Io e Tom siamo su una veranda, enorme. Il clima è fresco, ma non
caldo. Una leggera brezza ci accarezza il viso. Devono essere le 18.30
almeno, dato che il crepuscolo si sta avvicinando. Credo sia fine
settembre, cominciano a cadere le foglie e sono stretta nel felpone di
Tom.
Lui è abbracciato a me, mi cinge con le sue braccia forti e mi fa
sentire sicura, protetta... felice.
"Tom..." cominciai impacciata "Io non riesco a capire una cosa... Ho
questa domanda, che continua a girarmi in testa, dal primo istante in
cui mi hai tenuto fra le tue braccia." presi fiato e continuai
"Purtroppo ancora non sono riuscita a darmi una risposta valida... Mi
sforzo, ci penso, ma non riesco a capire"
Alzai il viso e lo vidi guardarmi con quegli occhi nocciola dorato, che
i raggi del sole amano baciare, facendoglieli splendere con mille
sfaccettature d'oro. Profondi come il legno più forte e pregiato e
dolci come il miele.
Sorridendomi, avvicinò il viso a me baciandomi dolcemente sulla fronte.
Poi, facendosi serio di nuovo, mi chiese "Amore... dimmi... Qual'è
questa domanda?"
Io mi strinsi nelle spalle e guardai verso il sole, il cui viaggio stava
volgendo al termine nel cielo ormai quasi completamente coperto da
mille e mille luminose stelle, così splendenti e intense da farmi
credere per qualche istante di poterle toccare semplicemente allungando
una mano...
Ci pensai bene prima di parlare, volevo trovare le parole giuste.
"Tomi..." Cominciai "Tu sei un ragazzo stupendo. Sei simpatico, fai
sciogliere i cuori di milioni di ragazze. Tantissime persone ti amano,
sei così perfetto... Hai la possibilità di avere ogni ragazza che
desideri..." abbassai lo sguardo
"Perchè, sei qui a perdere tempo con me...?" mormorai, sentendo gli
occhi che mi si riempivano di lacrime.
Ripresi fiato "Io sono facilmente rimpiazzabile. Sono egoista a volte,
un po' strana, solitaria, non così simpatica, non intelligente e
nemmeno comparabile di bellezza alle ragazze che ti girano attorno...
Perchè vuoi me allora?"
Non ricevetti nessuna risposta, allora alzai il viso timidamente verso
di lui.
Notai che mi stava fissando dritto negli occhi, con uno sguardo che
trasmetteva irritazione, come qualcuno che non capisce una cosa ovvia.
Poi cambiò, gli angoli della sua bocca si arricciarono in uno dei suoi
sorrisi tipici, furbetti, divertiti e dolci.
Lentamente si avvicinò al mio orecchio, così che potei sentire il suo
respiro che bruciarmi la pelle.
"Perchè?" chiese lui dolcemente "Perchè tu sei diversa. Non sei come le
altre..." Continuò dolcemente. "L'ho capito dal primo momento che i
miei occhi hanno incontrato i tuoi. Ho sentito il rallentamento del
battito del cuore..." ridacchiò "Non ti ricordi com'ero rimasto la
prima volta che ci siamo visti?"
Ricambiai il suo sguardo perplessa "Nel corridoio dell'albergo?" chiesi
io stupita.
Ridacchiò di nuovo.
"No... Al concerto di Roma, tre anni fa." dichiarò " Stavo percorrendo,
come al solito, la prima fila di ragazze con lo sguardo." sospirò
"Tutte uguali, quei visi così superficiali, urlando cose oscene,
togliendosi i vestiti e lanciandomeli..." Proseguì guardando un punto
indefinito del cielo ormai quasi completamente scuro "Poi ho incrociato
il tuo sguardo, i tuoi occhi... Lì che gridavi proprio il mio nome. In
quel momento hai cominciato a brillare, in mezzo a tutte quelle
ragazze. Risplendevi come un miraggio, bella quasi da far stare male...
Continuavo a mancare le note e a sbagliare accordi, ma non potevo e non
volevo smettere di guardarti." riprese fiato "Quel tuo sguardo,
aveva qualcosa che le altre non avevano. Loro hanno, attrazione,
ammirazione per me e gli altri, trasmettono sfrontatezza, credono che
semplicemente perchè io ho un modo più..." cercò le parole giuste " diretto
di cercare l'amore, io sia disposto a darmi a chiunque... Ma anche io
ho un cuore..." si interrupe, e per un istatnte vidi i suoi occhi
luccicare.
"Nel tuo sguardo invece, trovai una cosa mai vista prima... L'amore" si
girò verso di me guardandomi negli occhi "L'amore puro, vero e dolce.
Quella cosa che da tempo cercavo in una persona. Dopo il concerto corsi
dai bodyguards per chiedergli di portarti da me. Ma non ti trovarono da
nessuna parte, eri andata via. Ti avevo perso. La ragazza che agognavo
di stringere fra le braccia da tutta una vita... Persa in mezzo alla
folla." sospirò " Quella notte piansi, solo nel mio letto. Pensavo che
fosse una punizione per tutti i cuori che ho spezzato, che io sarei
stato l'unico a non avere il vero amore... Disperatamente volevo
qualcuno con cui essere sempre me stesso, da amare con cui potermi
sentire me. Qualcuno a cui donare il mio cuore. Ma avevo tutto il mondo
contro, tutti credevano che io fossi un maniaco, che voleva solo
quello." sospirò di nuovo " Tu non hai idea di quanto sia umiliante,
ricevere visite di ragazze che vogliono andare a letto con te, che
bussano alla tua porta solo per fare del sesso... Io el lasciavo fare,
tanto non avevo niente da perdere. Sarei rimasto da solo per sempre..."
concluse guardandomi.
Io ero a bocca aperta, le lacrime sgorgavano da sole senza che io le
potessi fermare. Avanzai a passi incerti verso di lui e lo abbracciai.
Sentii le sue braccia forti che mi stringevano al suo petto, la sua
mano che si intrecciavanei miei capelli e il suo viso nel mio collo. Il
suo respiro regolare mi accarezzava...
Sapeva farmi sentire felice anche solo sfiorandomi...
Quanto posso amare una persona? Quanto
materialmente un essere umano può essere dipendente da un altro?
Quanto si può amare?
Sentii le sue labbra avvicinarsi al mio orecchio e sussurrarmi... "Ti
amo... Grazie per avermi fatto trovare l'amore." mentre mi stringeva a
lui. Il sole tramontava e il manto era coperto da un velluto scuro
pieno di diamanti. Aspettai qualche secondo per essere certa di quello
che aveva detto.
Allontanai il viso, nella distanza giusta per guardarlo negli occhi,
ormai i miei erano pieni di lacrime, tra un singhiozzo e l'altro dissi
"Ti amo anche io... Mi dilania il sentimento che provo per te, sei
l'unico ragazzo che ho amato così fortemente, inpenetrabilmente e
puramente." finii guardandolo negli occhi che erano lucidi quanto i
miei.
La sua mano si intrecciò di nuovo fra i miei capelli e dolcemente mi
accostò a sè, avvicinando il suo viso al mio...
Baciandomi. |