Magia a Camelot

di ProudRavenclaw
(/viewuser.php?uid=526144)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


MAGIA A CAMELOT

La leggera brezza che soffiava nella foresta vicino a Camelot gli scompigliava i biondi capelli, mentre si soffermava ad osservare la ragazza: non aveva mai notato la leggiadria nei lineamenti della sua, ormai ventenne, compagna di giochi. I lunghi, mossi capelli castani erano legati in una coda laterale e le incorniciavano il viso delicato, la cui chiarezza metteva in risalto l'abisso buio dei suoi profondi occhi, nei quali più volte il principe di Camelot, Artù Pendragon, ebbe il timore di perdersi.
Le lunghe dita affusolate della principessa stringevano in modo deciso un arco di pregevole fattura e una freccia, mentre ogni suo muscolo era in tensione per mantenere la concentrazione.
Un rumore legnoso fece ridestare il principe dai suoi pensieri ed egli iniziò ad avvicinarsi alla ragazza, con aria seria. Fece aderire delicatamente le sue mani con quelle di lei, in un contatto quasi mistico, che risvegliò in Artù sentimenti mai provati. La vicinanza della principessa gli portò alle narici il suo profumo, così dolce e leggero, come una ninna nanna, mentre i suoi capelli gli solleticavano il viso.
In un movimento unico, Artù fece tendere l'arco alla ragazza e, insieme, scoccarono la freccia, che andò a conficcarsi al centro del bersaglio, che era stato appeso ad un albero lontano.
I due giovani rimasero a contatto per un tempo infinito, indecisi se tornare alla realtà o farsi cullare dalle sensazioni di quel momento... magico.
Era così: la magia degli stregoni era stata bandita da Camelot, ma in quell'istante nella foresta regnava un altro tipo di magia, un sortilegio che si stava compiendo nel cuore di due giovani, con personalità così diverse ma con i rispettivi spigoli che combaciavano perfettamente, come i loro corpi in quel momento.
Rimasero lì, in quella posizione, ad assaporare l'uno il profumo dell'altra, senza proferire parola, poiché qualsiasi vocabolo sarebbe risultato inefficace nel descrivere quella sensazione di infinita complicità, a causa della quale nessuno dei due sarebbe mai stato giustiziato.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
SPAZIO AUTRICE
Questa è in assoluto la prima fanfiction che pubblico qui, quindi ho optato per qualcosa di breve ma conciso. A dir la verità non sono riuscita a rendere perfettamente tutto ciò che avevo in mente, visto che trasportare nero su bianco qualcosa di astratto è piuttosto difficile, ma spero che siate riusciti comunque ad apprezzare. Al prossimo progetto ;)
 
ProudRavenclaw




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2773569