L'orgoglio non
ha niente di proprio; altro non è che il nome dato all'anima
che
divora sé stessa. Quando questa sconcertante perversione
dell'amore
ha dato il suo frutto, essa porta ormai un altro nome, più
ricco di
senso, sostanziale: odio.
Cit.
Georges
Bernanos
Correva
per le strade della città,
evitando i passanti e scusandosi senza fermarsi.
Aveva
il fiatone, ma non gli importava;
non aveva proprio voglia di sorbirsi una ramanzina dal suo capo. Il
suo orgoglio gli impediva anche solo di fermarsi a riprendere fiato.
Non voleva assolutamente dare anche un singolo pretesto a quel
damerino.
Continuava
imprudente mentre spintonava
l'ennesimo passante, il quale non gradì molto la cosa,
dandogli del
maleducato.
Midorikawa,
quella mattina era uscito
prima e "l'altro adulto responsabile" non lo aveva
svegliato...
Come
poteva?! Hiroto stava ancora
dormendo!
Frenò
di colpo davanti al locale dove
lavorava, entrò, raggiungendo in fretta il camerino adibito
a
"camera degli impiegati". Finalmente aveva raggiunto la sua
meta.
Si
lanciò su una sedia per poter
riprendere fiato. Dopo essersi ripreso si rialzò,
cominciando a
cambiare abiti, per poi indossare la divisa.
Sospirò
mordendosi un labbro, eppure
non gli sarebbe dispiaciuto che il suo amato Evan si prendesse del
tempo per la ramanzina. In fondo, il piccolo kouhai avrebbe avuto un
pretesto per stare col maggiore.
-Sei
in ritardo oggi?- chiese Saryu, il
giovane proprietario della gelateria.
Sussultò
sentendo la sua voce; allora
era vero. Parli del diavolo e spuntano le corna. Anche se in questo
caso, parlare non è proprio corretto.
-Non
ho sentito la sveglia, Hiroto non
mi ha svegliato e Midorikawa non era a casa...- Kariya
sospirò
stremato, mentre l'altro scoppiò a ridere.
Il
cuore dello sfortunato dipendente
perse un battito. La risata dell'amico era la cosa più bella
che
avesse mai sentito, se non meravigliosa.
Si
riscosse imbarazzato. Non poteva
aver davvero pensato a quelle cose da femminuccia!
-Non
pensarci dai- sogghignò,
osservando il suo dipendente preferito. -Neh, Saki-chan; che ne dici
di fare una scommessa?-
Masaki
notò il ghigno perverso che era
appena comparso sul volto del compagno, arrossì appena
boccheggiando.
Non
lo rassicurava per niente ed il
ghigno malizioso di Evan non migliorava le cose.
-Cosa
hai in mente?!- chiese sgranando
gli occhi e squadrando l'albino da capo a piedi.
Al
suo ghigno, si aggiunse del sadismo.
-Nulla di che-
rispose avvicinandosi, mentre il blu aveva appena finito di vestirsi
-Una semplice scommessa- con fare teatrale guardò Kariya
dispiaciuto -Ma se hai paura di perdere, fai bene a non accettare-
aggiunse fintamente preoccupato.
Lo sfortunato
cameriere sussultò appena -Accetto- disse senza pensarci due
volte, odiava quando l'amico lo stuzzicava. Odiava la sensazione di
essere preso di mira, ma amava che fosse proprio il suo senpai
ad averlo preso di mira.
Saryu
ghignò, come fosse sicuro di avere la vittoria in pugno
-Bene, oggi starò a servire i tavoli, visto che manca Aki,
una delle cameriere-
Masaki lo
osservò con attenzione, era sicuro tramasse qualcosa -E
allora?-
-Beh, chi riesce a
servire il maggior numero di clienti, vince- rispose raggiante l'altro.
-E cosa
c'è in palio? Sentiamo- ghignò divertito il
minore; amava le sfide, soprattutto vincerle.
-Il vincitore
chiederà all'altro tre cose a cui non potrà
tirarsi indietro- uno strano sorrisino malizioso si dipinse sul suo
viso mentre l'altro lo guardò preoccupato.
-Tanto vinco io-
rispose sicuro Kariya, uscendo dalla stanza e sorpassando il rivale.
-Non sai cosa ti aspetta Saki-chan- sussurrò
al vento prima di raggiungerlo -Tempo fino alle 14 di oggi-
|
Il cameriere annuì,
semplicemente,
sghignazzando; avrebbe chiesto a Saru cose impossibili, quando
avrebbe vinto.
Pian piano cominciarono ad entrare i
clienti, e
i due rivali facevano a gara per accaparrarsene più
dell'altro,
velocizzando le richieste.
L'ora prestabilita arrivò
presto, e i due
sfidanti stavano per confrontare i risultati.
-101 clienti, che mi dici? Sei
riuscito a
raggiungermi?- ghignò il piccoletto.
La sua faccina coccolosa attirava
sempre
ragazze che ordinavano qualsiasi cosa pur di parlargli.
Certo, era una sensazione che
odiava, ma se
c'era una sfida in corso a lui andava più che bene.
Saryu ghignò malizioso,
mentre una delle
cameriere simulò una caduta su Kariya, mentre lasciava
cadere degli
scontrini a terra che il furbello raccolse -Ops, hai perso Saki-chan-
ridacchiò dopo aver fatto l'occhiolino alla ragazza, mentre
si
allontanava.
-Perchè scusa?-
sbottò l'altro, un pò
nervoso per la maid che gli era finita addosso.
-Ne ho 102, puoi contarli se vuoi-
ghignò
sadico.
Certo, aveva imbrogliato, facendosi
passare
alcuni scontrini dalle altre cameriere, ma non gli sarebbe mai
più
capitata un'altra occasione del genere.
Kariya sbiancò -Non ti
credo- ribattè
irrequieto, non poteva perdere; poi aveva servito più
clienti.
-Conta gli scontrini-
ghignò l'albino,
porgendoglieli.
Quei piccoli fogliettini vennero
contati un
paio di volte, poi lanciati malamente in un cestino.
-Che devo fare? Parla- fece Masaki
sbrigativo.
-Come prima cosa, seguimi, e poi ti
dirò
quello che devi fare- disse entrando nella stanza dove era nata la
malsana idea.
Una volta dentro chiuse la porta a
chiave, cosa
che fece preoccupare non poco il piccolo.
-C-che hai in mente di fare?!-
chiese ancor più
attento.
-Come prima cosa dovrai vestirti da
maid per
tutto il resto della giornata e servire i clienti- disse malizioso.
-Assolutamente no!-
ribattè rosso come un
pomodoro maturo.
-Hai perso, non puoi tirarti
indietro- ghignò
avvicinandosi.
Il cuore di Masaki
accelerò di colpo, era da
un pò che aveva un debole per il suo superiore, ma tutto
questo gli
complicava solo la situazione.
-Come secondo...- Pian piano si fece
sempre più
vicino, ed il blu si ritrovò con le spalle al muro.
L'altro ridacchiò, e
quando gli fu ad un palmo
dal naso, lo bloccò alla parete, sorridendo malizioso -Come
secondo-
senza concludere, si avventò sulle labbra del ragazzino
baciandolo a
stampo.
Inizialmente intontito, Kariya
rimase rigido
per qualche istante, poi, non riuscì a controllarsi e
rispose,
approfondendo il bacio.
Aveva tenuto i suoi sentimenti
nascosti per
troppo tempo.
Quando si separarono
cominciò a balbettare
frasi sconnesse, evitando lo sguardo dell'altro che ghignò.
-Non sei bravo a fingere, lo sai?-
sussurrò
guardandolo negli occhi, assottigliando pensieroso i propri -Era da
un pò che ti comportavi in modo strano...-
Masaki, non sapendo che rispondere,
cominciò
ad arrampicarsi sugli specchi -E-era solo una tua impressione- disse
piccato. Il suo cuore era letteralmente saltato fuori dal petto, per
scaraventarsi letteralmente tra le braccia del giovane che aveva di
fronte.
Queste sue parole fecero sorridere
il giovane
dalla mente contorta -Mmmh, come vuoi~
-disse- Terzo, da ora in avanti sarai il mio ragazzo-
Il
poveretto arrossì di botto a quella strana richiesta -Che
vai
dicendo?! Ti sei bevuto il cervello, razza di pervertito?!-
sbottò.
-No. Mi
hanno rubato il cuore- rispose baciandolo, stavolta con meno irruenza
e più dolcezza.
Non riuscì
a fare a meno di arrossire e, non appena sentì le labbra di
Evan
sulle proprie, lo abbracciò dolcemente, non riuscendo a
trattenere
una lacrima di gioia, solitaria.
[...]
Sorrise
fintamente dolce, salutando altri due clienti, mentre dentro di
sè
pregava che quel momento passasse in fretta. -Arrivederci e tornate a
trovarci- cercò di rendere più femminile la voce,
addolcendola.
Non
dovevano capire che era lui; guardò in direzione del
maggiore,
lanciandogli ogni genere di insulto
|