Castle of glass (Show me how to be whole again)

di Rota
(/viewuser.php?uid=48345)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


*Nickname sul forum di EFP: Rota23
*Nickname sul sito di EFP: Rota
*Titolo storia: Castle of glass (Show me how to be whole again)
*Fandom/OTP: Kuroko no Basket/KagaKuro
*Personaggi: Kagami Taiga, Kuroko Tetsuya, Kiyoshi Teppei, (citati) Un po' tutti
*Rating: Arancione
*Avvertimenti: AU, Yaoi, Mpreg, What if...?, Tematiche delicate
*Generi: Romantico, Fluff, Introspettivo
*Credits: “Castle of glass”; Linking Park
*Breve introduzione alla storia/trama della storia: Kuroko intravede disordine, lungo la strada, persino un uomo disteso a terra dietro un bidone della spazzatura ancora pieno, e una puzza di marcio che si nasconde e si mescola a quello asettico della perfezione di plastica; neanche lo smog delle fabbriche sempre produttive riesce a intaccarlo. Capisce di aver raggiunto il limite che separa il centro dalla periferia, le case bianche dei nobili e quelle nere degli operai: la vicinanza con la parvenza del mondo libero lo inebria, come il dolore e come la sensazione di gelo della notte. Il cuore ha un tumulto che lui, per la prima volta dopo troppo tempo, riconosce come gioia.
-Senti, senti! Stammi a sentire! Moglie, incubatore, uomo, qualsiasi cosa tu sia in questo momento! Ascoltami un attimo! Non mi interessa, chiaro? Non osare darti la colpa di tutto ciò! Tu non hai colpe! Io sono il solo responsabile! Quando ti ho salvato dalla strada, l'ho fatto per me! Quando ti ho morso e ti ho legato a me, l'ho fatto perché io ti desideravo! Tu non hai colpe, hai capito?
*Note dell'autore/autrice: Io adoro le distopie futuristiche, ma davvero tanto. Così come ho adorato anche “Il racconto dell'ancella”, di Margaret Eleanor Atwood, da cui prendo spunto per la mia fiction. Per farla in maniera semplice, una società governata dal principio di fertilità dove solo pochi esseri hanno mantenuto la capacità di procreare – nel libro, sono le cosiddette “ancelle” - e questo ha portato all'origine di una teocrazia totalitaria che pone gli individui, specialmente le donne, sotto un fortissimo controllo, sia ideologico che prettamente fisico.
Nella mia fiction, le ancelle sono rimpiazzate dagli Omega, e gli sviluppi seguiranno.
Le parti in corsive del secondo capitolo sono frasi dette in un tempo diverso rispetto a quello della narrazione, giusto per essere chiari :D
 

 





 

 

*Prima classificata al "Di Omega!Verse, fluff e OTP - Multifandom contest" indetto sul forum di EFP da ContessadeWinter e valutato da graceavery

 



 

 

*Castle of glass*

-

Show me how to be whole again

 

 

 

 

*Prologo*

'Cause I'm only a crack in this castle of glass

 

 

 

I piedi non sono abituati né allo sforzo né tanto alle lunghe corse, gli rimandano la sensazione del freddo che si arrampica lungo le caviglie e della durezza della strada che scorre veloce sotto la loro pianta piatta; cozza, a ogni passo, contro la base del tallone. Non badano alle pozzanghere di sporco e agli schizzi alti, che impregnano i bordi del lungo vestito ormai lercio, e neppure ai sassi e altre piccole imperfezioni di quella via secondaria non pulita da alcun robot.
L'acido dell'inquinamento è nell'aria, nell'acqua e nel gelo stesso: lo corrode sempre più velocemente.
Kuroko intravede disordine, lungo la strada, persino un uomo disteso a terra dietro un bidone della spazzatura ancora pieno, e una puzza di marcio che si nasconde e si mescola a quello asettico della perfezione di plastica; neanche lo smog delle fabbriche sempre produttive riesce a intaccarlo. Capisce di aver raggiunto il limite che separa il centro dalla periferia, le case bianche dei nobili e quelle nere degli operai: la vicinanza con la parvenza del mondo libero lo inebria, come il dolore e come la sensazione di gelo della notte. Il cuore ha un tumulto che lui, per la prima volta dopo troppo tempo, riconosce come gioia.
Folata di vento da sud, rabbrividisce sulle spalle e si accovaccia a terra, un oggetto contro il piede e un inciampo goffo, il cedimento immediato delle ginocchia. Una sciarpa, ancora attorno alle sue spalle, si apre in avanti, srotolandosi sulla strada sporca. L'omega sente, all'improvviso, un odore familiare – troppo, per lasciarlo solo con il fiato corto e la pelle tremante di sudore.
Non osa girare il capo per vedere se i passi che sente siano davvero quelli dei suoi custodi: una Fabbrica di Mogli che non vanti di un buon sistema di recupero e repressione non può certo chiamarsi la Migliore, all'interno della città di Teiko, e questo a mente fredda lo ha previsto e accettato nel momento stesso della pianificazione.
Tunnel sotterraneo, dei buoni alleati, soppressori che sanno reprimere ogni scia odorosa. E dei vestiti che non siano rossi, sfavillanti e vistosi.
Kuroko si alza di nuovo, con le gambe che tremano. Potrebbe piangere, se ce ne fosse il tempo e se potesse sprecare energia a quel modo, contro la crudeltà di chi strappa l'anima appena convertita alla gioia per relegarla nelle consuete catene.
Qualcosa si avvicina, mentre la puzza di vita nera si fa sempre più presente, nel suo naso e nella sua essenza. Si concentra sul rumore dei passi, mentre inghiotte aria sporca e avanza nei metri; si rende conto dopo poco di non riuscire a distinguere i suoni, e questo accelera il battito del suo cuore.
Alla realtà, non è preparato – eppure, vi si vuole immergere, piuttosto che nella sua gabbia dorata.
Inciampa ancora, cade a terra di schianto. Atterra su gomiti e ginocchia, geme piano a denti stretti: vede alla propria sinistra un vicolo stretto e buio. Quasi striscia, verso quell'ombra totale, divenendo nulla assieme a quel niente.
I passi si avvicinano, veloci, e lui si acquatta fermo contro il muro di un'abitazione sperando solo di non aver più addosso odori particolari. La paura arriva a fermare ogni tremito.
I passi avanzano, del movimento gli conferma che nessuno si è arrestato per dargli attenzione o altro, che per quel minuto la sua vita è salva e ancora libera. Non osa respirare.
I passi allora si fermano, e sembrano di nuovo avvicinarsi. Sgrana gli occhi nella notte, e si ritrova a strisciare con i palmi contro il cemento grezzo.
Una porta si apre all'improvviso, piena di luce: lo acceca, in pochi attimi, e lo obbliga a stringersi come se volesse davvero sparire in un istante. Anche la persona che ha davanti trae un lungo respiro, come se lo stesse percependo attraverso l'odore.
Kuroko sa che l'altro è consapevole che è un omega quando le sue dita lo afferrano e lo trascinano dentro a forza.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2802438