SAKURA
CAPITOLO PRIMO
“Sakura? Sakura?”
Sentivo una voce che mi chiamava tutte le notti, con insistenza, con affetto,
ma che io non riuscivo a raggiungere.
Era un giorno come tanti altri, il villaggio della foglia
come sempre caotico, il verde delle pianure, i bambini che si allenavano per
diventare veri ninja.
Mi ricordo anche io quando facevo a gara con gli altri
bambini per vedere chi era il più bravo della classe. Camminavo assorta tra i
miei pensieri, ricordi, emozioni, che passavano nella mia mente veloci e soavi.
Ad un tratto il mio cervello si soffermò sull’unico ricordo
che ho sempre voluto cancellare.
“Sasuke, dove sei?” esclamai ad alta voce.
Per fortuna nessuno mi sentì.
Dalla scomparsa di Sasuke era passato parecchio tempo, ma il
suo ricordo era ancora vivo dentro il mio cuore. In quel periodo però, i miei
pensieri erano concentrati su un’altra persona, che mi aveva sorpreso, regalato
emozioni. Proprio lui, con quegli occhi che sembravano il cielo d’estate, i
suoi capelli dorati.
Quelle mattine camminavo per il villaggio della foglia con
la speranza di incontrarlo, ogni tanto lo andavo a svegliare, ma non volevo
sembrare troppo appiccicata, insomma fino ad ora l’avevo ingiustamente trattato
male.
Sapevo che i suoi sentimenti verso di me erano di più che
una semplice amicizia, sapevo che se avessi voluto sarebbe potuto diventare
mio, ma il ricordo di Sasuke, il dolore che ho provato era ancora vivido nei
miei ricordi.
Passo dopo passo mi ritrovai senza volerlo davanti alla casa
di Naruto, il mio cuore batteva forte e se l’avessi incontrato sicuramente
avrei fatto una figuraccia delle mie.
In quell’istante sentii la porta aprirsi, il mio cuore
sussultò.
Vidi una sagoma apparirmi davanti, il sole mi accecava con i
suoi raggi e non riuscivo bene a comprendere chi fosse.
Ma in cuor mio sapevo già che era lui.
Così lui mi guardò con la sua solita aria da bamboccio, ma
non disse nulla. Aspettava forse un mio saluto?
Non so che mi prese, ma non riuscii a salutarlo, a
rivolgergli la parola. Allora scappai.
Correvo, correvo, ma non sapevo il perché. Ero diventata
così stupida?
Mentre mi addentravo nella foresta sentii dei passi che mi
seguivano, così sicuri ed energici, era senza dubbio Naruto. Se mi avesse presa
cosa gli avrei detto?
La mia corsa finì quando un muro gigantesco mi sbarrò la
strada. In quel momento avrei preferito mille pugnalate, non sapevo proprio che
dire a Naruto, in passato lo avrei picchiato, ma ora non riesco a fermare il
mio istinto di abbracciarlo e stringerlo a me.
Ma cosa mi fermava? Di cosa avevo così tanta paura?
Sentivo i suoi occhi puntati sulla mia schiena, mi girai
lentamente e lo vidi lì, fermo, immobile, stupendo.
Lo guardai per qualche secondo e poi incominciò a parlare.
“Ma cosa ti è preso oggi? Da quando si guardano le persone e
poi si scappa?”
Non riuscivo a rispondere, a mano a mano che parlava si
avvicinava sempre di più a me.
“Mi…. Mi…. Dispiace. Ecco non so che mi sia preso…”
Continuava a fissarmi ed ad avvicinarsi a me, era così
vicino che potevo sentire il suo respiro vicino alla mia pelle.
Il suo sguardo si fece improvvisamente serio, con mia grande
sorpresa mi prese la mano e me la accarezzò.
Le sue mani erano così ruvide, provavo una sorta di
solletico tra le dita. Ma perché stava succedendo tutto in quella mattina? Cosa
era preso a lui? E a me?
Ad un tratto qualcosa interruppe il nostro incontro, una
forte scarica elettrica, sentivamo attorno a noi un chakra potentissimo e
famigliare.
Ci girammo verso quell’intenso potere. Sussultai vedendo a
chi apparteneva.
“Sasuke!”
Gridai con tutta la voce che avevo in corpo.
L’amicizia si
trasforma in amore, l’amore si trasforma in odio. E l’odio in vendetta.
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