Nuova pagina 1
Trentatré passi.
A Makoto non piacciono gli
addii.
È per questo che ha detto
ai suoi amici che se ne andava solo due giorni prima di partire.
Conoscendo Nagisa, se
l'avesse saputo prima, avrebbe voluto organizzare una festa o qualcosa del
genere e Makoto non voleva che si disturbasse per lui.
Tanto torno, mica vado
via per sempre.
Haru gli aveva detto di
fare quello che sentiva giusto per sé, di pensare al suo futuro, perché il
futuro di una persona deve ruotare prima attorno a se stessi e non compiacere
gli altri.
Gli avrebbe scritto, si
sarebbero telefonati, non si
sarebbero lasciati andare.
Con Rin, inaspettatamente,
è tutto diverso. Lui di separarsi da Makoto non vuole proprio saperne, e Makoto
lo scopre la sera prima di partire, mentre sta mettendo le ultime cose in
valigia prima di andare a dormire.
È Rin che citofona a casa
sua alle undici e mezzo di sera, senza curarsi di disturbare o del fatto che in
casa tutti potrebbero dormire. E a Makoto tutto questo non dà affatto fastidio.
Lo accoglie con un sorriso - lui sorride sempre -
e gli offre da bere.
Dalla cucina alla sua
stanza ci sono trentatrè passi, e Makoto li percorre tutti all'indietro,
muovendosi a tentoni, con Rin che lo bacia sulla bocca, sul collo, sul petto,
togliendogli maglietta e pantaloncini, facendolo ricadere poi sul letto e
chiedendo senza parole una notte - l'ultima
notte prima che tu te ne vada insieme.
Fanno l'amore ed è la
prima volta che Makoto pensa che forse non è stata una bella idea quella di
decidere di andare a Tokyo.
Fanno l'amore e Rin gli
dice che sentirà la sua mancanza e che la sentirà anche Haru, anche se gli ha
detto che va bene così.
Fanno l'amore e Mako pensa
che forse quella valigia potrebbe disfarla, che forse non può abbandonarli
perché i suoi amici hanno bisogno di lui.
Trentatré passi Makoto li
conta anche la mattina dopo, dalla sua stanza all'ingresso, e pensa che sono
trentatré passi di egoismo, lui lì con la valigia in mano e Rin che se n'è
andato all'alba prima che i suoi genitori di svegliassero, con un bacio sulle
labbra e un chiamami appena arrivi appena
sussurrato.
Trentatré passi, trentatré
macigni sul cuore.
Trentatré passi e i denti
di Rin che incidono nostalgia sulla sua pelle.
Trentatré passi e Makoto
che decide comunque di partire, perché in fondo, a Tokyo, nella stanza che ha
preso in affitto, i letti sono due, e Rin potrà raggiungerlo ogni volta che
sentirà il bisogno di andare da lui.
_____
Questa flashfiction è stata scritta per la scorsa
Notte Bianca, con un prompt che chiedeva una storia in cui Makoto e Rin si
salutassero la sera prima che il primo partisse per andare all'università.
I MakoRin sono una delle mie ship preferite, un po'
il mio guilty pleasure.
Spero che questa storia vi sia piaciuta, il tastino
per le recensioni sarà felicissimo di essere utilizzato ;)
Aika.
|