Non chiedetemi da dove
mi sia uscita, per favore, perchè non lo so nemmeno io. So solo che ho visto il
film "Come d'incanto" e ne sono rimasta, guarda caso, incantata: come potevo
sapere che il mio cervellino avrebbe partorito una simile idea? Sta di fatto che
è successo, ed ora eccomi qui. La fiction non tiene ovviamente conto dei libri,
è una AU in tutto e per tutto, e i personaggi, perlomeno alcuni di loro, sono
OOC per esigenze della storia. Non so dirvi ogni quanto ho intenzione di
aggiornare, non so nemmeno dirvi se ho intenzione di portarla avanti.. in realtà
dipende da voi: se vi piace, non esitate a farmelo sapere.. altrimenti la
cancellerò, non voglio certo scrivere storie che non vi piacciono.. perciò tocca
a voi farvi sentire!! ^^
Alla prossima, in
qualunque caso! ^^
Xevias
Draco Malfoy sbuffò, guardando fuori
dalla finestra: di lì a poco il suo capo l'avrebbe sicuramente richiamato
per la sua disattenzione; ma lui proprio non ce la faceva a rimanere attento,
era più forte di lui.
La verità era che non ne poteva più:
era stufo di quella vita sempre uguale, dove non faceva altro che alzarsi,
andare a lavoro, tornare a casa, dormire, e svegliarsi di nuovo; il suo lavoro
gli piaceva, strano a dirsi ma fare l'avvocato era sempre stato il suo sogno, ma
l'uomo sentiva che la monotonia della sua vita rischiava di farlo
impazzire.
- Mi dispiace disturbare i tuoi
pensieri, Malfoy, ma potresti tornare con la mente tra di noi? - gli chiese
Roger, con tono palesemente sarcastico.
L'uomo si volse verso di lui, con un
ghigno: - Tranquillo capo, non c'è bisogno che ti stia ad ascoltare, so già
tutto. Rappresenterò la signora Bancs nella causa di divorzio contro suo marito,
che altro c'è da aggiungere? - commentò, rilassato.
Roger Dums, Presidente della
Dums & Soci, lo fissò con uno sguardo gelido: - C'è da aggiungere
che se vincerai la causa, il nostro studio guadagnerà milioni di galeoni, e il
tuo stipendio ne trarrà enorme vantaggio; se invece fallirai..
-
- Finirò per fare il barbone agli
angoli delle strade, lo so. Posso andare ora? - concluse Draco per
lui, annoiato. Il suo capo lo gelò con un'altra occhiata, poi gli fece
cenno di andare.
Draco gli sorrise e uscì dalla sala
riunioni, tirando finalmente un sospiro di sollievo: odiava le riunioni, e ad
essere sincero odiava anche quel posto. L'edificio che rappresentava il suo
studio legale si ergeva nella strada principale di Diagon Alley, accanto al
negozio di Madama McClan; se fosse stato in lui dover scegliere la sua
ubicazione, avrebbe preferito una strada babbana di Londra, qualcosa di molto
più discreto. Il suo capo, tuttavia, non era del suo stesso avviso, e credeva
che una visibilità maggiore fosse fonte di maggiori guadagni.
In ogni caso, ciò che importava
davvero a Draco Malfoy, alla soglia dei trent'anni, era il suo lavoro: era
bravo, maledettamente bravo. E lo sapevano tutti, visto che era l'avvocato
divorzista più richiesto nel mondo magico. Certo, i suoi genitori non l'avevano
presa affatto bene, suo padre per poco non lo uccideva e sua madre aveva
rischiato seriamente di farsi venire un infarto, ma avevano dovuto
ricredersi: tutti avevano dovuto farlo.
Del ragazzino ricco e
viziato degli anni trascorsi a Hogwarts non c'era più alcuna traccia:
certo, alcune cose erano rimaste immutate, come la sua arroganza e il suo
menefreghismo verso qualunque tipo di sentimento romantico; ma facendo un lavoro
come il suo, all'amore si poteva credere davvero poco.
Questo non voleva dire che
disprezzasse la compagnia di belle donne, o una relazione seria: lui e la sua
ragazza, Pansy, stavano insieme da 5 anni ormai, e tutto funzionava a
meraviglia; il loro era un rapporto serio, maturo, razionale. Avrebbe persino
potuto sposarla, chissà.
Uscendo dall'edificio e
addentrandosi tra le strade di Diagon Alley, circondato da maghi e streghe
impegnati a fare acquisti, l'uomo si chiese perchè non riusciva
ad essere pienamente soddisfatto della sua vita: aveva un lavoro che gli piaceva
e che gli regalava enormi soddisfazioni, aveva una fidanzata bella e
caratterialmente simile a lui, i soldi non erano un problema così come la fama,
e per essere un quasi trentenne era in forma perfetta. Perchè lamentarsi,
allora?
Perchè, per qualche strano motivo,
lui sognava qualcosa di diverso: qualcosa che gli facesse circolare l'adrenalina
addosso, che facesse battere il suo cuore, che gli impegnasse anima e corpo fino
a sfinirlo. Purtroppo per lui, però, quel qualcosa non era ancora arrivato nella
sua vita, e forse nemmeno esisteva.
Con un sospiro e un sorriso
malinconico, l'uomo uscì da Diagon Alley per dirigersi nel centro di Londra:
ogni tanto, anche solo per un'ora, era bello fingere di essere qualcun
altro.
- Hermione, Hermione! -
La donna sorrise, e agitò la mano in
segno di saluto al piccolo pettirosso che si era posato sull'albero accanto alla
sua casetta.
- Buongiorno Puffin! - esclamò
gioiosa - E' una bellissima giornata, non trovi? - gli chiese poi, facendo una
piroetta.
L'uccellino piegò il capo di lato,
fissandola curioso: - Come mai sei così allegra, oggi? Il tuo Principe Azzurro
sta per arrivare, per caso? -
Hermione sospirò, intrecciando le
mani all'altezza del petto: - Magari, mio piccolo amico. Non sai da quanto tempo
aspetto l'arrivo del mio vero amore.. e quando finalmente c'incontreremo,
ci scambieremo il Bacio del Vero Amore, e vivremo per sempre felici e
contenti! - gli disse, con aria sognante.
- Il Bacio del Vero
Amore? - ripetè il pettirosso, e lei annuì.
- Esatto! E' la cosa più potente di
tutte, sai? Ah.. non vedo l'ora che il mio Principe arrivi, e mi porti via
con sè.. - mormorò la donna, appoggiandosi alla grande quercia che
affiancava la sua abitazione.
L'uccellino cinguettò, agitato: - Ti
troverò io un Principe, Hermione! - esclamò, volando via.
La donna lo salutò con la mano,
ridendo: Puffin era molto dolce, anche se un po' ingenuo. Come avrebbe fatto a
trovarle un Principe così, di colpo?
- Vostra Altezza, perchè non
possiamo rientrare al castello? Ormai sono ore che vaghiamo in questi
boschi, inutilmente.. -
Il Principe Ronald scosse la
testa: - Vedi Seamus, amico mio, non possiamo tornare indietro. Io sono alla
ricerca della mia Principessa, della mia anima gemella, del mio unico
amore! E non ci fermeremo fino a quando non l'avremo trovata! - esclamò,
con aria solenne.
Il suo accompagnatore sospirò e
annuì: la Regina Lavanda non ne sarebbe stata affatto felice, lei non voleva
che suo figlio trovasse una donna da sposare, altrimenti avrebbe perso
il trono!
- Vostra Maestà,
capisco le vostre intenzioni, tuttavia si sta facendo
molto tardi.. potremo continuare le ricerche domani, alle prime luci
dell'alba! - gli propose, speranzoso.
In quel momento, un uccellino
sfrecciò accanto alla sua testa, per poi posarsi sulla spalla del Principe: - Se
una Principessa vuoi trovare, nel profondo del bosco devi cercare! Segui lesto
il mio canto, e ti condurrò da colei che è un vero incanto! - cinguettò, per poi
alzarsi in volo.
- Hai sentito, mio caro amico? -
esclamò eccitato il Principe Ronald, partendo al galoppo.
- Vostra Altezza, aspettate vi
prego! - urlò Seamus nel disperato tentativo di fermarlo: tutto inutile.
All'uomo non restò altro da fare che seguire il Principe all'interno del
bosco.
- Avanti pettirosso, portami dalla
mia amata! - pensò Ronald, tenendo d'occhio quel piccolo puntino che sfrecciava
nell'aria a tutta velocità.
L'uccellino continuò a cinguettare
melodioso, cosicchè il Principe non potesse perdersi: molto presto arrivò fino
alla casa di Hermione, e si posò su uno dei rami più bassi della grande
quercia.
Il Principe Ronald scese da cavallo,
osservando la casetta: - Abita qui il mio dolce tesoro? - chiese al
pettirosso.
- Se una fanciulla vuoi trovare, non
ti resta che bussare! - cinguettò lui in risposta, mentre Seamus, finalmente, lo
raggiungeva.
- Vostra Maestà.. - provò a
dire l'uomo, ma Ronald lo interruppe; bussò alla porta della casetta, e
attese.
Quando essa si aprì, i suoi occhi
rimasero incantati dalla giovane donna che aveva davanti: - Buongiorno, mio
dolce amore. Sono il Principe Ronald, e tu sei esattamente la donna che
cercavo, la mia anima gemella. Vieni, andiamo al castello: domani ci sposeremo,
e vivremo per sempre felici e contenti! - le disse, inginocchiandosi di
fronte a lei.
Hermione si portò le mani alla
bocca, gli occhi lucidi per la gioia: - Oh.. non è possibile.. sei
arrivato finalmente, mio Principe! - mormorò lei, buttandosi tra le sue
braccia.
- Qual'è il tuo nome, mia unica
ragione di vita? - le chiese lui, facendola sedere sul suo
cavallo.
- Hermione. - rispose lei in un
sussurro.
Ronald sorrise: - Un
nome splendido per una splendida fanciulla! Coraggio Seamus, andiamo! E grazie
mio piccolo pettirosso per il tuo prezioso aiuto! - disse, incitando il cavallo
a partire.
- Ma guardatela, quella piccola
ragazzina impertinente. Pensa di soffiarmi il trono, ma io non glielo
permetterò. -
La Regina Lavanda pronunciò una
formula magica per mutare il suo aspetto e, con le sembianze di una fragile
vecchina, si avvicinò alla fanciulla che, in abito da sposa, si affrettava a
raggiungere il castello per la cerimonia nuziale.
- Ma che bella sposina abbiamo qui..
dimmi cara, chi è il fortunato? - gracchiò la Regina mascherata con un
sorriso sdentato.
Hermione sorrise: - Vi ringrazio
dolce vecchietta, e colui che mi attende è il Principe Ronald. Perdonatemi ora,
ma non posso fermarmi a parlare, perchè sono già in ritardo! - le disse, facendo
per oltrepassarla.
- Aspetta, mia cara! Hai
pronunciato il tuo desiderio al Pozzo delle Spose? - le chiese la vecchia,
mentre Hermione la guardava confusa.
- Pozzo delle Spose? Non ne ho mai
sentito parlare a dire il vero.. - mormorò lei, e l'anziana donna la prese per
un braccio.
- Seguimi, è di vitale importanza
che tu esprima il tuo desiderio prima del matrimonio: solo così avrai una vita
lunga e felice col tuo amato! - esclamò lei, mentre Hermione, seppur
agitata per il ritardo, la camminava di fianco.
- Eccoci cara, siamo arrivate. - le
disse la vecchietta, indicandole una cascata la cui acqua finiva in un pozzo
profondo, di cui era impossibile scorgere la fine - Basterà che tu ti sporga un
po' e che esprima il tuo desiderio. Coraggio bambina, fallo subito e non perdere
altro tempo! -
Hermione si morse il labbro, poi
sorrise e fece come l'anziana donna le aveva detto: in un attimo la vecchia la
spinse, facendola cadere giù nel pozzo, per poi riprendere le sue sembianze
normali.
- Mi dispiace tanto per te, cara la
mia ingenuotta. Non rivedrai mai più il tuo amato Principe, ahahah!! - esclamò
la donna, ridendo di gusto.
Seamus, che aveva assistito a tutta
la scena di nascosto, si avvicinò e fissò la sua Regina con preoccupazione: -
Dove l'avete mandata, Mia Signora? - le chiese.
La Regina Lavanda ghignò: - In un
luogo dove nessuno è mai felice. - rispose con soddisfazione, prima di scoppiare
di nuovo in una risata malvagia.
- Che.. che posto è mai questo? Oh
povera me.. dove.. dove mi trovo? -
Hermione si guardò intorno,
spaventata: persone di ogni età, vestite con abiti molto bizzarri, la guardavano
in modo molto strano.
- Perdonatemi, gentile signora. -
disse la donna, fermando una strega - Sareste così cortese da dirmi dove
siamo? - le chiese.
La strega la guardò come se fosse
impazzita, anche se in effetti, con quel vestito da sposa, qualche rotella fuori
posto doveva averla per forza - A Diagon Alley, Londra. - le rispose, prima
di allontanarsi rapidamente da lei.
- Dia.. Diagon Alley..?.. - ripetè
lei in un sussurro, prima di essere travolta dalla marea di persone che
camminavano per la strada, e spinta per le vie piene di negozi.
- Nessuno sa dirmi come faccio
a tornare a casa? O magari c'è qualcuno che può indicarmi la via per
il castello? .. Ronald, dove sei? - gemette la donna, ormai in
lacrime.
Quando finalmente la massa di
persone si diradò, e Hermione fu libera di camminare liberamente, la sera
stava calando lentamente: e lei, povera fanciulla indifesa, non aveva la
minima idea di come tornare a casa.