Lethal Love

di Sognatrice_2000
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Capitolo 12:
 

 
“Allora,gliel’hai detto?”Ran saltella da un piede all’altro,seguendomi agitata lungo uno dei tanti corridoi dell’ospedale.
“Vuoi smetterla di fare così,per favore? Comunque sì,gliel’ho detto”Alzo gli occhi ali cielo prefigurandomi già la sua reazione,e stringo più forte i fogli che ho sotto il braccio affettando il passo.
“Wow,ma è fantastico,Shiho!! E lui cos’ha detto?”
“Niente.”Rispondo distrattamente osservando una radiografia.
“Come,niente?!”
“Ran,scusami,ma queste non sono cose che ti riguardano”Esclamo un po’ scocciata, aprendo la porta di una stanza e cambiando la flebo ad un paziente piuttosto anziano. Lei mi segue cercando di aiutarmi e nel frattempo non smette di parlare.
“Non volevo essere ficcanaso,solo non pensavo che tu avessi avuto il coraggio di dirglielo…”
“Perché? Dovrei vergognarmi di aspettare un bambino?”Ribatto secca,sistemando delle medicine sul comodino.
“No,è solo che… insomma,vi siete parlati?”
“Sì,e mi ha detto che non intendeva farmi niente,perciò chiudiamo l’argomento e pensiamo a lavorare.”
Ran non aggiunge altro,ma appena si gira tutta la mia durezza scompare e non posso fare a meno di ricordare la conversazione che abbiamo avuto ieri…
 
 
“Stai parlando sul serio?”
“Sì,l’ho scoperto ieri,ero così stupita che non sono riuscita a dirtelo subito…”
“E’ meraviglioso…”Mi aveva sussurrato lui,posandomi una mano sulla guancia in una lieve carezza. “Un bambino nostro…”Mi aveva abbracciata e stretta a sé con forza,e io mi ero sentita la donna più felice della terra.
“Avrà un papà fantastico…”Avevo scherzato io,ridendo lievemente. “Sarà bello come te,spero che abbia i tuoi stessi occhi…”
“Io invece mi auguro che sia dolce e buono come te.”Gin aveva sorriso,poi il suo sguardo era cambiato improvvisamente,e si era fatto più opaco. “Non credo che avrò mai occasione di vederlo…”
Quelle parole avevano distrutto in un istante la mia gioia. Avevo cercato di forzare un sorriso,impedendomi di piangere,ma con scarsi risultati. “Che cosa dici? Lo vedrai sicuramente,dovrai aiutarmi… non sperare di cavartela tanto facilmente,non potrei certo fare tutto da sola.”Lui mi aveva accarezzato dolcemente i capelli,stringendomi più forte. “Sai bene che non sarà così… ma sono felice ugualmente,sappilo. Non fare quella faccia,avanti… certo che se fosse piagnucolone come te sarebbe proprio un bel problema.”Mi sorride e anch’io faccio lo stesso,seppur con gli occhi lucidi.
Non erano servite altre parole,non erano servite inutili spiegazioni,i nostri sguardi dicevano tutto quello che c’era da dire. E io,nella tristezza che mi dava la consapevolezza che ciò che aveva detto era vero,ero felice ugualmente.
 
 
Mi riscuoto velocemente,quando noto l’occhiata interrogativa di Ran,e mi preparo a visitare l’anziano disteso sul letto della stanza. È stato operato la settimana scorsa in seguito alla rottura del femore,un intervento molto delicato considerando la sua età. Terminata la solita procedura,consegno un foglio a Ran.
“E’ tutto a posto per adesso,comunque per stare tranquilli gli facciamo un’analisi del sangue. Vai a chiamare un’infermiera.”
Ran si allontana velocemente,e adesso che non sento più il peso del suo sguardo,mi sento più serena. Sorrido all’anziano,rivolgendomi a lui con tono calmo e rassicurante. “Bene,adesso non si preoccupi,le do una piccola dose di antidolorifici per calmare il dolore,per il resto è tutto a posto,tra poco arriverà l’infermiera per un esame di routine. C’è qualcos’altro che posso fare per farla stare meglio?”
Lui si sporge su di me,rivolgendomi un sorriso sdentato. “Vuole sposarmi?”
Mi trattengo a stento dal ridere. “Accipicchia…”
“Ho la tessera gratuita per l’autobus”Dice fiero lui,e io continuo a sorridergli, divertita.
“Beh,allora come rifiutare una proposta simile? Vado a prendere il mio abito da sposa,lei aspetti qui,arrivo subito.”
Ran,arrivata silenziosamente alle mie spalle,soffoca una risata e raccoglie i capelli in una lunga coda. “Tieni d’occhio il mio fidanzato fino a quando non arriva l’infermiera.”Sorrido scherzosa e le faccio l’occhiolino,prima di uscire dalla stanza per occuparmi di un altro paziente.
Dopo un paio d’ore di intenso lavoro mi fermo davanti al distributore di bevande,e riempio il mio bicchiere di cappuccino. Mi siedo su una panca e avvicino le labbra al bicchiere, pensierosa,ma proprio quando sto per bere il primo sorso un’infermiera mi richiama per un’emergenza. Sospiro,appoggiando il bicchiere sulla panca,e mi allontano in fretta. Quando ritorno riprendo il mio bicchiere e,stanca,mi siedo chiudendo per un attimo gli occhi. Poco dopo sento qualcuno che mi abbraccia,e stupita sollevo le palpebre.
“Gin… cosa ci fai qui?”Mi stacco da lui,preoccupata. “Torna nella tua stanza,potresti sentirti male…”
“No,voglio restare qui con te. Mi sentivo solo,così sono venuto a cercarti…”Mi attira a lui con forza,e mi scappa un risolino.
“Non sarai geloso,per caso?”
“Può darsi.”
“Non hai tutti i torti. Oggi ho già avuto una proposta di matrimonio.”
In quel momento sbuca nel corridoio l’anziano di prima,che mi ripete la domanda: “Dottoressa,vuole sposarmi?”
Sorrido. “Certo,non desidero altro.”In quel momento arriva trafelata Ran.
“Le avevo detto di non muoversi dalla sua stanza. Venga,la riaccompagno”Li osservo allontanarsi con un sorriso,sempre più divertita.
“Adesso sono due”Preciso ridendo e abbracciandolo dolcemente. “Sul serio,è meglio che torni in camera,potresti stare di nuovo male. Ti accompagno io,non c’è problema. Dammi solo un minuto.”Mi  stacco e afferro il bicchiere con il cappuccino, portandomelo alle labbra. Prima che possa berlo,però,vedo Gin avvicinarsi velocemente e bere il liquido al posto mio.
“Ma che fai?”
“Era avvelenato…”Sussurra lui con voce roca.
“Cosa? Non è possibile…”
“Vai via… è pericoloso…”
Afferro le sue spalle,cercando di sostenerlo. “Non me ne vado,non ti lascio in queste condizioni… devi spiegarmi cosa sta succedendo. Prima quella donna,adesso il veleno…”
Lui però non mi risponde,si accascia contro il mio corpo,e io vado nel panico in un istante. No,non può finire così,non deve finire così…
“Per favore,rispondimi!”Le lacrime si fanno strada sul mio volto,disperate. “Aiuto,aiutatemi!”
“Che succede?”Qualche dottore e infermiera si avvicina,e io spiego confusamente la situazione,continuando a stringerlo a me. Un medico gli afferra il polso. “Respira,c’è battito. Forse possiamo ancora salvarlo.”
I miei occhi si illuminano di speranza e il mio cuore compie un balzo di gioia a quelle parole. “Dice sul serio?”
“Sì,però dobbiamo fargli subito una lavanda gastrica d’urgenza. Dovrebbe lasciare che ce ne occupassimo noi.”
“Certo…”Arrossisco imbarazzata,lasciando il braccio di Gin e allontanandomi appena. “Posso… posso venire anch’io?”
“Non è necessario,lei ha altri pazienti di cui occuparsi. La avviseremo del risultato, stia tranquilla.”
“D’accordo…”Rispondo poco convinta,ma non mi allontano fino a quando non vedo che è stato portato via.
Mi rinchiudo in un bagno e scoppio in lacrime,senza più riuscire a frenarmi. Quel veleno era destinato a me… ma per quale motivo? E come faceva lui a sapere che la mia bevanda era avvelenata?
Dopo qualche minuto,quando ormai ho sfogato tutta la mia disperazione,cerco di ricompormi e mi asciugo frettolosamente le lacrime,poi esco fuori non appena sento qualcuno che mi chiama.
Le successive due ore passano con una lentezza esasperante,non riesco assolutamente a concentrarmi su nulla,i miei pensieri corrono sempre a Gin. È una sensazione inspiegabile,quella che provo in questo momento,è come se riaffiorasse alla mia memoria qualcosa di già vissuto… un veleno,sensi di colpa dolorosi e soffocanti… Alla fine,esausta ed esasperata,mi assento per un momento con la scusa che non mi sento molto bene.
Proprio nel momento in cui faccio una passeggiata nel corridoio allo scopo di scaricare un po’ la tensione,vedo dei dottori uscire da una stanza e il corpo di Gin disteso su un letto con le rotelle.
Corro verso di lui,rendendomi conto che ha gli occhi chiusi. Mi spavento,ma quando sento il suo respiro regolare mi tranquillizzo subito: che sollievo,per fortuna sta solo dormendo.
Sulle mie labbra compare un piccolo sorriso. “Allora?”Mi rivolgo ansiosa a un medico proprio di fronte a me. Lui mi guarda per qualche secondo,poi si decide a parlare.
“Adesso è fuori pericolo,per il momento è ancora sotto l’effetto dell’anestesia.”
“Che sollievo! Ne è proprio sicuro?”Esclamo raggiante,non potendo credere alle mie orecchie.
“Fortunatamente la sostanza tossica che aveva ingerito non era presente in una quantità molto elevata,quindi siamo riusciti ad eliminarla facilmente. Sarebbe bastata una dose leggermente più alta e non ci sarebbe stato più niente da fare.”
Mi asciugo gli occhi umidi e continuo a sorridere. Mi rendo conto di apparire sciocca, ma non posso farne a meno,il cuore sembra quasi scoppiarmi di felicità.
“Grazie,lo accompagno io in camera.”Lui mi rivolge un’occhiata dubbiosa,ma poi annuisce e si allontana rapidamente.
Conduco il letto fino alla sua camera e mi siedo sulla poltrona accanto a lui, aspettando pazientemente il suo risveglio. Dopo una buona mezz’ora lo vedo sollevare piano le palpebre,e mi precipito vicino a lui,abbracciandolo forte e piangendo di gioia. Lo stringo con forza,quasi con disperazione,come se avessi paura che da un momento all’altro gli scivolasse via dalle braccia.
“Che spavento… per un momento ho davvero pensato che ti avrei perso per sempre…”Singhiozzo senza più riuscire a fermarmi,ma quando la sua mano si posa sulla mia schiena tremante accarezzandola lentamente il mio pianto si affievolisce.
“Va tutto bene,non ti preoccupare.”
“E’ colpa mia… io a quest’ora dovevo essere morta… avrei preferito questo,piuttosto che vederti rischiare la vita per me…”
“Che cosa dici?”Improvvisamente il suo sguardo si fa duro,mi stringe con forza le mani sulle spalle e si solleva per guardarmi negli occhi. “Io non l’avrei mai permesso, hai capito?”
Piango più forte,gettandomi tra le sue braccia in cerca di calore. “Scusami,ma io… quando ti ho visto così…”
“Lo so,ma adesso sono qui,sono vicino a te.”Mi stringe a sé,accarezzandomi lievemente i capelli e lasciandomi sfogare. Dopo qualche minuto mi stacco a malincuore da lui,asciugandomi le ultime lacrime nascoste negli occhi.
“Adesso come ti senti?”Gli domando preoccupata,rimboccandogli le coperte sotto il mento con premura.
“Stai tranquilla,sto bene.”
“Ti credo,ma preferisco visitarti.”Per qualche minuto mi occupo di lui,controllando che ciò che mi ha detto corrisponda effettivamente alla verità,e a parte la sua solita tosse,vedo sul serio che sta bene.
Gli sorrido felice,accarezzandogli lievemente una guancia. “Per fortuna è tutto a posto. Adesso però devo chiederti una cosa: non riesco proprio a capire come facevi a sapere che la mia bevanda era avvelenata…”
Lui spalanca gli occhi,ma non mi risponde. Alla fine,dopo qualche secondo,sussurra: “Non chiedermelo più,per favore.”
“Perché,hai qualcosa da nascondere?”Il mio tono scherzoso sfuma subito,non appena incrocio il suo sguardo intenso e serio.
“Ci sono cose che non posso spiegarti,e che sicuramente preferiresti non sapere. Non torniamo più sull’argomento.”
Rimango spiazzata da quella risposta misteriosa,indecisa se insistere o meno,ma poi mi decido a lasciar perdere,non mi direbbe altro comunque. Quello che conta è che lui stia bene e sia vicino a me,tutto il resto non ha alcuna importanza.
“D’accordo,come vuoi tu. Tornerò più tardi a visitarti di nuovo e passerò anche la notte qui,tanto a casa non ho niente da fare. Mi raccomando,riposati”Sfioro le sue labbra con bacio leggero ed esco dalla stanza,finalmente tranquilla.
Il resto della giornata vola via,le ore si susseguono rapidamente una dietro l’altra,e il mio turno ormai è quasi alla fine,ma decido di non dire a Ran che ho intenzione di rimanere anche la notte,si preoccuperebbe troppo. La saluto come sempre, dicendole che mi trattengo solo per altri dieci minuti,e lei mi sorride senza sospettare niente.
Approfitto di quel momento di pausa prima dell’ora della cena e mi dirigo verso la toilette. Mentre mi sciacquo le mani mi ritrovo in mezzo alle chiacchiere di alcune mie colleghe,ma provo ad ignorarle. Parlano tutte della famiglia,dei loro problemi sentimentali,cose che non mi riguardano minimamente. Un tempo mi sarei sentita a disagio,vedendo come tutte avevano una vita privata tranne me,ma adesso ho cose molto più importanti a cui pensare.
“Mi pare che anche la nostra Shiho abbia fatto dei progressi,non trovate?”Esclama una dottoressa con gli occhiali nel lavandino alla mia destra,strizzandomi l’occhio con aria maliziosa.
“Hai ragione”Mi giro a sinistra,verso l’infermiera che ha parlato,che mi guarda con uno strano sorriso. Sbuffo seccata,allontanandomi e passando le mani sotto il getto d’aria calda per asciugarle. “Cosa state cercando di dire?”
“Andiamo,hai capito benissimo! Ti sei innamorata di quell’uomo,quel tipo strano che ha avuto un incidente poco tempo fa…”Dice l’altra dottoressa con tono divertito.
“Sei impazzita!? Non è affatto vero,io so soltanto seguendo il suo stato di salute come dottoressa.”
“Abbiamo saputo che ha una malattia… è vero?”
“Sì,un tumore al polmone.”Rispondo sforzandomi di rimanere impossibile.
“Davvero? E non ti dispiace neanche un po’?”Interviene l’infermiera più giovane, mentre si guarda allo specchio,forse nemmeno interessata alla mia risposta.
Alzo le spalle,facendo finta di niente,anche se mi sento bruciare dentro. “Ve l’ho già detto,sono interessata alla sua salute come dottoressa,ma niente di più.”Che fatica fingere il totale distacco. Se penso a come ho pianto quando ho scoperto che era malato…
“Sei sicura? E allora perché questa mattina ti ho vista abbracciarlo e piangere?”Mi chiede fintamente innocente.
“Ci stavi spiando?”Sono furiosa,mi sento avvampare al pensiero che abbia sentito quello che ci siamo detti,ma allo stesso tempo sono così arrabbiata che potrei darle una sberla.
“Cosa dici? Stavo solo distribuendo il pranzo ai pazienti e ti ha vista con lui…”
Respiro profondamente per calmarmi e le sorrido. “Quindi avevo ragione,quando mi hai vista ti sei messa a spiarci volontariamente.”
“No! Cioè,io…”Lei arrossisce imbarazzata,e io sorrido trionfante,soddisfatta di essermi presa la mia rivincita.
“Sarebbe meglio evitare coinvolgimenti emotivi con i pazienti”Aggiunge seria la dottoressa,senza traccia di sarcasmo nel tono.
“Lo so benissimo,ero solo preoccupata. Non accadrà più.”
“Cosa avrei fatto se ti avessi perso per sempre?”Ripete l’infermiera con tono stucchevole,imitando le parole che ho detto io questa mattina. Ma come si permette?
La scuoto per le spalle,arrabbiata. “Stammi a sentire,smettila di dire queste sciocchezze. Non c’è niente tra me e lui,e anche se fosse,non sarebbero affari tuoi.”La lascio tremante di rabbia,con gli occhi lucidi,mentre la dottoressa la guarda con aria di rimprovero. “Non dovresti comportarti così… e tu stai calma,Shiho,non è il caso di prendersela tanto.”
Certo,non è il caso di prendersela tanto. Invece io me la prendo eccome,non posso accettare che sparlino di noi in questo modo.
“Anche se fossimo innamorati,non c’è niente di male,pensa piuttosto a trovare un uomo che ti sopporti. Sarebbe un vero miracolo.”Lancio un’ultima occhiata di fuoco a quella bisbetica ed esco dal bagno a passo deciso,diretta verso la camera 202. Quando entro sorrido fingendomi allegra,e lo aiuto a sollevarsi e a mettersi a sedere per mangiare. Non voglio esternargli le mie preoccupazioni,devo solo prendermi cura di lui e aiutarlo, non sarebbe giusto addossargli il peso dei miei problemi.
“Ti aiuto io a mangiare,è meglio che tu non faccia sforzi. Aspetta,così starai più comodo.”Prendo un cuscino morbido e lo posiziono dietro alla sua schiena,poi afferro il vassoio e gli do il primo cucchiaio di minestra. Soffio a lungo sopra di esso, poi glielo avvicino. “Dai,apri la bocca e fai attenzione,è bollente.”
“La smetti di trattarmi come un neonato?”
“E tu la smetti di brontolare? Bella riconoscenza, guarda che ti sto facendo un favore. Apri la bocca e smettila di lamentarti.”
Tra un battibecco scherzoso e l’altro,lo imbocco ridendo,poi quando ha finito di mangiare lo costringo a sdraiarsi di nuovo.
Quando lo sento tossire di nuovo gli sistemo meglio le coperte. “Fa freddo,forse le coperte non sono abbastanza pesanti. Dovrebbero essercene delle altre nell’armadio.”Apro le ante e frugo alla ricerca di una coperta più calda,finché non trovo un piumone bianco. Lo tiro fuori soddisfatta. “Aspetta,te lo metto subito,starai sicuramente meglio…”Smetto di parlare quando mi accorgo del suo sguardo fisso su di me e del sorriso che gli increspa le labbra. Inarco un sopracciglio,stupita. “Cosa c’è?”
“Niente,pensavo solo che sei adorabile quando ti preoccupi così tanto per me.”
Arrossisco,poi scuoto la testa e sistemo il piumone sul suo letto. “Adesso sei più caldo?”
“Non ancora” Mi sorride malizioso,afferrandomi il polso. Capisco e ricambio il sorriso,stendendomi al suo fianco. Raggomitolata al suo petto,immobile nel suo caldo abbraccio,sussurro: “E ora?”
“Decisamente meglio”Il suo braccio avvolge le mie spalle,e in quel momento avverto una strana sensazione di vuoto e di tristezza.
“Cosa c’è,piccola?”Mi stringe più forte,ma io provo a sorridergli.
“Niente,è tutto a posto”Ma credo di non essere stata molto convincente,perché mi passa una mano sui capelli con dolcezza e poi mi gira piano il viso,piantando i suoi occhi nei miei. “Sei preoccupata per qualcosa? Sai che puoi dirmelo…”
Sospiro. “Prima di venire qui ho parlato con alcune delle mie colleghe,e una di loro ha detto che ci ha visti stamattina mentre eravamo abbracciati…”
“Sarebbe un problema?”
“No,ma quello che mi ha detto dopo… mi chiesto se eri malato e se mi importava davvero la tua guarigione…”
“E ti importa?”
“Secondo te?”La mia voce si fa sempre più rotta,ma lui prontamente mi bacia la guancia,fermando la lacrima che sta scendendo.
“Non avere paura,amore mio…”E’ la prima volta che mi chiama in questo modo,e mi sento felice a sentir dire quelle parole proprio dalla sua voce.
“Quella era solo un’oca,non sarà mai in grado di capire quanto ti amo. A volte faccio fatica a credere di volerti così bene,mi sta più a cuore la tua salute della mia.”
“Anch’io stento a credere di aver incontrato una donna come te…”Mi attira al suo corpo,sfiorandomi la guancia e sorridendo dolcemente.
“Che vuoi dire?”
“Non ho mai amato nessuno,forse incontrarti proprio adesso che sto per morire è stato un segno…”
“Smettila di dire così,ti ho già detto che non devi mai rassegnarti. Hai capito?”In risposta sento una lieve risata,e sbatto le palpebre stupita.
“E adesso che c’è di tanto divertente?”
“Sei completamente da diversa da come ti ricordavo…”
“Come?”
“Niente,non importa. Chissà perché vi confondo sempre…”
“Di che stai parlando?”
“Me l’avevi chiesto tu,volevi sapere chi era Sherry. Vi assomigliate tantissimo,ma il carattere è completamente diverso.”
Mi ricordo di quella strana ragazza,Gin me ne aveva parlato una volta sola. In passato era innamorato pazzamente di lei,ma a quanto pare il sentimento non era corrisposto. Doveva essere stata molto importante per lui… avverto una fitta sgradevole e pungente al petto,qualcosa di soffocante che mi opprime il cuore. E se fosse questa la gelosia?
“E lei… com’era?”
Gin esita un attimo prima di rispondere,poi mi guarda negli occhi e sorride quasi con nostalgia. “Ogni volta che guardo i tuoi occhi vedo il suo riflesso. Quella bambina fredda e intelligente,che sembrava molto più adulta della sua età. Aveva lo stesso colore di capelli,ma gli occhi erano completamente diversi: erano freddi, vuoti, disincantati… i tuoi invece sono dolci e pieni di bontà.”
Sorrido di quel complimento e mi avvicino al suo volto,lisciando una piega del cuscino su cui sono posate entrambe le nostre teste. “Quindi mi stai dicendo che io sono l’opposto della ragazza che ti piaceva…”
“Fisicamente sei uguale,ma come carattere differisci molto da lei. Se fossi stato male come adesso,non credo che lei si sarebbe presa cura di me in questo modo. Mi avrebbe sorriso ironicamente e fatto qualche battutina sul fatto che fumare fa male, ma non credo le sarebbe importato molto se ero vivo o morto. Anzi,dopo quello che è successo tra noi,è molto più probabile che mi volesse morto.”
“Perché…? Cos’è successo?”
Lui mi lancia un lungo sguardo che non riesco a comprendere,poi inaspettatamente mi abbraccia. “L’ho costretta a concedersi a me…”
Involontariamente rabbrividisco e mi allontano,ma lui mi stringe con dolcezza, dissolvendo in un istante i miei timori. “Non ti farei mai una cosa simile,stai tranquilla…”
“Hai detto che non hai amato nessuno prima di me… allora che genere di sentimenti provavi nei suoi confronti?”
“Non ero innamorato,semplicemente ero ossessionato dalla sua bellezza,e volevo possederla solamente io. Per questo un giorno non ho resistito più,l’ho afferrata e l’ho portata in una stanza nascosta per farle tutto quello che volevo. Quando ti ho vista mi hai ricordato subito lei,ma quell’ossessione morbosa che provavo prima ha lasciato spazio a un sentimento nuovo,un sentimento bellissimo che non sapevo di poter provare.”
“Non potevamo essere la stessa persona?”Mi mordo la lingua un istante dopo aver formulato questa domanda. Che sciocca,se fossi io mi ricorderei sicuramente di un episodio del genere.
“A dire la verità ci ho pensato,ma era impossibile. Te l’ho detto,lei è completamente diversa da te.”
“Migliore di me?”Non so da dove mi siano uscite queste parole,ma la mia voce trema quasi.
“Non dire sciocchezze,tu sei sempre così dolce…”
“E lei non lo era?”
“Dire che era dolce e gentile sarebbe una battuta davvero spiritosa.”
“Però ti piaceva,o sbaglio?”
“E’ passato tanto tempo…”
“E se dovessi rivederla?”
Improvvisamente mi guarda con uno strano sorriso,quasi divertito. “Non credo che sarà possibile…”
“Perché no?”
“Non parliamo più di lei,ormai è solo un ricordo. Piuttosto,tu non hai da fare?”
“Ti da fastidio che stia qui?”
“Non credo che stare a parlare con me sia il tuo lavoro. Sei la dottoressa più brava qui dentro,senza di te come farebbero?”Gli sorrido,avvicinandomi fino a far sfiorare i nostri nasi. “D’accordo,adesso vado.”
Gli do un leggero bacio sulla fronte,e mi alzo dal letto. “Se hai bisogno di qualsiasi cosa puoi chiamarmi direttamente,resterò qui tutta la notte.”
“Aspetta”Mi afferra il polso prima che possa raggiungere la porta,costringendomi a rimanere ferma.
“Cosa c’è?”
“Non mi da fastidio che tu stia qui,ti vorrei accanto a me in ogni momento della giornata.”
Arrossisco sorpresa ma contenta. “Davvero?”
Mi strattona il polso,e senza accorgermene mi ritrovo sopra al suo corpo. Gin mi afferra una ciocca di capelli e la attorciglia intorno al suo dito,sorridendomi. “Quando mi sveglio,la prima cosa che voglio vedere è il tuo volto.”Stringe delicatamente il mio mento,accarezzandomi lo zigomo. “Sai,a volte,quando mi addormento e il buio sommerge ogni cosa,temo che non mi sveglierò.”
Un groppo mi si forma in gola quando sento quelle parole,e si fa ancora più forte qualche secondo dopo. “Ma non ho paura per me,la sola cosa che vorrei è dirti addio prima di andarmene…”
Poso un dito sulle sue labbra per impedirgli di aggiungere altro,mentre la mia vista si annebbia dalle lacrime,che mi scivolano calde e copiose sulle guance. “Smettila,ti ho già detto che non morirai…”
Mi accarezza i capelli,sorridendomi intenerito. “Vorrei dirti quanto sei importante per me,vorrei dirti che sei stata il raggio di sole nel nero della mia vita. Sei speciale per me,sei l’essenza delle miei giornate,e di questo non devi mai dubitare.”
“Anch’io vorrei dirti le stesse cose”Gli sorrido tra le lacrime,baciandolo lentamente e con infinita dolcezza,poi mi alzo,seppur malvolentieri,e mi dirigo verso la porta.
“Ora devo proprio andare,se hai bisogno puoi chiamarmi.”
“Ma non avevi il turno di giorno?”
“Sono rimasta qui apposta per te. Ero preoccupata e non volevo lasciarti solo.”
Sorride. “Avevo ragione,Sherry non l’avrebbe mai fatto… la vecchia Sherry,almeno…”
“Che vuoi dire?”
Quando sento un dottore che mi chiama per un’emergenza sono costretta a interrompere la conversazione. “Bene,mi sa tanto che stanotte dovrò bere parecchi caffè se voglio rimanere sveglia! Buonanotte.”
Esco nel corridoio,e nelle ore successive la mia mente vaga oltre,anche se il mio corpo è fisicamente lì. Anche stavolta le parole di Gin non mi suonano del tutto chiare… possibile che lui sappia qualcosa di me che io stessa non so? Ormai non è più solo un’ipotesi,ne sono convinta.
Ripenso a quando mi aveva parlato di quella ragazza,e un particolare affiora alla mia memoria. Sherry è il nome della bambina delle mie visioni… allora l’uomo che era con lei…? Sì,anche se è tremendo,sono costretta ad ammetterlo. Quell’uomo era Gin.
Rimanere solo un’ultima,inquietante domanda che continua a martellarmi nella mente: che legame c’è davvero tra me e quella ragazza?




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