NOTE
AUTRICE: Hola! Dopo aver visto la 4x09 di Teen
Wolf, la mia testolina ha elaborato questa --- cosa. Non so come
definirla, boh. E' scritta molto di getto. Per chi non ha ancora
guardato la puntata o non è arrivato alla quarta stagione
questa OS è un enorme SPOILER,
dato che nella mia testolia è tipo un missing moment di
questa grandiosa puntata. Non so nemmeno perché la sto
pubblicando, non ne sono molto soddisfatta --- mi interessano i vostri
pareri, ecco. Ditemi cosa ne pensate e buona lettura! <3
Time.
« Oh, andiamo, Lydia! Concentrati! »
Stiles era stanco, ma continuava a consumare la suola delle sue
converse sul pavimento della sua camera, andando avanti e indietro
mentre Lydia fissava un punto indefinito sullo schermo del pc provando
a ricordare qualcosa che non conosceva, una chiave, qualsiasi cosa
fosse collegata a sua nonna.
In un attacco di rabbia, la ragazza battè una mano sul piano
della scrivania, Stiles sobbalzò e le poggiò
automaticamente una mano sulla spalla, per darle sostegno, conforto.
« Ci sto provando, Stiles! Ma non ci riesco, mi
sento inutile. E stupida. »
Le mani di Lydia andarono a coprire il suo volto paffuto, sentiva
premere le lacrime ai bordi degli occhi e quasi non si accorse che
Stiles, afferrando lo schienale della sedia, l'aveva girata verso di
lui. Si piegò sulle ginocchia, per arrivare all'altezza del
viso di Lydia e le prese le mani spostandole delicatamente dal viso
pallido per la stanchezza e lo stress. La ragazza non oppose resistenza
e lo lasciò fare, sapeva che Stiles era l'unico che riusciva
a tranquillizzarla anche con un piccolo gesto come quello.
Il ragazzo la guardava dolcemente, con gli angoli delle labbra appena
alzati in un piccolo sorriso.
« Stupida? Tu?
»
Stiles scosse la testa ed intrecciò le sue dita con quelle
della ragazza, che in quel momento le sembrava una bambina. Il suo
cuore iniziò a battere più velocemente, come se
fosse il ricordo di quel ragazzino impacciato e imbarazzante che
diventava ogni volta che Lydia Martin gli passava accanto. La sua mente
iniziò a vagare veloce mentre Lydia annuiva
impercettibilmente, sapeva che lui l'avrebbe comunque colto.
Stiles riusciva a notare ogni singolo dettaglio di Lydia, un colore
diverso di smalto, un'espressione, un sentimento. Qualsiasi cosa.
Perché lui era un osservatore, uno di quelli che non si
lasciano sfuggire niente, uno di quelli che crede che anche il
più piccolo dei dettagli sia importante.
« Lydia, ti voglio raccontare una storia --
»
Iniziò il ragazzo che venne bruscamente interrotto da lei,
che aveva alzato il sopracciglio destro.
« Non è il momento per le storie! Dobbiamo trovare
una chiave! »
Aveva sbottato iniziando a pensare che fosse uscito fuori di testa,
Stiles in tutta risposta roteò gli occhi verso il soffitto,
stringendo anche l'altra mano della ragazza che sentì
un'ondata di calore dritta dritta verso il cuore. Stiles la faceva
sentire sicura, protetta. A
casa.
« Lasciami parlare, okay? Conoscevo un bambino una
volta, in terza elementare - più o meno - che mi
parlava sempre di una bambina con i capelli biondo fragola e due
occhioni verdi. Vedi, questo bambino, la osservava ogni giorno
perché pensava che fosse davvero carina con quelle trecce e
le guance perennemente arrosate. Un giorno, la maestra aveva indotto
questa strana competizione di lettura e ricordo che quel bambino odiava
leggere ad alta voce perché a volte balbettava e tutta la
classe lo prendeva in giro ma lei, oh lei era fantastica, leggeva
perfettamente e spiegava ogni singolo paragrafo con una tale
attenzione! Stavano leggendo un passo del piccolo principe, quel giorno
di dicembre e lei era l'unica ad aver capito che quel che era disegnato
sul libro in realtà non era un cappello, come tutti avevamo
pensato, ma un serpente che mangiava un elefante e io mi ricordo, che
quel bambino, mi disse che in quel preciso istante aveva pensato che
quella bambina fosse maledettamente intelligente, forse anche
più della maestra e che avrebbe voluto odiarla,
perché era più brava di lui. Ma alla fine, sai
cosa mi disse? »
Lydia scosse la testa, aveva già capito di chi stava
parlando, chi fossero quei due bambini. Da piccola, aveva sempre
pensato che Stiles fosse buffo e tenero, come un peluche. Un sorriso
sorpreso e bagnato dalle lacrime che avevano preso a scivolarle sulle
guance si dipinse sul suo viso e Stiles sciolse l'intreccio di dita di
una mano e le asciugò una piccola gioccia salata con il
dorso della mano, approfittandone poi, per accarezzarle il viso.
« Beh, mi disse che non riusciva ad
odiarla. Mi disse che - cavolo!
- era cotto di lei! E poi iniziò a creare un piano decennale
per conquistarla. »
Lydia rise tra le lacrime e riuscì a contagiare anche
Stiles, che non riusciva ancora a credere di averle raccontato tutto.
Lydia portò la mano libera su quella del ragazzo ancora
poggiata sulla sua guancia e gliela strinse.
« Ci è riuscito? L'ha conquistata?
»
Aveva domandato, con la voce incrinata per via del groppo che aveva
alla gola e Stiles aveva alzato le spalle.
« Beh, ci sta ancora lavorando. »
Aveva detto, mentre un sorriso sghembo gli era apparso sul volto, quel
sorriso così da Stiles che nessuno avrebbe potuto mai
imitare. Un sorriso così suo, che Lydia avrebbe voluto
guardare per sempre, avrebbe voluto che tutti quei sorrisi fossero
regali solo per lei.
« Io credo che ci sia riuscito. »
Stiles aveva gli occhi lucidi, avrebbe tanto voluto baciarla in quel
momento. Si avvicinò a lei, attirando a sè il
viso arrossato e solcato dalle lacrime di lei e - bip bip bip!
Il rumore insistente della stampante risuonò in tutta la
stanza, i due ragazzi sobbalzarono e Stiles - come se si fosse appena
risvegliato da un sogno - si tirò indietro, lasciandole il
viso e quasi cadde con il sedere sul pavimento. Si alzò
velocemente e Lydia si asciugò le lacrime.
Non era il momento per le dichiarazioni.
Non era il momento per innamorarsi ancora e ancora e ancora.
Dovevano aiutare i loro amici.
« Hai qualche idea? Per la chiave, dico. »
Lydia aveva ancora la voce incrinata e le guance umide ma aveva
ricominciato a tamburellare le dita sulla scrivania.
« Prova con Maddy, è sicuramente Maddy!
»
Aveva detto Stiles, ancora un po' scosso, con la voglia di buttare via
il computer e stringere Lydia tra le sue braccia.
Ma non poteva, non c'era tempo.
Non avevano il tempo per
innamorarsi.
|