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Già alcuni mesi erano trascorsi dalla sconfitta di
Caos, e all’orizzonte il cielo era più sereno che mai.
Gli abitanti di Tokyo sembravano avvertire
l’arrivo di una nuova era, ma solo in pochi erano a conoscenza del perché di
simili sensazioni; in ogni angolo di strada, la gente sembrava più serena,
felice, e ovunque si guardasse non c’era l’ombra di sofferenza.
Ferma davanti a una boutique di abiti da sposa,
una giovane dai lunghi capelli biondi ammirava rapita un abito bianco,
dall’ampia gonna e dal corpetto ornato con delicati ricami.
Una scritta prometteva sogni di felicità:
Realizza il tuo più grande sogno. Regina per un giorno.
«Anche io voglio essere Regina… solo per un
giorno. Il mio giorno…»
Una lacrima scivolò, insolente, lungo il suo bel
volto, e lei la lasciò stare, dandosi mentalmente della sciocca: non poteva
piangere per così poco.
«Che vi dicevo? Eccola incantata davanti la solita
vetrina!»
«Usagi! Ti stiamo aspettando da più di venti
minuti, ormai…»
La giovane alzò lo sguardo verso le sue
interlocutrici e si affrettò a sorridere in loro direzione. «Mi dispiace,
ragazze. Non mi ero accorta del tempo che passava.»
«Che altro dobbiamo fare con te, Usagi?» la sgridò
la prima ragazza, ma lo sguardo comprensivo che le rivolse nulla aveva a che
fare con un rimprovero.
«Rei, lo sappiamo che non sei un tipo romantico
come me…» commentò la bionda, e nel parlare cinse con un braccio le spalle delle
due ragazze. Poi si rivolse all’altra giovane: «Ami, hai già ricevuto i
risultati degli esami di ammissione?»
Ami annuì e mostrò loro la lettera dell’Università
di Berlino a cui aveva fatto domanda per un corso estivo.
«Ya!» esultò Usagi, «lo sapevo che ce l’avresti
fatta!»
«Andiamo a festeggiare, allora!» si unì Rei, e
preso il cellulare fece giusto un paio di telefonate per comunicare alle amiche
la bella notizia.
In men che non si dica, il gruppo di guerriere
Sailor era nuovamente riunito in quello che, per tanti anni, era stato il loro
quartier generale. La sola differenza era che, in quell’occasione, non avrebbero
discusso di nuove tecniche per sconfiggere i nemici, ma avrebbero festeggiato la
combattente di Mercurio per i risultati degli esami.
«Dopotutto, se non avessi superato tu gli esami»
borbottò Minako, «che speranze avremmo avuto noi, comuni mortali?»
«Così mi fate sentire in imbarazzo» si schermì
Ami, ma il luccichio che aveva negli occhi dava a intendere quanto fosse
orgogliosa del risultato ottenuto.
«E voi che farete, ora che la scuola è terminata?»
Usagi sembrò rattristarsi di nuovo: quante volte
aveva sentito le sue compagne e amiche annunciare grandi progetti per il proprio
futuro?
Non ascoltò Makoto comunicare la sua decisione di
un viaggio a Parigi, per «saggiare le capacità dei miei futuri colleghi
pasticceri»; né Minako, il cui obiettivo era entrare a far parte dei pochi
eletti per partecipare a uno stage musicale, «in modo da migliorare le tecniche
vocali, e diventare, un giorno, una idol di successo»; neanche Rei ebbe
la sua attenzione, quando comunicò di «volersi dedicare con tutta me stessa al
Tempio, per non affaticare troppo il nonno».
«E io?» si domandò, e si accorse di non avere
risposte.
Tutto il suo futuro era già stato deciso ancor
prima della sua nascita, e non avrebbe avuto senso volersi ribellare a un passo
dal compimento del proprio destino.
Il pensiero volò immancabilmente all’abito da
sposa appeso nella vetrina del negozio, e rifletté che lei non ne avrebbe avuto
mai uno simile: lei presto sarebbe stata incoronata Regina di Crystal Tokyo, e
al suo fianco avrebbe avuto Mamoru, come sempre negli ultimi… mille anni.
Amava Mamoru, di questo ne era più che convinta.
Ma lui? Stava con lei solo per un insano senso di fedeltà verso il loro destino,
o al contrario avrebbe voluto allontanarsi e crearsi una vita propria?
Mamoru voleva diventare un medico, ma tutti i suoi
sforzi sarebbero comunque stati vani, in previsione del compito che lo
aspettava.
Quello che realmente avrebbe voluto, Usagi lo
sapeva benissimo: voleva provare l’ebbrezza dell’innamorarsi ancora, di essere
solo in due, senza compiti più grandi di sé ad attenderla.
Fu con questo stato d’animo che, quella sera,
rientrò a casa.
Salutò i genitori, sempre presenti in ogni
situazione, ma che mai avevano anche solo sospettato che la loro primogenita, la
loro imbranata figlia, avesse più e più volte rischiato di morire per salvare il
mondo; adducendo come scusa un tremendo mal di testa, si rintanò in camera sua,
«e poi ero con le altre al Crown, e ho già mangiato.»
Quasi ignorò la fedele Luna, acciambellata sul
letto e, scostate le coperte, si rannicchiò sotto ad esse; prese la spilla,
contenente l’oggetto più potente della galassia, e rimase ad osservare il
Cristallo: sembrava opaco, ma Usagi sapeva che era tutta immaginazione, la sua.
«Usagi, stai bene?» domandò la gattina, ma
ricevette come risposta solo un sorriso e un molto poco sincero «Sono solo
stanca.»
In realtà, Usagi avrebbe voluto gridare, fino a
perdere la voce, fino a non avere più fiato, e ribadire per sempre il suo più
grande desiderio. «Vorrei solo essere una ragazza come tante…»
Presto si addormentò, incurante delle lacrime che
non poteva, e non voleva, più trattenere.
Non si accorse di una goccia salata che cadde sul
Cristallo, né del tenue bagliore emesso dal gioiello che diventava via via più
luminoso, fino ad avvolgere tutta la stanza con la sua calda luce.
Sono in vena di reprise,
ultimamente...
Anche questa storia, come Sailor
Moon e il Triangolo di Luce, ha quattro, lunghi, anni di vita.
A conti fatti, è stata la prima
storia che abbia mai avuto il coraggio di pubblicare su EFP...
Sono legata a questa fic proprio
perché è grazie ad essa che ho mosso i primi passi nel mondo della scrittura, e
mi vien da pensare che, se non l'avessi fatto, ora non sarei ad aspettarvi tra
gli scaffali delle librerie italiane col mio romanzo...
E dunque, anche per questo, non me
la sono sentita di lasciarla in un angolino, in attesa di un po' di luce che,
conoscendomi, non sarebbe mai giunta...
Tra le note, vedrete sicuramente
la dicitura What if...?, e già leggendo queste poche righe del prologo capirete
il perché; ho preferito anche aggiungere OOC non perché sia mia intenzione
primaria stravolgere completamente i personaggi, ma semplicemente perché non so
se, andando avanti con la revisione, riuscirò a mantenerli così come li
conosciamo... Probabilmente, mi avvicinerò più ai personaggi del manga, come
personalità, che alla loro trasposizione televisiva, ma meglio comunque
avvertire di cambiamenti, piuttosto che prendervi alla sprovvista...
Non inserisco la nota Alternative
Universe perché, alla fine, non si tratta di una storia completamente estranea
alle avventure ordinarie delle Senshi (se avrete la voglia di arrivare alla
fine, scoprirete da soli il perché ^^), ma se doveste trovare qualcosa che la
vorrebbe, non esitate a dirlo!
Anche per questa storia, se avrete
pazienza e vorrete seguire con me le (dis)avventure di Usagi, mi farebbe piacere
sapere cosa ne pensiate...
La dedica per questa storia va a
Claudia aka Wicca87: da sempre ha amato questa fic, e credo sia il minimo
dedicarla a lei, ora che, dopo tante parole, ho deciso di riprenderla in mano...
Detto questo, grazie per essere
arrivati fin qui, e grazie se vorrete continuare a seguirmi in questo folle
esperimento...
Kla
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