Uno ad uno spariscono i grilli dal giardino.

di Miilkshake_
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Uno ad uno spariscono i grilli dal giardino.

È come un limbo dalla quale non può uscire e mai ne uscirà. Avvenimenti periodici e puntuali che non smettono di attaccarla. Lei si ferma, lo sguardo fisso nell'oblio, le promesse infrante sugli scogli come fa il mare impetuoso. È bello il buio,  affascina, chiama, attira, canta con la voce dorata delle Sirene, profuma di pizza sfornata, e coccola. 
Gli occhi percorrono veloci la vita: cinquantasei perline di legno sul soffitto, cento mattoni sulla colonna, settanta canzoni nella sua playlist preferita, tre polpette nello stomaco, due vecchie amicizie finite, cinque volte in bagno di cui quattro passate a vomitare, undici graffiti sulle mura del suo corpo, ventidue domande rivolte a Dio sul perché la vita è così realisticamente pericolosa.  
Uno ad uno spariscono i grilli dal giardino, uno ad uno cessano il loro canto stridulo.
Tre ore sprecate nel pianto. Stanchezza e dolore, affondare nel petrolio nero e appiccicoso.
Distanza che uccide, morte imminente, si sente appesa per le dita ad un filo spinato. Lei ha bisogno di qualcuno che le rimanga vicino, una persona che sia presente nella sua vita. Avrebbe bisogno di una miriade di cose ma non ne vorrebbe nemmeno una. Tutto ciò che desidera è non sentire. 
Uno ad uno spariscono i sogni, gli amori, le passioni, le ambizioni. Si fanno spazio i respiri affannati, le interiora girate, la schiena gelida. Quanti punti. Sembra quasi un gioco perverso e ripetitivo, le persone arrivano, sostano per qualche mese e poi ripartono per luoghi lontani. Ha bisogno d'amore, ha bisogno d'amare. Ventotto sono le grida nei campi, ventotto era il giorno più bello speso insieme. E sedici secondi, e sedici ore. Ancora male. La grammatica sbagliata nella scrittura come i pensieri sbagliati nella testa, fanno a gara per prevalere l'uno sull'altro. 
Quanti sbagli. Il suo dolore non era ne bello ne poetico. Il suo dolore scriveva su Whatsapp e parlava come se tutto filasse per il meglio.
Aveva sempre sorriso, la differenza era che dopo un po' sorrideva solo all'esterno e dopo un altro po' sorrideva solo nei ricordi e nelle foto di quando era una bambina.
Stilettate di dolore le arrivavano al cervello e raggiungono il cuore. Prima c'è odio per se stessa e poi c'è odio per il mondo. Odio per persone sconosciute e lontane e odio per alcune vicine. Questi pensieri la stanno mangiando viva. Trentanove secondi senza respirare non sono ancora abbastanza, così l'apnea dura un po' più a lungo. Come si scende da questa giostra? Non si scende.
Si impreca un'ultima volta e...
Uno ad uno muoiono i grilli del giardino.
Nessun rumore, ora c'è silenzio.

Angolo Autrice.
Non c'è nulla da aggiungere.




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