Una missione difficile

di Ehris
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Capitolo 9 – Apri gli occhi Musa

 
C'è moltissimo potenziale dentro di te. Attingi ad esso e trasforma i tuoi sogni in realtà giorno dopo giorno, un passo alla volta
Virginia T. Chepete
 

Musa era con le spalle contro un albero, non poteva muoversi perché qualcuno, più grande di lei, le impediva di farlo. Una grossa mano era posata sulla sua bocca così anche qualsiasi tentativo di urlare sarebbe stato vano. La fata teneva gli occhi serrati; non aveva avuto il coraggio di aprirli. Aveva un’enorme paura di quello che si sarebbe potuta trovare davanti.

Non aveva più la forza né per reagire, né per combattere e stavolta si sentiva davvero sconfitta. Nessuno l’avrebbe strappata da quella brutta situazione. Una situazione, per giunta, nella quale si era infilata di sua spontanea volontà: voleva infatti dare una mano alle Winx ma mai e poi mai avrebbe pensato che le sue decisioni le si sarebbero ritorte contro in quella maniera; una maniera spaventosa.

La fata tremava in preda all’angoscia, al tormento, all’ansia. Non ce la faceva proprio più. Sapeva di aver ormai raggiunto il livello massimo di sopportazione. Le pareva di essere sull’orlo di un enorme precipizio, davanti a sé vedeva il vuoto ed era cosciente che presto, questo, l’avrebbe inghiottita. Quando tuttavia si sentì pronta a lasciarsi cadere, quando fu pronta ad accettare il destino che era lì in serbo per lei, rimase letteralmente stupita da ciò che udì:

-Sssh… Apri gli occhi Musa- era un sussurro. Un sussurro delicato che giunse al suo orecchio e che immediatamente la tranquillizzò. Era il sussurro di una voce che lei conosceva molto bene. Un sussurro in grado di placare ogni suo tormento. Un sussurro che, in mezzo a quella burrasca, le era giunto come un’ancora di salvezza.

Senza più alcun timore obbedì a quelle semplici parole. Aprì gli occhi e lo spettacolo che si trovò di fronte le tolse il respiro: due grandi iridi viola, illuminate dal chiarore della pallida luna, la fissavano; la fissavano tanto intensamente che la fata si sentì scuotere da un brivido e subito dopo provò la sensazione di un capogiro.

Riven, lui le faceva quell’effetto.

Il ragazzo, in piedi e molto vicino a lei, quasi troppo, osservava la giovane cercando di capire se il suo tremore era causato dal freddo o dalla paura; probabilmente entrambi. Notò immediatamente i graffi sul suo volto e da quelli constatò che le ultime ore dovevano esserle costate parecchio.

Riven teneva il suo sguardo fisso su di lei ma le sue orecchie erano concentrate altrove, pronte a percepire ogni minimo movimento di quella natura tanto selvaggia. Finalmente l’ansia e la preoccupazione per quell’esile fatina ora erano soltanto un ricordo. Lei era lì con lui, davanti a lui, e lui non si sarebbe più dovuto preoccupare di quello che sarebbe potuto accaderle perché adesso avrebbe fatto tutto il necessario per difenderla e tenerla lontana da qualsiasi pericolo.

La stanchezza fisica, il freddo, il disagio provato nelle ultime ore, l’incertezza per l’avvenire, tutto questo era un bagaglio di emozioni di dimensioni considerevoli che Musa non riuscì più a controllare. Gli occhi le si velarono di lacrime che, una dopo l’altra e senza alcun ritegno, si fecero strada sul suo viso.

-Sssh…- le ripeté ancora una volta Riven, palesemente spiazzato da quella reazione. Non avrebbe mai immaginato di vederla tanto scossa perché fin’ora in lei aveva visto sempre e solo il carattere di una tigre. L’aveva vista combattere con coraggio, tenacia e caparbietà. Aveva dimostrato di sapere il fatto suo e forse era proprio per questo che era riuscita a guadagnarsi un posto tanto speciale ed importante nel cuore dello specialista. Ad ogni modo era comunque una ragazza molto sensibile e il crollo a cui stava assistendo lo dimostrava chiaramente.

Lui aveva sperato che quel secondo sussurro servisse a calmarla. Non avrebbe saputo in che altro modo comportarsi perché non si era mai degnato di essere dolce con una ragazza e non era di certo il tipo che dispensava abbracci, gesti affettuosi o parole carine. Lei tuttavia continuava a guardarlo, con gli occhi pieni di lacrime, in preda alla disperazione più assoluta così lui, istintivamente, spostò la mano dalla sua bocca al braccio e glielo accarezzò molto delicatamente, quasi avesse paura di ferirla. Musa allora si calmò con grande sorpresa del giovane. Era rimasta letteralmente rapita da quel gesto così gentile… e così insolito.

L’oscurità calò poi su di loro. La fata alzò lo sguardo verso il cielo e sentì di avere un mancamento. Si era completamente scordata del ragno e di quanto fosse gigantesco e mostruoso. Riven impugnò la sua scimitarra e poi fece un cenno col capo. Soltanto in quel momento la ragazza si accorse che qualche metro più in là, nascosti anche dietro ad un albero, c’erano Aisha e Sky.

-Colla magica!- la principessa di Andros scagliò il suo attacco, che immobilizzò il ragno. Successivamente i due specialisti uscirono allo scoperto. Da subito si dimostrarono agili e collaborativi, con grande sorpresa delle due ragazze. Riven, che solitamente amava lavorare da solo e non avere gente fra i piedi, copriva le spalle al giovane di Eraklyon che a sua volta faceva altrettanto. Erano uniti e i loro attacchi si completavano a vicenda in modo stupefacente.

Riven approfittò del faccia a faccia fra Sky e l’aracnide per scivolare sotto il corpo dell’animale ed infilzarlo con la sua scimitarra. La bestia si lasciò sfuggire un lamento e poi si accasciò al suolo, finalmente sconfitta.

-La prossima volta prenditela con qualcuno della tua taglia, ragno!- disse Riven, che ora poteva ben immaginare come Musa aveva trascorso le ultime ore in quella foresta.

Sky si avvicinò allo specialista e si complimentò con lui: -Ottimo lavoro Riven!-

-Grazie Sky, anche tu sei stato in gamba!- rispose l’amico e poi entrambi si strinsero la mano.

Aisha sorrise, non poteva essere più felice. Quel grosso nemico era stato abbattuto e cosa più importante: avevano ritrovato la fata della musica. Si girò quindi verso Musa, voleva correre da lei per abbracciarla ma quando si voltò la trovò stesa a terra svenuta.

-Musa!- gridò la principessa di Andros precipitandosi dall’amica. Anche i due ragazzi si affrettarono a raggiungerla per controllare le sue condizioni. Aisha toccando il corpo della fata si accorse che era gelido.

-Dobbiamo portarla via da qui- esclamò Riven prendendola in braccio. Notò subito quanto il suo corpo fosse leggero e freddo. Più la guardava e più se ne innamorava, provava una sensazione che mai prima d’ora aveva provato e un po’ lo spaventava perché lo faceva sentire vulnerabile. I sentimenti erano un campo a lui quasi sconosciuto e non era ancora ben in chiaro su come andavano gestiti.

-Sì, per di qua- disse Sky indicando la strada che gli avrebbe riportati sul sentiero principale.
 
***

-Eccoci qui, siamo arrivate sorelle!- esclamò Icy con una sicurezza che non aveva rivali.

-Sarà come rubare le caramelle a un bambino- disse Darcy

-Alissia non potrà nulla contro di noi!- aggiunse Stormy, accompagnando le sue parole con una risata che fece tremare anche le foglie degli alberi intorno a loro.

Le Trix avevano camminato parecchio per raggiungere la destinazione desiderata. Ora si trovavano davanti a quell’imponente grotta e già al suo esterno potevano sentire la profonda magia che l’amuleto emanava. L’aria era fredda, molto fredda, la luna alta nel cielo e le stelle risplendevano come pietre preziose. Era la notte ideale per impossessarsi del talismano.

Quel talismano avrebbe permesso alle tre streghe di controllare l’intera Dimensione Magica; quel talismano le avrebbe rese le regine incontrastate di ogni luogo sul quale avrebbero deciso di mettere piede. Tutti, ma proprio tutti le avrebbero temute, senza eccezione alcuna. Non avrebbero più avuto nessun rivale e non si sarebbero più dovute preoccupare di ottenere nuovi poteri o nuove magie perché diventare Strega Madre era il massimo a cui si potesse aspirare e se lo sarebbero fatto bastare.

Erano eccitate, fremevano e si gustavano quel momento. Niente e nessuno le avrebbe fermate. Le uniche che avrebbero potuto guastare la festa erano già state sistemate: infatti le Trix non avevano più rilevato la presenza delle Winx e questo poteva voler dire unicamente una cosa: il ragno gigante aveva fatto il suo dovere. Quelle piccole e fastidiose fatine dovevano essere volate via come foglie secche al vento.

-Così tanti scontri con le Winx e non ho potuto nemmeno dire loro addio, o vendicarmi come avrei tanto voluto. Bhè pace, vorrà dire che quando sarò una delle tre Streghe Madri e avrò il Potere Eterno le richiamerò dall’aldilà per distruggerle ancora una volta. Ahahaha!- esclamò Stormy mentre, catturata dalle immagini che la sua mente riproduceva, pensava già in che modo avrebbe fatto soffrire le sei mocciose di Alfea.

-La prima cosa che farò quando avrò ottenuto il Potere Eterno sarà quella di dar fuoco alla scuola di Alfea. Avrò la mia vendetta su Faragonda e Griselda e schiaccerò ogni singola fatina come si schiaccia uno scarafaggio. Non ci saranno sopravvissuti!- disse Icy che ora non aspettava altro che entrare nella grotta.

-La vostra perfidia non ha limiti! Sono onorata di avervi come sorelle- Darcy, presa anche lei dall’eccitazione, si lasciò travolgere da un’ondata di calore affettivo.

-Grazie- risposero all’unisono le altre due, lusingate da quella affermazione.

Il legame fra sorelle è un legame speciale; un legame che va oltre ogni confine. Le Trix si presero per mano e poi iniziarono ad avanzare. Entrarono nella grotta, pronte a fare quello che andava fatto. Avevano iniziato insieme e avrebbero finito insieme; anche se quella non era propriamente una fine. No, non lo era. Quello era solo l’inizio. Un nuovo inizio. Il loro inizio.
 
***

Ancora una volta Musa si ritrovò ad aprire gli occhi e a non ricordare perfettamente ciò che era accaduto. Aveva dormito, di nuovo, e ora la luna era alta nel cielo ma malgrado fosse notte fonda non aveva più così freddo come quando si era svegliata fra le radici della grande quercia. Notò di essere coperta. Qualcuno aveva avuto la premura di coprirla.

-Questa…- Musa si tirò ancora un po’ a sé quella coperta e poi realizzò che altro non era che il mantello azzurro delle tenute degli specialisti di Fonterossa -Riven…- disse poco dopo percependone il suo odore.

-Lui sta bene, è dietro quel cespuglio, è di guardia- esclamò una voce alle sue spalle che la fece sobbalzare.

-Aisha!- Musa si girò e subito le due fate si scambiarono un abbraccio. Finalmente erano di nuovo insieme.

-Come stai?- domandò la giovane dalla carnagione più scura.

-Io sto bene e tu?- rispose Musa, contenta di vedere l'amica, e Aisha sorrise mentre col capo faceva un cenno d’assenso -Le altre?- proseguì poi la ragazza di Melody.

-Flora aveva battuto la testa ma come siamo arrivate ad Alfea è stata subito portata in infermeria, insieme a  Bloom che è stata morsa da un lupo. Stella e Tecna invece stanno bene- spiegò la principessa di Andros.

-Un lupo?- Musa era sbalordita. Lei aveva passato dei momenti difficili ma anche per le sue amiche non doveva essere stata propriamente una passeggiata.

-Già!... Ma posso raccontarti tutto più tardi, ora se fossi in te andrei da Riven- disse Aisha maliziosamente -Era molto, molto in pena per te!- aggiunse poi seriamente, per far capire che non stava scherzando.

Musa allora si alzò e si diresse verso il cespuglio indicato dall’amica. Voltando il suo sguardo notò Sky che dormiva. Probabilmente avevano organizzato dei turni di guardia e ora era il momento di Riven.

Quando lo vide, lì in piedi con in pungo la sua scimitarra e lo sguardo attento puntato davanti a sé, si ricordò di come era crollata quando lui l’aveva trovata qualche ora prima. Si ricordò di quel gesto delicato che le aveva rivolto nel tentativo di tranquillizzarla. Un gesto che non gli apparteneva. Un gesto che le aveva fatto venire i brividi e che ora, ripensandoci, glieli aveva fatti tornare.

Musa avanzò di un altro passo e lo specialista, nel silenzio della notte, la sentì.

-Ehi- le disse voltandosi verso di lei -come ti senti?- nel suo tono di voce emergeva una punta di preoccupazione.

-Meglio grazie- rispose la ragazza timidamente, stringendo poi la presa sul mantello che aveva fra le mani -E tu? Tu stai bene Riven?-

-Io sì!- si affrettò a dire lui.

Per un attimo si guardarono senza sapere esattamente cosa dire o cosa fare. Musa temeva che il giovane potesse pensare che era una debole, una piagnucolona. Si rimproverava per essere crollata in quella maniera ma ormai il danno era fatto. Non sarebbe potuta tornare indietro nel tempo per modificare il suo atteggiamento.
Riven, dal canto suo, si torturava perché aveva paura di mostrare in modo troppo evidente i suoi sentimenti. Aveva già superato il suo limite quando per rincuorare e tranquillizzare la fata si era lasciato sfuggire quella carezza. Non avrebbe più dovuto concedere al suo animo libertà simili in futuro. Quello che realmente lo terrorizzava era di poter essere preso in giro, usato. In passato Darcy si era approfittata di lui. Con lei non c’erano stati in ballo sentimenti ma si chiedeva cosa sarebbe successo se avesse mai ammesso a sé stesso di amare qualcuna e poi si fosse ritrovato abbandonato o illuso.

-Grazie Riven- esclamò Musa spezzando quel silenzio e i pensieri dello specialista -E… grazie anche per questo!- la ragazza si avvicinò ulteriormente al giovane per poi riconsegnargli il mantello.

-Figurati- rispose lui.

Passò ancora un lungo momento dove gli sguardi furono protagonisti della situazione. Esprimevano più di quanto avrebbero voluto. Quando Musa capì però che Riven non le avrebbe più rivolto una parola, si voltò e fu allora che lui la richiamò.

-Musa!-

-Si Riven?- domandò incuriosita la fata girandosi nuovamente verso lo specialista per poterlo guardare negli occhi.

-Sono contento che tu stia bene. Sei stata molto coraggiosa a scegliere di allontanarti dal gruppo per aiutare le tue amiche e sono sicuro che a quel ragno avrai dato del gran filo da torcere se ti conosco bene come penso!-

Musa per un attimo credette che il ragazzo avesse letto nella sua mente i suoi timori. Non era il tipo che rilasciava commenti alla leggera perciò per lei quelle parole avevano un gran significato. Ora sapeva che lui non la considerava una ragazza debole.

La giovane si aprì in un sorriso. Un sorriso che Riven amava perché sapeva di sincerità. Lei non lo avrebbe preso in giro per essersi liberato momentaneamente della sua corazza d’acciaio. Lei non si sarebbe mai approfittata di quel momento per ferirlo e non glielo avrebbe mai rinfacciato. Sapeva troppo bene com’era fatto e quanto lo avrebbe ferito.

L’uno conosceva l’altra. Dopo quella notte potevano dire di conoscersi ancora meglio.

Quello era l’inizio. L’inizio di qualcosa di complesso ma al contempo speciale ed indissolubile. Un inizio che in futuro li avrebbe portati a riscoprire l’anima dell’altro. Un inizio di cui loro, però, erano ancora del tutto ignari.






Note dell'autrice: Buongiorno popolo di EFP!
Questa! Questa è la scena che ha dato inizio a tutta la storia. Mi ci sono voluti ben 9 capitoli per arrivarci (e mi scuso perchè non lo avrei mai immaginato!). Prima di arrivare qui c'erano molte cose che andavano fatte e raccontate. Ho dato il massimo nella creazione di questa mia fiction ma in questo capitolo ho dato anche di più e spero che le fan della coppia ne saranno felici e potranno apprezzarlo. Anzi, questa volta vi chiedo veramente un momento per lasciarmi un commento e farmi sapere se siete soddisfatte (se non volete farlo pubblicamente anche tramite messaggio privato :D). Mi farebbe tanto, tanto piacere!! :)
Mi piace il carattere di Musa e mi piace quello di Riven. Ho cercato di fare del mio meglio per mantenerli il più possibile simili alla reltà (se così si può dire dato che sono unicamente figure di un cartone animato, eheheh). Tuttavia qui lei, per quanto sia forte e grintosa, il crollo doveva averlo e lui doveva fare un passo verso di lei. Non sarebbe potuto starsene fermo lì a guardare!! :)
Bene, detto questo ci tengo comunque a ringraziare chi recensisce, i lettori più silenziosi e chi ha inserito la storia nelle varie categorie (preferite, seguite e ricordate)!
Al prossimo aggiornamento!!
Ehris :)
 
 
 




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