vero, perchè costituirebbe un bel vantaggio – ammise.

L'espressione -tornata dura- della ragazza accennò brevemente un sorriso furbo e soddisfatto: era fatta, sapeva di cos'era capace, doveva solo dimostrarglielo.

- E tu? - chiese rivolto a Ethan.

- Io...beh, credo di essere abbastanza forte -Stark annuì- e taglio legna, quindi so usare l'accetta, inoltre conosco abbastanza bene i boschi.

Il mentore annuiva soddisfatto.

- Bene ragazzi, partiamo abbastanza bene. Siete preparati sulla sopravvivenza, e questo è un punto di vantaggio. Tuttavia ad accendere un fuoco si impara in fretta, a combattere no, quindi dovrete lavorare sodo. Avremo tempo di parlare dei dettagli nei prossimi giorni, ma intanto dovevo sapere qualcosa su di voi. Potete andare, domani sarà una giornata lunga -.

Detto questo li congedò.

Stranamente Rain si alzò senza aggiungere nulla, ancora incredula di essersi conquistata un po' di fiducia con così poco.

Le credeva? Probabilmente si, ma doveva dimostragli che sapeva fare molto bene le cose che aveva detto, o avrebbe puntato su Ethan, che era più una certezza.

Intanto era un punto di partenza, doveva dare il meglio di sè negli addestramenti, contando sulla testimonianza del suo compagno di distretto, e nella sessione privata.

Se avesse ottunuto un buon voto, non avrebbe potuto far altro che appoggiarla.

Le era piaciuto il modo in cui aveva affrontato la situazione, chiedendo qualche informazione di base sin da subito per confrontare le materie prime di cui disponeva, cioè le loro abilità contro quelle che poteva immaginare rivedendo ogni dettaglio dei filmati della mietitura.

Forse, tutto sommato, Eddard Stark era un buon mentore.


 


 

Arrivata in camera decise che non era il caso di farsi la terza doccia del giorno, così si svestì e gettò i leggings e la camicetta sul pavimento.

Indossò il primo pigiama che trovò nell'armadio e si infilò sotto le coperte, senza darsi tempo di riflettere sul fatto che quella non era la sua solita camera, che rannicchiarsi sotto le coperte non sarebbe servito a nulla, non si sarebbe rasserenata e svegliata il giorno dopo con fiducia sui frutti della sua nuova giornata nei boschi.

No, non la aspettava nessun distretto 7, la aspettavano niente di meno che gli Hunger Games.

Non provò a dormire, consapevole che sarebbe stato uno sforzo inutile.

In quel momento, li tra le quattro mura di una stanza buia, su un treno in movimento verso la grande Capitol City, la gravità della situazione le piombò addosso come un uragano.

La cosapevolezza di essere un tributo, e di stare andando a morire negli Hunger Games, le riempì la testa di tutte le sue paure.

Il tributo femmina del distretto 7 quell'anno era lei.

Il tributo femmina del distretto 7 quell'anno era lei. Questa era la cosa assurdamente impossibile, così surreale e spaventosa, che bastava una breve frase a riassumere tutta la paura che provava, la prospettiva terrificante che aveva visto sin da quando il suo nome era stato pronunciato alla mietitura.

Il tributo femmina del distretto 7 quell'anno era lei.

Quante volte aveva udito altri nomi, visto altri volti piangere, altre ragazze salire sul palco...ora toccava a lei, non riusciva ancora a crederci.

Prima la situazione era troppo incredibile perchè potesse piangere, adesso non potè fare a meno di lasciarsi andare.

Si, scoppiò a piangere, lasciò che con le lacrime si sciogliesse tutta la tensione provata fin ora, e continuò per ore a singhiozzare...piangere...singhiozzare...piangere...singhiozzare...

Qualche ora fa il suo destino erano diventati gli Hunger Games.

La paura di ogni rumore, la fuga da tutti, il pericolo che si nasconde dietro ogni angolo.

Il combattimento, il sangue, la paura.

Le armi, i nemici, la speranza, la paura.

L'ansia, le corse per la vita, la paura.

Era sul treno dei tributi, da alcune ore sarebbe arrivata alla famosa Capitol City.

Per quanto la odiasse, non potè fare a meno di sentirsi curiosa riguardo la sua capitale:

se la immaginava maestosa, moderna, piena di persone bizzare come Daphne, gente pronta a saltarle addosso non appena fosse scesa dal treno, ad applaudire quando avrebbe sfilato su quel carro.......sul carro dei tributi.

Su quei carri neri su cui aveva visto sfilare tante persone, ogni anno, e che poi aveva visto morire una a una. Persone di cui non ricordava il nome, perchè erano tante, troppe, e lei sarebbe stata una di quelle tante persone morte.

Rain Wayland, una ragazzina che ebbe la sfortuna di essere estratta per gli Hunger Games, che morì come tutti gli altri quando venne il suo turno, giusto per riempire un buco nella lista dei tributi dei 73° Hunger Games.

Solo l'idea le faceva schifo.

All'improvviso smise di piangere, e si accorse di quanto fosse arrabbiata. Le rimase solo la rabbia, non un singhiozzo di tristezza, non una lacrima di malinconia. Non voleva essere caricata sul treno come un pacco, spedita a morire dentro un'arena solo per divertire qualche tipo bizzarro. Non voleva essere solo una pedina del loro gioco, una delle tante e insignificanti, quello non poteva essere il suo destino. Essera estratta, sperare in qualche sciocco miracolo durante l'addestramento, essere gettata in un'arena con la paura alle stelle, combattere con una vana speranza nel cuore e, alla fine, morire.

Morire come tanti prima di lei, morire insulsamente, morire e basta. Perchè quello era lo scopo dei tributi, sin dalla loro nascita: morire. Con una debole speranza nel cuore, così fragile che poteva essere spazzata via dal vento con il solo tocco di uno stratega, ma così forte da far lottare dei ragazzi fino alla fine. Fino alla morte, già premeditata dal destino il giorno stesso in cui erano nati.

No.

No! Che cosa orribilmente schifosa, non poteva e non sarebbe stato il suo destino. Non lo avrebbe mai permesso.

Lei era una ribelle, se proprio doveva morire non sarebbe stato invano, avrebbe fatto di tutto per dimostrare a tutti che lei non era una pedina qualsiasi, l'ennesima ragazzina morta nell'arena di una delle edizioni dei giochi.

In quel momento il suo obbiettivo per gli Hunger Games cambiò: aveva solo 13 anni, vincere era una vana speranza, lontana e irraggiungibile, solo una sciocca avrebbe sperato di farcela.

Aveva appena deciso di dimostrare a tutti quanto valeva, quanto non fosse una persona presa a caso tra la massa e spedita a morire.

Quanto fuoco avesse nel cuore, quanta speranza le inondasse lo spirito, quando impegno ci avrebbe messo per sopravvivere.

Quanto non fosse una pedina del loro gioco, quanto potesse cambiare il proprio destino.

Forse anche questa era l'illusione di una sciocca?

- Beh, in tal caso brutta notizia Snow – sussurrò - io sono una sciocca -.


 


 


 

Personaggi:


 

- Daphne http://th04.deviantart.net/fs71/PRE/i/2012/042/2/d/capitol_couture___roslin_by_juniper47-d4pfhtb.jpg

- Eddard http://www.observatordebacau.ro/wp-content/uploads/2014/07/Robert-Downey-Jr.-photos1.jpg


 

- Distretto 1:
Electra Queen http://cs11030.vk.me/u95498171/120424824/x_e2fd28b1.jpg
Silver Lerman https://pbs.twimg.com/profile_images/438730391797522432/ZIguR95t.jpeg

- Distretto 2:
Jade Carter http://brunchforeverymeal.files.wordpress.com/2011/09/emma-stone-600x275-e1314904589686.png?w=584
Bill Jackson http://thesowingroom.files.wordpress.com/2013/08/ashton-kutcher-2013-ashtonkutcher-hd-wallpaper.jpg?w=570

- Distretto 3:
Rosemary Hill http://sp7.fotolog.com/photo/55/21/74/brendasongfan30/1279145432229_f.jpg
Liam Hawkins http://1.bp.blogspot.com/-nrVzv555WvE/UAp2pI25mzI/AAAAAAAABLI/U7LejS8B2Aw/s1600/baekhyun.jpg

- Distretto 4:
Ondine Wilkinson http://image.nanopress.it/donna/fotogallery/625X0/121515/highlights.jpg
Zordan Sea http://s29.postimg.org/vqd5qn6ev/Alex.jpg

- Distretto 5:
Elodie Smith http://cinemabizarre.iboard.ws/uploads/0003/d1/ae/6974-1-f.jpg
Ash Von Wane http://mortalinstruments.org/wp-content/uploads/2012/11/TMI-Simon-030.jpg

- Distretto 6:
Scarlet Williams http://i500.listal.com/image/3131223/500full.jpg
Joshua Lee http://us.cdn281.fansshare.com/photos/austinabrams/austin-abrams-83284949.jpg

- Distretto 7:
Rain Wayland
Ethan Shane http://i17.photobucket.com/albums/b58/sockrgoddess12/Hardy%20Boys/joe_hardy_jeremy_sumpter.jpg

- Distretto 8:
Mia Evans http://img2.wikia.nocookie.net/__cb20111228221554/frenemies/images/2/29/Stefanie-scott1.jpg
Cedric Black http://cs403118.vk.me/v403118553/5a7/gGmWTSX9t6c.jpg

- Distretto 9:
Ayleen Bell http://i111.piczo.com/view/5/4/c/x/e/e/o/4/6/a/k/p/img/i341323019_36731_5.jpg
Luke Miller http://ia.media-imdb.com/images/M/MV5BMTI4ODczODM3Ml5BMl5BanBnXkFtZTcwMzI0NTgyMQ@@._V1_SX640_SY720_.jpg

- Distretto 10:
Linda Middlen http://static.cinemagia.ro/img/resize/db/actor/09/73/76/laura-marano-927793l-poza.jpg
Mike Wood http://static.cinemarx.ro/poze/cache/t26/persoane-poze/2009/02/Adam_Zolotin_1234794594_1.jpg

- Distretto 11:
Christine Moore http://ia.media-imdb.com/images/M/MV5BMTU3MTYyNzk5M15BMl5BanBnXkFtZTcwNjQzNDM3NA@@._V1._SX290_SY436_.jpg
Odd Avenue http://i40.photobucket.com/albums/e204/jessmunkee/Chamber/Chamber%20cast%20pics/wood_harris_remember_the_titans_001.jpg

- Distretto 12:
Nora Walker http://www.foroswebgratis.com/fotos/3/5/7/6/4//1099788asepxia-tips-danna-paola.png
Mark Adamens http://ilgiliforum.com/resim/2013/12/05/90401_colin_morgan_biyograficolin_morgan_hayati_8.jpg





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