Ciao a tutti!
Torno con una fan fic su Eclipse, spero vi
piaccia anche se è scritta di getto!
Come sempre i vostri commenti sono
moooooooooolto graditi!!!!
Lips on Fire
Tornammo nella radura e Bella ci venne incontro. Jacob aveva
già
iniziato a recitare la sua parte, sapevo perfettamente cosa aveva in
mente, quale era il suo obiettivo, e non potevo ostacolarlo. Non
avrei sopportato di vedere di nuovo il volto di Bella contratto dal
dolore per quel lupo.
I pensieri di Seth attirarono la mia attenzione. C’era una
complicazione. I Volturi avevano anticipato la loro visita. Avevo
bisogno di sapere i dettagli da Alice, e Bella aveva bisogno di
parlare in privato con Jacob.
La stavo lasciando sola con lui. Dovevo essere davvero un pazzo, ma
forse avevo scelta?
Quando ami davvero qualcuno non desideri forse il meglio per quella
persona?
Si. Sapevo di non essere il meglio per Bella, sapevo che per lei con
Jacob sarebbe stato tutto più semplice. Ma non ero stupido,
non l’avrei mai più forzata. Doveva prendere una
scelta e
non dovevo impormi su di lei in nessun modo. Se avesse deciso di
lasciarmi… alla fine era quel che avevo voluto giusto?
L’avrei
accettato. Non avevo alternative. Non c’erano alternative.
“C’è una piccola complicazione. Ho
bisogno che Seth venga
con me, per risolverla. Non mi allontanerò troppo, ma non
resterò neanche in ascolto. So che non ti va di avere un
pubblico, qualsiasi sia la tua decisione”. Cercai di non
mostrare
nessuna emozione ma le ultime parole mi avevano tradito, potevo
sentire anche io il dolore che trasmettevano.
Bella non mi chiese nulla. Non voleva sapere quale fosse il motivo?
Mi rabbuiai, forse la situazione era tragica. Forse lei aveva
già
scelto, dopotutto. Era finita.
“Torna in fretta”, sussurrò appena. Le
sue parole
riaccesero in me un barlume di speranza.
Le baciai delicatamente le labbra. Sapevo, sentivo
che quello
poteva essere il nostro ultimo bacio. Cercai di memorizzare al meglio
il calore della sua bocca, la sua pelle morbida e liscia, la
sensazione del suo respiro caldo sul mio viso gelido. Chiusi gli
occhi per un istante ed alla fine mi voltai e mi inoltrai nella
foresta con Seth al mio fianco. Dovevo lasciarla andare.
Corsi velocemente cercando di ignorare i pensieri di Seth e le voci
di Jacob e Bella. In un attimo misi un muro tra noi. Tentai di
concentrarmi unicamente sul nuovo problema che si era creato. Oggi i
Volturi erano l’ultima cosa che doveva capitarci. Avevo
bisogno di
più dettagli da Alice. Dovevo avere la certezza che Bella
sarebbe stata al sicuro con loro in città. Bisognava
calcolare
ogni singola mossa alla perfezione, e per questo dovevo affidarmi ai
licantropi. L’ironia della situazione non mi sfuggiva.
“Seth, chiedi a Sam la tabella di marcia precisa. Secondo per
secondo. Non avremo un’altra
possibilità”. La mente dei
licantropi, quando erano trasformati, era davvero affascinante.
Riuscivo a leggere nel pensiero di uno ma era come se leggessi
contemporaneamente la mente di tutti. Seth si stava chiedendo come
stesse andando la questione tra Bella e Jacob, gli altri lupi erano
irritati dal comportamento di Jacob e cercavano di concentrarsi
principalmente sul futuro combattimento.
Tra circa un’ora, dice la succhiasangue. Arriveranno
non appena
la battaglia sarà conclusa. Noi lupi dovremmo andarcene
all’istante. Sia che i neonati siano morti tutti o meno, i
Volturi
non devono assolutamente vederci.
Questo era stato il pensiero di Sam. Non avevo bisogno di sapere
altro. Avrei mandato via Seth in tempo e anche gli altri non si
sarebbero fatti scoprire. Dovevamo farcela.
Seth scattò al mio fianco come se fosse stato colpito da un
fulmine. L’immagine colpì anche la mia mente.
La frantumò completamente.
Jacob, ora in forma canina, stava raggiungendo il campo di battaglia.
Ma non era questo ad avermi sconvolto, bensì ciò
a cui
stava pensando. Aveva baciato Bella. Anzi, lei aveva baciato lui.
Sentii l’odio salirmi al petto. In quel momento non ero me
stesso,
ero solo il predatore, l’assassino che avrebbe ucciso quel
cane per
averlo privato della sua ragione di vita. L’ondata di furia
mi
sorprese. Non credevo di poter essere così…
così
umano. In cento anni avevo sviluppato abbastanza
autocontrollo
da non uccidere per il richiamo di sangue, la cosa che più
di
tutte avevo desiderato. Ora vedere nella mia mente il viso di Bella
tra le mani di quel bastardo… vedere le loro labbra...
L’aveva baciata in un modo in cui non avrei mai potuto. Mai,
a meno
che lei non diventasse come me. Quel cane aveva avuto una cosa di
Bella che io non avrei mai più avuto. Era stato il primo a
darle un vero bacio. Era stato il primo ragazzo che lei avesse
realmente baciato. Non io. No. Non ero nemmeno umano.
Seth mi osservava ma mi voltai, era meglio per entrambi se mi fossi
allontanato da lui. Leggevo nei suoi pensieri che aveva paura di me,
ora, perché avevo lo sguardo da pazzo. Da bestia.
Mi incamminai lentamente verso l’accampamento. Non potevo
presentarmi da Bella in queste condizioni. L’avrei
condizionata,
non le avrei permesso una scelta libera.
Ma come, come diamine potevo togliermi dalla testa
quella
scena? Non riuscivo a controllare la mia mente. Immaginavo almeno
mille modi diversi di uccidere quel cane. Immaginavo mille modi
diversi di baciare Bella, di farle capire che lei era mia,
che
non avrebbe dovuto toccare nessun altro. Immaginavo cose che, lo
sapevo, non avrei mai dovuto fare, per il bene di tutti.
Il suo odore dolce mi colpì le narici già ad un
centinaio di metri dalla radura. Era la mia cantante.
Era la
mia vita. E per questo l’avrei lasciata andare. Per lei avrei
controllato me stesso. Non le avrei mostrato quanto ora stavo
soffrendo. Nel petto sentivo schegge di cristallo che, colpendomi, mi
facevano a pezzi, da dentro, graffio dopo graffio, immagine dopo
immagine.
Dovevo sfogarmi, lo sapevo. Avevo sopportato troppo. Prima, la notte
vedendola tra le braccia di Jacob, poi sentire sussurrare il nome di
lui nel sonno ed ora questo. Perché non poteva amare solo
me?
Perché ero stato così idiota da lasciarla, da
andarmene? No. Lo sapevo, non avevo scelta. Era per il suo bene. Il
problema era un altro. Perché non ero umano?
Perché
dovevo essere una cosa che odiavo con tutto me stesso…
perché
la mia esistenza doveva metterla in pericolo?
Avevo sbagliato, ero sbagliato. Lei non era mai stata mia. Non
l'avevo mai meritata ed era giusto che fosse libera. Dovevo
lasciarla andare.
Grugnii per la collera verso me stesso. Dovevo nascondere il dolore.
Quello era un mio problema. Dovevo gestirmelo da solo. Cercai di
calmarmi, di ragionare nel modo più sereno possibile.
L’amavo. Indipendentemente da tutto il resto.
Indipendentemente da
tutti. Io amavo lei e lei soltanto importava. L’amavo anche
se lei
non mi avesse amato. L’amavo anche se lei avesse scelto
Jacob.
Avrei sofferto in silenzio. Non avrei rovinato la sua vita col mio
dolore.
Cercai di riflettere sulle immagini che non riuscivo a cancellare.
Lei aveva chiesto un suo bacio. Era vero. Però…
però
Jacob l’aveva ingannata. Forse, in condizioni normali, non
l’avrebbe chiesto. Certo, in condizioni normali, io non sarei
nemmeno esistito. Sarebbe stato di gran lunga più salutare
per
lei.
Aprii la cerniera ed entrai nella tenda. Bella era stesa, col viso
rivolto a terra. Non si mosse, non mi aveva sentito entrare. Restai
fermo qualche istante ad osservarla. Fragile, umana, piccola ed
infreddolita. Stava rannicchiata a terra come se qualcosa stesse per
arrivare e travolgerla.
Sentii l’impulso di proteggerla. Di proteggerla anche da se
stessa.
Avrei voluto poterle evitare quella decisione. Sapevo che in un modo
o nell’altro ne avrebbe sofferto e questo non potevo
sopportarlo.
Guardai la pelle pallida del suo viso. Osservai attentamente la sua
schiena, il giaccone che si sollevava e si abbassava lentamente. Il
suo respiro produceva un ritmo ipnotico. Avrei potuto contemplarla
per ore. Lo facevo ogni notte. Non mi sarei mai stancato. Era la cosa
più bella e stupefacente che avessi mai visto.
E lei, proprio lei, mi amava. Amava me. Nonostante
non ne
fossi degno, nonostante fossi un pericolo per lei, non mi aveva
lasciato.
Guardai la sua figura stesa sul pavimento e pensai a quanto fosse
debole un essere umano. Il suo fisico poteva essere distrutto con
niente. Bella aveva rischiato di morire a causa mia. Aveva fatto -
solo ripensandoci mi sentii mancare, non avrei mai creduto che
potesse essere così sconsiderata - aveva rischiato la sua
vita
per sentire la mia voce. La mia voce immaginaria.
Come potevo essere in collera con lei? Come potevo infuriarmi?
Mi chinai ed esitando le accarezzai la guancia con le dita
ghiacciate. Bella voltò lentamente il viso verso di me e mi
guardò dritto negli occhi. Mi sentii invadere da un calore
insolito, che mi scaldava dentro, che riempiva le fessure create dal
dolore e dalla furia. Nei suoi occhi c’era dispiacere,
c’era
amore. C’era la mia Bella. Il mio cuore.
Come potevo farle del male? Era una cosa inconcepibile.
L’amavo più della mia vita. Era l’unica
cosa che
amavo. Proprio per questo, perché il mio sentimento per lei
era forte ed intenso, avrei eliminato me stesso per il suo bene,
sapevo che non l’avrei obbligata a scegliere me. Doveva
decidere
liberamente.
Io sarei morto dentro, lentamente, ogni singolo istante, ma non per
questo avrei smesso di amarla.
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