Batesian Mimicry
Ma
poi che cos'è un bacio?
Un
giuramento fatto poco più da presso, un più
preciso patto,
una
confessione che sigillar si vuole,
un
apostrofo rosa messo tra le parole "T'amo";
Un
segreto detto sulla bocca,
un
istante d'infinito che ha il fruscio d'un'ape tra le piante,
una
comunione che ha gusto di fiore,
un
mezzo di potersi respirare un po' il cuore e assaporarsi l'anima a fior
di labbra.
Il liquore finisce troppo in
fretta, lasciandoti con una sensazione di piacevole stordimento e
l'impressione (errata, sì, a questo ci arrivi ancora, ma
comunque forte) di avere davanti agli occhi
più stelle di quante ve ne siano in realtà a
rischiarare le notti di Washington D.C.: niente di veramente troppo
buono. Se poi hai voglia di considerare che non le stai neanche vedendo in cielo, ma luminose e bellissime sul
volto della tua socia, allora diventa pure peggio.
Non è proprio per
zittire quella voce
(Qual è la
differenza tra una farfalla Monarca e una Viceré, Cal? Ricordi la risposta?)
quella tua voce un poco lamentosa,
che ti sei scolato le prime tre dita?
Quella che parlava al posto tuo
mentre Gillian ti era talmente vicina da poter sentire il suo respiro
sul tuo collo e il calore delle sue dita sulla spalla, attraverso la
stoffa della camicia?
«Non vedo l'ora che sia
domani» ti aveva detto con un sorriso, ripagandoti con la tua
stessa moneta. Perché le avevi detto grazie, un avvenimento
raro, quasi impossibile, e non potevi cavartela con così
poco. Gill ripulisce i tuoi casini da talmente tanti anni che il minimo
che potevi fare era lasciare che ti prendesse un po' in giro.
Così eri stato al gioco.
Le avevi sorriso e avevi domandato «Perché, che
succede domani?» e anche se sapevi già la
risposta, la sensazione di secchezza alla gola non faceva che aumentare.
Era l'espressione con cui lo avevo
annunciato. Seria, con un piglio quasi regale e appena appena una punta
di malizia, proprio come tutte le battute che vi scambiate da sempre.
«Divento ogni giorno più bella!» aveva
esclamato Gillian, posandoti di nuovo le mani sulle spalle, e l'unico
pensiero che eri riuscito a processare era il desiderio impellente e
violento di baciarla, baciarla e che tutto il resto andasse pure al
diavolo.
Ma non lo avevi fatto.
Il momento era passato ― un lungo
secondo infinito che si era sbriciolato tra di voi nell'arco di un
respiro ― e avevi detto solo: «C'è ancora qualcosa
da bere, tesoro?»
Nient'altro.
Che avresti voluto dire, in
realtà?
(Sai qual è la
differenza tra una farfalla Monarca e una Viceré, Gillian?
Sai cosa sono io?)
Niente.
Niente, e Gill aveva sorriso di nuovo.
E allora avevate bevuto.
Bada bene. Se ci ripensi adesso, con una buona dose di alcool in corpo,
ti pare perfettamente naturale. Tu forse non la saprai leggere, non
come lei riesce a leggere te, questo è certo, ma il tuo
istinto ― quel maledetto istinto acquisito in vent'anni di studio,
quello che il settanta percento delle volte ti dice giusto ma
chissà come in situazioni come queste la percentuale
è sempre sotto al trenta, scotch o non scotch ― non ti ha sugggerito forse
quanto maledettamente giusto fosse quel sorriso? Perfetto, per
mascherarci dietro un'emozione forte come la delusione.
Delusione
(Sei delusa, Gill? Ti ho
delusa in un mezzo milione di modi, perché stavolta dovrebbe
essere diverso?)
o
(La sai la differenza tra
una farfalla Monarca e una Viceré, Cal? Sei sicuro di voler scommettere?)
solo puro, semplice desiderio di
vedere qualcosa?
Sei troppo
(poco)
ubriaco per domandartelo adesso.
Avrai tempo, più tardi. Avrai tempo stanotte e tutte le
notti dopo.
«La bottiglia
è vuota, Cal». Gillian si lamenta, fa una
smorfietta come un bimbo capriccioso. Le sue mani sono di nuovo sulle
tue spalle, e stavolta non si staccano. Non lo permetti,
perché adesso anche tu la stai tenendo stretta, e se c'era
stata una qualsiasi remora prima, adesso decidi che ne hai avuto
abbastanza.
E non è l'alcool a
parlare, o le stelle troppo luminose (ma potrebbero anche essere
lampioni) che sembrano rischiarare il viso di lei in questa piccola
riproduzione di angolo di paradiso e scotch che vi siete creati, ma la
stanchezza. Siamo soci, buoni amici non funziona più.
È una balla cui hai smesso di credere da un pezzo, e non hai
mai neanche provato a pensare che potesse suonarti vera quando
ti saresti ritrovato con le difese abbassate, annichilito di fronte
alla schiacciante verità che finalmente riesci a leggere sul
viso della donna che hai tra le braccia.
E se vi fosse potuto essere un
momento più sbagliato e giusto insieme di questo per iniziare a comprendere Gillian, non sai
dire. Sai solo che sei alticcio, impolverato sotto il casco da miniera
che ancora indossi e tanto stanco, stanco di ogni cosa, e che vuoi
baciarla.
«Va bene»
acconsente lei. Ha un sorriso malizioso sulle labbra, vagamente
soddisfatto. Ancora una volta, l'oceano emozionale di Cal Lightman,
tenuto così sotto controllo agli occhi del resto mondo, non
è impermeabile alla persona che meglio conosce
ciò che lo agita, ogni minima onda o increspatura, e che non
ha remore ad immergerglisi sotto.
«Però non
è giusto, così» ti lamenti, mentre una
delle tue mani abbandona i suoi fianchi per salire al collo di Gill.
Senti il suo battito irregolare, forte sotto le tue dita, e allora non
hai bisogno di leggere ciò che le sue pupille dilatate, il
respiro corto e le labbra appena appena dischiuse ti dicono,
perché hai già la sua ammissione di colpa, una
copia esatta, parola per parola, battito per battito, della tua.
«Sono più
brava di te, ammettilo» ti punzecchia, prima che finalmente
la distanza tra di voi si esaurisca e le vostre labbra si sfiorino,
appena appena.
«Mai» sussurri,
e le vostre bocche si muovono in sincrono mentre pronunci quell'ultima
parola e poi non c'è più niente da dire,
c'è solo un lungo, infinito attimo sospeso nel buio delle
vostre palpebre abbassate mentre finalmente vi baciate e la tua voce
interiore
(Sei sicuro, Cal? Monarca o
Viceré? Sei certo non essere velenoso?)
infine tace, morendo con il poco di
razionalità su cui avevi provato ad aggrapparti.
E l'unica cosa che pensi
è che se deve essere una farfalla, sia quella giusta.