Fandom: Street Football ( La Compagnia dei Celestini
New Season, NON IL LIBRO).
PG: Lucifero,
Samira, Celeste ( menzionata), Memorino
Avvertimenti: protagonista
dannatamente depresso ( o almeno ci provo). AU, introspettivo,
malinconico, romantico, un po' OOC ( sono tutti più cattivi del
solito, spero).
Parole:
1753 ( mi raccomando, sempre cifre belle tonde O_o)
Note ( parte I): ambientata
in un “ limbo immaginario”, a cavallo fra la rottura fra Celeste e
Memorino e l' inizio della storia con Lucifero ( ovviamente è AU perché
c'è già Samira). E' assurda la velocità con cui Celeste passa da uno
all'altro, la fanno sembrare...non troppo seria, diciamo così, e la cosa
non mi piace >_< E anche se ho sempre shippato Lu & Cele, un
po' mi secca che si siano messi insieme prima che potesi scrivere una
fic very deprimente!
* A discapito di quanto possa sembrare dalle righe
qui sottostanti, io amo questi PG alla follia. Ma amo ancor di
più deprimerli *W*
Desclaimer: Lucifero, Celeste e Memorino appartengono
in primis a S.S. Benni ( Santo Stefano Benni per chi non lo conoscesse
*0*) e a chiunque ne abbia acquistato i diritti per produrre il cartone,
i quali sono anche i legittimi proprietari di Samira.
Morte, Depressione e
Amore Non Corrisposto sono sacri doni che la Scrittura ci
ha offerto.
“ Ho deciso che,
se proprio devo andare all'
Inferno,
tanto vale farlo in grande stile.”
Edward Cullen
Ci sono momenti
nella vita in cui le cose cambiano. Lo senti sulla pelle, riesci a
percepire la novità che arriva. Fiuti l'aria come un segugio e sospiri:
sì, finalmente le cose cambiano.
E ci sono momenti in cui vorresti sbattere la testa
contro il muro, perché ti sei appena reso conto che semplicemente
le cose non torneranno mai più come prima.
- Capitano, intendi
spaccare il muro con quel pallone? -
Lucifero ignorò bellamente il commento
dell'amica. Pochi suoni al mondo erano fastidiosi quanto la voce
sarcastica di Samira.
- O, forse, la faccia di qualcuno? -
- Sam, guarda, ti
faccio anche lo spelling: vaf-fan... -
- Moderiamo i toni ragazzi. - lo rimbrottò
gentilmente un ragazzo dai folti capelli neri, avvicinandosi ai due
litiganti.
- Fai
due tiri? - chiese Lu, più per cortesia che per il reale desiderio di
trattenere l' amico.
- No, vado in
biblioteca. A più tardi. -
- Ti cercava Celeste... - buttò lì Sam.
Lucifero guardò la
ragazza. Lei guardò Memorino. Memorino scrutò incerto il capitano,
optando infine per il più rassicurante viso di Sam.
- Dille che non mi
hai visto. -
Era più un borbottio sommesso che una vera risposta, ma a chi
l'aveva interrogato fu più che sufficiente. Ribatté un “ come vuoi” a
mezza voce, scrollando le spalle con finta noncuranza.
- E' un cane! -
esplose Lucifero quando l' amico
si fu allontanato.
- Un cane? - domandò Sam alquanto perplessa, sopracciglio
pericolosamente alzato.
- Sì, un cane. Una bestia... - la guardò spazientito –
hai capito. E se non hai capito, meglio. - aggiunse in fretta.
Samira scosse la
testa con aria melodrammatica.
- Amore Non Corrisposto...il terzo
argomento più bello in una fan fiction! -
- E in pole-position chi troviamo? -
- Morte e Depressione
ovviamente! -
Lucifero ostentò un sorriso.
- Mi è andata bene tutto sommato. -
- ...ma se alla base
dell' Amore Non Corrisposto c'è la ragazza del tuo migliore amico, si fa una
piccola eccezione... -
- Non chi sia il più bastardo dei tre, tu, io, o quel tesoro
del suddetto amico.
-
- A volte mi
chiedo se tu sia stupido o semplicemente masochista... -
- Illuminami. -
- Lei non lo ama più.
Lo sanno anche i muri. -
- Fantastico! Che problema c'è allora? - esclamò il ragazzo
allargando le braccia.
- Lucifero... - iniziò lei.
- Ooops! Lui invece sì. -
- ...Si è visto prima. -
- Come vedi va
tutto a meraviglia, Sam, tutto a meraviglia! -
Se ne andò, tirando
l'ultima pallonata contro il muro con una tale forza che a Samira parve
di sentir tremare il terreno sotto i piedi.
Suggestione, si
disse, solo suggestione.
Era un dono quello di Sam, ma anche
una gran seccatura, il saper coglier al volo ogni sbalzo d'umore del suo
lunatico capitano. Dono, o seccatura, di cui entrambi avrebbero fatto
volentieri a meno. La prima si sentiva assolutamente inadeguata al
proprio ruolo: si trascinava il debito di “ Consolazione & Conforto
del Prossimo” dal secondo anno di asilo; sfottere, beh, quello la
divertiva, ma non aveva mai il fegato di arrivare fino in fondo. La
stoffa della cattiva, la crudeltà, le mancavano ( quasi) del
tutto.
Lucifero
odiava essere capito. Lui, e questo concetto Samira l'aveva ormai ben
afferrato, godeva della propria solitudine, si beava delle sue pene.
Essere consolato o, peggio!, chiedere di essere consolato, era
contro la sua natura.
In fin dei conti, non erano poi dannatamente
uguali?Uguali nella loro apparente bontà, ma in realtà semplicemente
codardi.
E poi lei, Celeste.
La principessa.
L'angelo terrestre, la fiamma di Memorino che
sembrava non dovesse spegnersi mai. Invece era andata consumandosi,
giorno dopo giorno. Si trattava di piccolezze, una risposta secca di
lei, lui che fingeva di non vederla se Celeste veniva all'orfanotrofio
per parlare. Chiarire, anzi, diceva Memorino. Non facevo altro
che ripetere quanto la amasse, a Lucifero, ma aveva paura ( di
che, poi?), preferiva prendere tempo per riflettere ( su cosa
esattamente?). E fingeva di non vederla.
Come se fosse
possibile non vedere Celeste.
Come se fosse possibile ignorare i suoi occhi
tanto azzurri da far venire i brividi, il suo sorriso che ti mozzava il
respiro...
Piccoli, stupidi particolari di cui Lucifero si
cibava. E' veramente brutto vivere delle disgrazie altrui.
Se lui è un
cane, cosa sono io?
***
Era piuttosto raro
che Lucifero e Samira non si rivolgessero la parola per più di due
giorni. C'erano, al massimo, interminabili pomeriggi in cui, durante gli allenamenti,
si guardavano in cagnesco senza aprir bocca.
- Lucifero, ti faccio
le mie scuse. Sono stata molto inopportuna ieri. -
Il ragazzo alzò
appena gli occhi dal pallone che stava lucidando con cura
maniacale, visibilmente scocciato ma disposto ad ascoltare.
- Ciao Sam. -
- Uh-uh.
Quanto disprezzo in una parola così piccola. -
- Quanto poco tatto in una persona
così ...alta. -
- Stavi per dire qualcosa di molto meno carino immagino. -
- Fervida
immaginazione la tua. -
- Idiota. -
- Pulce. -
Rimasero in silenzio a soppesare entrambi
l'insulto subito.
- Tu sei amica di Celeste. Vuoi aiutarla. E' okay Sam, davvero.
Ma non mettermi in mezzo. -
- Perché pensi che voglia tirarti in mezzo capitano?
-
Gli
occhi verdi di Lucifero incrociarono quelli di lei. Per un attimo alla
ragazza parve che l'amico fosse tentato di confidarle la verità.
- Perché voi donne
siete tutte uguali – se ne uscì con un' alzatina di spalle – Astute come
volpi quando si tratta di manipolare noi poveri uomini - ( e a quel poveri
Samira storse il naso) – Credi che non sappia come stanno le cose?
Celeste non ha il
coraggio di rompere con Memorino, perciò ti servo io. A rigor di logica,
ci sarebbero meno vittime se lo facesse lei. In quel caso fra loro due
finirebbe. Se invece mi mettessi in mezzo, finirebbe anche tra me e
Memorino. Preferirei evitare bagni di sangue. -
- Per essere innamorato di lei, ne hai
un'opinione molto alta. - commentò Samira sprezzante.
- Sono innamorato Sam,
non cieco. E so anche di chi sono innamorato. Non ce niente di
romantico in questo. -
- E io che pensavo lo facessi per non tradire il tuo migliore
amico. Paura, capitano? -
- Di Celeste? Sempre. Come ha fatto a pezzi
lui, potrebbe fare a pezzi anche a me. -
- Hai ragione. Non c'è proprio niente di
romantico in questo. -
Lucifero scrollò le spalle, una chiara trasposizione
fisica del “ te l'avevo detto” che riuscì a non farsi scappare con
un inusuale attimo di autocontrollo.
- Comunque, mio caro Mercuzio, non avrai
pace finché non confesserai alla tua amata la verità. -
- Wow, anche poetessa
adesso? -
-
Ridi, ridi... E scordati i miei saggi consigli quando verrai,
implorante, a chiedere un rimedio per il tuo tormento inguaribile! -
tuonò Samira, additando il ragazzo come se stesse preannunciando
l'Apocalisse. - Samira, 8-23. - aggiunse con aria solenne.
- Dal Vangelo
Secondo Te, immagino... - mormorò Lu, occhioni smeraldo sgranati e
mandibola a pochi centimetri dal terreno.
Sam ridacchiò.
- Nel tuo
subconscio sai che questa è la verità. -
- Questa poi... Che razza di mondo! Credi
di assumere un' ala destra e invece di ritrovi con una psicanalista. Non
dovrò pagarti la parcella per questa bella seduta, vero? -
Il capitano dei
Celestini pose la domanda con un'espressione talmente serie che per un
attimo a Sam venne il dubbio che non stesse affatto scherzando. In fin
dei conti, gli effetti collaterali dell'Amore Non Corrisposto sono del
tutto imprevedibili ( e che poteva saperne, lei, dell'Amore?).
- Samira...scherzavo.
-
- Oh... Sì,
ovvio. L'avevo capito, cosa credi?! - strillò lei.
Si lasciarono andare ad
una risata allegra, forse vagamente serena. Un momento raro per
entrambi, da un po' di tempo a questa parte.
- Scusa capitano, ma
adesso devo andare. Accompagno Celeste dall' antiquario. Cose di
famiglia – aggiunse vedendo l'espressione interrogativa di Lu. - ...per
poi trascorrere una bella serata con quella peste di Lillo... -
- Il nuovo? -
- Lui. Un diavolo di
quattro anni e mezzo. Mi secca solo per Celeste... - brontolò, ben
conscia di suscitare la curiosità dell'amico.
- Che intendi? - domandò infatti, con la
dovuta cautela.
-
Nulla di che... -
Il ragazzo la fulminò.
- Doveva esserci
tu-sai-chi - ( e benché non parlasse di Voldemort, l'espressione di
Lucifero s'incupì talmente da far pensare che la persona in questione
dovesse essere disgrazia ben peggiore ) - ma Celeste preferirebbe
morire piuttosto che ricordarglielo. Non viviamo certo in una metropoli,
ma fare tanta strada da sola ad un orario così sconsigliabile è....sconsigliabile,
appunto. D'altronde, io devo fermarmi da Lillo. -
La spiegazione
sembrava, volutamente, buttata lì quasi per caso, come se Samira fosse
addirittura riluttante nel rendere Lucifero partecipe di quel suo
cruccio.
- Dovresti proprio accompagnarla tu. -
Sarebbe stato a dir
poco illuminante per Sam ascoltare la risposta di Lucifero.
Tuttavia la propria affermazione le parve un così degno finale di quel
piccolo duello, che preferì allontanarsi prima che il ragazzo trovasse
la forza di replicare.
***
Un gelo quasi
innaturale per il mese di Giugno avvolgeva la silenziosa cittadina di
Banessa assieme alla notte impenetrabile. Non c'erano lampioni nel
raggio di diversi isolati intorno all' Orfanotrofio. Qualche finestra
accesa ai piani alti, nient'altro.
Gli occhi di Samira, scuri anch'essi quanto la
notte, se non di più, si erano ormai abituati all'assenza di luce e il
suo corpo intirizzito non faceva più caso alle folate di vento che
sferzavano i cespugli in cui era acquattata. D' un tratto una sagoma
appena visibile strisciò attraverso quelle stesse piante per raggiungere
il cortile.
- Lucifero! -
- S-sam? -
- Sono le quattro del mattino. - osservò lei pacatamente.
Se solo l'oscurità
fosse stata appena meno fitta, la ragazza avrebbe potuto scorgere con
chiarezza una scintilla di panico negli occhi verdi dell'amico.
- Ma davvero? Deve
essersi fermato l' orologio... -
Quello che avrebbe voluto essere un
commento sarcastico, suonò invece come un mormorio strozzato.
- Casa di Celeste è
più lontana di quanto pensassi. - aggiunse lei.
Lucifero non rispose.
Aveva l' impressione di essersi appena svegliato dopo un lungo sonno. Le
ore da poco trascorse erano ridotte ad un vago ricordo, l'eco di quello
che doveva esservi accaduto.
- Sai, stando qui ad aspettare – riprese
lei ( e, in questo fu davvero perfetta, non disse mai chi stava
aspettando) – mi sono proprio annoiata a morte! Ho fatto ogni
possibile esercizio mnemonico... i vincitori degli ultimi venticinque
Mondiali di Pallastrada, i sette Re di Roma, le capitali Europee, i
Dieci Comandamenti... A proposito, mi sfugge sempre il Nono,
quell'antipatico! Te lo ricordi? -
- Proprio no... - sussurrò il ragazzo con un filo di
voce, mentre il sangue si faceva improvvisamente freddo, quasi gelasse.
Samira non volle
infierire oltre. Forse per la sua famosa codardia, forse, questa
volta, per bontà, lasciò all'amico diversi minuti perché si
riprendesse.
- So che non me ne parlerai, perciò non giriamoci intorno. Io
so, tu sai, lei sa. - scrollò le spalle, come era solito fare il
ragazzo per far intendere che andava tutto bene.
Lui apprezzò il gesto e
accennò un sorriso.
- Acuta, Sam. Forse avrei fatto meglio a
innamorarmi di te. -
Stranamente, Samira non ricambiò il sorriso.
Acuto, Lucifero.
[FINE]
Note ( parte
II): non doveva finire così O_o Cioè, io non avevo intenzione di
farla finire così!!! Giuro, io sono Lou & Cele forever, ha fatto
tutta da sola la maledetta ç_ç Ah, dimenticavo...il Nono Comandamento
lo conoscete vero? ( Onde a evitare fraintendimenti, “ non
desiderare la donna d'altri” ).