Shield_BML_00
Eccomi con il primo capitolo!
Stavolta sarò breve: mi scuso per il capitolo lunghissimo, i
prossimi saranno più ragionevoli; e grazie alla mia amica e
beta artemide88
Buona lettura.
Capitolo 1
“This pain is just too real”*
"... ye.... Skye", questa voce è così rassicurante.
Mi sento accarezzare dolcemente i capelli e so che non vorrei
svegliarmi, non vorrei affrontare tutto quello che so già
dovrò affrontare.
'Cosa dovrò affrontare? Sono al sicuro... Io sono con...'
Mentre formulo questi pensieri riprendo poco a poco conoscenza. Schiudo
gli occhi e inizialmente distinguo solo un'ombra sbiadita, ma so
già chi avrò davanti. I miei occhi ormai sono aperti, sul
sorriso dolce, ma tirato, del mio A.S.
"Ti sei svegliata...", anche il tono particolarmente basso della sua
voce è prudente, come se si aspettasse da un momento all'altro
che io...
Il sorriso che mi stava nascendo sulle labbra muore immediatamente e mi
allontano di scatto da Ward. Mi addosso alla parete e, anche se siamo
entrambi seduti sullo stesso letto, riesco a mettere tra me e ... Il
TRADITORE almeno un metro e mezzo di distanza, quasi due.
"Skye..."
"Dove siamo?!", urlo, come sul Pulmino, poche ore fa, gli ho urlato in
faccia il mio disgusto, per fargli male, almeno la metà di
quanto lo abbia fatto lui a me.
Lui si alza e fa il giro del letto per avvicinarsi.
"Non ti avvicinare!"
"Skye... Per piacere..."
Sono in piedi sul letto e ho la mano alzata, il braccio teso, come se
non potesse avvicinarsi oltre, ma può farlo e lo so, può
arrivare dannatamente vicino, fin sotto la mia pelle.
"Lo sai quello che provo per te."
Lo ho odiato in quel momento, davvero. Come si è permesso,
come ha potuto dirmi una cosa del genere? Perché non può
essere TUTTO una menzogna a questo punto?
"Dove.siamo.", sibilo per poter essere considerata anche solo
lontanamente pericolosa. Ma è inutile. Potrebbe uccidermi in 30
secondi, LUI.
Alza le mani, serio, così dannatamente serio che mi fa solo
incazzare di più, perché non sono una minaccia e mi sento
presa in giro.
"Tieni alta la guardia!"
"Non scoprirti troppo a sinistra."
"Più veloce!"
"Non sottovalutare mai l'avversario."
"Ma tu lo fai sempre con me, mister super-spia..."
"Io ti conosco, conosco tutti i tuoi punti deboli, è il mio compito come tuo A.S."
Ricordo il suo sorriso furbo mentre lo diceva e mi viene voglia di
picchiarlo di nuovo, come ho fatto sul Pulmino, come ha lasciato che
facessi sul Pulmino.
Lo odio.
Odio il suo viso prudente mentre mi scruta, perché mi ricorda perché ha bisogno di essere prudente, cosa ha fatto.
Lo odierei anche se mi guardasse come sempre, perché è stato tutto una menzogna.
'Non tutto', il mio stesso
pensiero si prende gioco di me. Ma è ancora più grave, se
quelli erano i suoi veri sentimenti, allora perché...
Forse non voglio nemmeno saperlo il perché, in realtà.
Saperlo lo renderebbe più umano, mi darebbe un motivo per
cercare di capirlo, e non voglio. Non voglio giustificarlo, non voglio
vederlo umano... Voglio odiarlo, come si odia un soprammobile orrendo,
o lo spigolo contro cui hai sbattuto il mignolo del piede... Un odio
irrazionale, cieco, stupido ed intangibile. Quasi irreale.
Un odio che mi aiuti a fingere che non sia LUI, che sia una sorta di suo gemello cattivo.
Si avvicina e so che dovrei aver paura, ma non ne ho. Sono arrabbiata,
furiosa, vorrei ricominciare a colpirlo, ma so che me lo lascerebbe
fare solo perché sono io, per il nostro legame.
Ma non voglio un legame con questo serial killer, rivoglio la mia
super-spia noiosa e corretta fino all’eccesso. Rivoglio il signor
vi-proteggo-tutti-io. Rivoglio Grant Ward, agente dello S.H.I.E.L.D.
non Grant Ward, agente dell’HYDRA.
Ho paura, paura che quello che ho conosciuto e imparato a voler bene, quel Ward, in realtà non sia mai esistito.
“Skye, non voglio farti del male, lo sai. Lascia che ti spieghi, per il tuo bene.”
“Inizia col dirmi dove siamo, di certo non siamo sul
Pulmino.”, mi rendo conto che, senza volerlo, ho registrato tutto
quello che c’è intorno a me. Le ampie vetrate con le tende
lussuose, l’enorme spazio, il salotto che s’intravede dalla
porta di fronte al letto, e il bagno lussuoso dietro quella che
è alle sue spalle, alla mia destra. Sembra una lussuosa suite.
“Ricorda: una delle cose
fondamentali è capire subito dove ti trovi, individuare le vie
di fuga e registrare come potresti muoverti in un ambiente.
Possibilmente senza guardarti intorno come una liceale in gita.”
Dannazione! Mi ha addestrata anche bene!
"No, non siamo sul Pulmino", mentre parla si è seduto
nell'angolo del letto più vicino a me, "siamo in una suite di un
albergo a sud di Londra."
"È come mai questa 'luna di miele'? Stai ancora giocando a
fingerti il mio 'impaziente fidanzato'?", la mia voce è fredda,
ma le mie parole troppo piene di rancore, per sembrare davvero
distaccate. Si sente solo rabbia, furia.
"No, ci stiamo nascondendo."
"Lo S.H.I.E.L.D. vi ha trovati?", un barlume di speranza, l'unico da giorni.
Perché forse li hanno trovati, forse li hanno sconfitti. Perché se è successo allora sono salvi.
'Perché lui è qui e non in una fossa comune, o a combattere con Garrett.'
Maledizione! In fondo non voglio vederlo morto, anche se è un assassino e un bastardo, sporco traditore.
"Non ci stiamo nascondendo dallo S.H.I.E.L.D.", si alza e mi da le
spalle, se solo non avessi il sospetto che potrebbe ingannarmi ancora,
che tutte le reazioni del suo corpo, persino quelle che dovrebbero
essere involontarie, possano essere studiate, fasulle, penserei che
è preoccupato, dal modo in cui i muscoli delle sue spalle si
sono contratti sotto la maglietta attillata.
'All'HYDRA non hanno magliette meno attillate, o forse non le ha lui?'
Il mio pensiero stupido mi infastidisce: in qualche meandro della mia testa è come se fossi ancora attratta da lui,
'Ma non è accettabile', mi dico e subito ritorno sulla difensiva: 'È il mio nemico'.
"Da cosa ci stiamo nascondendo? E voglio, per cambiare, delle risposte
sincere. Spero di non dover specificare la cosa ogni volta." Il mio
tono è annoiato, nemmeno infastidito, ma la noia non mi sfiora
nemmeno: sono riuscita a fingere, almeno per stavolta. In realtà
sono ancora arrabbiata. Ed odio esserlo. Mi sento come se dovessi
essere arrabbiata ancora per molto.
Per sempre, forse.
'Un altro motivo per odiarlo.'
"Skye ti prego...", ancora non mi guarda, ma il tono è supplicante.
"Non dare la colpa a me. Da chi stiamo scappando?"
"Dall'HYDRA."
Sono a dir poco basita, mi ci vuole qualche minuto per parlare. Persino per pensare in verità.
"Hai tradito anche loro? C'è qualcosa di peggio? Per questo hai tradito quei nazisti?"
Ora mi guarda di nuovo: preferivo quando non lo faceva.
La sua espressione è strana, quasi imbarazzata, è in
difficoltà. Mi guarda con insistenza, si aspetta una domanda che
possa aiutarlo a spiegarsi, credo.
Ormai è tutta una questione di credere di capirlo.
Da quando non lo conosco più.
Ma è inutile, non lo aiuterò, non ne ho alcuna intenzione.
Avrebbe dovuto dirmi prima tutto. Gli avrei creduto? L'avrei ascoltato? L'avrei perdonato? L'avrei seguito? L'avrei aiutato?
Non lo so e questo mi spaventa, da morire.
'Avrei messo da parte la mia morale per lui?', una domanda a cui non voglio nemmeno pensare perché porta dritta ad un'altra: 'Ero legata a tal punto a lui? Da mettere in discussione tanto?'
Mi riscuoto a forza da queste mille, pericolose domande, più
pericolose di lui, e penso a quello che mi ha detto: stiamo scappando
dall'HYDRA.
Lo guardo, cercando di capire se posso credergli, se mi sta dicendo la
verità e per un solo istante, mentre provo a credergli sono
sorpresa. La mia espressione deve tradire quello che provo, glielo
leggo in faccia, sta cercando di capire perché la mia
espressione sia prima sorpresa, poi scettica quando finalmente mi rendo
conto che è inutile: non gli credo.
‘Poche ore fa avrei creduto ad ogni sua parola’.
Scuoto la testa per cacciare quel pensiero. Porterebbe solo ad altro dolore odio.
"Mi credi così scema? Pensi che ci cascherò di nuovo? "
Il mio sguardo, dritto nei suoi occhi, è di sfida, ma forse
preferirei che mi desse un motivo per far sì che possa fidarmi
ancora di lui, tanto da farmi anche ingannare di nuovo. Forse il mio
sguardo non lo sta sfidando, ma supplicando.
"Skye non voglio ingannarti... io sono tutto il peggio a cui puoi
pensare, non un nazista però. Ma devi capire una cosa, devi
credere una cosa... non mentivo quando parlavo dei miei sentimenti per
te, sono veri, sono l'unica cosa vera in un mondo fatto di bugie. Il
mio mondo. Ti ho persino detto la verità su di me, non tutta,
non ancora, ma lo farò, anche se dovessi odiarmi ancora di
più. Solo Garrett conosce tutta la verità e non certo
perché gliel'ho detta io", sposta lo sguardo e fa una smorfia
infastidita poi torna a guardarmi negli occhi, "ma questo per ora non
è rilevante, lo è solo che voglio proteggerti, che avrei
preferito che tu fossi con Coulson: lui ti avrebbe tenuta al sicuro, ma
dovevo, DOVEVO, fare qualcosa. Lo capisci, vero? Ora c'è un solo
modo per tenerti al sicuro, devi essere sempre con me. Appena
raggiungeremo Garrett non dovrai allontanarti da me se non su mio
preciso ordine e mentre sono con Garrett. Nessuno ti toccherà,
perché nessuno è abbastanza in gamba per sopportare le
ripercussioni", il suo sguardo è fisso e i suoi occhi sono
freddi,"l'unico pericolo per te è Garrett. Ci siamo capiti?"
Mi guardo intorno, come per cercare la persona a cui si sta rivolgendo...
"Skye!", annuisco meccanicamente.
Quindi vuole portarmi con lui, da Garrett, dall'HYDRA. Non so ancora
cosa possa significare tutto questo, perché dovrei fidarmi,
perché dovrei credere che vuole proteggermi.
"Bene. E ora dovremo creare una linea sicura per avvertire Coulson che
l'HYDRA non sa che sei uno 0-8-4 e non deve saperlo per nulla al mondo."
Ed ecco che mentre annuisco ancora meccanicamente e lo vedo sospirare
ed allontanarsi a spalle chine, mi rendo conto che me lo ha dato, il
motivo per fidarmi di nuovo di lui, ed è un sollievo
dolorosissimo.
Ora può ferirmi di nuovo, di più.
"Come l'hai scoperto?", quasi balbetto.
"Skye io ero lo specialista, io ero lì per proteggervi, dovevo
sapere da cosa, nel tuo caso forse avrei dovuto proteggerti persino da
te stessa."
"È il perché, non il come."
"Non credo..."
"Io sì.", voglio che mi ferisca, di nuovo. Ancora e ancora,
finché potrò smettere di preoccuparmi che possa esserci
in me anche una sola minima speranza di potermi fidare, di nuovo, di
lui. Che una parte di me possa smettere di odiarlo.
È la soluzione migliore. Per tutti.
'Per me.'
Se lo odio mi ferirà di meno. Spero.
"Me l'ha detto May"
"Siamo timidi, agente Ward?", lo provoco.
Mi guarda negli occhi, serio, consapevole, poi sul suo volto un sorriso di sfida, prima di tornare serio.
"So quello che vuoi fare, ma non credo ti riuscirà. Andavo a
letto con Melinda May, la Cavalleria, per avere informazioni e lasciare
che si fidasse di me, era tutto calcolato. Tutto tranne te, Skye. Non
ti avevo previsto, non avrei potuto. Se solo ci fossi riuscito forse
avrei potuto evitare questi sentimenti."
Poi prende un respiro prima di continuare.
"Vuoi odiarmi? Fa pure, ma non fingere che i miei sentimenti siano finti, solo perché era finto tutto il resto."
Detto questo si allontana ed esce dalla suite sbattendo la porta.
'Ha anche la faccia tosta di fare delle ramanzine e delle uscite di scena ad effetto!'
Tutto pur di non pensare a quello che ha appena detto. Pur di fingere di non averlo sentito, di nuovo.
Non posso credergli davvero, non voglio e, soprattutto, perché dovrei?
Potrebbe essere il suo ennesimo schema, il suo ennesimo piano per...
'Cosa?'
Distruggermi.
* My immortal, Evanescence
Che
ne pensate?
Il prossimo capitolo avrà come titolo un altro verso tratto da "My immortal".
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