Il Regno di Clara.

di Gnana
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Leggere è l’unica cosa che mi è rimasta.
I libri non mi abbandonano, restano lì fissi, immobili, mi scrutano e mi fanno compagnia silenziosamente. Li amo, semplicemente. Non ho mai provato un sentimento così forte e così strano allo stesso tempo, eppure è lì: mi stana, mi prende, mi culla, fa di me ciò che vuole.
I libri sono indifferenti a tutto questo, in fondo sono lì per questo, è la loro natura. Possono sembrare un ammasso di carta, ma sono vivi. Sono vivi da tempo e lo saranno eternamente. Fisicamente, nella memoria, nell’aria. Si, perché quando leggo sento nell’aria qualcosa muoversi e quel qualcosa, ne sono sicura, è la mia storia, la storia che leggo.
Mi sono chiesta per quale motivo mi faccio cullare da loro, perché mi sono lasciata andare, perché lo faccio ogni volta. E secondo me la risposta è che è facile vivere la vita di altri piuttosto che la tua. La tua ti é difficile, piena di ostacoli, ci devi ragionare, devi fare delle scelte. Nei libri, no. La storia è già prestabilita, già scritta, sai che non devi sforzarti, devi solo vivere e vedere dove la storia ti porta. Sono i personaggi a decidere, a fare le scelte e stai lì a guardare mentre si innamorano, muoiono, odiano e non puoi fare a meno di sentirti strano. Si, in quegli attimi che si prende il tuo cervello per riposare. Un attimo prima sei completamente coinvolto e un attimo dopo la distrazione ti mette quella sensazione dentro. Rifletti, cerchi di capire cos’è e capisci. Ti rendi conto che mentre riempi il tuo cervello di ogni pagina, svuoti il tuo cuore di ogni emozione.
Uno scrittore disse che quando si finisce un libro è come perdere un amico.
Ah, fosse così facile…
No, per me è come morire. Ogni volta. Ed io odio morire, così inizio subito un’altra storia. Ne ho bisogno.
Muoio e rinasco tantissime volte, lo faccio da tempo, lo continuo a fare e continuerò a farlo. Vivo milioni di vite da spettatore. E la cosa fa male, è una droga che ti prosciuga, ti fa ammalare, ti danna l’anima. Ma è la cosa più bella del mondo. E’ maledettamente divino. E leggo all’infinito.
All’infinito.





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