Magic Years

di _maya_chan_
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Prologo

 

La ragazzina, appena tredicenne, fissò impaurita con gli intensi occhi verde mare gli uomini che circondavano il suo amato fratello quindicenne. Il ragazzo, pallidissimo, riuscì a sorridere alla sua sorellina. “Devo andare, sorella mia. Non preoccuparti, tornerò presto!” le disse, fingendosi allegro, il ragazzo. La tredicenne, abbassato il volto, spostò una ciocca dei suoi lunghi e lisci capelli biondi dietro l'orecchio.

Non osò fare nulla mentre il suo amato fratello veniva portato via dagli uomini in divisa nera, con la spilla luccicante appuntata sulla spalla. Quella spilla che tutti i 'Giustizieri del Demonio' portavano. Lasciò che le lacrime scorressero liberamente sulle sue guance solo una volta che fu sola. Sapeva che il fratello non sarebbe più tornato, lo sapeva fin troppo bene. Non era affatto stupida. Era stato accusato di praticare la magia, e per questo condannato a morte. Senza alcuna ragione, senza alcun motivo.

In ginocchio, con la gonna del suo ampio vestito rosa che si allargava intorno a lei, si sentiva inutile e impotente. Aveva anche paura per se stessa, perché se avevano accusato suo fratello, chi le diceva che non avrebbero fatto lo stesso con lei, presto o tardi?

E fu in quel momento di totale disperazione che prese una delle decisioni più importanti della sua vita. Non si sarebbe adeguata alle regole che le dicevano come vestirsi, come comportarsi, come essere con gli altri. Non sarebbe stata una marionetta. E la prima cosa da fare per dimostrarlo era... era... l'illuminazione la colse.

Si alzò e corse verso il bagno, verso le forbici.

 

* * *

La bionda ventenne camminava per le strade del suo paese natale con il cesto che conteneva la sua spesa tra le mani. Molte persone la guardavano con disappunto, ma a lei certamente non importava, dato che continuava a passeggiare a testa alta. Oltre al fatto che camminare con tanta fierezza era impensabile per una donna del suo rango, tutto in lei era inopportuno. Il vestito, di un blu piuttosto carico che s'addiceva soltanto a donne di una certa importanza, era troppo corto, arrivando appena sotto le ginocchia, facendo addirittura vedere le scarpe. Inoltre era anche troppo stretto, rivelando in questo modo tutte le curve della sfrontata ragazza.

E poi, il più grande dei sacrilegi! I suoi capelli, biondi e lisci, arrivavano a malapena alle spalle. Una donna dai capelli corti, un'offesa per l'intera società. La giovane aveva avuto però la decenza di ornare il capo di un fiocco che la rendeva più femminile ed appetibile. Aveva da due anni superato la maggiore età, diventando quindi una donna in età da marito. Ma, non avendo alcun tutore che decidesse per lei, aveva rifiutato tutte le proposte di matrimonio che aveva ricevuto. Quello che rappresentava, una donna libera e forte, che sceglieva il suo destino, era un'immagine inaccettabile per la sua epoca.

Infatti erano differenti le reazione che provocava. Per i bambini era un'interessante e simpatica novità che stimolava la loro curiosità. Per molte donne, soprattutto per quelle che avevano meno di trent'anni, era una fonte d'orgoglio e rappresentava quello che volevano essere, anche se non ne avevano il coraggio. Per gli anziani era solo una giovane ed insignificante ribelle, che donava alle loro giornate qualcosa di cui sparlare severamente. Ma per la grande maggioranza degli uomini- quelli che andavano dai tredici ai quarant'anni- e anche delle donne era un orrore, un mostro da rimettere in riga.

Molte denunce di stregoneria erano state fatto contro la sua persona, ma il governo del regno di Laertia non aveva preso alcun provvedimento. Il che non faceva che aumentare l'odio nei suoi confronti. Era de sette lunghi anni che la sua ribellione continuava. Certo, all'inizio erano atti sporadici e insignificanti, ma negli ultimi due anni si erano intensificati.

E, da brava ragazza come lei era, la bionda ne era al corrente. Ne era anche fiera, in realtà. Quasi sorrideva al pensiero, se non fosse stato per il fatto che rischiava di morire da un giorno all'altro a causa delle sue sfide a campo aperto.

“ Sta bene, signore? Le serve una mano?” chiese gentilmente ad un anziano uomo che faticava a caricare le varie casse di legno sul carretto che gli apparteneva. Sapeva essere molto gentile la ventenne, con le persone meritevoli. Sempre più rare, purtroppo. Senza aspettare il consenso dell'uomo, iniziò ad aiutare il signore, sollevando le casse con estrema facilità. Non erano così pesanti, in fondo. L'aiutò anche a salire sul mulo che trainava il suo carro. Ma nessuno la ringraziò.

“Guardate! Guardate cosa fa la strega! Con la sua forza sovra umana ci adesca, e con la sua finta debolezza ci inganna! In questo modo cattura le sue vittime!” urlò una voce maschile, mentre l'uomo a cui apparteneva la indicava col dito indice. Ma non fu lui a scagliare la prima pietra. In effetti, lei non vide chi fu a scagliare la prima pietra. Ma a quella ne seguirono molte altre, e poi altre ancora. La ferivano e la tagliavano, facevano sgorgare a fiotti il sangue dalle sue ferite. La pioggia di pietre continuò finché lei non cadde a terra, sanguinante. E in quel momento tutti i suoi assassini si dileguarono, lasciandola sola col fantasma della Morte.

Sapeva che stava morendo. I suoi sensi scivolavano via con le sue forze e con la sua lucidità. Persino il dolore ormai era ridotto ad un eco. Guardava il cielo azzurro, e si chiedeva se lei sarebbe salita lassù. E poi, all'improvviso, il cielo divenne nero. Non riusciva a distinguere i contorni della figura che si era frapposta tra lei e il mare infinito. La sua vista era così appannata, non riusciva a distinguere nulla.

“Vuoi vivere? Vuoi salvarti?”. Eppure, anche se ovattate, quelle domande erano giunte alle sue orecchie. Non sapeva se fossero un'allucinazione oppure no, ma erano la sua unica e sola speranza. Qualcosa di effimero, ma erano tutto quello che aveva al momento. Aggrappandosi a quel barlume di luce, la ragazza tentò di muovere la testa, per annuire. Lei voleva vivere, era troppo giovane per cadere tra le scheletriche braccia della Morte. Pregava di essere riuscita a far arrivare questi sentimenti al suo misterioso salvatore.

“Sì...” sussurrò, disperata. Stava morendo, ma non si voleva arrendere. Non si sarebbe arresa, mai e poi mai.


Angolo autrice: 

Heeey!

Approdo anche sul fandom di Hetalia! Con una storia che non doveva essere pubblicata! Sìììì!
Spero che a qualcuno interessi, dato che mi piace particolarmente questa storia, per qualche motivo.

Se non riceverò recensioni, cancellerò la storia. Non credo abbia senso lasciarla sul sito se non interessa a nessuno. Anche se, so già che non riceverà un grande seguito. Non tratta principalmente delle coppie più popolari e non ci sarà yaoi (perché la sottoscritta non è una yaoista e non sa proprio come trattarlo) quindi immagino verrà snobbata.

Comunque, ci saranno, oltre a delle coppie crack, anche delle coppie più comuni. Non ve le anticipo, però.

Alcuni personaggi saranno nelle loro versioni di Nyotalia, anche se non molti.
Parlando dell'ambientazione, è ovviamente un regno magico. Le innovazioni tecnologiche sono, a grandi linee, le nostre, ma la società è retrogredita anche per usi e costumi al Medioevo.
Sto dimenticando qualcosa, ma non importa, dai.

Spero che a qualcuno interessi!

Bye!
Maya-chan

 





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