escaflowne
Era una mattina molto fredda; la neve era caduta da poco e ricopriva tutto con
il suo morbido manto bianco.
Hitomi era già sveglia e guardava fuori della
finestra della sua stanza.
" Oggi fa davvero freddo " pensò. " Ma è comunque una bella giornata"
Sentì bussare alla porta.
- Avanti.
Millerna
entrò nella stanza lentamente, con un sorriso allegro sulle belle labbra.
- Buongiorno Hitomi! Già in piedi?
Millerna si sedette sul letto, e Hitomi accanto a lei, fissando a terra, leggermente a disagio.
- Non
riuscivo a dormire...
Millerna osservò i vestiti dell'amica, con la testa leggermente inclinata verso destra.
- Hitomi non hai dei vestiti più pesanti?
La ragazza scosse la testa.
- No, purtroppo non
ne ho qui con me, - sussurrò.
La principessa si alzò in piedi, senza smettere di sorridere, e porse la mano a Hitomi.
- Se vuoi posso prestarti uno dei miei abiti. Ne ho tantissimo, e tengono tutti abbastanza caldo.
Hitomi scosse nuovamente il capo.
- No, no. La ringrazio principessa Millerna, non ne ho
bisogno, non sento freddo.
Millerna annuì, facendo ondeggiare appena i lunghi capelli color paglierino.
- D’accordo Hitomi. Se cambi idea, fammi sapere.
La principessa uscì dalla stanza, lasciando Hitomi da sola.
Quest'ultima tornò ad osservare fuori dalla finestra, e scorse
Van, appoggiato contro una colonna, nel giardino del palazzo.
" Ha un'aria così seria...Chissà a cosa pensa..." si domandò.
Poi lo osservò meglio. "Merle non è con lui!"
Si diresse verso la porta e scese le scale di corsa, rischiando di inciampare.
Arrivata all'uscita del palazzo, vide Allen Schezar, intento a
conversare con Dryden, il promesso sposo della principessa Millerna.
Allen pareva alquanto infastidito dalle chiacchiere di Dryden.
Voltò la testa verso Hitomi, accorgendosi solo in quell'attimo
di lei. Sussurrò qualcosa al principe mercante e si
avvicinò alla fanciulla.
- Buongiorno Hitomi. Hai dormito bene?
Hitomi arrossì
leggermente e fece cenno di sì col capo.
- Sei mattiniera oggi. Mancanza di sonno, brutti pensieri o che altro?
- Non riuscivo più a prendere sonno, e ho deciso di uscire a
prendere una boccata d'aria, tutto qui. - rispose, frettolosamente.
Mente parlava, sentì dei passi felpati nel corridoio, e intravide la principessa Millerna avanzare verso di loro.
- Mi perdoni signor Allen, è meglio che vada ora.
Si allontanò in tutta fretta, tutt'altro che desiderosa di reincontrare la principessa.
Hitomi si fermò fuori dal portone, col fiatone.
" Accidenti!" pensò. "Proprio in quel momento doveva arrivare?!"
Appena ebbe ripreso fiato, si guardò intorno, cercando Van con
lo sguardo. Lo vide, ancora appoggiato alla colonna e lo
avvicinò silenziosamente. Si arrestò a qualche passo da
lui, nascondendosi. Una dolce melodia proveniva da lui, e Hitomi vide
che stava suonando uno strano strumento. Somigliava ad un’arpa,
ma era senza corde e al centro di essa, volteggiava una piccola pietra
a forma di stella. La melodia che Van stava suonando era triste, ma
anche molto dolce. Hitomi chiuse gli occhi e rimase lì ad
ascoltare.
" Mi sembra di
conoscerla già questa musica...Ma certo! È la ninna nanna che mi cantava la
nonna, quando ero piccola…."
Hitomi canticchiò la musica a bocca chiusa, cercando di non
farsi sentire da Van, ma lui la sentì ugualmente, e, cessando di
suonare, l'avvicinò.
- Hitomi,
come fai a conoscere questa ninna nanna?
- Bè... - cominciò lei.
- La conosco perché mia nonna me la cantava sempre, quando ero
piccola.
Van afferò Hitomi per un braccio.
- Vieni, voglio mostrarti una cosa!
I due si misero a
correre a perdifiato fuori dal castello. Presero l’Escaflowne e volarono a Fanelia, fra le incessanti proteste di Hitomi.
Si fermarono nei pressi di una cascata e scesero dall'Escaflowne.
- Van!! Si può sapere dove siamo?!
- In un posto che conosco solo io - rispose lui, con un ghigno divertito, avvicinandosi alla cascata.
- Per raggiungere quel
posto dobbiamo passare sotto alla cascata!
- Ma così mi bagnerò!! - protestò
Hitomi. Van sorrise e tornò da lei, prendendola fra le braccia, e facendole a mò di scudo.
Dalla schiena di Van spuntarono due candide
ali piumate.
- Tieniti stretta a me, Hitomi, e non guardare in basso!
Hitomi obbedì, anzi, chiuse direttamente gli occhi. Van volò sotto
la cascata, e atterrò dentro una grotta, grondante.
La fanciulla riaprì gli occhi, notando che lui non accennava a
sciogliere l'abbraccio, e ritrovò il proprio viso ad un soffio
da quello di lui.
- Van? -
sussurrò Hitomi.
Lui abbassò la testa e le sue labbra sfiorarono quelle di
Hitomi. Arrossì e la lasciò andare.
Le ali di Van
svanirono in un turbinio di morbide piume. I due cominciarono a camminare all’interno della grotta, Van davanti
e Hitomi dietro, mano nella mano, per non perdersi di vista, mentre la grotta diventava sempre più
buia. Dopo poco, Hitomi lasciò la mano di Van, imbarazzata. Improvvisamente divenne tutto buio. Van si voltò per
vedere se Hitomi era ancora dietro di lui, e in quel momento Hitomi inciampò e cadde
addosso al ragazzo. Le loro labbra si sfiorarono nuovamente, ma stavolta, nessuno dei due aveva la forza di spostarsi..
Van pensò a Hitomi; i suoi capelli, i suoi occhi, il suo
sorriso, il suo corpo caldo…
L'aveva sempre considerata come una semplice amica, ma
ora sentendo il contatto con il suo corpo sentiva che provava qualcos’altro per
lei, qualcosa oltre l’amicizia.
" Oh… Hitomi…"
Van non resistette; avvicinò la testa a quella di Hitomi e la
baciò dolcemente. Hitomi sussultò e allontanò di
poco le labbra da quelle di lui.
- Van… ma
cosa…?
Le labbra di Van tornarono sulle sue, e il bacio divenne più
intenso. Hitomi si lasciò andare, e ricambiò il bacio,
senza esitazione. Le sembrò di fondersi con lui; sentiva il
calore del suo corpo, il suo profumo dolce, le sue labbra morbide.
Sentirono
delle voci dentro la caverna. Si allontanarono l’uno dall’altra e si alzarono in
piedi rapidamente.
- Corri Hitomi! Corri!
Van spinse Hitomi in avanti e i due presero a
correre. Arrivarono alla fine della grotta; davanti a loro si stagliava un
dirupo e oltre un giardino fiorito.
- Van, e ora??
Il ragazzo prese la mano di
Hitomi nella sua.
- Ora passiamo dall’altra
parte.
Van la prese fra le braccia e lei si aggrappò al suo collo. Volarono
oltre il dirupo e atterrarono all’estremità del giardino.
Si sedettero a
terra ansimando.
- Hitomi, tutto bene? - chiese Van respirando
affannosamente.
- Sì…sì, non preoccuparti. Tu piuttosto?
- Tutto
apposto.
Hitomi si alzò in piedi e si voltò verso il giardino. Ricadde a
terra. Van si avvicinò sorridendo.
- Ti piace? - domandò lui, incuriosito dalla sua reazione.
- Oh, sì, tantissimo!!
Van le porse la mano. Hitomi l’afferrò e si alzò in piedi.
- Van, è davvero stupendo.
- Come te - disse Van
in un sussurro.
Hitomi guardò Van sorpresa, e imbarazzata.
- Cosa? - chiese, pensando di aver capito male.
Van arrossì
leggermente e scosse la testa.
- No, no, nulla.-
Hitomi sorrise
beffarda.
- Se è davvero nulla perché sei arrossito? - Hitomi
scoppiò a ridere, e iniziò a correre per il prato.
- Non è vero! Non sono arrossito!- disse lui, rincorrendola.
- Van, prendimi se ci riesci!
- Certo che ci riesco!
I due
corsero per un bel pezzo, ridendo come matti.
Hitomi correva molto veloce, ma
non abbastanza. Van la raggiunse e la abbracciò da dietro, sollevandola. Hitomi si liberò
dall’abbraccio e ricadde a terra, in ginocchio.
- Van, sei davvero veloce! Nessuno era mai riuscito a
raggiungermi! - annunciò Hitomi sedendosi a terra. Anche Van si sedette.
- Lo so! - scherzò Van.
Hitomi gli tirò una pacca amichevole.
- Vedo che sei anche
modesto oltre che veloce!
Il viso di Van si
addolcì.
- Hitomi…
Van si avvicinò e baciò Hitomi. Hitomi ricambiò nuovamente
il bacio. Si allontanarono un attimo per riprendere fiato.
Van mise una mano
dietro alla testa di Hitomi e lentamente si sdraiarono a terra, l’uno
sull’altra. Continuarono a baciarsi. Van allontanò il viso da quello di Hitomi.
Le tolse i capelli dal viso con una mano.
- Sei bellissima - disse
accarezzandole il viso.
- Mi piaci tanto, quando sorridi, sai? Il tuo sorriso
mi trasmette un senso di pace - continuò lui sorridendo.
- E, il tuo profumo… è
così dolce…
Il respiro di Van era calmo. Anche Hitomi era calma.
Aveva
capito quel che Van provava per lei, e sapeva di ricambiarlo.
Hitomi avvicinò
le labbra all’orecchio di Van e sussurrò: - Anche tu mi piaci tanto, quando
sorridi.
Van si alzò in piedi e porse la mano a Hitomi. Lei afferrò la mano
di Van e lui la tirò a se, abbracciandola forte. Hitomi ricambiò
l’abbraccio.
Poi Hitomi disse: - Mi sa che è meglio tornare. -
Van sbuffò.
Hitomi sorrise. Van ricambiò il sorriso.
- Su, andiamo! - I due si misero a correre verso l'Escaflowne.
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