26 kiss on the road to Narnia

di Red Raven
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Edmund alzò lo sguardo al cielo.
La pioggia scendeva sul suo viso come lacrime amare. Immobile tra i londinesi ignari, Edmund rimpianse di non avere la spada con sé. Rimpianse di averla lasciata sul campo di battaglia, di aver preso le sorelle e aver attraversato il portale per Londra.
Rimpianse di non essere rimasto, mentre gli orchi avanzavano verso di loro. Di non essere rimasto, quando Peter gli aveva urlato di andarsene. Vedeva ancora la prima freccia che andava a segno.
Edmund serrò gli occhi: la pioggia cadeva su Londra, mentre il suo sole era rimasto a Narnia, per sempre.

Fortuna che ti abbiamo trovato!”
Fortuna è proprio il termine giusto, pensò Peter, cercando a fatica di alzarsi dal letto.
Il giovane tasso che lo aveva curato borbottava vicino al fuoco, mentre uno scoiattolo curioso continuava a parlare a vanvera.
“Edmund…devo…”
“Tu devi tornare a letto, ragazzo” disse il tasso, spingendolo a forza sul letto.
“Non capisci…” protestò “Edmund…starà male senza di me…”
“Starà peggio se muori, non credi? Ora dormi” insistette il tasso.
Peter non seppe cosa gli aveva dato, ma si addormentò prima di avere il tempo di replicare che senza Edmund al suo fianco sarebbe morto comunque.

Giuro sul mio onore, dico il vero! Il principe Edmund è morto sul campo di battaglia, l’ho visto con questi miei occhi”
Peter non resistette: diede un pugno sul brutto muso dell’orco, facendolo cadere a terra.
“E’ re Edmund, carogna” borbottò all’ orco sanguinante. Fece cenno ai fauni di portarlo via.
Si appoggiò al muro umido della grotta, esausto: per un momento aveva temuto…aveva pensato…
Si riscosse: no, si disse. Edmund era vivo. Se lo sentiva. Non poteva credere che fosse morto, come non poteva credere che il sole avesse smesso di sorgere.
E con questa convinzione tornò a cercarlo.

Hai aspettato a lungo chi amavi. Ora la tua attesa è terminata. Riposa in pace.
Queste le parole sulla lapide grigia e fredda come il cielo di Londra. Parole pesanti come macigni, sotto il nome di Edmund. A fianco due date: la prima di nascita, la seconda, troppo, troppo vicina alla prima, di morte.
Peter cadde in ginocchio nel fango, leggendo incredulo: a malapena sentiva la mano di Lucy sulla sua spalla.
Poggiò la testa sul terreno, come per farsi inghiottire dalla terra, raggiungerlo: e pianse le lacrime di anni interi, per la fine di Edmund e per la sua.

Note di Red: a parte che ci ho messo un’epopea a continuare questa challenge (pensavate che l’avessi abbandonata, eh? E invece no!), ho intenzione di finirla a breve, o perlomeno di mettere drabble più allegre di queste quattro. Tra parentesi, queste qui sopra possono essere lette come la continuazione l’una dell’altra, o come a se stanti. Gli orchi: sì lo so che non ci sono nell’universo di Narnia, ma sono un classico dei fantasy e ho pensato che ci stessero bene come “cattivi”. Passatemi la licenza poetica, orsù ^^
Detto ciò, come al solito vi chiedo di commentare e di dire che ne pensate ^^ Ringrazio chi ha commentato, chi ha letto e basta, tarep che l’ha messa tra i preferiti e Lady Riddle che l’ha messa tra le seguite. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto ^^
Alla prossima!




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