-Ma almeno sappiamo come si fa?
Non era per pudicizia che Jared parlava così, si sentiva piccolo piccolo di fronte alle richieste del compagno e terribilmente smarrito davanti ai propri desideri.
Jensen non rispose, si alzò e posizionandosi dall’altra parte del letto, lo avvicinò a quello di Jared e ci si risedette sopra.
Si misero entrambi in ginocchio, ognuno ai margini del proprio letto, uno di fronte all’altro.
Jared prese i lembi della maglia del pigiama –a cuoricini- e li fece scorrere lungo il torace, per poi sfilarsela. Respirò, e l’eco di quel respiro risuonò in tutta la stanza più forte del dovuto.
Jensen fece aderire il fondoschiena ai talloni, mentre l’altro era ancora eretto sulle ginocchia, e si curvò leggermente verso il compagno, avvicinandosi sempre di più allo stomaco.
Analizzò il lembo di pelle che aveva davanti, curvo sotto un muscolo teso dell’addome e ricoperto di una peluria molto chiara, che gli ricordò la sua.
Respirò, sentendo il diaframma ingrossarsi dallo sforzo che quella posizione scomoda richiedeva e soffiò delicatamente sulla pelle di Jared, divertendosi nel vedere l’immediato rigonfiamento dei pori e nel sentire il respiro dell’altro spezzarsi tragicamente.
Arrossì orgoglioso e poi, con calma, lo baciò a pochi centimetri dall’ombelico. Più di una volta. NdA : piccolo avviso, pubblicherò questa storia ogni due giorni, perchè, infondo anche io ho un cuore e mi rendo conto che c'è questi capitoli-pillole devono essere somministrati frequentemente per una buona riuscita della terapia :)
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