Il passato spesso torna...

di auaura
(/viewuser.php?uid=650109)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Parla Ralph


Vuoto. Ecco cosa c'è nella mia mente. Vuoto. Anche se volessi, non saprei a cosa pensare.Cerco di scacciare dalla mia mente qualunque cosa riguardi Vanellope, come mi ero promesso. Cosa devo fare ora? Andare da Tapper stare con gli altri, e far finta che vada tutto bene, mentre invece non è così? Nemmeno per sogno. Voglio stare da solo. Che strano...ho fatto tanto per non stare da solo...e ora, ci voglio stare.
-Guarda guarda chi c'è...-  sussulto...quella voce!      -Non mi sembri moltro felice, Spaccatutto...-          -Molto meno ora che sei qui...Turbo.-ribatto io.  Sorride malignamente, e si passa una mano secca e lunga sul caschetto bianco.  Le sue zampe da scarafoide roteano una per una, e scrocchiano, mi sale un coniato di vomito al solo pensiero di quando si era impossessato di me.   Non dovrebbe essere morto?! Probabilmente si....



-Allora...cominciamo la mia vendetta-sibila, avvicinandosi. Indietreggio...stringo i pugni.    -Risolviamo questa cosa, faccia bianca!- gli ringhio.  Non risponde agli insulti, si limita a fare un ghigno. Si lancia contro di me, mi tuffo di lato. Mi afferra il braccio, sento quella specie di artigli che si conficcano nella mia carne, urlo.      -Fa male?- chiede, ridendo malignamente.     Do un pugno alla sua mano, gli artigli affondano di più, serro talmente la bocca, che mi fa male la mascella. Gli sferro un pugno al polso, mi molla per un secondo, mi basta per sfilarmi dalla sua presa. Sdradico un albero di zucchero e glielo lancio in testa.   E' stordito per un paio di secondi, mi basta per tirarglielo un altro.  Mi osservo il braccio ferito, sanguina; non sento il dolore, l'adrenalina che mi scorre nelle vene non mi sa sentire nè stanco, nè dolorante. Si lancia contro di me, gli tiro un pugno in pieno viso.   Lui grugnisce e mi afferra per i piedi, mi sbatte contro gli alberi, ne butto giù sei. Respiro a fatica.
-Ehe..pensavi fosse così facile, ammettilo!- mi dice, con quel ghigno che mi fa saltare i nervi.     -E pensa, appena avrò finito con te...andro dalla piccoletta, Vanellope...     Sai, ho sentito che ultimamente è un po'...stordita!-  gracchia, avvicinandosi.          -Maledetto.-bisbiglio.       -Cosa hai detto, verme? Non ho capito.- dice.         -Maledetto!-ripeto, urlando.  Mi scaglio contro di lui, lo riempo di pugni. Lui mi graffia l'altro braccio, io lo spingo via.    
Ci troviamo  a sei metri dall'altro, entrambi feriti, e facciamo fatica a respirare. Si raddrizza, si arrotola e ruota verso di me, mi centra.  Di nuovo, mi lancia contro gli alberi. Lo afferro per quella specie di coda e lo lancio lontano, cado a terra. Si avvicina camminando male, trascinandosi con le mani.     Lo vedo sopra di me, con gli artigli pronti. Non riesco a muovere nessun muscolo, il dolore si fa sentire, l'adrenalina non c'è più.  Gli occhi sono pesanti...l'ultima cosa che vedo è una barra della salute sopra la sua testa...








 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2804811