Capitolo 1: Un bel
“benvenuto!” per Changmin
Capo chino e sguardo indecifrabile,
per via degli occhiali
marron scuro che ha sul naso il cantante più giovane dei
Dong Bang Shin Ki,
Changmin.
Indossa, per viaggiare in aereo, un
comodo paio di jeans,
delle all stars nere e sopra una maglia viola a maniche corte con la
cerniera
un poco abbassata per il caldo. I capelli castani chiari sono
lievemente
spettinati e potranno solo che peggiorare dormendo sullo scomodissimo
sedile
dell’aereo, perciò si è messo in testa
un berretto semplice nero con una
scritta argentata.. bhè, almeno aveva la sua musica e tutto
prometteva di filar
liscio per quelle piccole vacanze che si stavano prendendo, un vero
tocca sana
l’aveva definito il manager.. un attentato alle loro vite
invece, aveva detto
Yunho che senza lavoro non può vivere..
Ecco che sta per scendere le scale
per andare verso l’aereo,
quando dietro di lui sente un gran casino più di prima, le
urla delle fans si
erano alzate rendendosi insopportabili persino ai cani di un ragazzo
lì vicino
che non riusciva a trattenerli dallo sbranarle..
Si volta ed ecco lì..
Yunho in preda ad un gruppetto di fan
isteriche che lo tirano per la maglia. Chang si porta la destra alla
fronte e
fa finta di non vedere, andando avanti per la sua strada, tanto
c’era la
security..
Salito sull’aereo poco
dopo, prende la sua tracolla in
jeans, la poggia sul tavolino di fronte a se e ne tira fuori un
blocchetto e
una penna Bic con l’Ipod e cuffie, immergendosi nel suo mondo
a occhi socchiusi
e lasciando perdere per questa volta di usare il portatile per
scrivere, ma di
fare tutto a mano, ignorando le lamentele di Yunho su quelle fan e il
tentativo
mal riuscito di JaeJoong e di Junsu di cambiare argomento.
Uno gli parlava di cosa avrebbero
potuto mangiare una volta
arrivati a destinazione e un altro di come ci si poteva divertire..
ancora non
avevano capito che Yunho non sa divertirsi? Sa solo lavorare e basta..
Bhè, rinchiudendosi in se
stesso, come sembrava aver fatto
anche Yoochun, si ritrova a scrivere chissà che parole per
chissà che melodia.
Arrivati, appena il manager si
affaccia dall’aereo sospira.
Subito Yoochun si preoccupa.
-Ehi, succede qualcosa là
fuori?.. Assalto di
fan?- di solito è sempre così..
Ma il manager si volta con i pollici
alzati e un sorriso
ampio facendo segno di diniego.
-No, affatto, ragazzi.. questo
è un posto sicuro. Per
lo più ci abita vecchia gente, quindi non temete per i fan,
ne girano ben pochi
di ragazzi giovani!-.
Le parole magiche, visto che JaeJoong
esulta a
braccia aperte alzandosi in piedi euforico con un sospiro enorme e
Junsu che lo
segue a ruota mentre Yoochun porta indietro la testa sullo schienale
del
sedile, sorridendo spossato. Yunho nasconde invece il capo tra le
braccia incrociate
sul tavolino, quasi commosso? No.. solo che sta pregando
chissà chi perché quel
che dice il manager sia vero.
Changmin invece è estraneo
alla cosa, sorride un poco ma non
fa altro che sistemare le sue cose per scendere.
Una volta scesi, raggiungono con
calma il loro albergo,
comodamente in pullman, seguiti sempre dal manager, o meglio, sono loro
a
seguire lui, non sapendo bene dove andare..
All’hotel, più
precisamente alla reception, un’addetta
osserva in tralice Yoochun intento ad osservare un quadro attaccato
alla parete
lì vicino. Sembra essere un hotel all’antica,
dell’epoca ottocentesca e la cosa
piace molto a Yoochun a quanto pare, che poi si accorge dello sguardo
della
donna e le fa divertito l’occhiolino. La collega invece,
più matura? Hm, no..
più anziana, da le chiavi al manager per poi condurli
all’ultimo piano, dove vi
è il loro appartamento.
È pomeriggio, ma tardo
pomeriggio, quindi Changmin appena
entrato nel
salottino, si addentra
meglio per il piano e trova una stanza con letto singolo per potersi
fare una
doccia e cambiare i vestiti per la serata.
Alle sue spalle sente un rumore
inconfondibile di una corsa
e così, furbamente e con grazia che solo lui sembra avere,
poggia sul letto il
suo borsone, contro il quale sbatte la faccia JaeJoong gemendo di
dolore.
-Whhaaa!! Non è giusto!
Questa è l’unica camera
singola!- si lamenta il ragazzo con la faccia rossa per la botta
portandosi la destra al naso, una lacrima all’occhio
sinistro.. deve aver preso
in pieno il dizionario di Changmin..
-Guardami bene in viso..- mormora Max
avvicinando
la faccia alla sua, di conseguenza, abbassandosi solo lievemente, con
lo
sguardo da serpente: -questo.. non è un mio problema-
Ecco la rivelazione, il
più antipatico dei Tvxq.. Shim
ChangMin detto Max.
Changmin si addentra per le strade
più “trafficate” della
cittadina, tranquillo e beato, visto che non vi è
praticamente nessuno se non
qualche uomo di mezz’età ai tavoli dei bar
all’aperto, e qualche anzianotto che
si fa la passeggiatina notturna. C’è qualche
ragazzo che sta assieme alla sua
ragazza, ma non sembrano accorgersi di chi sia lui.
Indossa una camicia nera, le maniche
rialzate fino ai gomiti
e i bottoni slacciati fino a metà busto, dei jeans scuri con
uno strappo sul
ginocchio, ai piedi delle all stars nere, le solite per star comodo, e
lì non
sembrava si facesse chissà cosa la sera, quindi il solito
divertimento con pub
e nightclub era fuori discussione..
Le mani nelle tasche, al polso
sinistro una catenella d’oro
bianco, come era d’oro bianco anche il cerchietto
all’orecchio destro.
Una catenella dello stesso materiale
teneva assieme un
amuleto con vicino un anello piccolo, un regalo della madre, che usa
raramente.
Un regale che gli avevano dato prima
dei provini che lo
avrebbero lanciato poi nel gruppo dei Tvxq, una sorta di portafortuna,
un
medaglione con dentro le foto dei suoi genitori e l’anello
portafortuna della
madre.
I capelli asciutti da poco, sono
lievemente spettinati, come
a suo solito, ma non sta questa volta a continuare a risistemarseli, si
iniziava a stufare..
Svoltato un angolo, ecco che fa un
incontro ravvicinato con
una testa di un colore che va dal nero al biondo passando per i colori
rosso,
arancione e castano.. una sorta di scala di colore su tutti i capelli.
Subito
questo ragazzino si scosta scusandosi, sogghignante, ma immediatamente
prima
che questo faccia anche un solo passo, Changmin gli afferra il braccio
destro e
lo storce dietro la sua schiena facendo stupire l’altro che
si volta verso di
lui, digrignando i denti.
-Che diavolo fai??-
-Ridammi il portafoglio..- mormora
solo
Changmin, tenendogli con la destra la mano dietro la schiena e con
l’altra la
sua spalla sinistra alle spalle. Lo sguardo terribilmente sicuro di
ciò che
dice, il che è da temere da uno come lui in momenti come
quelli..
-Ma di che cavolo stai parlando,
idiota?!- si
dimena questo, cercando di liberarsi, ma come si dimena lui, Changmin
preme di
più il braccio contro la sua schiena: -Lasciami!- e con un
altro
strattone eccolo che si libera, sgusciando dalla sua stretta,
tirandogli addosso
il portafoglio appunto fregato.
Shim prontamente lo prende in mano e
controlla la cifra,
mentre il ragazzino si avvicina con sguardo accigliato e incavolato,
allunga la
mano e gli afferra la collana che ha al collo, tirandolo verso di se,
abbassandogli la testa.
-Fottiti- mormora solo con un ghigno
in volto,
strappandogli la collanina dal collo e scattando subito via. Non era di
certo
scemo da non notare che si trattava di oro quel che aveva al collo quel
ragazzo
ben vestito!
Changmin subito stringe i denti
bestemmiando in italiano
cercando di rincorrerlo, e per i primi venti minuti
l’inseguimento riesce anche
bene..
-Fermati, ladruncolo!-
-Ma sta zitto.. rimbecillito!-
Furono venti minuti davvero
turbolenti, dove si urlavano
contro e cercavano saltando da un posto all’altro, uno di
inseguire l’altro e
quell’altro invece di sgusciare via.
E fu così, svoltando
un’angolo, che non lo vide più.
-Caz..!!- mordendosi poi la lingua,
portando
la destra ai capelli stringendosene una ciocca e la sinistra al fianco
a pugno.
Come si volta porta le braccia a
ciondolare lungo i fianchi
e da un calcio forte ad un bidone della spazzatura voltandosi poi ed
andandosene via a passi lunghi e veloci.
Ma dopo qualche minuto..
-Ahia!!!-
Il bidone si capovolse e si
aprì.
In mezzo alla spazzatura, il
ragazzino si teneva forte la
testa con le mani, in volto un’espressione di dolore
intensissimo -Che..
maleee..-.
|