La verità.

di Diario di una Strega Nera
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Quel cancello che scricchiolava.

Il suo muoversi ad ogni folata di vento mi spaventava, ma ormai ero lì.

Voi ora vi domanderete: cosa ci facevo in un cimitero!?

Due notti fa sognai uno strano signore, anzi, una strana creatura.

Aveva il corpo umano, ma degli strani occhi, rossi come un fuoco, rossi come il sangue.

Aveva degli artigli al posto delle unghie e degli zoccoli al posto dei piedi.

Era spaventoso.

Mi svegliai.

La notte seguente apparì di nuovo nei miei sogni: eravamo all’interno di un cimitero.

La sua voce mi arrivò all’orecchio come un flebile bisbiglio.

«Mia cara, ti stavo aspettando.»

Tremai di paura.

«Raggiungimi la prossima notte, essa sarà la tua scelta più saggia.»

E mi svegliai in preda al panico, in un bagno di sudore.

[…]

Bene ora torniamo al discorso principale.

Ero dentro a quel cimitero.

Vi giuro che stavo morendo di paura, ma ero lì.

Ero nel suo vortice, tra cespugli scuri e lapidi spaccate ed inclinate.

Ed eccolo lì, di fronte a me.

Avevo paura, ma lui mi tese la mano.

Io cosa feci? Gli diedi la mia.

«Avevo bisogno di te, mia cara. Avevo bisogno del tuo candido, vergine e indifeso corpo.»

E lo seguii.

Ora vi starete domandando che fine ho fatto e come riesco a raccontarvelo.

Dove sono? Seduta alla sua destra. 





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