Blue
Silence
Autore: Belial*Mime
Disclaimer: Saint Seiya è di proprietà di Masami Kurumada e
della Toei (non mia, sigh), i personaggi che compaiono lungo la fic, invece, mai
comparsi né sul fumetto né nell'anime, sono miei (nello strano caso in cui
voleste utilizzarli in una vostra fic, chiedetemelo prima, plz '^_^).
Spero che la storia vi piaccia, il primo capitolo è più un'introduzione che
altro… Ogni commento è ben accetto J
SHAKA
Stavo meditando sul fiore di loto che si trovava nella stanza principale del
mio tempio.
Era da un po' che non trovavo pace se non in una profonda assenza dal mondo
esterno. Le parole, la gente, sembravano essere così lontane…Così totalmente
inavvicinabili. L'uomo più vicino a dio, forse non sono adatto a questo, forse
questa fama era stata per me solo dannosa. Che cosa vuol dire essere l'uomo più
vicino a dio? Essere forse così soli?
Non lo so.
Le persone dicono che io sia distante, tutti mi vedono sicuro di me e del mondo
che mi circonda. Come si sbagliano, dello Shaka che conoscono, solo una piccola
parte è veritiera. Non sanno la difficoltà che ho nel fare un sorriso, la
difficoltà che ho nello stare vicino a qualcuno e sentire…timore. Mai
affetto, mai uno sguardo amico, solo un grosso timore per il mio potere. Solo
alcuni cavalieri d'oro hanno abbandonato questa sorta di paura, quasi nessuno
però ha mai avuto un sorriso gentile nei miei confronti.
Sembra che vogliano evitarmi per non infastidirmi..
E io cosa faccio? Fomento questi pensieri, non rivolgo la parola a nessuno, non
riesco a parlare. La mia volontà d'avvicinarmi a dio m'ha completamente
estraniato dal mondo. Ho il corpo su questa Terra e l'anima altrove. Il dolore
della separazione è intollerabile, ma più tento di riavvicinarli, più il
solco nella mia anima si fa profondo...
I giorni passano e questa condizione va peggiorando, mi rendo conto che ormai
l'aura di luce che mi sono creato, ha accecato tutti quanti.
Ma io? Non sono forse un essere umano come tutti? Non ho diritto anch'io a
sentire un po' di calore nel mio cuore? La linfa che mi scorre nelle vene è
ormai fredda: forse è a causa della mia incapacità di fare qualcosa, che ormai
la solitudine è inevitabile.
E' meglio rinunciare? I sentimenti sono qualcosa che al cavaliere di Virgo sono
preclusi. Aquarius si può nascondere dietro il suo velo di ghiaccio, io solo
nel silenzio.
Ormai è sera, la notte copre Atene e io ho quasi paura di andare a letto
un'altra volta. Andare a letto per scoprire che le lenzuola sono fredde e che
nessuno può riscaldarle perché lo stesso mio sangue è gelido. Non voglio
amanti, donne passate nel mio letto ce ne sono state fin troppe, lasciano i loro
profumi nella stanza, ma nulla di più. Quando poi si disperdono nell'aria,
scompare tutto ed il mio cuore perde un altro pezzo. Non ne ho amata nessuna,
tutte loro erano state col cavaliere di Virgo, non con Shaka. Tutte loro non
sapevano chi fossi. A volte parlavano e parlavano di sciocchezze, ma le loro
parole non mi sfioravano. Mai nessuna aveva chiesto un "e tu?"
Già, e io?
E io niente.
Inutile stare qui a pensare a pensare su quello che sarebbe se…Non è; perciò
meglio chiudersi nella propria stanza e dormire.
Il cavaliere di Virgo, Shaka della sesta casa è visto da tutti come l'uomo più
potente su questa terra, l'uomo che ha raggiunto la piena coscienza di sé… Mi
viene quasi da ridere al solo pensiero: la piena coscienza di me in battaglia,
la piena coscienza del mio cosmo, come può essere paragonata alla piena
coscienza del mio animo? Come può essere scambiata per inumanità?
La paura di essere solo, la paura che se varcassi le porte del mio tempio e non
vi facessi più ritorno, nessuno se ne accorgerebbe, è così radicata in me che
mi costringe all'immobilità.
Fermo e timoroso, ma temuto. Ridicolo, potrei ammazzare chiunque io voglia, ma
Nessuno sta ammazzando me…
Muu, l'unica persona che può considerarsi mio amico, non c'è. La sua casa
da lungo tempo è vuota..fuggito da Atene, sta cercando di nascondersi da
qualcosa che lo ha legato inevitabilmente a questa terra. So che nei suoi occhi
viola racchiude una profonda tristezza e so anche che prima o poi dovrà
ritornare perché qui lui s'è spezzato...
Muu, l'unico ad avermi regalato un sorriso in cambio di niente, dove sei?
E' da poco che sono cosciente di questa mia paura, della malinconia che mi
permea, prima non riuscivo a focalizzarmi sul problema, pensavo fosse qualcosa
di passeggero. Ora sono sicuro che la solitudine s'è così infiltrata nel mio
cuore che è impossibile strapparla.
Se solo Muu fosse qui, forse lui saprebbe cosa fare, saprebbe cosa dire…Ma
neanche io sapevo dove fosse.
Uscii dalla sesta casa per camminare un po', fino ad arrivare in un bosco ai
piedi del grande tempio. Era un luogo estremamente calmo, pochissimi sapevano
arrivarci ed ero quindi sicuro di non trovare nessuno.
Volevo sedermi fra gli alberi e sparire per un po'. Nessun attacco nemico
avrebbe dovuto distogliermi, la sesta casa poteva rimanere vuota. E poi, non
sono forse l'uomo più vicino a dio? Nessuno avrebbe mai osato infastidirmi,
come sempre. Nessuno mai sarebbe venuto da me a parlare.
Con mia grande sorpresa però, sentii un rumore, nella radura doveva esserci
qualcun altro oltre me. Non cercai di scoprire chi fosse, ridussi al minimo il
mio cosmo per non farmi notare.
"Silenzioso e schivo come sempre eh?" Milo, cavaliere dello Scorpione,
si stava avvicinando a me.
Non avevo certo voglia di parlare con lui, oggi.
"Posso sedermi?"
Non aspettò la mia risposta e si sedette di fianco a me. Rimanemmo così a
lungo, la notte era ormai profonda e un lieve vento increspava le acque del
piccolo lago di fronte a noi.
" Shaka", fu Milo ad interrompere il silenzio, avevo quasi dimenticato
che fosse al mio fianco. "Tu conoscevi Lilian?"
Lilian, il suo nome non mi era nuovo, ma non riuscivo focalizzare la sua faccia
"Lilian è mia sorella, o meglio lo era…"
La sorella di Milo, quella bambina che veniva a trovarlo qualche volta, col
volto sorridente ed una parola gentile per tutti. Quel pensiero mi fece
sorridere mentalmente, il viso di quella bambina lenì lievemente il dolore di
quella sera.
Perché quella domanda?
" E' morta" Così dicendo, vidi Milo diventare bianco…Quella parola
non poteva essere accostata al nome di sua sorella, vidi nei suoi occhi blu, il
buio. La tristezza che trasparì da quel bellissimo sguardo mi colpì
profondamente. Lui sempre così caldo ed ironico, mi sembrava spento, sembrava
svuotato di qualunque forza.
Mi girai verso di lui, volevo esprimere dispiacere, volevo togliere subito da
quegli occhi così profondi quell'ombra, ma riuscii solo a dire "Mi spiace…,
come?"
Chissà perché lo stava dicendo proprio a me…Non avevo una risposta, eppure
quel gesto mi stava dando un po' di speranza che forse qualcuno poteva
considerarmi qualcosa in più di un cavaliere d'oro, che forse qualcuno poteva
avere bisogno di me come persona…
"S'è uccisa…"
Uccisa? Quella bambina così solare s'era privata della vita? Perché?
I pugni di Milo si strinsero, sembrava stesse trattenendo dentro di sé un mare
in piena… Dal suo animo traspariva ogni cosa. Si girò di scatto e mi guardò
a lungo, non una parola, non una mossa da parte mia. Ancora una volta ero
bloccato dalla paura di essere fuori posto per non avere parole di consolazione.
"Voglio chiederle perché, portami con te nel luogo dove dormono le stelle…"
Ecco perché era qui, ecco perché mi parlava: la porta di Ade, gli servivo come
tramite per l'anima di Lilian…Il suo sguardo così intenso sembrava voler
scrutare fin nel fondo della mia mente… Ma quella sera, quelle parole,
l'illusione che avesse parlato per me e non per se stesso e infine la vera
motivazione, mi rendevano troppo buio per essere visto.
Mi alzai dalle rive del lago e me ne andai. Poco prima di addentrarmi fra gli
alberi mi voltai verso di lui
"Sai che non è possibile, non è dato a nessuno camminare fino alla porta
di Ade, mi spiace non posso portarti con me…"
"Perché non puoi, non ne sei mica il guardiano?"
"L'esserne il guardiano non implica il potere di essere un tramite"
"Tramite…Perché non puoi? Dì piuttosto che non vuoi…" Dalla
faccia di Milo traspariva ira, si stava avvicinando a me con i pugni stretti. Si
fermò a pochi centimetri dalla mia faccia, con gli occhi accesi di disperazione
e angoscia, d'ira e incredulità.
"Perché, cavaliere di Virgo, non puoi, cosa c'è là che io non posso
vedere? Che io non posso sopportare? Perché non m'accompagni?"
Scossi la testa.
"Anche solo perché, per sopravvivere, dovresti fidarti di me…"
Non credo che Milo s'aspettasse questa mia risposta perché la sua espressione
si tramutò da irosa a stupita. Sarei rimasto lì a guardarlo ore, ma era
inutile. Non gli avevo mentito, per arrivare alle porte di Ade doveva
abbandonarsi al mio cosmo, credere in me perché ero l'unico che poteva stare
lì e che lì poteva muoversi. Non importa quanto il suo cosmo fosse forte, in
Ade ero l'unico ad avere potere.
Mi girai e me ne andai, non mi trattenne lì con lui, anche se sapevo che
avrebbe voluto continuare il suo tentativo di convinzione.
La sua richiesta mi sembrava fuori luogo, come poteva pensare che avrei portato
l'anima di chiunque al cospetto della porta eterna?
Tuttavia Milo, con quel suo odore speziato e quei suoi occhi blu mare, aveva un
certo ascendente su di me, Non che avessi un debole per lui, ma la sua natura
così profondamente passionale, m'aveva sempre coinvolto.
Portarlo con me sarebbe stato per me stesso, oltre che per lui, estremamente
pericoloso, e non avevo forza sufficiente per farlo…ma avrei tolto volentieri
quel velo di malinconia da quegli occhi, avrei voluto vederli di nuovo brillare.
MILO
Quelle parole sulla fiducia m'avevano completamente spiazzato…Fidarmi di
Shaka…Non che avessi motivi per non farlo, ma sapevo bene cosa intendesse lui
per "fidarsi"…Non avrei dovuto avere timore di perdermi, avrei
dovuto mettere da parte il mio orgoglio e "appoggiarmi" completamente
a lui.
Quei capelli biondi, scossi dal vento, nascondevano qualcosa, l'animo di Shaka
era sicuramente più profondo di quello che voleva fare apparire, la sua persona
era nascosta sotto strati di nebbia che solo lui poteva varcare. Eppure io ne
volevo sapere di più…Ma sembrava impenetrabile. Pensavo che m'avrebbe potuto
aiutare….Lilian….perché ti sei tolta la vita?
Sentii un fortissimo dolore al cuore, l'unico legame col mondo s'era spezzato,
non mi rimaneva più nessuno, anche l'ultimo mio affetto m'aveva lascito, e di
propria volontà….Perché?
Dovevo sapere e l'unico modo per saperlo era chiederlo a lei direttamente,
grazie a Shaka.
Non mi meraviglia il suo rifiuto così perentorio, entrare nel mondo dove
dormono le stelle, vuol dire vedere parte del suo animo, vuol dire vederlo al di
là della coltre di silenzio con cui si difende….
Mi sedetti sulle rive del lago, nella testa ancora mi risuonava la risata di
mia sorella, ma allo stesso tempo non riuscivo a non pensare all'assoluta
inespressività di Shaka quando mi ero avvicinato a lui. Era perfettamente
cosciente di quello che stava accadendo, nonostante i suoi occhi chiusi, sapeva
che non avrei alzato un dito contro di lui. Sembrava non aver paura di niente e
di nessuno. Ma come può? Che il suo cuore fosse veramente così arido come
sembrava? Eppure…. Il brivido che m'aveva percorso quando mi ci ero avvicinato
era reale, non poteva essere stato provocato dal nulla…
E di nuovo il mio pensiero andò a Lilian. La mia sorellina…E' strano
perché pur sapendo che fosse morta, solo a volte la tristezza e l'incredulità
di un fratello impotente, mi investivano. Altre volte ero perfettamente in grado
di estraniarmi dal mondo e non pensare che non ci fosse più, pensare che fosse
solo da un'altra parte…e non soffrire.
Senza rendermi conto di ciò che stavo facendo, diedi un pugno al terreno. Fu un
gesto privo di rumore, se non l'avessi fatto io non avrei creduto al movimento.
Silenzio….Ecco cosa c'era introno a me, ormai la città stava dormendo
Mi incamminai verso il mio tempio, dovevo sedimentare i pensieri riguardanti
Shaka…erano troppo confusi, troppo sfocati.
Più passava il tempo e più ero coinvolto dalla sua luce, sin dai tempi della
guerra santa, ma ora ancor di più. Ma era accecante e io non riuscivo a vedere
oltre.
Prima di arrivare all'ottava casa, però decisi di entrare nella sesta.
"Shaka" chiamai, per far sentire la mia presenza. Non ci fu risposta.
Che strano, eppure doveva essere tornato qui, dopo il nostro incontro
"Shaka", ma ancora niente. M'avvicinai alle sue stanze e scorsi una
luce accesa, doveva essere in casa, ma allora perché non m'aveva risposto? Che
non m'avesse sentito? Impossibile, qualunque cavaliere si sarebbe accorto di una
presenza estranea nella propria casa.
La porta era socchiusa e decisi di entrare.
"Che cosa vuoi?" Mi chiese lui. Nel suo tono non c'era astio, non mi
voleva lì, questo era evidente, ma non aveva atteggiamenti ostili nei miei
confronti
"Ho bisogno di sapere, non so a chi altri rivolgermi…"
Fece una smorfia che probabilmente doveva essere un sorriso, amaro però…
"So che hai bisogno di me, ma non so cosa farci. Quanta gente avrebbe
bisogno di qualcosa e non la ottiene? Quanta? Non sarai il primo e di certo non
sarai l'ultimo"
Questa sua frase mi fece sbottare, non si curava di me né di Lilian. Sentii il
sangue bollirmi nelle vene, in parte avrei voluto picchiarlo, in parte avrei
voluto scuoterlo. Stranamente però, mi sembrò parlare più di sé che di me,
per questo resistetti all'istinto di dargli un pugno.
"Dì piuttosto che non ti interessa niente di quello che provo, che non ti
interessa di come possa sentirsi Lilian…"
"E' vero, non mi interessa niente, né di te né di nessun altro"
Lo afferrai per la camicia… Lo volevo prendere a pugni, avrei voluto che si
togliesse quell'aria da "divino" con la quale si circondava.
Ma non fu per niente turbato dal mio gesto, alzò un sopracciglio e rifece quel
sorrisino ironico di poco prima. Invece che amarezza però, ora il suo volto
esprimeva sfida
"Vuoi convincermi con la forza??"
Il mio cosmo investì la stanza, ma poi me ne andai sbattendo la porta, era
inutile parlare con lui.
A grandi passi arrivai all'ottava casa, irato e ferito.
Non mi interessa niente di te
Quelle parole m'avevano fortemente colpito, più di quanto avessi potuto
aspettarmi…
Il fascino del cavaliere di Virgo era ben diverso da quello comune, non fisico,
né mentale, nonostante non potessi nascondermi di trovarlo bellissimo, ma era
più la sensazione di notte, quella fiamma torbida che vedevo in lui, nonostante
fosse sempre avvolto dalla luce. Il suo cosmo risplendeva, così come brillava
l'aura che gli aleggiava intorno quando camminava…Tuttavia tutta questa luce,
sembrava essere l'anticamera di qualcos'altro…
Non mi interessa niente di te…
Perché non riuscivo a dimenticare quelle parole? Perché non m'avevano lasciato
indifferente?
Ma fu di nuovo Lilian a distrarmi, il muro d'indifferenza che m'ero creato era
troppo fragile, non potevo sempre mentirmi dicendomi che era viva e che prima o
poi l'avrei rivista, perché lei non c'era più.
Il respiro mi diventò difficoltoso, m'afferrai la testa con le mani
schiacciandola e cercando di tirar fuori Shaka e Lilian ….Lilian e Shaka.
Mi accasciai per terra, senza neanche la forza di emettere un suono, nel vano
tentativo di oscurare i pensieri e riprendere a respirare.
SHAKA****
Se n'era andato. Non avrei voluto che uscisse dalla mia casa, volevo stare un
po' con lui, ma del resto aveva avuto una reazione più che normale. L'avevo
trattato in malo modo e in malo modo se n'era andato. Ed ero rimasto solo, nella
sesta casa.
Mi stesi a letto senza avere sonno, senza avere la forza di leggere, non volevo
fare niente. Mi venne da piangere. Stavo malissimo per come avevo trattato Milo,
per quei suoi occhi così profondi, per Lilian e per il suo sorriso, per la
nuova crepa che aveva incrinato il mio cuore che sembrava essere vetro.
La porta di Ade, come potevo portare Milo lì? Come potevo pensare di trattenere
la sua anima con me? Non so neanche se avrei avuto la forza di fare qualcosa del
genere. Forse appena varcata la soglia della notte, si sarebbe perso e dissolto…
Che stupido che ero, ero fin troppo bravo a mentire a me stesso, Milo non si
sarebbe dissolto, io lo sapevo benissimo, avrebbe però avuto la possibilità di
vedermi l'anima, perché non avrei potuto avere grosse protezioni….e questo mi
spaventava, per questo non volevo…
E non volevo anche perché …Lilian…. Non volevo provare nuovamente quella
sensazione.
Sbagliavo? Ero forse fin troppo egoista, io che non capivo il dolore di Milo ma
che mi lamentavo del mio?
Forse era così…
Il giorno dopo un grande chiasso mi svegliò… Ero ancora nella mia stanza, ma
sentivo una presenza di fronte al mio palazzo. No, lui era l'ultima persona che
volevo vedere, la sua bonaria non era fatta per me oggi. Ma entrò lo stesso…
"Shaka"
Lo raggiunsi col mio cosmo, chiedendogli per favore di lasciarmi solo.
Grezzo e chiassoso come sempre, così era Aldebaran…Avrà voluto organizzare
una festa a casa sua, avrà trovato una qualunque scusa per festeggiare.
Gli ridissi di lasciarmi in pace, non c'erano feste per me quel giorno.
Cosa mai mi stava succedendo? Non ero mai stato così, la meditazione e la luce
erano sempre stati di conforto, come mai ora riuscivo a mala pena a reggermi in
piedi? Cos'era cambiato?
"Shaka, stasera a casa mia per una cena…"
Lo sapevo, ecco dove voleva andare a parare. Non risposi, non volevo male ad
Aldebaran, anzi poteva essere un'ottima compagnia, solo se fossi stato
dell'umore adatto. Oggi no, non avrei potuto sentire le sue battute grossolane,
e la sua risata grassa, non ce l'avrei fatta, mi sarei sentito fuori luogo più
che mai.
Dietro di lui arrivò un'altra persona.
Fuori, fuori tutti, non oggi, non così….
Ma Aiola venne a bussare pesantemente alla mia porta.
"Esci da quella stanza"
Non sapevo come mandarli via…
Uscii dalla mia stanza visibilmente alterato, non badai a loro e salii sul mio
fiore di loto. Era l'unico modo per far capire a quei due che non era il caso
continuassero ad insistere.
"Lighting volt" gridò Aiola rivolgendosi contro di mei. Era forse
impazzito, perché mi stava attaccando?
La potenza del colpo era minima, la sua velocità inesistente, non dovetti
neanche muovermi per pararlo.
Ovviamente non aveva lanciato quel colpo con la volontà d'offendere, ma solo
con l'intenzione di catturare la mia attenzione
"Che cosa c'è, era necessario tutto questo baccano?"
"Finalmente ti sei degnato di rivolgerti a noi sciocchi mortali, o nostro
cavaliere della Sesta casa…Qual meraviglia…"
L'ironia di Aiola mi irritò. Eravamo in discreti rapporti io e lui, non lo
consideravo un amico perché non sarei mai stato in grado di fidarmi di lui, ma
in fin dei conti, non era male…era un buon cavaliere ed una buona persona, ma
probabilmente io e lui eravamo troppo diversi per andare d'accordo.
Era un leone e ciò bastava a definirlo.
"Non verrò stasera, ho altro da fare"
"Ovviamente immaginavamo che sua maestà non volesse unirsi all'allegra
compagnia" Questo tono strafottente mi irritò di nuovo, avrei voluto
buttarlo fuori di casa con la forza, ma non mi mossi.
"Che cosa vuoi da me, Aiola del leone?"
"Voglio che tu venga!"
"Ti ho già detto che non posso venire… e non insistere, per
piacere"
Fece una smorfia e dai suoi occhi trasparì disappunto. Quegli occhi castani
erano focosi come quelli di Milo, lasciavano trasparire ogni minimo dettaglio
dell'animo. Ma Aiola era ben diverso dal cavaliere dell'ottava casa, lui era
così impulsivo ed irrazionale, passionale ma privo del fascino che avevano
quegli occhi blu, privo di quella sensualità, di quella luce d'intelligenza che
invece brillava negli occhi di Scorpio. Focoso ma fin troppo diretto, poco
affascinante…
Mi stupii a pensare a Milo.
Milo…
Ai suoi occhi e alla sua richiesta di ieri, mentre ancora gli altri due erano
nella mia casa. Avrei voluto che venisse lui qui da me, ma allo stesso tempo non
volevo che insistesse sulla vicenda di ieri, volevo solo vederlo…e magari
parlargli.
"Shaka, non puoi mica pensare di rinchiuderti nel tuo mondo di luce per
tutta la vita" disse Aldebaran. Come tutta risposta, levitai in meditazione
e avvolsi la mia casa della mia aura.
AIOLIA
Ci pervase con il suo bagliore, Shaka era già lontano, fuori della portata
di tutti, chissà dove.
Non poteva non irritarmi un atteggiamento del genere, il grande tempio era luogo
che doveva essere rallegrato dopo gli ultimi avvenimenti, invece il cavaliere
della Vergine faceva di tutto per allontanarsi dal mondo.
Ah, era anche inutile me ne dessi pena, se quel guru pensava che la sua vita
fosse meglio fra l'Ade e la luce, poteva fare quello che gli pareva. La festa
avrebbe avuto una persona in meno, ma probabilmente Shaka non si sarebbe
divertito lo stesso.
Quasi mi spiace faccia così, ma del resto come posso io capirlo?
"Andiamocene, sicuramente Milo, Seiya e gli altri verranno più che
volentieri alla seconda casa" dissi, spazientito dall'atteggiamento di
Shaka. Non c'era niente da fare, non sarebbe venuto neanche stasera.
La Sesta casa brillava e la pace s'era impadronita di quelle mura… Il
cavaliere della Vergine aveva il completo controllo di sé, solo così si
spiegava quell'alone di luce intorno a noi…
MILO
La serata alla seconda casa non m'era sembrata una cattiva idea, ovviamente
c'erano praticamente tutti tranne lui. Mi spiaceva non poterlo vedere, quei suoi
capelli biondi …e i suoi occhi. Nessuno li aveva mai visti ed io impazzivo
dalla voglia di guardarli, guardare nel suo animo.
Forse è per questo che li tiene sempre chiusi.
Sapevo che in battaglia potevano ritenersi un'arma formidabile, ma non capivo
perché anche ora, in tempo di pace, Shaka non aprisse gli occhi.
Non voleva che nessuno li guardasse…
Ma io volevo farlo, volevo vederne il colore, l'espressione, la profondità.
Pensando a lui, intanto il vino scorreva e la compagnia cominciava a risentire
dell'alcol.
Avevo spesso fatto a gara con Aiola, su chi dei due reggesse meglio l'alcol,
oggi lui era già steso sulle ginocchia di Marin. Lei anche aveva bevuto diversi
bicchieri, ma sicuramente era più presente del cavaliere del leone. Gli
accarezzava la testa e aveva uno sguardo molto dolce…
Lo stesso sguardo di Lilian. Mi venne un conato di vomito, non so se per la
nausea dovuta all'alcol o per il pensiero.
Eccolo che ritornava, così forte e devastante. Com'era possibile che la mia
Lilian si fosse tolta la vita? Era forse così infelice? Perché io non ne
sapevo niente?
Un altro conato, dovevo uscire da lì, quell'aria di festa, quelle urla mi
davano fastidio.
La nausea non mi lasciava stare, feci un cenno con la mano e mi allontanai dalla
seconda casa. Lo stesso Aldebaran era troppo ubriaco per rendersi conto dei miei
modi bruschi.
Sentii una fitta al cuore e le lacrime salire fino agli occhi, avevo la mente
troppo intrisa d'alcol per cercare di darmi un contegno. Avrei solo voluto
strisciare fino al mio letto e non pensarci…Risvegliarmi il giorno dopo e
vedere Lilian di fianco a me, a portarmi del caffè.
Il mio respiro si fece pesante, nella mia testa rimbombava solo la sua risata…o
il suo grido? Non lo so, non lo so…
Silenzio…!!!
Volevo solo silenzio e buio…Perché c'era così tanto rumore intorno a me?
Mi trascinai per le scale, i gradini sembravano interminabili e il mio cuore era
pesantissimo da trasportare.
Entrai nella sesta casa e lì sentii la sua presenza.
La sua luce così calma e brillante…
Probabilmente caddi.
Sentii qualcuno sollevarmi da terra e portarmi da qualche parte. Il suo odore mi
fece sentire sicuro, anche se la persona che m'aveva fra le braccia m'aveva
appena finito di dire che non le interessava niente di me, e questo mi faceva
stare malissimo…Non capivo perché, eppure quelle parole erano ancore vive
nelle mie orecchie.
Mi sdraiò su una qualche superficie morbida e fece per andarsene
"Stai qui" farfugliai e lui s'avvicinò a me, passandomi le mani su
una guancia, quasi volesse asciugarmi delle lacrime…
Stavo piangendo?
Gli afferrai il volto con le mani e glielo bloccai in modo che dovesse
guardarmi, doveva dirmi che aveva mentito l'altra sera….e doveva dirmi che
m'avrebbe portato da Lilian.
Credo di essermi addormentato subito dopo, non mi ricordo. So solo che mi sono
svegliato con un fortissimo mal di testa, in un luogo che non riconoscevo, ma
soprattutto con uno strano ricordo: che la sera prima, quando avevo preso fra le
mie mani il viso di Shaka, lui avesse gli occhi aperti.
Maledissi l'alcol per aver offuscato così i miei ricordi o per avermi lasciato
questa finta ma dolce sensazione di azzurro.
SHAKA
Entrò in casa mia completamente ubriaco. Lo raccolsi da terra e lo misi nel
mio letto. All'inizio pensai di portarlo a casa sua, magari si sarebbe sentito
più a proprio agio, tuttavia mi sembrò non fosse il caso di entrare senza
permesso nella sua stanza. Decisi perciò di metterlo nella mia camera.
Qui, la luce era soffusa, ma mi permise di vedere con chiarezza il viso di Milo.
Oltre al rossore dovuto all'alcol, il suo volto era inondato da lacrime.
Lacrime…
Non me le aspettavo, non ne vedevo da tempi ormai lontani. Eppure ora erano lì,
più calde che mai, a rigare il bellissimo viso di un cavaliere che ora sembrava
così fragile, a scorrere come testimonianza della sua tristezza…
Nonostante non stesse singhiozzando, le lacrime continuavano a scorrergli ai
lati del volto, gli passai una mano sulla guancia per farlo smettere, ma i suoi
occhi non sentivano ragioni.
Tutta quella tristezza su quel viso mi coinvolse a tal punto che fui tentato di
abbracciarlo. Resistetti all'impulso anche se non avrei mai smesso di guardarlo,
lì, sdraiato sul mio letto, sembrava quasi un bambino. Con le sopracciglia
leggermente corrugate, la bocca imbronciata, era la cosa più bella che avessi
mai visto…Tuttavia anche la più triste.
E' strano perché m'era più volte capitato di vedere scene strazianti, nel
corso della mia vita, purtroppo avevo più volte visto la morte impossessarsi
degli affetti altrui. Ma il contrasto di quest'uomo davanti a me, la sua
sensualità contrapposta all'aspetto ingenuo di stanotte; la sua forza
contrapposta alla fragilità di adesso; il suo orgoglio contrapposto al totale
abbandono di sé… non m'era mai capitato di vedere tutto ciò insieme.
Se l'avessi portato davanti alla porta di Ade, magari sarei riuscito a strappare
quel velo di triste solitudine che copriva quegli occhi…
Per te Milo, sarei anche disposto a farlo…
Stavo alzandomi dal letto dove l'avevo sdraiato, ma lui m'afferrò il volto,
portandoselo vicino al suo
"Dì che non è vero che non ti interessa di me, dì che ieri volevi solo
ferirmi…perché è così, sai… la mia anima ha bisogno di sentire che
mentivi…"
Queste sue parole mi fecero tremare, mi colsero così alla sprovvista che aprii
gli occhi.
E lo guardai…
Così come mi guardò lui, ma subito dopo s'addormentò. Chissà se era sincero…
Salii sul tetto della sesta casa e lì mi sdraiai. Era un luogo che adoravo,
così silenzioso, mi permetteva di guardare le stelle e non essere disturbato.
Quella sera, poi, il cielo era particolarmente limpido e se ne vedevano
tantissime. Sembravano voler disfare le maglie della notte con la loro luce, il
manto buio che aveva avvolto la città era intarsiato di diamanti. Alcuni
brillavano di più, altri di meno, il silenzio che li circondava li rendeva
ancora più misteriosi. La fonte della nostra energia, così lontana ma
all'interno di chiunque di noi… Amavo il cielo quando si mostrava in tutta la
sua maestosità.
Pensai a Milo, mi stupii di me stesso al pensiero che sarei stato disposto a
portarlo con me al di là del cielo, eppure…So che non volevo assolutamente
più vederlo così, non tolleravo l'idea che potesse stare così male… il mio
Milo….
Il mio Milo?
Sorrisi e scossi la testa, quasi a voler fare uscire quel pensiero. Milo aveva
avuto sempre un forte ascendente su di me, troppo sensuale ed accattivante per
non notarlo. Tuttavia m'ero sempre limitato a guardarlo, non vi erano mai state
lunghe parole fra di noi, non so perché…Forse perché anche lui, come gli
altri, mi vedeva avvolto del mio manto di luce e non pensava potesse esserci
altro, o forse perché semplicemente non gli interessava di me. Eppure quella
sua frase, quella sera, m'aveva dato una punto di felicità.
Aveva così in considerazione le mie parole?
La brezza notturna sembrava scacciare dalla mia mente qualunque pensiero e
liberarla così da quel peso senza soluzione. Nel buio della notte, finalmente,
la luce che sempre mi avvolge, può essere spenta.
Rimasi lì a lungo, la notte era mite e probabilmente m'addormentai. Poco
prima dell'alba, però, sentii dei rumori e vidi Milo salire sul tetto
"Come stai?" A vederlo in faccia, sembrava stesse peggio di ieri, ma
mi fece quel suo solito sorriso sornione. Capii allora che doveva stare meglio.
Chissà se si ricordava di ieri sera…
"Meglio…Grazie di tutto… Devo essere stato uno spettacolo imperdibile…"
Sorrisi. C'era una piccola parte di me che era contenta che Milo non avesse
avuto la forza di trascinarsi oltre la sesta casa.
"Ieri è stata una serata terribile, non a casa di Aldebaran, anzi,
tuttavia…." Si fermò così, non proseguì il pensiero, anche perché
sapeva benissimo che potevo immaginarne il seguito
"Sai…"iniziai io" se ci tieni così tanto…" posso
portarti davanti alla porta eterna, così stavo concludendo la mia frase, anche
se mi stava costando tantissimo il doverla dire. Ma fui interrotto da una
presenza cosmica che non sentivo da tanto tempo, così potente e calma che
infondeva nell'animo di chiunque sicurezza. Era finalmente tornato, non avrebbe
potuto allontanarsi per molto, ma sinceramente non pensavo che sarebbe tornato
ora. Anche Milo la sentì ed ebbi quasi la sensazione che la sua presenza e la
mia distrazione dovuta a questo cosmo, lo infastidissero leggermente.
Muu era finalmente tornato al Grande Tempio.
MUU
Non potevo esimermi dal tornare, qui il mio cuore s'era spezzato e qui avrei
dovuto ricostruirlo. Era inutile che provassi a fuggire, tutto ciò che mi
portavo dentro mi seguiva e io non potevo escluderlo dalla mia mente… Ho
ancora vivo il ricordo del suo viso, di quando mi venne così vicino che pensai
di svenire…E non so ancora cosa mi volesse dire, né mai lo capirò. Il suo
alito su di me è una sensazione che mai avrei sperato di provare, ora che l'ho
sentita vorrei dimenticarla…Il dolore è troppo forte e mi sta sfinendo.
O forse non vorrei dimenticarla…?
Ci sono fasi nella vita dove si spera di trovare l'equilibrio, dove si spera di
trovare finalmente la pace. Ma che senso avrebbe la pace senza un sussulto
dell'animo? Che senso avrebbe la pace senza la bocca del mio Saga?
Quel nome, quel pensiero, qui ad Atene, avevano tutta un'altra forza, dovetti
sottostare a quell'impeto.
Mi accasciai per terra, appoggiato ad una delle colonne della mia casa, cercando
nel vuoto un rimedio al mio dolore.
Non avevo avvisato nessuno del mio ritorno, anche se sicuramente ora tutti lo
sapevano. Sarei dovuto andare da Saori, in cima alle dodici case, ma ora proprio
non riuscivo. Avrebbe capito.
Shaka era l'unico che avrei voluto vedere, l'unico da cui non mi sarei dovuto
difendere, ma percepivo qualcosa di strano nella sua aura.
Eravamo stato sempre molto amici, io e lui. Due personalità come le nostre, che
hanno così difficoltà a legarsi con qualcuno, probabilmente si erano trovate.
Ormai lo conoscevo bene, forse è per questo che le sfaccettature del suo cosmo
mi sorpresero più che mai. La luce che aveva sempre governato l'aura di Shaka,
ora era quasi smerigliata, una sottile onda di un qualcosa che non riuscivo a
decifrare, stava smovendo il luccichio di quel potere.
Cos'era?
Quel sole accecante era quasi rossastro, ora, qualcosa sembrava rigarlo,
insinuarsi in lui ed opacizzarlo, ma non capivo cosa. Non potevo capirlo perché
in realtà questo cambiamento era così flebile, così sottile, che solo io che
ero molto vicino a Shaka mi sarei accorto di qualcosa di diverso. Credo che il
suo sforzo per rendere questo cambiamento meno evidente possibile, avesse dato i
suoi frutti…
Shaka, cosa c'è?
Il tuo cosmo, lo specchio dell'anima, è così sofferente da portarti a questo?
Dalla luce più assoluta, ora il tuo cosmo pare un mare di magma, caldo ed
ustionato, luminoso ma spaesato.
Cos'è successo durante la mia assenza?
Ebbi l'impulso di salire alla sesta casa e vedere cosa fosse veramente successo,
vedere Shaka e parlare direttamente con lui… Nonostante l'ora sapevo che era
sveglio, lo percepivo, e con lui c'era Milo…
MILO
Sentii perfettamente la presenza di Muu al Grande Tempio, e nonostante
sapessi benissimo in che rapporti erano lui e Shaka, non potei fare a meno di
avere un lampo di gelosia.
Sono uno stupido, geloso di cosa?
Non sapevo perché Muu se ne fosse andato dal Santuario, non capivo quindi lo
stupore e l'apprensione del viso di Shaka. Ma non volevo essere indiscreto, la
mia natura gelosa aveva già fatto trasparire il primo lampo, non volevo certo
arrogarmi dei diritti su di una persona che più solitaria e slegata non poteva
essere…
Guardai Shaka, scrutai ogni centimetro della sua faccia, quei capelli biondi
scossi dal vento e quelle ciglia che immancabilmente m'impedivano l'accesso alla
sua anima. Bellissimo, ecco come lo vedevo, semplicemente splendido.
"Muu è qui" so che era un'ovvietà questa, tuttavia avevo bisogno di
qualcosa per spezzare il silenzio e farlo riprendere a parlare…Mi stava
dicendo qualcosa di importante, se non si fosse interrotto, e volevo sapere.
Sorrise.
" Se vuoi, se veramente ci tieni così tanto, ti porterò di fronte alla
porta di Ade"
Sgranai gli occhi, voleva veramente portarmi laggiù? M'aveva veramente detto di
sì?
" Stasera, se te la sentirai ancora, vieni da me. Sai quello che comporta
fare una cosa così, non è vero?"
Annuii, anche se non ero del tutto certo di sapere alla perfezione ogni minima
conseguenza. Avrei dovuto mettere da parte il mio orgoglio, avrei dovuto
aggrapparmi al cosmo di Shaka per parlare con Lilian, ma più di questo non
sapevo.
Mi guardò a lungo, non importa che avesse gli occhi chiusi, sapevo che mi stava
osservando.
"Dovrai anche sopportare il fatto che Lilian parli attraverso di me"
Questa era una cosa a cui non avevo pensato. Lo spirito di Lilian doveva parlare
attraverso il cosmo di Shaka, ovvio, ma non ci avevo ancora pensato. Ero geloso
di mia sorella, così come ero geloso d'indole. Shaka lo sapeva e m'aveva
avvisato. Quell'uomo così estraniato da tutto e tutti, in realtà mostrava un
grosso spirito d'osservazione.
"Non ti preoccupare, va bene così"
Lo guardai ancora un attimo, ma il suo viso era già rivolto verso il cielo, il
sole stava sorgendo e inondava la sua pelle d'oro. Avrei voluto baciarlo, ma
resistetti all'impulso di avvicinarmi a lui. Mi resi conto di stare diventando
schiavo di quest'uomo le cui labbra, l'aurora, stava tingendo di rosso.
Ero nervoso, finalmente accontentato, non sapevo che cosa aspettarmi, chissà
se poi Lilian voleva parlarmi o se magari avrei dovuto lasciarla in pace. E
chissà perché alla fine Shaka aveva detto di sì. Ero curioso di vedere questo
mondo al di là delle stelle, luogo a tutti precluso se non ai propri custodi.
Quella sera avrei fugato ogni dubbio, ogni curiosità…e avrei saputo perché
Lilian si era suicidata.
SHAKA
Andai alla prima casa. Volevo vedere Muu, volevo sentire come stava. Sapevo
che il suo ritorno non significava l'aver dimenticato gli eventi che l'avevo
spinto ad andarsene. Tuttavia se era qui, può darsi che in qualche modo, avesse
imparato a medicare il suo animo.
Poco prima di entrare nella sua casa, esitai.
Come potevo entrare da Muu, chiedergli come stava e fargli sentire il mio
appoggio, quando il terreno sotto i piedi mancava a me per primo?
Non ero forse un peso, invece di essere un aiuto?
Le mie insicurezze, il mio mondo d'ombra nascosto dalla luce, la mia solitudine…
Dovevo lasciarle fuori, perché non volevo pesare su di un animo che doveva già
fare i conti con se stesso ed il suo passato.
E poi c'era Lilian, c'era la porta di Ade con tutto ciò che questa comportava,
il freddo, il buio e l'animo della piccola che avrebbe dovuto trarre l'energia
da me…e c'era Milo. Solo ora, sentendomi così vicino a quest'ultimo, in
qualche modo legato a lui, iniziavo a capire quello che tempo addietro Muu aveva
cercato di comunicarmi.
Sospirai.
"La lava d'un vulcano in eruzione…"
Mi girai di scatto e vidi Muu lì di fianco a me, non l'avevo sentito arrivare,
chissà da quanto era lì
"Non m'hai percepito, a cosa stavi pensando di così profondo da farti
perdere il contatto con il mondo?"
Lo guardai e sospirai di nuovo, ma sorrisi, era Muu, era qui ed io ora mi
sentivo meglio.
"Cosa intendevi con 'la lava'?"
"Così mi appare il tuo cosmo, è da quando sono tornato che sento un rosso
vivido in te, pronto ad ustionare chiunque, piuttosto che il solito bagliore
accecante "
Poche ore e già aveva capito che c'era stato qualcosa, poche parole e già
eravamo tornati quelli di un tempo.
I suoi occhi, nonostante stesse parlando di me e non di se stesso, trasudavano
disperazione, emanavano una tale malinconia che sembrava quasi palpabile.
Non dissi niente, ma entrai a casa sua.
Ero felice che fosse tornato, tuttavia vedevo che era qui perché sapeva di non
potere scappare per sempre e perché sapeva che solo qui avrebbe trovato la
maniera di risollevarsi. Non sapevo bene che cosa fosse successo e che cosa
l'avesse portato ad andarsene, non avrei mai voluto farmi raccontare cos'era
accaduto, quel giorno ad Atene,a meno che non fosse lui stesso a volermelo dire,
ma Muu era troppo riservato per farne parola con qualcuno.
"Prima di tornare qui, sono passato dall'altura delle stelle…"
Lì riposava Sion, il maestro di Muu. Sapevo che Muu provava un enorme senso di
colpa nei suoi confronti, non sapevo tuttavia il perché. Appena poteva, andava
da lui a portargli fiori e a pregare affinché la sua anima riposasse in pace.
Ciò nonostante, sapevo che non si dava pace, per il suo maestro e per qualcosa
che nessun altro sapeva.
"L'aura di Sion aleggia ancora sul Santuario, sembra voler abbracciare
tutti noi, anche dal paradiso dei cavalieri e spiegare su di noi il perdono
celeste per quello che abbiamo fatto"
Gli occhi di Muu s'incupirono
" Io non avrò mai il perdono del mio maestro…Inutile che continui a
sforzarmi, a trovare scuse per la mia coscienza, non lo avrò mai… Anch'io
sono stato complice della sua morte e lui lo sapeva, come posso quindi
pretendere il suo perdono?"
Complice della sua morte? Muu complice della morte di Sion?
Tutto ciò non aveva molto senso, com'è possibile? Nessun allievo era devoto al
proprio maestro come lo era Muu, com'è possibile dunque che Muu avesse preso
parte all'uccisione del mastro?
"Cosa stai dicendo?"
Muu scosse solo la testa.
"Lascia stare, non c'è soluzione … Ormai Sion è morto e io non posso
farci niente."
"Ma…" cercai di obiettare, questa storia non aveva senso.
" Sapevo…io sapevo tutto, e non l'ho impedito"
Muu sapeva tutto? Muu sapeva cosa? Non capivo…Possibile che Muu sapesse delle
intenzioni di Saga? Se dice di essere complice della sua morte, vuol dire che
era a conoscenza di qualcosa, dei piani di Gemini o comunque dell'oscurità che
stava prendendo il sopravvento? Che senso poteva avere tutto ciò?
"Sapevi cosa? Sapevi di Saga?"
Non feci in tempo a concludere le sillabe di quel nome che vidi il viso di Muu
impallidire, trasformarsi in una maschera di cera e smettere di respirare. Avevo
colto nel segno.
Muu e Saga. Cosa potevano centrare insieme? Cosa potevano avere in comune queste
due persone di così forte da solcare in maniera così evidente, il volto
dell'Ariete?
Il suo iride riprese colore, Muu cercò di emettere un suono ma l'unica cosa che
venne fuori dalla sua bocca fu un profondo sospiro.
Lo guardai, non volevo indagare oltre, anche in lui potevo vedere lo stesso velo
opaco che copriva gli occhi di Milo. Sapevo che voleva dirmi qualcosa, che
voleva fare uscire da se stesso quel segreto che portava dentro, ma aveva
bisogno di tempo e io, di certo, non gli avrei messo fretta. Sarei sempre stato
qui per lui, in qualunque momento avesse voluto.
Le due persone che per me più contavano in questo momento, avevano lo stesso
sguardo, malinconico e disperato.
Le ferite che ci portavamo dentro, sembravano avere acquisito nuova forza e
sembravano prosciugare fin nel profondo la nostra linfa. Eravamo custodi di un
cuore di vetro, pronto a spezzarsi.
"Scusami" disse ad un certo punto lui "vieni qui per trovarmi e
guarda cosa ti ritrovi…" rise, ma quella sua risata risuonò nelle mie
orecchia quasi fosse un pianto. Si sistemò i capelli con la mano e, come
qualcuno che avesse ritrovato qualcosa di perso, mi guardò
"Ma cosa è successo a te, Shaka?"
Una domanda così diretta non me la sarei aspettata. Finito, anzi mai iniziato,
il discorso sulla percezione del mio cosmo, pensavo che non avesse voluto
indagare di più. Invece mi sbagliavo. Lo guardai negli occhi, quello che vidi
mi rasserenò: curiosità ed affetto per un amico. Ecco cos'ero io per Muu, un
amico…
"Stasera andrò al di là del cielo"
Muu sgranò gli occhi, viola e profondi, mi guardò come si guarda un alieno
"Cosa hai intenzione di fare?"
Ridacchiai fra me e me, era naturale la sua reazione, l'avrei avuta anch'io
così se non fossi stato io quello a decidere di andare davanti alla porta di
ade.
"Me l'ha chiesto Milo…e io devo aiutarlo…"
Credo che quel "devo" chiarì molte cose a Muu, mi guardò, ma non
fece domande sul perché o chi fosse la persona da risvegliare. Sono felice non
m'abbia chiesto niente di Milo, non avrei saputo cosa dire, non sarei stato in
grado di parlarne. Era qualcosa di mio, parlarne ad alta voce mi sembrava quasi
una profanazione…Non che ci fosse un senso logico a tutto questo, ma non m'era
chiaro perché stavo per fare qualcosa del genere, sapevo solo che non volevo
più vedere gli occhi di Milo come li avevo visti la sera prima…sapevo solo
che avrei sempre e solo voluto vedere gli occhi di Milo…
Muu sorrise, come se avesse intuito i miei pensieri. Ci guadammo per un attimo,
quei pochi secondi che servono per prendersi cura dell'animo dell'amico e fare
sentire la propria presenza.
MUU
Erano successe molte cose dopo la guerra santa. Dopo la sconfitta di Hades:
la morte di alcuni di noi, l'investitura a cavalieri d'oro dei Seiya e gli
altri, la salita al Santuario di Saori, il tentativo, quanto mai vano, di
ripristinare la vita "normale" che c'era prima della corsa alle dodici
case.
Impossibile, non importa cosa si provasse a fare, troppe morti, troppe perdite
erano avvenute in così poco tempo, perché l'animo umano potesse risanarsi.
Sembrava che il cuore di ognuno di noi fosse vicino al cedimento, un'altra crepa
e si sarebbe frantumato. Non importa per quale motivo l'animo di ognuno
sanguina, importa solo il continuo sgorgare della linfa e il dolore che questo
provoca.
Se ripenso ai coloro che hanno dato inizio a tutto, li vedo affogati nella
profonda consapevolezza di essere stati loro la causa che ha portato a questo.
Ma del resto, vi sarebbe stata altra soluzione?
Quanti amici persi in battaglia, quanti uomini pianti…
Lo stesso Shaka, uomo che non avrei mai ritenuto possibile cedesse, è ora
sull'orlo di un precipizio. Il suo mondo di luce che per troppo tempo ha
accecato tutti noi, ora ha esaurito la sua forza. La luce s'è infuocata ed un
solo passo in più, porterà al buio. La porta di Ade potrebbe essere la spinta
definitiva… Non potevo nascondermi d'essere preoccupato, perché aveva deciso
di andare laggiù? E' quel "devo" che m'aveva stupito, ma m'aveva
fatto capire quanto lo Shaka che avevo davanti fosse diverso dal cavaliere che
avevo lasciato. Il suo tono di voce alla parola Milo esprimeva quasi protezione,
ma soprattutto, amore.
Sorrisi all'idea, quell'uomo era capace di stupire perfino me. Chissà se Milo…
Anche il suo cosmo m'era sembrato veramente ferito. Sembrava esserci un nuovo
solco nel suo animo, qualcosa che l'avesse spezzato in due…recentemente. La
perdita di Camus era ancora viva nella sua memoria, ma era successo sicuramente
qualcos'altro.
Camus, i cristalli di ghiaccio con cui permeava l'aria del Grande Tempio, il suo
gelo che ricopriva un animo caldo che ha sacrificato la vita per assolvere il
suo compito e per cedere il passo al suo allievo. E' morto e ci ha lasciati, lo
stesso giorno in cui ha chiuso gli occhi per sempre anche… Saga. E mi ha
lasciato qui, col dubbio delle sue parole, col sapore delle sue labbra…ma
senza niente di più. O forse con troppo perché io possa dimenticarlo, perché
possa pensare di non vedere più la sua espressione felice quando parlavamo,
quando discutevamo per ore fino al sorgere del sole, quando vedevo i suoi occhi
verdi incupirsi quando si parlava di un eventuale futuro. Lui sapeva già e non
ne ha mai voluto fare parola con nessuno, finché è riuscito a mantenere il
segreto, finché è riuscito a sopprimerlo dentro di sé.
Solo dopo io ho capito, io ho intuito, ma non potevo fare più niente perché
ormai ero in totale balia del dolce sorriso di quell'uomo. |