E adesso?

di Fedsha
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 Era sul letto e guardava fuori, attraverso la finestra. Vedeva persone in movimento, macchine in azione, vedeva la vita.
Ma quella era la vita? Era forse quella?
Allora lei era morta.
Prese un disegno, quel fottuto disegno. Ancora sentiva il calore delle sue mani scivolare sul quel pezzo di carta, lo poteva immaginare. Immaginava come quel giorno lui si fosse seduto alla sua scrivania, avesse preso matite, pastelli e gomma da cancellare e si fosse impegnato a disegnarla. A disegnare per lei. Ogni centimetro del suo corpo era in tensione per produrre quel dannato disegno.
" A te, che sei la mia ispirazione "
Poteva leggerlo nell'angolo in alto a sinistra. Si ricordò come glielo diede il giorno del suo compleanno e la sua espressione di totale imbarazzo.
Si ricordò anche che disse di aver disegnato e cancellato molte volte il suo sorriso, troppo difficile.
La vista le si appannò e ripose il foglio nella sua cartellina segreta, piena di altri ricordi.
Perchè lo aveva fatto? Era stata colpa sua, lo sapeva benissimo. Purtroppo non era capace di amarlo, non sapeva proprio farlo. Ci aveva provato, sì.
Due volte anche. Poi gli disse che era meglio non sentirsi mai più.
Era una stronza, ma gli voleva un bene dell'anima e non voleva farlo andare via.
Così cercò di riavvicinarsi a lui, ma era troppo tardi. 
Era troppo fottutamente tardi.

Tardi.

Lui era felice.
E a lei non restava che una domanda: e adesso?




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