I’M YOURS
-a che pensi?-
La sua voce ormai gli
era diventata tanto familiare che gli sembrava strano pensare di
conoscerla da così poco. Era sempre con lui, faceva parte di
lui. Aveva ritrovato in lei quello che gli mancava, la sua
determinazione, la sua forza e la sua grinta completavano il suo
carattere pigro e svogliato per natura. Aveva sempre pensato che fosse
perfetta perché opposta a lui. Lui che pensava di essere ben
lontano dalla perfezione.
-a noi- rispose.
Non si
girò, sapeva che i suoi occhi verdi lo stavano guardando
sorpresi e divertiti, perché non amava parlare della loro
relazione. Che c’era da dire? Stavano insieme e basta. Ma,
come diceva sempre, le donne sono strane e ogni volta vogliono
complicare tutto.
-a noi?-
domandò lei pensando di aver capito male -e da quando ti
sforzi di farlo?-
-da adesso- rispose
sollevandosi dal terra e mettendosi a seduto.
-non so se esserne
felice o cominciare a preoccuparmi- disse Temari -ti sei persino
distratto dal guardare le nuvole, è un evento-
Le piaceva prenderlo
in giro, il suo sarcasmo era spesso pungente, ma d’altronde
anche lui era così. Quello era un lato che avevano in
comune, l’ironia era innata dentro di loro. E non era sempre
un bene perché certe volte si scatenavano dei botta e
risposta che potevano durare giorni e ogni tanto scappavano anche
battute taglienti.
-voglio solo farti una
domanda Temari- le disse -solo una domanda-
-sono a tua completa
disposizione Shikamaru- rispose lei mettendosi comoda -su, spara-
-io ti appartengo?-
Era una domanda strana
che poteva avere diverse interpretazioni, ma Temari era una ragazza
innamorata e non poteva che pensare all’amore. Se gli
apparteneva? Certo che gli apparteneva, pensò
immediatamente, ma sapeva che la mente di Shikamaru non era
così semplice: dietro a quella domanda apparentemente
innocua si doveva nascondere qualcos’altro.
-qual è la
risposta che vuoi sentire?- gli chiese sospettosa.
-la prima che hai
pensato- disse -la più sincera-
-allora la risposta
è sì- continuò Temari -il mio cuore
subito mi ha detto sì, senza esitazione-
-bene, grazie- rispose
Shikamaru rimettendosi sdraiato con le braccia dietro alla nuca.
Ovviamente sapeva che voleva domandargli il perché di quella
domanda, che moriva dalla voglia di scoprire cosa gli frullasse in
testa, ma anche Temari era consapevole che i suoi dubbi non sarebbero
stati colmati, non quel giorno. Lei lo conosceva bene.
-felice di esserti
stata d’aiuto cry baby- gli disse semplicemente mettendosi
sdraiata accanto e continuando come se niente fosse a stargli vicino.
Ormai non poteva più farne a meno, quel ragazzo perennemente
senza energie lo aveva influenzato a tal punto che aveva assunto alcune
sue abitudini, come quella di guardare le nuvole. Aveva capito anche
lei quanto fosse bello.
Ripensò
alla sua domanda. Shikamaru gli apparteneva perché lei ormai
non poteva più vivere senza, era la sua droga e la sua
medicina. Non glie lo disse, era sicura che lo sapesse. E non gli disse
nemmeno che anche lei gli apparteneva, lei che era stata la prima a far
comparire un sorriso sul suo volto dopo la morte di Asuma, lei che lo
capiva e lo amava.
-verrai a Suna?- gli
domandò.
Se la risposta sarebbe
stata un sì come la prima volta che glie l’aveva
chiesto allora voleva dire che tutto andava bene, altrimenti avrebbe
dovuto cominciare a preoccuparsi. Il viaggio a Suna sarebbe stato
decisivo per loro, significava dichiarare apertamente che fra loro era
una cosa seria e che i passi per il futuro erano ormai certi.
Convivenza e poi matrimonio, questo era quello che avevano deciso.
-ne parleremo
un’altra volta- disse alzandosi -ora devo andare-
Shikamaru si
allontanò senza vedere l’espressione amareggiata
di Temari. Quello non era un sì, ma nemmeno un no, il che
significava solo una cosa: Shikamaru Nara era confuso. Quando mai era
successo? Lui aveva sempre le idee chiare, aveva sempre un piano, ma
questa volta no. Forse dipendeva dal fatto che quel giorno era uno dei
più brutti dell’anno, l’anniversario
della morte di Asuma. Forse era solo un momento di sbandamento,
pensò Temari prima di mettersi di nuovo sdraiata.
Shikamaru
camminò con il solito passo lento diretto al cimitero e
proprio mentre stava per arrivare cominciò a piovere. Era
una pioggia di quelle pesanti, con gocce spesse e fitte, estremamente
adatta a quella ricorrenza dolorosa. Si fermò di fronte alla
tomba del suo maestro, me era riduttivo chiamarlo così
perché per Shikamaru non era un semplice insegnante, era il
modello da imitare, era la sua guida per la vita. Ma se n’era
andato, lasciandolo in balia di se stesso. Avrebbe voluto chiedergli
cosa secondo lui era più giusto fare, quale scelta sarebbe
stata la migliore, ma non era più possibile, doveva
cavarsela da solo stavolta.
Si accese una
sigaretta, ignorando il fatto che la pioggia l’avrebbe spenta
perché quello era un puro atto simbolico e il gesto
più concreto che gli ricordasse Asuma. Poi sentì
la sua mano essere stretta da un'altra, mentre una testa bionda si
appoggiava alla sua spalla. Sapeva benissimo chi era, non
c’era bisogno di girarsi. Strinse la presa sulle sue esili
dita, perché conosceva quello che provava. Si
rimproverò di essere stato troppo duro con lei, non avrebbe
mai dovuto trascurarla così.
-per un attimo mi sei
sembrato lui lo sai?- gli disse -gli sei diventato così
simile, Shikamaru, e tu probabilmente non te ne sei nemmeno accorto-
-no, infatti- rispose
lui -mi sembra di aver dimenticato così tante cose di lui
che a volte mi chiedo come faccia a volergli ancora così
bene, maledetto Asuma-
-è solo una
tua impressione- disse lei -in realtà hai assimilato gran
parte dei suoi atteggiamenti e ti sembra di averli dimenticati quando
invece fanno soltanto parte di te-
-allora
sarà una continua sofferenza stare con me, Ino-
ribatté lui -se te lo ricordo talmente tanto-
-no, invece- rispose
lei -sono felice perché in un certo senso tu lo fai
rivivere. Piuttosto sarai tu a soffrire se mi dici che lo senti
così lontano-
Shikamaru non rispose.
In quel momento si rese conto di come le solite cose che faceva con
Asuma le facesse ancora, ma con Temari. Giocava a scacchi, parlava,
scherzava e guardava le nuvole come un tempo e faceva anche qualcosa in
più dato che era con Temari che le faceva.
Questa presa di
coscienza improvvisa lo sconvolse più di quanto possa
sembrare, ma almeno gli diede la scossa che gli serviva. Ora sapeva che
cosa doveva fare.
-senti Ino-
cominciò -secondo te io appartengo a Temari?-
-no- rispose subito
lei -io ho sempre pensato che le persone non sono come gli oggetti che
si possono possedere, ma al limite si può stare loro
accanto, anche se si tratta di due innamorati. Come mai questa domanda
Shikamaru?-
Lui non rispose
nemmeno stavolta. La decisione che aveva preso era dura e difficile, ma
era sicuro che fosse quella giusta. Temari era la prima donna che aveva
amato, la prima persona che aveva trovato ad accoglierlo dopo la morte
di Asuma e si era attaccato così tanto a lei da creare un
legame che sembrava inscindibile ma che invece stava soffocando
entrambi. Lui la usava per sostituire Asuma, non perché era
Temari, e lei gli aveva creduto. Stava ingannando se stesso e lei fin
dall’inizio. Questo non era giusto.
-sono
d’accordo con te Ino- le disse poi girandosi a guardarla
-cercare di appropriarsi di una persona è inutile, la sola
cosa che si può fare è camminare mano nella mano*
e accompagnarla durante il suo cammino, senza lasciarla mai-
E a quel punto
sollevò la mano di Ino fino alla sua bocca e la
baciò.
-grazie di farlo con
me Ino- le disse. Poi la lasciò e si allontanò.
Aveva una faccenda da sbrigare e doveva farlo al più presto.
-Shikamaru- lo
richiamò Ino e lui si girò.
-se non ci fosse
Temari- gli disse -tu mi ameresti mai?-
Lui sorrise. Era la
stessa domanda che anche lui si poneva da mesi ormai e finalmente una
risposta ce l’aveva. Aveva sempre amato Ino, amato come
è giusto che fosse, non con secondi fini.
-non dovrai
più farti questa domanda Ino- le rispose sorridendo
-perché fra poco avrai la risposta, aspettami-
Si girò di
nuovo e se ne andò. Stavolta Ino non lo richiamò,
le lacrime che si mischiavano con la pioggia incessante era tutto
quello che aveva da dirgli. La felicità di quel momento le
toglieva tutto anche la capacità di parlare, e lelasciava
solo due possibilità: o ridere o piangere.
E lei le scelse
entrambe.
*Ren, Nana
ANGLO DRYAS:
Esperimento
Shika-Ino-Tem dopo la ri-rilettura di Nana ^^. Che ne pensate? Potete
dire tutto ovviamente, anche se la pensate in maniera diversa riguardo
alla risposta alla domanda. Dico solo che è solo una
provocazione non la mia opinione personale, però mi sembrava
un tema carino.
Aspetto qualche
commento, pleaze!
Baci, Dryas
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