LL
Them
- Hai qualcosa da dirmi?
- No, dovrei?
- Non so, mi guardi in maniera strana da venti minuti
- Te lo stai sognando, io non sto facendo proprio nulla, non ti guardo in nessun modo e mai lo farei
- A me invece sembra di sì, ma forse mi sto sbagliando
- Sì, fidati, ti stai sbagliando di grosso e piantala di parlarmi
- Senti io finisco qui e ti lascio fare lezione in pace, ho capito che oggi non è aria
- Non è che non è aria, semplicemente sono stanco, ho lavorato un sacco e non mi va molto di parlare, chiaro?
- Chiarissimo, stai molto calmo però, nessuno ti ha detto niente per cui fare una filippica
Stettero fermi per almeno un'ora di lezione senza guardarsi o parlarsi
più. Nessuno dei due aveva intenzione di rivolgersi lo sguardo e
finirono per andarsene ad orari diversi ed in direzioni diverse dopo
due ore da quella litigata. Lei suonò male e distrattamente, lui
invece preso dalla rabbia decise proprio di non fare lezione e di
uscire e rientrare in continuazione, finchè di botto prese la
borsa dall'appendiabiti e se ne andò sbattendo la porta. Quando
anche lei uscì
dall'aula una fievole lacrima le rigò il viso e la tenera
guancia, quasi non se ne accorse finchè gli occhi non iniziarono
a pizzicarle talmente forte da constringerla a chiudersi in bagno
singhizzando e lasciando cadere dal viso fiumi di lacrime. Quale fosse
il motivo di tanta sofferenza ed ostilità fra i due lo sapevano
solo loro. Chi mai si sarebbe aspettato che da tante promesse fatte
pochi mesi prima si sarebbe arrivati invece a litigare così e a
non parlarsi più se non per sputarsi addosso colpe ed insulti? Lei l'illusa. Lui il
codardo. Una coppia che sarebbe stata tra le più disparate e
invece non era neanche iniziata che già era andata a finire in
maniera altrettanto disparata.
Quattro mesi prima
- Non devi dire niente a nessuno, promettimelo
- Sarò muta, non fiaterò, ma sbrighiamoci, sono
già le tre e un quarto di notte, tra cinque ore dobbiamo
svegliarci, a ridere e scherzare con gli altri si è fatta una
cert'ora
- Tranquilla che riusciamo a fare tutto ma te l'ho detto, io non posso
rimanere a dormire lì con te, gli altri potrebbero sospettare
qualcosa
- La camera dell'hotel ce l'ho solo per questa notte, ne vogliamo approfittare o no? Poi quando ci rivedremo? Ad ottobre?
- Non dico che non dobbiamo usarla a pieno, solo che io non me la sento
di rimanere lì con te fino a domani mattina e comunque i
giochetti nell'aula oggi pomeriggio vedo che non ti sono bastati, ti
hanno agitata invece eh
- Cretino, stai zitto, mi sembra ovvio...Anche tu però non
scherzi mica ma per stasera fai tu, io più che dirtelo non posso
obbligarti
- Sai che vorrei ma non posso proprio rimanere
- Va bene, ora sbrigati, andiamo
Arrivarono all'hotel che distava pochi passi dal corso centrale della
cittadina dove stavano, presero le chiavi della stanza e di corsa in
silenzio salirono le scale, entrarono nella camera e nel giro di pochi
minuti si ritrovarono sdraiati sul letto avvinghiati l'uno all'altra.
Si immersero in una foga di baci, carezze, fino a giungere a momenti
colmi di affanno e piacere che speravano durassero più di pochi
minuti e una volta finito tutto, presero giusto un po' di fiato e
ricominciarono per la seconda volta. Terminata anche quella si
abbracciarono per poco sul letto insieme. Lei prese
dal comodino il pacchetto delle sigarette, si infilò al volo una
camiciona addosso ed uscì in balcone a fumare mentre lui stava beatamente sdraiato sul letto.
- Un impiccio tranquillo, eh? - Disse lui con il suo solito far da spiritoso
- Certo - rispose lei convinta,
ma in cuor suo sapeva bene che quella notte insieme significava un po'
di più di un semplice impiccio e continuò - insomma, da
quant'è che dura questa storia? - chiese con un sorriso quasi fosse misto con un ghigno
- Quale storia? - rispose lui, tintinnante
- Da quanto ti interesso?
- Seriamente?
- No per gioco, certo che seriamente
- Da un po'... E te?
- Da un po' quanto scusa?
- Diciamo un mesetto e mezzo
- Wow, addirittura, non pensavo, o meglio non me lo hai mai fatto notare...
- Già, sono bravo in queste cose. Ora rispondi tu alla mia domanda
- Mmh, diciamo tre mesetti, ma roba che non pensavo si arrivasse a tanto
- Ah no? E perchè?
- Boh non ti facevo tipo da cose del genere... Ti ho sempre visto molto riservato, timido
- Ti sbagliavi, non mi conosci abbastanza, per tua fortuna
- Allora stanotte rimani qui e lascia che io provi a conoscerti
- Non ne vale la pena in una notte, e sai che non posso
- Dai veramente non rivestirti e non andartene, almeno fino alle sei rimani qui
- No, potrei addormentarmi e ho voglia di svegliarmi nella mia stanza di albergo domani mattina
- Una scusa migliore non potevi inventarla eh
- No sono serio, non mi va di restare qui perchè ho sonno e preferisco il mio letto, ma sai che rimarrei se potessi
- Tu puoi benissimo, ma te lo vieti
- Va bene, hai ragione, ma ora vado, tu dormi, ci vediamo a lezione domani
- Dai, per favore, non ti sto chiedendo il mondo
- Dormi, buonanotte, a domani
- Sì, a domani...
- Non fare l'offesa che ci rimango male
- Non sono offesa, davvero, vai, notte
- Notte
La porta della stanza si chiuse, lei lasciò
correre per quella sera, addormentandosi con l'idea che ce ne sarebbero
state altre situazioni simili in seguito, che forse per quella notte
poteva andare bene così. La mattina si svegliò di corsa,
andò a lezione e già lì notò che
incrociando lo sguardo di quello che era stato la sua 'conquista' la
notte prima, quella scintilla che le aveva riempito il cuore distrutto
ormai da tempo, non era più forte come nei giorni
precedenti. La settimana finì, entrambi tornarono alle proprie
vacanze senza neanche salutarsi decentemente come amici normali,
niente, 'è stata una cosa buttata lì' continuava a
ripetersi lei vedendo il comportamento di lui quando stavano con gli amici. Lei
decise di non abbattersi e si ripromise due cose: tentare fino
all'ultimo sforzo di convincerlo ad avere un approccio diverso e
più positivo verso questa loro relazione, oppure di lasciar
stare e rimanere amici come si erano ripromessi di fare nel caso non
fosse andata come speravano. Entrambi erano usciti da poco da relazioni
serie distruttive che li avevano resi paurosi ed incapaci di provare un
forte affetto nei confronti di altre persone. Ma la forza che lei aveva
nel cuore era l'unica cosa che riusciva a mandarla avanti perchè
nelle settiamane seguenti si sentirono reciprocamente solo attraverso
messaggi, mai neanche una chiamata. A lei
serviva molto parlare con qualcuno, soprattutto se quel qualcuno era
l'unica persona che nell'ultimo periodo era riuscita a regalarle di
nuovo un sorriso. Purtroppo però era sempre lei
a cercarlo, e non c'era modo di sbrogliare la situazione, tutto era un
peso. Non poteva obbligarlo a fare cose che non voleva fare per paura,
ma doveva almeno convincerlo che lei non era come le altre, lei ad una persona era capace anche di donare tutto il cuore e l'anima se lo reputava necessario. Ma lui
non voleva capire, voleva continuare con la scusa dell'impiccio
tranquillo, ponendolo come staccionata tra un'amicizia ed una storia
seria, perchè aveva il forte timore di poter soffrire di nuovo. Lei sapeva
bene i rischi che si correvano a voler stare o provare a stare con una
persona con quel carattere e nonostante tutto ci avrebbe messo tutte le
sue forze pur di riuscirci, ma un giorno, presa dallo sconforto decise
di provare a chiuderla lì e di rimanere amici nella speranza che
lui dicesse di no, e tentasse di cercarla e di convincersi di potercela
fare. Non fu così.
Continuarono a scriversi per diversi giorni da buoni amici, ma ogni volta la forza di lei
veniva a mancare. Sentiva la sua mancanza, voleva abbracciarlo ed
essere abbracciata a sua volta, voleva cambiare la sua idea di
relazione seria, voleva essere lei stessa quel cambiamento e continuava a scrivergli che le mancava, e lui riusciva
solo a dire che ormai basta erano amici, e che era confuso, e non
sapeva bene cosa fare, come comportarsi. Si volevano davvero bene, ma
non abbastanza evidentemente. Forse che quella notte in hotel aveva
avuto un significato diverso per l'uno e per l'altra? Forse sì,
forse no, forse l'idea iniziale era stata la stessa ed entrambi erano
daccordo, ma poi le strade si erano divise. Non si trattava di amore, e
lei soprattutto sapeva che non
si sarebbe mai trattato di amore vero, ma c'era dell'affetto che non
poteva risolversi in una nottata di sesso e basta. Doveva esserci
qualcosa di più dopo. Lei
doveva riuscire a cambiare in meglio quel suo lato, ce la doveva fare,
si era fatta questa promessa e nonostante tutto, tra sacrifici,
indirettamente, da lontano, doveva farcela. Si stava illudendo troppo
forse, ma lui non le stava
dando la possibilità. Aveva fatto l'errore di tentare di
allontanarlo sperando si riavvicinasse quando in verità lo stava
perdendo davvero. Quello sarebbe stato il secondo errore dopo l'averlo
perso senza neanche esser riuscita ad avere una chance. Doveva
risistemare le cose in un modo o nell'altro, anche se non poi non
sarebbero rimasti insieme come prima. Se c'era una cosa in cui era
brava era cambiare e migliorare le persone. Voleva continuare a
volergli bene da vicino. Era sicura che un giorno lui
l'avrebbe ringraziata, ma quando sarebbe davvero riuscita a
riconquistare la sua fiducia, o almeno la sua amicizia? Sarebbe andata
a finire davvero male come questo racconto è inizato se lui avesse deciso invece di prendere la strada più giusta e seguirla?
|