Via di fuga

di Menteconfusa
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Prologo
 
Procedevano silenziosamente per lo stretto sentiero che dal paese portava in cima alla collina. Era una giornata senza nubi, il sole, alto nel cielo limpido risplendeva e la sua luce filtrava tra le chiome degli alberi.
Un vento leggero, ma terribilmente freddo, giungeva dal nord.
“Imparerò a sopportare tutto questo?” si chiese Lily, alzando il passo per raggiungere l’uomo di fronte a lei “ne dubito, ma devo provarci. Ne va del mio matrimonio”
Erano due mesi ormai che si erano trasferiti in quel posto, dove Michael, suo marito, aveva trascorso la sua infanzia. Aveva insistito talmente tanto, che alla fine, Lily, bella e viziata, abituata a vivere tra il rumore e la frenesia delle grandi città, stufa del continuo lagnarsi del ragazzo, aveva acconsentito, pur sapendo che non sarebbe mai riuscita davvero a vivere in un posto dove per fare una telefonata bisognava camminare più di due chilometri.
Lei e Michael erano completamente diversi da questo punto di vista.
 Ovviamente il padre di lei si era ritenuto assolutamente contrario, non solo al fatto che i due giovani volessero lasciare la città, ma soprattutto al loro matrimonio.
Così, senza un soldo e senza benedizione, Michael aveva trascinato Lily in una piccola chiesetta di campagna, dove avevano celebrato il matrimonio in fretta e furia, poi, l’aveva portata a vivere lì, in quel paese dimenticato da Dio, che lei, pur sforzandosi di apprezzare, odiava con tutta l’anima.
-Manca ancora molto?- disse lei fermandosi improvvisamente per riposare i piedi che cominciavano a farle seriamente male.
-Non fermarti- disse Michael strattonandola per un braccio.
Era completamente cambiato, da quando si erano sposati. Da dolce e sensibile era diventato freddo e distante, per una qualche ragione che Lily non riusciva proprio a capire.
Lei, cercava in continuazione di renderlo felice, assecondandolo in ogni suo capriccio, accompagnandolo a quelle noiose riunioni di paese senza senso, imparando a cucinare pur non avendo mai masso piede in cucina, tenendo in ordine la piccola casa tentando di non fargli mai mancare nulla.
Eppure lui era come se non la vedesse minimamente, durante la settimana usciva la mattina presto per andare chissà dove e tornava la sera, quando fuori era già buio e il resto del paese dormiva della grossa. Poi, ogni tanto, era come se si ricordasse improvvisamente di avere una moglie, così sceglieva un giorno a caso da trascorrere con lei, senza mai abbandonare la sua freddezza e brutalità. Proprio come quel giorno.
Era come se dopo quelle ventiquattro ore in sua compagnia si sentisse a posto con se stesso per aver fatto il suo dovere di marito, perché alla fine, il giro ricominciava, sempre uguale, e quando Lily credeva che le cose stessero cambiando, ecco che lui le rigettava addosso tutta la noiosa e monotona vita che lei odiava così tanto.
Doveva ammetterlo, si era fatta abbindolare dal suo bell’aspetto e le sue dolci parole, si era convinta ad amarlo e ora stava male.
Dal giorno del suo matrimonio aveva desiderato scappare centinaia di volte, ma si era sempre tirata indietro, sperando che con il tempo le cose si sarebbero aggiustate, ma ogni momento di quella nuova vita era sempre più infernale.
 Ogni istante pregava che finisse e si sorprendeva a sperare che non fosse mai successo.
Una via di fuga, era tutto ciò che chiedeva, una piccola, insignificante via di fuga
 
 




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