NB: Il racconto è in prima persona rispetto a Envy.
Io lo odio.
E' già la terza volta che si volta verso di noi sbuffando,
se lo fa una quarta volta giuro che mi alzo, lo raggiungo e lo uccido.
Comunque, torniamo a noi.
- Beh allora Greed è morto eh Lust?- le chiedo per cercare
di farmi passare di mente quell'odiosissimo sguardo appena ricevuto.
- Proprio così ed è stata una morte decisamente
virile, degna di lui. Ha subìto una brutta sconfitta,
così violenta da risultare...affascinante.-
Tze.
Sembra quasi divertita da questa cosa. Lust è una dura, mi
è sempre piaciuta.
- Quindi ora ne manca uno...ma quella persona ne creerà
sicuramente un altro. A proposito, sono riuscito a trovare Wrath e l'ho
affidato a Sloth. È bello immaginare le cose che potremo
fargli fare...- mi viene inevitabile perdermi nei miei sadici pensieri.
Quel bambinetto idiota pare non aver capito nulla della sua condizione,
del suo essere homunculus. Anzi, mi ha addirittura riferito che vuole
prendersi l'altro braccio e l'altra gamba del piccoletto d'acciaio
così da diventare ancora più umano.
Cosa ci sarà negli uomini che lo affascina tanto? Si vede
che parla in questo modo solo perchè è giovane e
non sa ancora quanto bello sia essere un homunculus. Se quello che
dicono di lui è vero ora sa anche usare l'alchimia, quindi
non gli manca nulla per essere felice della sua condizione. Non che
praticare l'alchimia sia un aspetto fondamentale della nostra
esistenza, ma se manca di cervello e di palle come nel suo caso
può essere una buona sostituta.
Mi riprendo dai miei pensieri e vedo che Lust sta fissando la sua tazza
di caffè immobile. Ma che le prende?
- Ehy ma che cos'hai? Non mi dirai che la morte di Greed ti ha fatta
diventare sentimentale?- le domando prendendola in giro.
- Figurati- risponde distogliendo finalmente lo sguardo. -
Ero solo immersa nei miei pensieri. Mi chiedevo da dove proveniamo e
dove siamo diretti...-
Ecco, come non detto, ritiro quello che ho pensato su Lust. Continuo a
pensare che sia in gamba, ma ogni tanto ha questi comportamenti che a
me sembrano completamente illogici. In un certo senso mi ricorda gli
umani quando dal basso della loro misera esistenza si preoccupano di
qualcosa, nello specifico quando fanno quella ridicola espressione a
metà fra lo spaventato e l'allibito.
- Che schiocchezze- mi viene naturale risponderle. Mi volto
verso la finestra che c'è accanto al nostro tavolo e vedo
che il sole sta iniziando a sorgere. Ecco perchè quel
ciccione alla cassa ci sta guardando male, forse vuole chiudere il
locale.
Mi volto per guardarlo ma non lo trovo al suo posto, si è
alzato e sta venendo verso di noi con aria arrabbiata. Non
vorrà mica venire qui spero? E' già tanto che non
l'ho ancora ammazzato e questo si sogna di venire qui e rivolgerci la
parola?
E invece lo fa. Si ferma davanti a noi ed esclama:
- Scusate signori mi dispiace ma è proprio arrivata l'ora di
chiudere.-
Tze. Ha già perso quello sguardo rabbioso di prima, mi
infastidice talmente tanto la sua presenza che mi è passata
la voglia di ammazzarlo. Tento invece di spiegare a Lust come stanno le
cose.
- E' molto semplice, siamo qui e siamo vivi e...-
A questo punto accade l'incredibile.
Il ciccione diventa scuro in volto e si mostra adirato dal fatto che
non gli stiamo dando retta.
- Signori dico a voi!!- sbraiata l'omone con tono scocciato.
Ma io sto facendo un discorso e non mi va di interrompermi per dare
retta a questo ammasso di lardo.
- ...e non dobbiamo andare proprio da nessuna parte. Stiamo bene
così no?- cerco di spiegare. Lust però continua a
fissarmi con lo stesso sguardo di prima, mi sa che non l'ho convinta.
Non sono riuscito a essere convincente neanche con il grassone di
prima, visto che torna a urlare:
- Ehy ma mi ascoltate oppure volete- ma non completerà mai la
frase.
Il solo risentire la sua voce che ci interrompe mi irrita a tal punto
che cerco velocemente con lo sguardo qualcosa di appuntito sul tavolo,
noto un coltello e dopo averlo rapidamente impugnato lo conficco
violentemente nell'addome del ciccione proprietario del bar.
L'ammasso di grasso ovviamente non si è neanche accorto di
ciò che ho fatto, ora sta lì in piedi che si
guarda con gli occhi spalancati il coltello del suo schifosissimo bar
conficcato nella sua pancia.
Cerca anche di dire qualcosa, ma ne esce solo un rantolo, poi barcolla
e cade per terra privo di vita.
- Che rompiscatole- è l'unica cosa che mi viene da dire
guardando il sangue che inizia a bagnare il pavimento.
Alla vista di quel cadavere Gluttony impazzisce, si gira verso Lust e
me e ci chiede:
- Me lo posso mangiare?- con la bava alla bocca.
- Prego offro io. Fate pure con calma.- rispondo con fare tranquillo.
Mi alzo e con un lievissimo cenno del capo saluto Lust che mi segue con
lo sguardo uscire da questo bar.
Appena fuori vengo colpito dalla luce del sole che ormai
è completamente sorto. Guardandomi attorno vedo ancora i
rimasugli della vita notturna che ha popolato queste strade fino a
poche ore fa, compresi i barboni che si stanno svegliando per portare
via dalla strada le loro decrepite membra.
Mi fa così schifo il genere umano.
Ma più di tutti me ne fa schifo uno, lui, quella persona.
C'è tempo però prima di arrivare a lui. Prima di
gustarmi il magnifico momento nel quale lo ucciderò,
c'è ancora un'altra soddisfazione che mi voglio togliere.
E cioè uccidere coloro che lui ha generato.
I fratelli Elrich ormai hanno finito di interessarci e anche Lust ha
detto che non ci servono più. Ora che non sono
più sotto la protezione di nessuno, sono nelle mie mani.
Quindi cari Edward e Alphonse state attenti, perchè da
questo momento io vi verrò a cercare.
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