Indovinaaaa
Matematica, una piaga!
*\* L'avevo detto che sono
tornata con le Shot, no?
Questa qui ha una storia un po' particolare: non l'ho scritta oggi, ma
un paio di giorni fa, per festeggiare la promozione della mia sensei
Kaddy ^^.
Naturalmente, è a lei dedicata, in quanto l'ispirazione me
l'ha data lei ^^.
Non so se sia carina, non so se sia decente, ma è su una
delle coppie meno usate del fandom -Koga e Ayame.
Spero che vi piaccia, che la commenterete e che vi strappi almeno un
sorriso! ^^ Baci! */*
Koga
sbuffò, dando l'ennesimo calcio alla terra.
Ma era mai possibile?
Poteva Ayame essere così baka?
Si, poteva.
Sbuffando, i suoi occhi cobalto corsero sui quadri, affissi fuori dal
grande ingresso del liceo classico che frequentavano. Come aveva fatto
quella mocciosa a farsi rimandare in matematica?
Persino lui, che i libri li apriva poco, era riuscito ad ottenere un 8
in quell'odiosa materia - se n'era vantato a lungo, per poi smettere
non appena la sua compagna l'aveva raggiunto, gli occhi arrossati e le
sue migliori amiche intorno - "Mi ha rimandata!", gli aveva urlato,
buttandogli le braccia al collo e facendolo cadere al suolo.
E lui, armato di buoni sentimenti, le aveva carezzato la schiena, e
aveva cercato di tirarla su come meglio poteva. Peccato che la yasha,
anzichè sentirsi meglio, avesse iniziato a piangere ancora
più forte, maledicendo Koga per averla distratta durante
ogni
lezione.
Si portò una mano tra i capelli corvini, grattandosi il
capo: e ora perchè non usciva?
Si era presentata lì alle 9.30, accompagnata da lui, e,
nonostante ora fossero le 11, non accennava a tornare.
Un nuovo calcio si abbattè su di un sassolino poco distante,
che
rimbalzò contro un albero, facendo un leggero - e fastidioso
-
rumore. Koga alzò gli occhi al cielo - "Kami,
perchè ho
accettato di aspettarla? Perchè ho permesso ad Inu-Yasha di
uscire solo con Kagome? Perchè sono qui fuori come un idiota
da
un'ora e mezzo?".
Sentì una fragorosa risata, e si voltò verso
l'ingresso,
scorgendo la sagoma di Ayame: non saltellava come di suo solito, certo,
non gli si era ancora buttata tra le braccia, ma, almeno, sorrideva.
"Com'è andata?", domandò, nel tentativo di
distogliere
l'attenzione della rossa dalla sua esclamazione precedente. Un paio di
iridi smeraldo si posarono sul suo volto - una sola punta d'afflizione
vi aleggiava.
"Tutto bene. Ho fatto solo tre errori, di cui uno era una cazzata vera
e propria...".
"... e tu, come un'emerita incapace, l'hai sbagliata. Ah, Ayame, come
sei inetta".
La yasha serrò le labbra in una smorfia di rabbia - "Inetta?",
ripetè con voce stridula "Sarei un'inetta?".
"Inetta è dir poco, se devo essere sincero".
Affondò le
mani nelle tasche dei jeans nuovi, ghignando "Tu sei la regina degli
inetti!".
"Come ti detesto", ringhiò Ayame, incrociando le braccia al
petto e sbuffando, adirata.
"Io invece ti amo", ridacchiò Koga. La rossa scosse il capo,
facendo ondeggiare i codini intorno al volto - essendo i capelli legati
con dei sonaglietti, il tintinnare degli oggettini raggiunse le loro
orecchie sensibili, facendoli sorridere divertiti. Lo youkai le prese
una mano, cotinuando a ridere.
"Passiamo alle lusinghe?". La giovane aveva inarcato un sopracciglio,
non particolarmente sicura della sua affermazione. Non che non credesse
alle parole del suo fidanzato,
ma dato che era stata lei
a chiedergli di divenire il suo ragazzo, ed era stata lei a dichiararsi
per prima... beh, un po' di scetticismo c'era, e non se ne vergognava.
"Lusinghe?
Nah, non ti sto lusingando, tesoro... Sono solo sincero".
"Mr. Sincerità, guai a te se rompi ancora le scatole a
Kagome ed
Inu-Yasha", gli intimò lei, una nota frustrata nella voce -
qualcosa, dentro Koga, iniziò a ripetere "Tasto Dolente, Tasto Dolente,
Cambia Argomento". Così si limitò a
fare cenno d'assenso e sospirare.
"E tu prova a farti bocciare e te la faccio pagare".
Ayame rise, compiaciuta, e afferrò il braccio di Koga in una
stretta mortale, sfregando poi la guancia contro la camicia del ragazzo
- "Ma quanto ti amo?!".
"Ma non avevi detto che mi detestavi?".
"Baka".
"Baka sarai tu!".
"Andiamo a casa, va'. Mi devi aiutare a ripassare greco".
"D'accordo...".
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