La guerra del ghiaccio e del fuoco

di Neem_90
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Sotto di lui la guerra infuriava, neve e sangue, corpi e fuoco.
Si sentiva come mai prima era stato nella sua breve vita, si sentiva libero.
Prima della caduta quella stessa sensazione lo accompagnava nelle ripide ascese delle torri in rovina di Grande Inverno, ma quel ricordo gli sembrava tanto lontano, di un'altra vita. 
Adesso lui era ali e vento come se il volo fosse semplice come respirare, come camminare. 
Eppure dentro di lui c'era qualcosa che lo inquietava, una forza nera che tentava in tutti i modi di cacciarlo da quel corpo. Il corvo con tre occhi lo aveva avvertito: " Brandon Stark tu volerai, ma sarà un volo nero, un volo pericoloso. Sei solo un ragazzo, ma solo tu puoi controllare quella ferocia. Ti stancherai e quando ritornerai uomo ti sentirai cambiato. Ricorda: non contrastare quella fiera selvaggia, non ci riuscirai! Indirizza i suoi istinti, falli tuoi". 
Ora capiva le sagge parole del vecchio uomo-albero. Sotto di lui l'odore del sangue e del fuoco lo attiravano, quella sensazione nera voleva divorare i corpi sanguinolenti e carbonizzati dei soldati, ma non poteva scendere sul campo, non doveva divorare i suoi soldati. Rivolse lo sguardo altrove, virò a destra e planò sugli estranei. Un battito d'ali, un ruggito e fuoco e fumo dilagarono. 
Era ora di tornare al campo, puntò verso Aspra Dimora, verso i suoi fratelli. Bran si sentiva esausto controllare quel corpo anche per una sola battaglia era stato estenuante. Doveva tornare nel suo corpo, ma si concesse un ultimo attimo di libertà: oltrepassò la terra ferma e con il ventre squamato sfiorò il Mare dei Brividi. Del vapore lasciò una scia a indicare il suo passaggio: ghiaccio e fuoco.
Scrutò nelle acque gelide e vide il suo riflesso: era bianco come la neve, i suoi occhi dorati come il sole estivo, le sue zanne nere come la morte. Ora lui volava, ora era Viserion. Ora era un drago.




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