So,
when I'm lying in my bed/thoughts running through my head
And I
feel the love is dead/I'm loving angels instead
The
Places Where We Go
Le
immagini scorrevano rapide nella sua mente, senza che lui potesse
udire il minimo suono o rumore proveniente da esse. Eppure, un tale
caos avrebbe dovuto provocare un rumore din grado di annullare
qualunque percezione, qualunque senso che non fosse l'udito: le urla
della folla avrebbero dovuto renderlo sordo, incapace di ragionare
sul dove stesse andando, incapace di comprendere in che direzione si
stesse muovendo.
Ma
per qualche motivo, non lo avevano fatto. Per qualche strano, assurdo
motivo, l'unica cosa che Levi fosse riuscito a fare era osservare la
botola aprirsi, la corda tendersi, e il corpo di Erwin in preda agli
spasmi, schiuma mista a sangue cadere dalle labbra che aveva baciato
centinaia e centinaia di volte, le labbra che aveva amato con
religiosa devozione.
-
Capitano! -
La voce di Armin Arlert arrivava lontana, ovattata
dal silenzio che il suo cervello aveva imposto ai suoi sensi. Ma
perchè il silenzio? Perchè non lasciare che ciò
che lo circondava lo sopraffacesse, perchè non abbandonarsi
all'istinto della battaglia come aveva sempre fatto?
- Capitano!
Dobbiamo...dobbiamo fuggire! -
E all'improvviso, guardando Erwin
cedere e smettere di muoversi, guardandolo arrendersi alla morte –
lui che con la morte aveva sempre combattuto orgogliosamente –
Levi comprese il perchè di quello stupido, involontario
meccanismo di difesa.
Non
c'era motivo di ascoltare nessun suono. Non c'era ragione di
continuare a combattere. La sua vita iniziava e finiva con Erwin
Smith, tra le braccia che ora penzolavano inermi contro i suoi
fianchi.
Sentì
il proprio corpo cedere alla gravità; cadde a lungo, prima di
colpire il terreno con la schiena, prima di morire.
Aveva
promesso che sarebbe andato avanti. Aveva promesso che avrebbe
combattuto e aiutato a riportare l'umanità alla bellezza di
una volta. Ma tutto questo lo aveva promesso a un sole che aveva
smesso di bruciare; tutto questo lo aveva promesso ad Erwin.
*
Stava
gettandosi contro il lato destro del suo letto prima ancora di aprire
gli occhi, annaspando tra lenzuola sudate alla frenetica ricerca del
calore che sperava vi avrebbe trovato. Ebbe il coraggio di aprire gli
occhi e osservare l'uomo che gli stava di fronte solo quando lo ebbe
toccato, afferrato, tratto a sé.
Erwin
lo guardava, un'espressione sorpresa sul volto, i grandi occhi
azzurri spalancati e fissi su di lui. Levi non tolse la gamba
sinistra dal suo fianco, contro il quale l'aveva poggiata, né
smise di conficcare le unghie della mano nella sua schiena; semmai
intensificò la presa sul corpo di Erwin, grato di averlo
trovato dove sperava fosse.
- Stai piangendo. - sussurrò
Erwin, una nota preoccupata nella voce. Alzò la mano destra e
la portò al volto del più piccolo, asciugandole con
delicatezza. Levi non si ritrasse: aveva bisogno di quelle dita,
aveva bisogno di quella mano. Non esistevano più, nei suoi
sogni.
- Ancora quegli incubi? - chiese Erwin, avvicinandosi,
lasciando che la gamba di Levi scivolasse oltre il suo fianco,
lasciando che gli si artigliasse contro. Levi annuì, troppo
stanco e spaventato per emettere alcun suono.
- Levi, guardami. -
Levi alzò lo sguardo dal petto di Erwin al suo volto,
riluttante; Erwin gli sorrise tranquillo, afferrando il suo mento con
pollice e indice. - Sono qui. Sono vivo. Sono solamente incubi. -
-
Non sono solo incubi. - mormorò Levi, cercando di non aizzare
le proprie ire contro Erwin; non se lo meritava. - Sono i nostri
ricordi. Miei...e tuoi..-
Levi si strinse contro il suo petto,
abbandonando ogni pudore, famelico di Erwin, della sua presenza
accanto a sé.
- È qualcosa che è finito
molto tempo fa, Levi. Non c'è ragione di preoccuparsene.
-
Levi alzò lo sguardo su di lui. - Allora ho ragione?
Ricordi anche tu? -
Erwin non rispose a lungo; le sue dita
scivolavano lungo la schiena di Levi, appena visibile nella fioca
luce del mattino. Quando tornò a parlare, Levi si accorse che
nella sua voce era cambiato qualcosa: era carica di un senso di colpa
che non aveva mai sentito, nei cinque anni che avevano passato
assieme.
- Tutta quella gente morta a causa mia. - mormorò.
- Tutti quei ragazzi. Tutte quelle vite andate perdute...non potevo
parlartene, Levi. -
- Potevi, invece! - urlò Levi,
allontanandolo bruscamente da sé. Si sentiva offeso; non era
un bambino, non meritava di essere tenuto all'oscuro da qualcosa di
cui si era più volte lamentato. Sentì la rabbia
scemargli dentro quando vide le lacrime negli occhi di Erwin.
Era
confuso quanto lui, e non poteva biasimarlo. Si riavvicinò
piano, carezzando il suo braccio destro nel punto in cui nei suoi
sogni – nei loro sogni – avrebbe trovato solamente
un moncherino.
- Non devi essere forte da solo. - sussurrò.
- Non più, Erwin. -
Erwin annuì, poi si alzò
per avvicinarsi a lui, per chinarsi a donargli un leggero bacio sulle
labbra. Levi lasciò che le sue dita si soffermassero sulle sue
guance, sulla barba sfatta e infine sul suo collo. Il collo che aveva
visto chiuso nella morsa di un cappio più volte di quanto una
persona normale potesse sopportare.
Si
rese conto di poter udire tutto ciò che li circondava: il
fastidioso ticchettio dell'orologio che Erwin non voleva sostituire
con un modello analogico, l'altrettanto fastidioso cinguettare degli
uccellini fuori dalla finestra della loro camera, l'apice del
fastidio del traffico mattutino. Ma per una volta pensò che
non gli importava che tutto ciò lo rendesse nervoso e
intrattabile fin dalle prime ore del mattino: l'importante era che
potesse sentire di nuovo, e basta.
I
suoi silenzi finivano con Erwin Smith, e il sorriso sollevato che
stava rivolgendo alle sue labbra chiuse.
___________________________________________________________________________
Devo essere onesta, scrivere di due mostri sacri come Erwin e Levi mi intimoriva, e non poco. L'Eruri è una di quelle coppie che non mi sono piaciute fin da subito, ma che col tempo ho imparato ad amare e che ormai rientrano di diritto tra le mie OTP. E spero di aver contribuito a questo fandom, spero di aver dato qualcosa a tutti coloro che shippano questa coppia.
Grazie mille a quell'amore di Andrea per avermi promptato la coppia e a quell'altrettanto amore di Giulia che mi ha RIpromptato la coppia, però chiedendomi una smut. Mi ci avvicinerò piano piano, a quella...xD
Vi ringrazio per aver letto! Fatemi pure sapere che ne pensate, qui su EFP così come sul mio profilo tumblr (http://what-a-joice.tumblr.com/), o sul tumblr che uso per scrivere, purtroppo un po' in disuso a causa della connessione lentina (http://camelliawriting.tumblr.com/). Se invece vi va di farci due chiacchiere, potete contattarmi al mio profilo Facebook, https://www.facebook.com/more.than.meets.the.eye.13 :D
Alla prossima!
- Joice