My ain true love

di franci893
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1.
 
 
Inghilterra, marzo 1067
 
 
Il vento soffiava lento e implacabile dalle alture del Nord, portando con sé suoni e sussurri misteriosi che spezzavano il silenzio irreale del bosco. Le fronde degli alberi spogli, se non per qualche fragile foglia, si muovevano e si piegavano docili ad ogni folata più forte.
Si avvertiva ancora nell’aria l’odore della tempesta notturna, promanava dalle cortecce degli alberi, dalla terra umida, dai ruscelli nascosti nel sottobosco, dalle pietre che lastricavano il vecchio sentiero di pietra.
Pur avendo percorso quella strada centinaia di volte, Lynn si sentì attraversare da un brivido, mentre si addentrava sempre più nella boscaglia. La mente affollata da ricordi lontani e storie secolari di spiriti e druidi, affrettò il passo, raccogliendo la gonna e stringendosi il mantello attorno alle spalle. Pochi metri ancora, e gli arbusti si diradarono, lasciando spazio ad una piccola radura nascosta in cima alla collina. Lynn si lasciò cadere scompostamente sull’erba ancora bagnata. Il suo respiro ansante si mescolava con l’aria fredda, nelle sue orecchie rimbombava il battito accelerato del cuore. Aspettò qualche istante, ferma immobile, in modo che l’affanno e quel pizzico di paura passassero. Una volta ripresasi, si alzò in piedi e s’incamminò verso il capo estremo della radura, dove si trovava una vecchia casupola di pietra. Poteva apparire abbandonata agli occhi di chiunque, ma Lynn sapeva che non era così. Raccolta la chiave nascosta in una fessura vicino alla porta, l’aprì ed entrò. L’interno era buio e odorava di chiuso.
Lynn aprì l’unica finestra, e diede un’occhiata intorno a sé. Non era cambiato nulla dall’ultima volta che lei e Tredan erano stati lì. Il suo arco era appoggiato accanto al focolare, le fiale con le erbe aromatiche erano allineate sul tavolo assieme alle tinture medicinali che lei preparava ogni primavera.
Lì dentro era tutto rimasto invariato, mentre non si poteva dire lo stesso del mondo esterno. Sentendosi assalire da un’ondata di lacrime, Lynn si sedette sul pavimento, ricoperto da una rustica pelle di orso, e lasciò che le sue emozioni represse trovassero sfogo.
Erano trascorsi quasi sei mesi dalla battaglia di Hastings: l’armata normanna, guidata dal re Guglielmo, aveva sconfitto quella anglosassone. Re Aroldo era morto e Guglielmo era stato incoronato re d’Inghilterra. Le terre di chi aveva combattuto contro di lui erano state confiscate e distribuite tra i suoi cavalieri più fedeli, i quali già subito dopo la vittoria avevano iniziato a raggiungere i loro nuovi possedimenti.
Lynn sapeva – tutti al castello lo sapevano – che presto un nuovo signore sarebbe arrivato a Welnfver. Un normanno, che avrebbe preso il posto di suo padre.
I singhiozzi aumentarono, mentre le sue mani si aggrappavano convulsamente al tessuto della gonna. Da quando aveva avuto notizia della sua morte, durante una delle prime battaglie sulla costa, Lynn non aveva mai versato una lacrima, nemmeno al momento della sepoltura. Non perché non ne fosse addolorata, ma semplicemente non l’aveva accettato: nella sua mente, quella notizia si era adagiata in un angolo dimenticato e assopito, tant’è che aveva a malapena reagito. Forse la speranza che suo fratello Tredan fosse ancora vivo, che sarebbe tornato a casa a governare le loro terre, l’aveva sostenuta.
Ma ora tutto era perduto per sempre.
Quella mattina un messaggero le aveva recapitato una missiva da sir Aidan, uno dei più fedeli vassalli del padre. Lynn era riuscita a mettersi in contatto con lui per avere notizie del fratello, e aveva atteso trepidante fino a quel giorno, pregando di ricevere la notizia che tanto desiderava sentire. Tuttavia le sue illusioni si erano sciolte come neve al sole quando le era giunta la risposta: suo fratello, che aveva partecipato alla battaglia di Hastings, risultava disperso.
Il suo corpo non era mai stato trovato.
“ Perché la vita deve essere così crudele?”, pensò Lynn, le lacrime che scorrevano libere sulle sue guance, la testa appoggiata sulle ginocchia. In un attimo, quel giorno, si era resa conto che tutto il suo mondo era finito, per sempre. Suo padre era morto, suo fratello – non riusciva a pensarlo – probabilmente aveva subito lo stesso tragico destino. Ora era rimasta solo lei. Essendo l’unica erede, il compito di guidare il castello ricadeva su di lei, interamente. Un compito per cui non era mai stata educata, né preparata, un compito che non avrebbe mai voluto ricoprire.
Ma non poteva tirarsi indietro: con i normanni alle porte, qualcuno doveva prendersi cura del castello e degli abitanti del feudo. E solo lei poteva farlo.
La ragazza non seppe mai quanto rimase lì a piangere. Quando il dolore aggredisce il cuore, il tempo si dilata e si restringe seguendo l’onda del passato e del presente, dei ricordi e della realtà. Ed essendo impotenti, si può solo lasciarlo scorrere finché l’animo non trovi pace.
Alla fine, mentre il sole cominciava a calare dietro le montagne, Lynn si decise a tornare a casa. Asciugandosi le lacrime rimaste impigliate tra le ciglia, uscì dalla casupola chiudendosi la porta alle spalle. Nascose la chiave nello stesso posto in cui l’aveva trovata. Almeno quel luogo, dove lei e il fratello avevano trascorso la loro giovinezza, doveva restare intatto.
Un appiglio al passato di cui Lynn aveva disperatamente bisogno.
 


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Salve a tutti! Questa è la prima storia che pubblico su questo sito, e sono abbastanza emozionata perché è anche la prima storia che scrivo dopo due anni di blocco creativo. In passato ho scritto diverse fan fiction, ma questa trama mi ronzava in testa da un bel po' e così ho deciso di provarci. 
Ringrazio sin da ora tutti quelli che si fermeranno a dare un'occhiata e chi vorrà lasciarmi un suo parere, ne sarei molto felice, anche se negativo ovviamente, si può sempre migliorare.
Detto questo, spero che il prologo vi abbia almeno incuriosito un po', forse è un po' denso di particolari ma avevo bisogno di definire il quadro in cui si muoveranno i protagonisti della storia. 
Alla prossima!

Francesca




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