Avevamo vinto.
Eravamo arrivati in finale, contro il tanto atteso Brasile.
Avevamo vinto grazie alla bravura di tutti i giocatori e ovviamente
anche del fantastico portiere Genzo.
Tsubasa e Misaki, la coppia d'oro, avevano segnato alcuni gol.
Hyuga un altro.
Avevamo vinto con un gol di differenza, fatto all'ultimo minuto, un
colpo di reni e la palla si è insaccata in rete.
Il tifo che acclamava il Giappone a gran voce.
Gli sfidanti che si congratulavano con noi.
Le strette di mani, le pacche sulle spalle, era stato tutto bellissimo.
Soprattutto perchè il sogno di Tsubasa era stato coronato,
era diventato il miglior calciatore nel Mondo.
Avevamo festeggiato quel tanto sospirato traguardo e sembrava quasi un
sogno... un sogno destinato a finire presto.
Tsubasa aveva già deciso che sarebbe tornato in Giappone e
tutta la squadra lo assecondò.
Avevamo notato una punta di debolezza in lui, il che era strano,
così gli avevamo chiesto cos'aveva, ma lui ci sorrise
dicendoci semplicemente che era ansiono di tornare in Giappone e di
rivedere Sanae che le mancava.
Abbiamo deciso di rivedere il campo un'ultima volta, per quell'anno.
Poi saremo tornati lì ancora chissà quante volte,
in futuro.
Tsubasa era più avanti di noi nel campo, era silenzioso, lo
notarono tutti, ma non parlarono, fino a quando non vidimo una goccia
scarlatta cadere ai suoi piedi.
Abbiamo temuto il peggio, ma ciò che stava per succedere al
nostro capitano era oltre ogni nostra aspettattiva, lo avevamo
raggiunto e avevamo visto la realtà: da quel cerchio rosso,
al centro della bandiera giapponese cucita sulla sua maglietta, usciva
una piccola striscia rossa, che andava bagnando i polpastrelli di
Tsubasa, che si era portato una mano al cuore.
Escludemmo subito l'idea di una malattia simila a quella di Jun, ma
qualcosa evidentemente era successo, un colpo sul campo? Un attacco
sinsitro degli avversari? Non potevamo saperlo.
Volevamo portarlo dal dottore, ma lui si rifiutò, dicendo
che se era il momento di morire, voleva farlo sul campo, insieme al suo
migliore amico: il pallone!
Eravamo tutti stupefatti, come poteva dire simile scemenze, magari si
poteva salvare, anzi dove salvarsi, ma sembrava irremovibile, era sul
campo e avanzava, con la mano sul cuore, dal quale usciva
più sangue di prima, che gli colorava la maglia bianca della
nazionale, trasformandola in un colore più scarlatto, scese
ancora fino al bordo dei pantaloncini azzurri, sembrava che si era
fermata, ma decise di continuare, fino a coprire con quel colore
orrendamente vermiglio quel numero così speciale e
così unico: il 10.
Eravamo rimasti dietro di lui, era il capitano, dovevamo ascoltare
ciò che diceva e quindi non ci eravamo opposti, eravamo in
sette in campo, gli altri erano rimasti a riposare in attesa del
viaggio.
Aoi aveva iniziato irremediabilmente a piangere, stringeva i pugni
facendo sbiancare le nocche, facendo penetrare le unghie nella carne,
tutti potevano capirlo, speravano che era un sogno, ma non lo era.
Genzo aveva appoggiato una mano sulla spalla del compagno piangente,
come a calmarlo, ma anche i suoi occhi erano lucidi e a poco a poco le
lacrime avevano avuto la meglio anche sul portere.
Jun stava stringendo la maglietta all'altezza del cuore, come a sentire
nuovamente quel dolore che per troppi anni lo aveva accompagnato e
pensava che anche il suo capitano si sentiva come lui.
Hyuga aveva lo sguardo nascosto dai capelli, doveva resistere, non
doveva piangere, stringeva il pallone che aveva in mano, con una forza
soprannaturale, alcune lacrime avevano bagnato anche il pallone, non
aveva potuto evitarlo.
Hikaru si era slegato la fascia che aveva alla fronte, regalata dalla
sua amata Yoshiko, la teneva tra le dita, mentre il vento la faceva
muovere lentamente, piangeva anche lui, non come Aoi, ma poco meno.
Infine Misugi, non piangeva, non poteva, non riusciva.
Vedere il suo migliore amico lì, in fin di vita, il compagno
di sempre, colui con il quale completava la "coppia d'oro" del Giappone.
"Tsubasa..."
Era riuscito a sussurrare a malapena il cognome dell'amico, lui aveva
alzato il capo e aveva risposto, sbalordendo tutti:
"Misaki, ascolta bene perchè non potrò ripeterlo,
anche voi compagni ascoltate bene: su questo campo io vi abbandono, ma
dovrete promettermi che non abbandonerete il calcio, nè
tantomeno la nazionale giovanile giapponese, continuate a combattere,
vincete anche per me, da capitano, questo è un ordine che vi
do!"
A quell'ultimo ordine tutti stavano piangendo, era impossibile non
farlo, alla fine tutti alzarono le mani al cielo e gridarono:
"Agli ordini nostro capitano!"
E come era successo nella partita contro la Germania, due ali d'angelo
erano nate sulla schiena di Tsubasa, stavolta se ne stava davvero
andando, era crollato, li aveva abbandonati, ma non era triste o
arrabbiato, sul suo viso era comparso un sorriso, una promessa!
Sono passati tre anni da quel giorno, abbiamo continuato a combattere
come sempre, abbiamo subito poche sconfitte, ma siamo sempre arrivati
ai Mondiali e sempre, forse solo un anno non siamo riusciti, abbiamo
vinto.
Ogni anno abbiamo cambiato capitano: il primo anno è stato
Hyuga, il secondo Jun, questo Hikaru e l'anno prossimo lo
sarà Misaki, il buon Misaki a comandare la squadra, ci
fidiamo di lui...
Lui in fondo
è un secondo Tsubasa!
Angolo della
portasfiga:
Puahahahah *piange
cascate di lacrime* cosa mi tocca scrivere a causa della scuola
*continua a piangere* come devo ridurre il povero Tsubasa e tutta la
sua squadra, come posso essere così cattiva??? Non ne ho
idea, come sono terribile, mi odierete tutti a causa di questa orrenda
e triste fic.
Colpa di due sere
fa, ero su un sito di fan art e puff esce una fan art tristissima che
dopo metto, ed ecco anche il titolo della fic.
Non odiatemi, spero
nella vostra comprensione a causa della scuola, prendetevela con lei,
vi aiuto!
Buon pomeriggio
Star
*continua a
piangere*
Non riesco a
mettere la Fan Art mi posto il link ç__ç:
http://www.deviantart.com/art/Pray-For-Japan-204655645
P.s= il testo
dovrebbe essere raccontato da un giocatore della squadra, non
identificato, nel campo racconta come se fosse lì anche se
non c'è, non è un personaggio principale :|
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