Legami
l'anima
1°
Capitolo
-
Me ne vado!-
- Cosa?-
- Ho detto che me ne vado, abbiamo finito!-
Che dici, non capisco!
Cos’è
all’improvviso questo tono di voce così freddo, tagliente?
- Hiro, cosa…?- Riprovo a
chiederti.
Non
riesco a capire chi sia la persona che mi sta parlando.
Ma
sicuramente non sei tu.
Ti alzi, scivolando inesorabilmente dal mio abbraccio, e d’un tratto un
gelo
profondo, una sensazione di abbandono che non riesco a identificare, si
impadronisce di me.
E’
la cosa più sgradevole in assoluto che io abbia mai provato!
Che
succede?
Ho
fatto qualcosa che ti ha dato fastidio?
Un
attimo fa riposavi sul mio petto senza un pensiero pesante.
Un
braccio abbandonato al mio fianco.
Le
dita che mi sfioravano in una carezza lieve, quasi svogliata,
dolcissima, che mi provocavano mille brividi di gioia.
I
tuoi sospiri leggeri, caldi, che mi scaldavano la pelle.
Il
tuo corpo abbandonato contro il mio, rilassato, felice, stanco
di questi momenti magici che sono appena finiti, ma che ancora vivono e
danzano
dentro di noi.
Che succede?
Non
capisco: che succede?
Spiegami!
- Non abbiamo più niente da dirci. Quello che dovevamo fare l’abbiamo
fatto.
Posso anche andarmene! -
Ancora.
Ancora quella voce gelida, che non somiglia a nessuna delle tue
inflessioni che
pur conosco in ogni sfumatura.
Adesso ti stai rivestendo, recuperando i tuoi vestiti che avevamo
sparso per la
stanza troppo persi nella nostra ansia di liberarcene.
I
tuoi movimenti sono precisi, calcolati.
Non
un’esitazione.
Puro
automatismo dettato dall’abitudine.
Che succede?
Mi tiro su a sedere sempre più confuso mentre tu nemmeno mi rivolgi uno
sguardo.
E
non so nemmeno se vuoi evitarmi o cosa!
- Hiro, ti sei pentito di…- Provo con la prima cosa che mi
viene in
mente.
Mi sembra quasi la più logica, anche se in nessun istante di queste ore
passate
mi è parso dovesse esserci questo pericolo.
- Pentito!- Esclami tu, un sorriso obliquo sulle labbra, sprezzante.- E
di che,
scusa? Avevo voglia di farmi scopare da te e l’ho fatto.-
- S… scopare?-
Ma che modo di esprimersi è?
Tu
non parli mai così.
Sei
talmente timido su questo tipo di cose che parlarne e
arrossirne è un tutt’uno sul tuo viso.
E adesso non c’è quasi colore sulla tua pelle.
Che succede, dannazione?
E smettila di continuare a vestirti come se niente fosse!!
Scivolo fino all’orlo del letto, tirandomi dietro il lenzuolo che a
malapena mi
copre.
Ma
che m’importa, non mi vergogno certo di mostrarmi nudo davanti
alla persona con cui ho appena… fatto l’amore!!
Provo a fermare una delle tue mani, prendendoti per un polso, ma tu
strattoni
il braccio, allontanando il mio gesto con un moto brusco.
- Se non sei pentito, perché te ne stai andando? Ho fatto qualcosa che
non va?
Spiegami, non riesco a capire, Hiro!-
Tu ti giri verso di me e sbuffi con aria di sufficienza, come se ti
scocciasse
la mia ostinazione.
Chi sei, Hiro?
Non
so più se ti conosco adesso.
Non sei tu.
- Ma che c’è da capire? Mi sembri più sveglio di solito! Mi andava di
venire a
letto con te. E anche a te, mi pare. Ma ho da fare, quindi ciao!-
“Quindi ciao!”??
- Quindi ciao???- Quasi urlo mentre tu ti avvii alla porta e io salto
giù dal
letto per fermarti.
Ti prendo per le spalle, inchiodandoti alla parete senza troppi
complimenti.
Per un momento sembri sorpreso dalla furia che mi leggi negli occhi.
Si,
lo so che ci riesci, ma non ci vuole tutta questa intelligenza
per capirlo.
Poi riprendi coraggio e… quell’aria seccata che non ti ho mai visto in
tanti
anni che ci conosciamo.
Di nuovo quella specie di ghigno di sufficienza che ti incurva le
labbra.
Che succede, cazzo?
- Lasciami andare, Akira, non capisco perché ti agiti tanto!-
- No? E che c’è da capire nel fatto che abbiamo appena fatto l’amore e
tu ti
alzi e te ne vai senza nemmeno una parola.-
- Uhm… non mi sembra che servano parole quando si fotte con qualcuno!-
Cosa?
- Sei impazzito? Ma come parli?-
Fai spallucce e quasi ridi per il disappunto che mi scorgi in faccia.
- Oh quanto la fai lunga, adesso ti scandalizzi pure! Quasi non ti
riconosco
più!-
- No, sono io a non riconoscere te!- Stavolta non mi importa di
gridare. Non me
ne importa niente.- E’… stata la nostra.. prima volta. La sera più
bella della
nostra vita e tu… tu…-
- Hey, calma, mica ti avevo promesso niente! Andare a letto con
qualcuno mica
vuol dire per forza stare insieme. Che ti eri messo in testa scusa?-
Sono sempre più frastornato.
Ma che dice questo?
Non eri tu che sei venuto da me sconvolto per avermi visto insieme a
Rukawa e
aver pensato che io e lui stessimo insieme?
Non eri tu che hai preso il coraggio a quattro mani e mi hai confessato
di
amarmi e di ripensarci, prima ancora che riuscissi a dirti che io e
Kaede ci
eravamo incontrati solo perché lui ne ha combinata un’altra delle sue
con Hana?
E non eri tu che mi sei volato tra le braccia quando finalmente sono
riuscito a
spiegarti che l’unica persona che potrei mai amare è un certo ragazzino
scontroso e intrattabile che mi ha rubato il cuore da sempre?
E non eri tu che mi hai chiesto di fare l’amore con te mentre il tuo
volto
andava a fuoco che per un momento ho avuto paura stesse per venirti un’
attacco
di febbre improvvisa tanto scottavi?
Non eri tu….
Oppure finora ho sognato tutto questo e ancora non riesco a uscire da
questo…
-… INCUBO?- Sto urlando ancora, ma se non lo faccio divento pazzo,
perché non
capisco.
Non capisco questo tuo voltafaccia.
Questa tua espressione sprezzante, questo tono superficiale,
seccato.
Questo tuo voler a ogni costo minimizzare quello che è stato un atto
d’amore
che abbiamo voluto entrambi.
Non solo io.
Non solo tu.
Ma tutti e due?
- Mi sarò espresso male, mi spiace!- Mi dici atono.
E non vedo nessuna contrizione sul tuo volto.
Nessuna
traccia del dispiacere che dichiari a parole
.-
Per me è stato solo sesso. Non è mica la prima volta che vado a
letto con un uomo. Se tu hai capito un’altra cosa, non è colpa mia. E
adesso
lasciami, che devo proprio andare!-
- Hiro, è uno scherzo?- Sono ancora incredulo.
Scusate, ma proprio non c’arrivo.
Tu mi guardi con uno dei tuoi migliori sguardi innocenti.
Pensi davvero quello che dici?
Perché
se è uno scherzo, è durato troppo, ed è anche di pessimo
gusto.
- No, affatto. Non sei stato il primo e… di certo non sarai l’ultimo! -
Mi manca il respiro.
C’è qualcosa che si sta formando nel mio stomaco.
Una sensazione che va via via espandendosi come una nebbia sottile e
velenosa.
Una sorta di nausea che mi avvolge e si propaga dentro di me come se
volesse
imprigionarmi in una spirale da cui non so se riuscirò ad
uscire.
Mi sento soffocare.
Provo a inspirare aria nei polmoni, ma non ne vogliono sapere.
Si rifiutano di fare il loro lavoro.
Si rivoltano contro di me.
Perché?
Non mi avevi detto di aver avuto già esperienze con altri.
Quando ti ho preso, mi è sembrato fosse la prima volta per te.
Ho cercato in ogni modo di essere delicato, ma ti ho fatto male lo
stesso.
Sei… così stretto.
Due
lacrimosi grossi così sono scesi dai tuoi occhi serrati e mi
sono sentito morire per il senso di colpa.
Sono
stato sul punto di tirarmi indietro pur di non vederti
soffrire.
E
tu me lo hai impedito non so con quale forza.
Mi
hai pregato di continuare.
Che
stava passando tutto.
Che
non dovevo spaventarmi.
Ed eri stato già con altri!
Eppure ci diciamo sempre tutto.
Siamo
sempre stati l’uno il miglior amico dell’altro prima ancora
di diventare amanti.
Sono stato il primo a sapere che ti eri accorto di essere gay.
Il primo con cui hai trovato il coraggio di parlarne.
E non mi hai fatto mai parola di essere già stato a letto con
altri.
Perché?
Io ti ho raccontato sempre delle mie, poche, esperienze.
Avresti potuto dirmelo tranquillamente visto che non sapevi, e non ti
eri
accorto, che ero innamorato di te.
Non avresti potuto farmi male.
Anche se mi fa male, eccome, venirlo a sapere.
In questo modo poi.
In
un’occasione che… doveva essere speciale per noi!
Nella mia mente e nel mio cuore avresti dovuto essere solo
mio.
Avrei dovuto essere il tuo primo amore.
Il tuo primo amante.
Come lo sono stato io.
Dov’è il ragazzino scontroso e timido a cui si impicciavano la lingua e
il
cervello solo a sentir alludere a qualcosa di vagamente connesso con il
sesso?
Che svicolava e balbettava quando scherzavo su questo argomento per
prenderlo
in giro?
Dove?
Oddio, mi sembra di morire!
E
non è finita.
Lo so che non è finita.
Che succede?
- Allora cos’erano le parole che mi hai detto mentre facevi
l’amore con
me, Hiro?-
Lo
devo sapere, dannazione.
Devo sapere perché hai giurato di amarmi se non te ne fregava invece
niente.
Se era solo una… scopata come le altre.
- Senti, finiamola di tirarla per le lunghe. Siamo dei ragazzi. Stiamo
cominciando ora ad avere le nostre esperienze. L’amore è una parola
troppo
grossa per la nostra età. Anzi, la idealizziamo come ragazzine alla
prima
cotta. Non te la prendere, ok?
E poi non vedo perché ti sembra una tragedia. Mi pare che sia piaciuto
a tutti
e due. Tieniti questa sera come ricordo per quando sarai in America.
Quanto
manca alla partenza: due settimane? Beh, godiamocele, dico io!... Dai,
lasciami
adesso che sennò mi tocca discutere con i miei perché ho fatto tardi!-
Perché non rispondi?
Ti ho fatto un’altra domanda e tu non rispondi.
Credi che ti lasci andare così prima di avermi detto in faccia quello
che devi?
- Mi hai mentito solo per venire a letto con me?- La mia voce
è solo un
sussurro ormai.
Sento che le energie mi fluiscono via come se si fosse aperto un varco
da
qualche parte in me, uno squarcio enorme, e tutto esca fuori,
svuotandomi.
Anche le mie mani allentano la presa, scivolano giù lungo le tue
braccia fino
ad abbandonarsi lungo i miei fianchi.
Di nuovo scrolli le spalle con quel sorrisetto che comincio a odiare
con tutto
me stesso.
Ma non voglio arrivare a odiare te.
Io ti amo, Hiro!
E non conta niente se sono un ragazzo.
So quello che provo.
Lo so da sempre.
Non è da un mese, da un anno, ma da quando sono nato che so di
amarti.
Come posso odiarti? Sarebbe come dire che posso odiare me stesso.
- Spero che questo.. .frainteso non rovini la nostra amicizia, mi
dispiacerebbe!-
Dici
ancora, perfettamente a tuo agio.
Senza
un’esitazione che sia una!
-
Si dicono tante cose stupide in quei momenti. Senti, io adesso
vado. Quando.. parti, mi piacerebbe salutarti.. Ma… se non te la senti,
ti
capirò, ok? Ciao!-
Ciao!
Non ti amo.
Si dicono tante cose stupide in certi momenti!
Quanto
tempo è che sono qui a fissare questa porta chiusa?
Tresor
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