Capitolo
1
Questo
non è un reality.
La solita
frenetica vita a New
York, possibile che ogni
singolo
individuo sia controllato? La risposta è sì.
Il
l’uomo dai capelli neri
correva, c’era un caldo tremendo e quella ciocca verde
sintetica lo faceva
sudare all’inverosimile, cosa non si fa per
l’aspetto.
“Voglio
proprio vedere cosa
sarà questa grande faccenda, sono rari i casi in cui chiede
il mio aiuto, che
si sia data al crimine? Bah, quella donna è
imprevedibile.”
Pensava
l’ex delinquente mentre
si avvicinava all’abitazione della sua amica.
“Allora,
cosa devo scassinare
questa volta? Gwen, sei in
casa?”
Cominciò
a chiamarla ammirando
l’abitazione, lo spazioso ingresso al centro del quale dominava un imponente e
lussuosa scalinata lo
meravigliava ogni volta, benché non l’avesse mai
rivelato a nessuno adorava
l’architettura.
“Se
è uno scherzo non è divertente,
avevo di molto meglio da fare.”
Intanto lei si
precipita a
chiudere la porta.
“Sei
impazzito? Non puoi
lasciare che entrino insetti, non sappiamo se sono già alla
fase tre.”
“Lasciami
fare una deduzione,
le possibilità sono due: o stai lavorando ad un caso
difficile e stai andando
fuori di testa oppure hai nascosto le telecamere e mi stai facendo uno
scherzo.”
“Vieni,
qua, devo parlarti di
un crimine per cui mi serve il tuo aiuto, pare che qualcuno stia
modificando
gli insetti per portare gravi e
nuove
malattie tra la gente e...”
La ragazza dalla
coda color
oliva parlava ma intanto porgeva al suo interlocutore dei biglietti con
delle
scritte, la conversazione per iscritto era questa.
Gwen: Allora
Duncan, non
ascoltare una sola parola di quello che sto dicendo perché
sono tutte balle,
rispondimi solo tramite biglietto e soprattutto non mostrare nella voce
segni
di alterazione emotiva.
Duncan: Si
può sapere che
succede?
Gwen: Questo
è un punto cieco
della casa, qua non ci possono vedere ma sono comunque in grado di
sentirci.
Duncan:
Dev’essere una faccenda
grossa, chi è che ci spia.
Gwen: Il grande
fratello.
Duncan: Siamo
stati scelti per
un reality? Forte.
Gwen: Questo non
è un reality,
sono venuta al corrente di un fatto sconcertante.
Duncan: Sputa il
rospo.
Gwen: Il governo
spia i
cittadini, viola qualsiasi privacy, anche se le migliaia di telecamere
stradali
non vedono nelle case, i droni invisibili perché troppo in
alto affollano i
cieli e vedono ovunque... o quasi.
Duncan: E io che
diamine
c’entro?
Gwen: Mi devi
aiutare, sei un
bravo attore e soprattutto sei il mio migliore amico.
Duncan:
Perché qualcuno
vorrebbe fare una cosa simile?
Gwen: Ma che
domande? Per
adescare i criminali, ma stanno prendendo provvedimenti troppo
drastici, hanno
altri scopi, allora, vuoi aiutare i tuoi amici delinquenti?
Duncan: Non ho
più niente a che
fare col crimine altrimenti non avrei mai fatto amicizia con un
investigatrice
del tuo calibro ma mi fido di te.
Gwen: Allora
adesso invitami a
casa tua, dobbiamo trovare il suo punto cieco.
“Credo
di avere qualche libro
che parla di insetti, quelle robe che servono solo a prender polvere,
ti invito
a cena a casa mia.”
Il punk esegue
gli ordini
improvvisando una scusa.
“Ottimo,
andiamo.”
Poco dopo...
“Eccoci,
non mi posso permettere
niente di lussuoso, questo modesto appartamento è il massimo
e sono anche in
ritardo con l’affitto.”
Commenta Duncan
sulla sua
abitazione.
“E
tutti i soldi che hai
“onestamente guadagnato” facendo il
ladro?”
Controbatte
l’altra sarcastica.
“Non
nego che mi acciuffavano
una volta su dieci ma dopo tre anni non mi sono ancora trovato un
lavoro e il
denaro lentamente scompare.”
“Appena
mi pagano per l’ultimo
caso ci penso io a prestarti qualcosa.”
Intanto Gwen
dava un
occhiata all’appartamento
e si rallegra
quando realizza che ci sono buone notizie.
“Il
tuo computer non ha la
webcam, gli elettrodomestici sono obsoleti, infine l’unica
finestra ha un
angolazione dalla quale è impossibile vedere
all’interno.”
“Mi
stai dicendo che vivendo
nello squallore sono al sicuro?”
“Esatto,
adesso possiamo
parlare.”
“Voglio
sapere che c’entrano
gli insetti geneticamente modificati.”
“Non
si può vivere lontano
dall’occhio del grande fratello, dobbiamo ingannarli, devono
pensare che siamo
dilettanti, così mi sono inventata un crimine come copertura
e poi è una scusa
per stare attenti agli insetti.”
“Non
capisco perché si
dovrebbero concentrare su di noi, ancora non sanno nulla.”
“A te
ti controllano per ovvi
motivi e questo ci può tornare utile, mentre quelli come me
sono tenuti sotto
controlli ancora più stretti per trovare nuovi criminali da
aggiungere al
database.”
“Mi hai convinto,
voglio
aiutarti, dimmi tutto quello che sai.”
Note autore
Salve
a tutti cari amici lettori, eccomi con il
primo capitolo della nuova storia, in anticipo per di più ma
non riesco a
scrivere per la mia altra long quindi ho detto, sfruttiamo la tipica
foga
iniziale, infatti ho scritto cinque capitoli in un giorno e mezzo senza
neanche
sforzarmi troppo quindi l’aggiornamento sarà
regolare per un bel po’.
Allora,
che ne dite? Il titolo è troppo
ingannevole? Dovrei cambiarlo? Gli avvertimenti sono giusti? Ma
soprattutto, vi
piace la trama?
Ovviamente
non si parlerà solo di Duncan e Gwen
che indagano, questo era una specie di prologo ma ho intenzione di
mettere
almeno cinque componenti da entrambi i lati (buoni/cattivi).
I
personaggi (o almeno la maggior parte) saranno
intorno ai trent’anni, quindi invece di ragazzo/ragazza
dirò uomo/donna.
Per
ora può bastare con gli aggiornamenti, ci
vediamo presto, molto presto *risata maniaca*.
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