Vieni Nina,
vieni di
qua, dobbiamo trovarlo, dobbiamo! Ho paura gli sia successo qualcosa di
brutto.
Guarda in quel vicolo, no, anzi, non guardare lì, guardo io,
non avvicinarti ai
vicoli mi raccomando eh piccola, resta al centro della strada, che ti
possa
vedere. Nei vicoli ci sono cose terribili, maschere mostruose,
potrebbero
mangiarti piccola mia, potrebbero, e io non voglio che sia
così, già abbiamo
perso lui, e tu tieni gli occhi ben aperti cucciola, noi due non ci
dobbiamo
perdere. Ecco, in questo vicolo non c’è, oh,
fortuna che non ci hai guardato
dentro, no, non avere l’aria così spaventata Nina
mia, finché ci sono io qui
non devi avere paura. Io ti proteggo eh piccola. Dammi la mano che
andiamo un
po’ più avanti, dai, andremo via presto di qui, ma
dobbiamo cercarlo, dobbiamo
trovarlo.
“Cercate questo?”
Una nera figura, alta e dalla veste
stracciata e svolazzante
fu davanti a loro, impedendo il cammino. I capelli ondeggiavano ad un
vento
inesistente e gli occhi rossi emettevano bagliori. Tra le lunghe
bianche dita
reggeva una cosa morta, tenendola per la coda, una coda color dl miele.
Lo
sguardo della ragazza scorse la pelliccia fino ad arrivare alla testa
e, con un
brivido di orrore, si accorse che non c’era. Al suo posto
solo membra grondanti
di sangue. La testa era stata staccata a coltellate da una bronzea
lama. Si. La
ragazza si accorse che era quello che cercavano.
“Come hai potuto?”
Un cupo sorriso incurvò le
labbra sottili.
“Oh è capitato,
ma ora che hai finito la tua ricerca puoi
tornare da me.”
“No! Mai! Come potrei? Dio
santo, madre! Hai ucciso! Mi fai
paura! Non tornerò mai da te, andrò da
papà, in Toscana. Sì, andrò da
lui.”
“Oh no, invece tu non ci
andrai.”
Disse la strega avvicinandosi. La
ragazza nascose Nina
dietro di lei. Non doveva essere vista, non doveva essere presa, doveva
proteggerla.
“Tu tornerai a casa con me,
non vedrai tuo padre.”
“Mai!”
gridò “Tu sei capace di uccidere!”
“Anche tuo padre.”
“Non lo so e non mi
interessa! Lui non ha ucciso niente che
mi fosse così caro!”.
“Se è solo per
questo…” e con una flessione del polso pregna
di disgusto si liberò del cadavere
“…posso trovartene altri
uguali…” e prese da
terra un cucciolo color latte e giada. “…non
è certo questo l’importante!”
“Oddio! Mettilo
giù! Non avrai intenzione di uccidere anche
quello?!?!”
La donna
l’afferrò per il braccio con forza.
“Tu vieni con me!”
“No!”
La ragazza si divincolò e
prese a correre, correre veloce,
con la bambina a fianco. Sfrecciarono perdendosi nel dedalo di viuzze
lastricate, buganvillee e infissi azzurri. Scappavano stando attente a
non
inciampare sulle pietre sconnesse, senza sapere dove andare, solo per
separarsi
il più possibile dall’alta e nera figura.
Vai Ninetta
mia, vai!
Sulle tue scarpine rosa sfreccia! Ma tieni sempre la mia mano, non
mollarla
mai, altrimenti la strega ti prende! E non deve! Non farti ingannare da
lei! Tu
si importante, troppo, e io ti salverò piccola, corri, corri
come l’aria. Anzi
vola Ninetta, vola! Ecco come ci potremmo salvare! Io sapevo volare,
sai? Ma
non ci riesco più… Oh piccola mia, se sapessi
ancora volare spiccherei un salto
e ti porterei lassù con me, in alto, al sicuro. Forse solo i
bambini ci
riescono sai? Poi quando diventano grandi sono occupati a sognare altre
cose e
non volano più e piano piano si dimenticano come si
fa…
Rosse e ansanti continuavano a
correre per mano tra le
stradine, forse si stavano perdendo, ma non aveva importanza. Tanto,
comunque,
il paesino era infinito, e non sapevano più se scappavano
dai mostri, dal gatto
senza testa, dalla strega o da cosa. Comunque non erano in grado di
fermarsi, e
l’unica salvezza sembrava essere quella continua corsa. Fino
a che, d’un
tratto, girato un angolo candido, si ritrovarono in una piazzetta tra
le case,
nella quale, al centro, sedeva maestosa un’enorme mongolfiera
rossa.
Dentro la
cesta, su da
brava, io corro, ecco, una spinta, salta! Oh. Stiamo salendo. Stiamo
salendo
bella! Ce l’abbiamo fatta! Abbracciami piccola!
Accoccoliamoci qua, vicine
vicine, sul fondo della cesta. Oh, ma tremi tutta! Hai freddo? Paura?
Oh,
scusami bella, non volevo che ti succedesse tutto questo, sai? Ma ora
siamo in
salvo, e siamo ancora insieme. Lui? Beh, lui andrà in
paradiso. È stato buono.
Oh che fine triste. Ma ora shhh… sono io qui con te. Ti
accarezzo un po’ i
capelli e tu respiri a fondo, ecco, così, brava. Vuoi che ti
canti qualcosa?
No? Va bene. Ora siamo al sicuro. Ora puoi dormire. Chiudi gli occhi,
da
brava. Veglio io su
di te. Sei sotto la
mia protezione. Non so proteggere me stessa ma posso proteggere te.
Bacino.
…
Cos’è?
Perché la cesta
si muove? Vento? Alzati Ninetta, vediamo dove siamo. O. Mio. Dio. Ma
non c’è
niente. È tutto bianco! Siamo in una nuvola! Ma non
c’erano nuvole prima! C’è
solo il vuoto e il bianco… Oddio, dobbiamo scendere, qui
c’è troppo vento, come
si fa a far scendere questa cosa? Spegni il fuoco! Ma non si spegne! Oh
no!
Aiuto! Volo via! Non riesco più a tenere il bordo della
cesta! Scivolo, scivolo
sulla stoffa del pallone! Non ci sono appigli! Cado, cado! Nina,
cadiamo!
Aiuto! Aiuto!!!
…aiuto…aiuto…nina…
nina… Nina? Dove sei? Non ci sei? Ti ho persa? Sono caduta?
Stoffa? Lenzuola?
Oh no.
Ho rotto la
promessa cucciola.
Ti
ho persa.
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