L'ora della Sigaretta

di Ossimoro Vivente
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Avevano appena finito di pranzare.
Mentre la mamma sparecchiava e il papà guardava la TV, la piccola Lilith era seduta sul divano tenendosi la pancia gonfia dal cibo. Era talmente piena che respirava a forza.
Le persiane erano semichiuse e nella penombra della cucina aleggiava la calura del meriggio.
Era l’ora.
Anche se Lilith era stremata e stanca per via del sostanzioso pranzo, si alzò e scese le scale.
Arrivata al garage aprì lo sportello della macchina e, slanciandosi con una gamba, si sedette al posto del conducente. Frugò nello sportello davanti al posto che le stava accanto, e appena prese quello che stava cercando, si sentì il fragore delle gomme da masticare che si abbattevano l’un l’altra nella scatola. Lilith ne prese una tra il pollice e l’indice, e la gettò in bocca. Al primo morso la gomma sprigionò il suo fresco gusto di menta, e la bocca divenne un frigorifero. Poi diede altri morsi. Crack, crack…le piaceva quel rumore e se lo godeva per ogni istante.
Lilith rimase in macchina a gustarsela con una gamba lasciata penzoloni fuori. La piccola infradito le stava scivolando dalle dita dei piedi. Con la testa appoggiata sullo schienale e gli occhi socchiusi ascoltava le cicale mentre la mascella si esercitava.
Erano dieci giorni che manteneva questo esercizio, trasformandolo in un vero e proprio vizio, e non sapeva resistere.
E ogni volta che Lilith pensava alla parola “vizio” le veniva in mente il verbo “fumare”. Per l’appunto si sentiva una fumatrice incallita ,anche se Lilith aveva ancora dieci anni.
“L’ora della sigaretta” la chiamò; le venne spontaneo. In fondo le gomme da masticare fanno male con tutto quello zucchero, e la goduria e il vizio le sembravano uguali a quelli della nicotina  anche se non aveva mai provato una simile esperienza.
Lilith aspettò.
E, come avveniva quotidianamente, arrivò Grimm con il suo solito fresbee giallo in mano.
-Ciao-
-Ciao-
Capitava ormai troppo spesso. Che lui arrivasse e lei gli facesse il coro del saluto.
Ma, degno del suo migliore amico, Grimm aveva un’immacolata pazienza, e aspettò senza spiccicare parola che il chuingam  di Lilith si riducesse a una poltiglia gommosa insapore. Poi la sputò a terra davanti alla faccia per niente sorpresa di Grimm. Lui preparò il fresbee rigirandoselo nelle mani.
-Andiamo?-
Lilith scese abilmente dalla macchina e gli fece di nuovo il coro.
-Andiamo.-




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