Ricapitolando: Neji
conosce il segreto della locanda, ossia che
è popolata da Amazzoni. Tenten lo ha scoperto, ma ha deciso
di
lasciarlo in vita e di farlo tornare a Konoha, dove porterà
avanti la sua battaglia contro la casata principale del clan. Tenten
sente che è diverso dagli Uomini, una rarissima eccezione. Nessuno,
a parte loro due, sa che hanno stretto questo patto. Neji
ripartirà tra un giorno all'alba.
Un ringraziamento speciale a FullMoonEris che, con la sua recensione rapidissima e puntualissima, mi ha fatto realizzare che avevo dimenticato di precisare un punto fondamentale! Grazie! ^ ^'
Confessioni
incandescenti
Tenten venne svegliata da una fastidiosa sensazione che
risaliva lungo le narici: un odore intenso proveniente dal corridoio.
Ogni volta, il giorno della Dea Terra le dava il benvenuto
così.
Le sfumature rosate dell'alba ancora non si erano allungate sulla
valle, ma le Amazzoni maggiori erano impazienti. Nelle loro piccole
camere, stavano già accendendo gli incensi alla vaniglia.
L'aroma
che per Tenten, con il trascorrere degli anni, era divenuto l'olezzo
dolciastro caratteristico di una ricorrenza che tanto la nauseava.
Si levò seduta, una mano sul naso, sbuffando sonoramente.
Accanto al suo letto, sul pavimento, anche Neji era sveglio. La manica premuta sul viso lasciava scoperta soltanto la linea
inasprita
delle labbra.
- E' insopportabile. - annuì lei, la voce
impastata dal sonno.
- E' insensato, di primo mattino. - grugnì lui.
- Credimi, dopo una giornata intera è persino
più stomachevole. -
Neji non rispose subito. Rimase fermo sul materassino qualche
istante,
poi si mise a sedere.
- Ho capito. -
- Cosa avresti capito? - domandò lei, scettica.
- Il motivo di questo aroma. Stando a quanto dici, succede
con
una certa frequenza e, a giudicare dalla tua espressione, è
un
evento che disprezzi. La vaniglia è una fragranza
afrodisiaca ed
un gruppo monogenere come le Amazzoni va incontro ad evidenti
rischi di estinzione. -
Guardò Tenten con placida saccenza. La medesima, suppose
lei,
che doveva aver indisposto tutti i suoi compagni all'accademia ninja.
- State allestendo una sorta di giornata della
fertilità,
non è così? Certamente. Ecco svelata la
provenienza delle
bambine, ai piani interrati. -
Tenten roteò gli occhi e si rifiutò di degnarlo
di alcuna accondiscendenza.
Qualcuno bussò alla porta ed entrò senza
aspettare il permesso.
- Scusate l'intrusione. - ansimò Sango,
richiudendo
rapidamente la porta alle proprie spalle. Inspirò
lentamente, il
volto emaciato. - Stavo andando ai servizi, ma non ho resistito al
puzzo. Ah, qui è molto meglio. -
Attraversò la stanza, camminando tra i due,
e spalancò la finestra con un moto di soddisfazione.
- Sango! - esclamò Tenten, tirando le coperte fin
sotto il
mento, - Non è ancora sorto il sole, si gela! -
Sango dilatò il torace e si inebriò dell'aria
pulita e rinvigorente. Al lento dissiparsi del senso di nausea
seguì
il rifiorire del consueto colorito roseo sulle sue gote.
Si voltò verso Tenten e Neji con un morbido sorriso e se ne
andò, il passo alleggerito mentre li ringraziava.
Tenten scrollò le spalle e si alzò a richiudere
la finestra.
- Per lei l'odore è persino più
intollerabile. - spiegò a Neji, - E' incinta. -
- Lo so. L'ho Visto. -
Tenten si bloccò, la mano aggrappata alla maniglia.
- L'hai... Visto? Con la tua abilità, intendi? -
Neji annuì: - Quando ho scoperto il vostro segreto, cinque
giorni fa. -
Tenten schiuse le labbra, ma non riuscì ad articolare una
parola. Le sembrava impossibile: aveva scorto una creatura prima ancora
che venisse al mondo. I suoi occhi avevano catturato in un'unica ed
istantanea immagine una donna e la vita che palpitava,
silenziosa
e placida, dentro di lei.
Era spaventoso ed affascinante al tempo stesso.
- E' un barlume piccolo e sfocato, ma pulsante. - aggiunse Neji,
intercettando la sua curiosità, - Appena percettibile a
questo
stadio della gravidanza. Occorre una Vista sufficientemente raffinata. -
- Un barlume... - ripeté Tenten.
Chiuse gli occhi ed immaginò Sango. Camminava lungo i
corridoi,
rassettava le stanze degli ospiti, parlava amichevolmente con le
Sorelle, portando sempre appresso una piccola, debole luce nel ventre.
Una luce che riceveva calore direttamente da lei. Dal suo cuore
generoso, dal suo largo sorriso, dalle sue dita di pesca che la
accarezzavano, dalla sua voce che le sussurrava amore.
Tenten sorrise. Era la visione più deliziosa che avesse mai
avuto.
Sì, quella rappresentazione si adattava perfettamente a
Sango.
Neji si soffermò sulla dolcezza che stava ammorbidendo i
lineamenti della sua interlocutrice. Mai avrebbe sospettato che simili
emozioni
potessero ridisegnare tanto il suo volto.
- E' femmina? - si ridestò lei all'improvviso,
radiosa ed impaziente.
- Come? -
- Sarà una bambina? -
Neji conosceva la risposta, ma non poté condividerla. Sbarre
di
un risentimento antico si levarono dentro di lui ed
imprigionarono la verità.
Uscì del tutto dal suo giaciglio e lo ripiegò con
trasporto.
- Mi rifiuto di rispondere a questa domanda. -
Tenten sbatté le palpebre, interdetta.
- Che succede? Ti imbarazzano questi argomenti, forse? Oppure
è soltanto l'ennesima manifestazione della tua
altezzosità? -
Neji spinse il materassino in fondo all'armadio. Richiuse l'anta e
puntò le iridi, ghiaccio ardente, in quelle di lei.
- Non sarò complice delle tue trame disgustose.
Delle
vostre trame
disgustose. - sibilò, - Amazzoni, certo...
Come
ha potuto sfuggirmi un dettaglio tanto lampante? E' improbabile che
siano nate esclusivamente figlie femmine sotto questo tetto. Cosa avete
fatto dei maschi? -
Tenten esitò dinanzi al suo repentino cambio di
atteggiamento.
Le sue parole vibravano di rovente furore, eppure lei cedette ad un
brivido algido.
- Non sono questioni che ti riguardano. Soprattutto, noi non
ti dobbiamo spiegazioni. -
- Perché non ne esiste una razionale. -
sentenziò lui. Scosse il capo: - Vi ritagliate un angolo di mondo e fondate una fantomatica
società ideale, purificata dal male. Vi
ritenete migliori rispetto al resto dell'umanità, ma sapete essere mostruose quanto i peggiori uomini che vivono fuori di
qui. -
Tenten tremò di rabbia distillata.
Dall'estremità
dei capelli arruffati fino alla punta infreddolita dei piedi.
- Come ti permetti di parlarci così? Tu... Tu
vieni da un
mondo in cui le Donne non hanno alcun futuro! Le rinchiudete in gabbia
fin da bambine e le liberate solo perché vi diano una
discendenza. Vieni da un mondo in cui gli esclusi ed i sottomessi valgono meno di un animale! Non
hanno il diritto di fiatare e nessuno si fa loro portavoce! -
- E voi, invece? Eliminate i nati maschi di
persona oppure lasciate che sia la montagna a farlo? -
- Levati quell'aria accusatrice dalla faccia! Non sono una
delle persone che interroghi durante le tue
missioni! I bambini vengono portati in un luogo sicuro ed affidati alle
cure di altri. Le nostre
regole sono giuste e ragionate. Sarà grazie ad esse se
diventeremo forti. -
Un amaro sarcasmo accese un sorriso dello Hyuuga.
- Questo... Questo è veramente patetico.
Se cominciate a nascondervi dietro simili menzogne adesso, in futuro
sarà sempre peggio. -
Tenten cercò di ribattere, ma Neji la anticipò.
Il ghigno ora dissolto, la sua voce si fece scure nera ed
affilata. Disprezzo e rancore marcarono ogni singola sillaba.
- Voi, meri esseri di carne e sangue, decidete il destino di
una persona in base alle circostanze della sua nascita. Chi vi
dà una simile autorizzazione? -
Tenten dovette trattenersi dall'esplodere. Se
avessero alzato il tono della discussione, le Sorelle in corridoio
avrebbero udito ed avrebbero scoperto che Neji era al corrente del loro
segreto.
Quella abbondante pausa giovò anche a Neji. Strinse le dita
all'attaccatura
del naso e strizzò le palpebre. Si era lasciato dominare
dalle
emozioni montanti nel suo petto.
- Sai che cosa è insensato? - sospirò
infine
Tenten, -
Discutere in questo modo. In meno di ventiquattro ore lascerai questo
posto e non ci rivedrai mai più. -
Neji assentì con un movimento
impercettibile e si allontanò, dandole le spalle.
- A meno che... - mormorò lei, la gola palpitante,
- ...
tu ora non voglia andartene alla prima occasione possibile e raccontare
di noi disgustose
al resto del mondo. -
Lui si volse a guardarla. La schiena eretta, il volto serio e disteso.
- Abbiamo stipulato un patto. - disse semplicemente, - Sono
un uomo di parola. -
Tenten accolse una sensazione di sollievo, quando la neve nei suoi
occhi le provò la sua sincerità.
Neji si voltò di nuovo, senza aggiungere altro. Il pensiero
dell'imminente ritorno, della battaglia che lo avrebbe atteso, lo
rapì ancora. Lo estraniò tanto dalla
realtà che non realizzò di aver
iniziato a grattarsi la fronte. Sotto
la fasciatura, la pelle bruciacchiata intorno al tatuaggio
tirava.
Un barattolo a lui ben noto si materializzò sul ripiano
della
specchiera. Tenten accennò a sfilargli le bende, ma lui
declinò l'offerta. Adesso che la
sua
spalla era guarita, preferiva gestire da sé il Sigillo
Maledetto.
- Grazie. - si limitò a dire, indicando il
lenimento.
Tenten uscì dalla stanza e si fermò, le dita che
ancora
sfioravano la porta lignea. L'eco dell'ultima battuta vibrava dentro di
lei.
Malgrado non reputasse Neji Hyuga alla stregua degli Uomini,
apparentemente non riusciva a dare per scontato che
pronunciasse
quella parola.
Non si trattava tanto del termine in sé. Dopotutto, e
naturalmente, molti clienti l'avevano usata con lei, nel corso degli
anni. Era, piuttosto, la forma che lui sembrava conferirle: un suono
più profondo, un'inflessione più sincera.
In fondo, Neji Hyuga non pareva il tipo di individuo avvezzo ad
atteggiamenti circostanziali.
- Sorella Tenten? Ti senti bene? -
I lunghi capelli biondi di Shiharu riportarono la sua attenzione al
corridoio.
- Sì... Certo. - rispose, sollevando il capo con
contegno.
- Hai un'aria disorientata. A guardarti meglio,
però, sembri... ispirata, piuttosto. Il che, considerato che
giorno è oggi, è persino più strano. -
Shiharu non accennò ad alcun sorriso malizioso all'indirizzo
della camera dietro Tenten. La sua voce era un mormorio senza colore.
Persino la sua chioma era meno luminosa del solito. Sulle iridi
turchesi veleggiava l'ombra di una notte di lacrime.
Tenten scrollò le spalle e le strofinò una mano
sulla schiena ossuta.
- Andiamo a fare colazione. -
La giornata alla locanda fu talmente frenetica da non concedere un
altro secondo al compianto di Hirono.
Sebbene l'anno fosse costellato di festività analoghe, ogni
volta le Amazzoni correvano da un piano all'altro dell'edificio, col
patema di non ultimare i preparativi per tempo.
Respiravano frenesia, nervosismo, ma anche euforia ed esaltazione.
Quella sera, prima di desinare, la clientela sarebbe stata suddivisa in
due gruppi, uno maschile ed uno femminile. Con il pretesto di dedicar
loro attività ludiche differenziate, sarebbero stati
accompagnati in due stanze diverse e distanti.
Quella degli Uomini sarebbe stata avvolta dalla luce soffusa di poche
candele, l'aria velata dal fumo inebriante degli incensi al sandalo e
al vetiver. Sarebbero
state servite loro pietanze afrodisiache, accompagnate da alcool
morbido e piacevole, su un letto di musica soffiata ma coinvolgente.
Dalla nebbia profumata sarebbero lentamente emerse le Sorelle maggiori.
Sfumature di polvere scura per uno sguardo emanato dalla notte stessa, paste rosse o
rosate ad accendere le labbra. Abiti leggeri che scivolavano sulle loro
forme. Avrebbero ballato dolcemente per gli ospiti, adagiandosi sul fumo e sulle loro gambe, e se avessero
adocchiato un elemento meritevole lo avrebbero condotto nella propria
camera. A coronamento di quella serata, agli Uomini sarebbe stato offerto un infuso appositamente filtrato da Ayako. Grazie ad esso, non avrebbero rammentato nulla della notte appena trascorsa. Nella loro memoria, sarebbe stata semplicemente una sera in cui avevano alzato troppo il gomito.
Tenten era sempre stata intrattenitrice del
gruppo femminile. Decorava la sala con teli colorati, aiutava ad
allestire un piccolo palco, pianificava i giochi ed istruiva le Sorelle
minori. Malgrado non ne indossasse i panni, faceva
appello alle migliori doti del suo alter ego per risultare piacevole
alle ospiti. Era fondamentale che le donne si trovassero totalmente a
loro agio e non desiderassero far vita ai mariti o agli amici.
Nel corso del secondo gioco, una sfilata con tessuti raffinati ed abiti
sofisticati, Tenten prese in disparte Sango.
- Vai pure. Qui la maggior parte del lavoro è
fatta,
ormai. - le sussurrò, in modo che la musica del tamburo e
del
liuto isolassero la loro conversazione.
La rossa scosse la testa.
- Siamo le uniche Sorelle maggiori a partecipare. Persino le
Fedelissime si trovano con l'altro gruppo. -
Tenten puntò le iridi terrigne in quelle smeraldine e
soppesò le parole più adatte.
- Vedi, Sango... In realtà, sarebbe meglio se
salissi. Le
ospiti cominciano a mostrare apprensione per te e sai che questo
potrebbe compromettere la Festa. -
Sango si impettì.
- Di cosa stai parlando? Aspetto un bambino, non sono malata.
-
- Non mi riferivo affatto a questo. - sospirò
Tenten, prima di sentenziare, - Sei bianca come un lenzuolo, Sango. Hai
l'aria di chi, da un momento all'altro,
potrebbe fiondarsi su quel vaso o su quel cappello di piume per rimettere. -
- Cosa? - squittì l'altra, - D'accordo, tutti
questi odori
mi nauseano, ma riesco a gestirmi perfettamente. Non
succederà
nulla. -
- Lo so. Tutte sappiamo che hai un eccellente autocontrollo,
ma
il tuo malessere è comunque palese. Nessuno ti
rimprovererà se ti ritirerai adesso: è
già
accaduto con altre Sorelle, in passato. -
Sango la guardò di traverso per dieci secondi buoni. Infine
arricciò le labbra carnose ed inarcò un
sopracciglio.
- La frase sull'autocontrollo, l'hai detta solo per
rabbonirmi, non è vero? -
- Certo. -
- Tenten, hai un pessimo tatto nel comunicare alle persone
che la loro presenza non è più gradita. -
Tenten fece spallucce: - Ho provato con le buone maniere, all'inizio. -
Sorrisero entrambe.
Sango si congedò dalle donne con una successione di inchini,
senza risparmiarsi nei
complimenti alla loro radiosa bellezza. Quelle arrossirono, ma furono
visibilmente sollevate dalla notizia che lei potesse finalmente
ritirarsi.
Tenten seguì l'amica fino all'uscita.
- Ti raggiungo tra poco. - le mormorò, - Prima la
Madre mi
ha convocata in privato: domani sarò a capo della spedizione
e
vuole che riposi. -
Sango annuì. Fece per richiudere la porta, quando Tenten si
sporse in avanti.
- Assicurati che lui non stia bighellonando per i corridoi.
Questa sera non è opportuno. Insomma, se vedesse le Sorelle
insieme ai clienti, potrebbe sospettare qualcosa. -
Sango indagò la sua espressione. Non ebbe la sensazione che
il primo pensiero di Tenten fossero propriamente le Amazzoni.
La semioscurità del corridoio nascose la curva maliziosa
assunta dalla sua bocca.
Tenten accompagnò la porta. Rifletté su quanto
aveva
detto e si sentì viscida come un verme.
Le stava mentendo. In verità le premeva evitare che
Neji
Hyuga venisse trascinato nella spirale di seduzione. Lui
si sarebbe sicuramente opposto, ma il vino e gli incensi che ribollivano nelle Sorelle avrebbero insistito. Sarebbero scintillate delle tensioni, le
Fedelissime e la Madre sarebbero accorse e, infine, forse qualcuna
avrebbe capito che lui sapeva tutto sulle Amazzoni.
Tenten non dubitava di aver preso la giusta decisione, la notte
precedente. Preservare quel segreto, però, la logorava con ansie e timori costanti.
Soprattutto, la opprimeva col senso di colpa per non averla condivisa
con la Sorella per lei più importante. Era giusto che Sango
sapesse. Non la avrebbe rimproverata per la scelta compiuta, anzi
probabilmente era la sola della Famiglia che la avrebbe compresa ed
appoggiata.
Per questo motivo, quando Tenten affidò le redini della
serata a
Shiharu ed andò al piano superiore, bussò alla
porta di
Sango.
La rossa indossava già la lunga camicia da notte di lana. I
capelli erano sciolti sulle spalle: lunghi e lucenti, ondulati come la
superficie increspata dell'acqua.
- Ehi, che visita inaspettata. - le
sorrise. Poi intercettò la sua tensione: - Tutto bene? E'
successo qualcosa? -
- C'è una cosa che devo dirti. Posso entrare? -
Le dita che si intrecciavano convulsamente, Tenten fece per prendere
posto sul bordo del letto, ma Sango la bloccò.
Portò la
candela dal comodino alla specchiera e spostò lo sgabello.
- No, no. Il tuo posto è questo. Ti rilassi e dopo
mi racconti tutto con calma. -
Tenten obbedì volentieri.
Sango aprì il primo cassetto e scelse una spazzola dalle
setole
morbide. Fece scorrere le ciocche di cioccolata tra le dita rosee. Le
iridi smeraldine si smarrirono presto nei giochi di luce creati dalla
fiamma.
- I tuoi capelli sono davvero testardi. E'
una fortuna che li porti corti! -
Ripose la spazzola e sfoderò il suo largo pettine di legno,
quello
che usava lei stessa ogni sera. Era appartenuto a
Sonoko per anni, ma la Fedelissima glielo aveva regalato poche settimane
dopo il suo arrivo alla locanda. Sango aveva appena perduto il bambino
ed ogni Amazzone le era stata accanto, ciascuna a modo
proprio.
- Ahi! - esclamò Tenten, ridestandola, - Preferivo
di gran lunga la spazzola. -
- Quante storie. A me non dà mai problemi. Sono i
tuoi capelli ad essere intrattabili. Tu guarda che nodi... -
- Ahi, ho detto! Per tua informazione, non mi sto affatto
rilassando! -
- Il pettine si è
incastrato... Ahi! -
Sango ritrasse di scatto le dita. All'improvviso, il pettine
era
diventato incandescente. Un marchio circolare si accese sul suo manico
e, da quell'istante in avanti, accadde tutto in un battito di ciglia. I
dentelli si animarono e si allungarono. Come
radici che si facevano strada senza clemenza nelle
profondità
del
terreno, si diramarono e si attorcigliarono intorno al capo
di Tenten. Scivolarono sul suo viso, sopra la bocca e sotto il naso,
con una precisione malefica. Soltanto gli occhi, saettanti di terrore,
vennero preservati.
Le mani delle Amazzoni si aggrapparono agli artigli, graffiandosi e sanguinando contro il legno ruvido. La
forza bruta di un essere umano, però, non aveva speranze con
il
potere occulto di un sortilegio.
Tenten cadde
dallo sgabello e si piegò su un fianco. Scalciava come una
furia, mentre gemeva per la lenta asfissia.
- Resisti, Tenten! - la supplicò Sango.
Con un colpo del tallone sollevò un'asse del pavimento e
riesumò una bassa pila di libri. Il
simbolo sul pettine era apparso per un breve istante, ma era quasi certa si
trattasse di una runa. Se l'avesse ritrovata in quelle pagine, forse
avrebbe potuto annullare la fattura.
Sfogliò la carta
ingiallita con tanta violenza da tagliarsi in più punti.
Quando
richiuse anche il secondo volume, comprese che non avrebbe avuto il
tempo per un terzo: i movimenti di Tenten avevano perso
determinazione, la presa
delle mani sulle ramificazioni era meno salda.
La Madre, la sola che forse avrebbe potuto salvarla, era troppo
lontana.
In un ultimo, disperato tentativo, Sango si aggrappò alle
radici. Tirò tanto che le sue braccia gridarono per il
dolore.
Gli occhi di Tenten, opachi,
intravidero quelli dell'amica riempirsi di lacrime, mentre la pelle
delle sue mani si lacerava invano.
Fu osservando le dita pallide di Sango che Tenten ebbe un'intuizione.
Allungò un braccio verso la parete alle spalle della rossa,
quella in comune con la propria stanza. La indicò con
insistenza. Mise in quel gesto tutte le energie che le restavano.
Lo sguardo dell'amica seguì il suo movimento e si riaccese.
Un istante dopo, Sango si era catapultata nel corridoio.
La vista annebbiata, Tenten scorse l'amica rientrare, trascinando Neji
Hyuga per un polso. I grandi occhi di neve si posarono su di lei e dopo
un solo attimo sembravano sapere esattamente cosa fare.
I sensi le vennero meno prima che potesse cedere all'impulso di un
sorriso.
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Chiedo
scusa per il ritardo. Rientrata dalle vacanze, mi sono "goduta"
una bella influenza, proprio nei giorni che avrei dovuto sfruttare per
scrivere.
Non
so se questo capitolo sia allo stesso livello dei precenti, come
qualità della scrittura. Mi occorrerebbe molto
più tempo
per capirlo, ma non mi sembrerebbe corretto nei vostri confronti. Al
diavolo le metafore, le similitudini e quant'altro, mi preme che sia
tutto chiaro per adesso. Mi
raccomando, continuate a segnalarmi eventuali punti difficoltosi:
siete un enorme aiuto, un grazie non è sufficiente ad
esprimerlo!
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito. Risponderò il
prima possibile. Ringrazio anche chi ha aggiunto la fanfic ad una
lista. Grazie
davvero a tutti.
Per il prossimo aggiornamento, sarà a fine settembre/inizio
ottobre. Per adesso preferisco tenermi larga con le previsioni, visti i
precedenti e gli imprevisti.
A presto.
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