Vampire
fangs
Storia partecipante al contest 'AAA Protagonista cercasi' di
Mariam_Kasinaga
Nick sul forum/EFP: Chaotic
Alaska
Titolo: Vampire
fangs
Schema scelto:
schema black-out
Coppia: Het
Lunghezza: 5 pagine
di Word in Times New Roman dimensione 12; 2572 parole
Rating: Giallo
Eventuali note:
nessuna
Breve introduzione:
La notte di Halloween, il ballo del liceo. Sembrerebbe
l’inizio di una puntata di qualche teen drama americano e
invece non è così.
Nella notte
in cui il legame col mondo dei morti si fa più forte,
potrebbero risvegliarsi entità che sarebbe meglio lasciar
dormire.
“Hanna,
mi stai ascoltando? E’ mezz’ora che
parlo”
Fa freddo. Il buio
è un’entità viva, affamata, ed io sto
cercando disperatamente di respirare.
“Cosa?”
mi volto, interdetta.
Logan mi
sta fissando, un sorriso triste si fa strada sul suo volto.
“Senti,
se non vuoi, basta che tu dica di no. E’ ovvio che..
cioè, non ho secondi fini, sia chiaro. E’ solo
che..”
La catenina di metallo,
stretta attorno al mio collo sottile. Il ciondolo col cuore, da rosso
sangue, è diventato nero. Come se avesse inghiottito quella
stessa oscurità in cui adesso sto annegando.
“No,
Logan, scusami” Scuoto la testa, tentando di dimenticare i
dettagli dell’incubo “Stavo pensando ad un compito
che devo consegnare entro martedì. Di che parlavi?”
“Ah..
nessun problema.. Stavo dicendo che, insomma, potremmo andare al ballo
di Halloween insieme, che ne dici? Come amici, ovviamente, era quello
che stavo cercando di dire..”
“Che
bella idea!” commento, con un sorriso. In questo momento, lo
stra maledettissimo ballo di Halloween è l’ultima
cosa a cui voglio pensare.
Logan
sembra tranquillizzarsi ed attacca a parlare del suo, a quanto pare,
fighissimo costume da vampiro, o qualcosa di simile, ma io non lo
ascolto già più.
Mi rigiro
tra le dita la catenina col ciondolo a cuore, domandami per
l’ennesima volta perché la stia ancora indossando.
E’
un regalo di Caleb, il mio ex (da circa un mese) ragazzo. Uno stronzo
colossale, che mi ha lasciato questo cuore di rubino in cambio di
quello di carne e sangue che si è portato via.
Quella
mattina, ero venuta a sapere che aveva già trovato un
rimpiazzo per il ballo del liceo, Clover, un’ochetta bionda e
petulante, membro onorario del club “l’essere
completamente senza cervello non è un grosso problema,
quando puoi rimediare con un bel paio di tette”.
E, visto
che Caleb è un fermo sostenitore del club, sono andati
d’accordo fin da subito.
“Hanna,
sbaglio o hai appena sussurrato, per la duecentesima volta negli ultimi
quarantacinque minuti.. membro onorario del club
“l’essere completamente senza cervello non
è un grosso problema, quando puoi rimediare con un bel paio
di tette? Potresti almeno trovare, che so, un nome in codice”
ridacchia Logan.
E’
esattamente per questo che Logan è il mio migliore amico. Si
entusiasma per ogni cosa e non prende nulla sul serio, come un bambino.
In questo momento, riesco a leggere nei suoi occhi l’emozione
all’idea di indossare quell’accidenti di costume da
vampiro.
Ed
è esattamente quello che mi serve in questo momento, un
po’ di entusiasmo.
Soprattutto
dopo quel maledetto incubo.
“Hai
ragione, potrei trovare un nome in codice, oppure potrei smettere di
pensarci” rispondo, sorridendo “E ora, se permetti,
devo trovare un costume all’altezza del qui presente
vampiro”
In piedi
davanti allo specchio, finisco di sistemarmi il trucco.
Alla fine,
ho optato per un “costume da strega”, se
così si può definire il mio abbinamento di
camicia nera e gonna scura, lunga fino alle caviglie.
Con un trucco abbastanza pesante ed il cappello da strega rubato
dall’armadio di mia sorella, però, dovrei essere
sufficientemente credibile.
Con lo
sguardo, sfioro le lucine natalizie sistemate con cura sulla cornice
dello specchio.
Ho sempre
amato la luce. Quand’ero piccola, durante le giornate di
sole, i miei genitori non riuscivano a tenermi in casa per
più di cinque minuti. Schizzavo fuori come una trottola
impazzita e non tornavo finché non si faceva buio.
L’oscurità,
parallelamente, mi ha sempre spaventata. Forse, è per questo
motivo che quell’incubo mi ha sconvolta tanto.
La
sensazione di annegare nel buio, letteralmente, mi si è
incollata alla pelle e non riesco a dimenticarla.
Poso il
pennello del trucco, afferro il cappello a tesa larga e lo indosso.
Ombre scure
scivolano sui miei occhi castani, contornati dall’eye-liner.
“Hanna,
sei pronta?” urla mia madre, dal piano di sotto
“C’è qui Logan che ti aspetta!”
“Puoi
farcela” sussurro al mio riflesso nello specchio, tentando di
autoconvincermi.
Avevo
accettato quell’invito solo per far felice Logan:
l’idea di vedere Caleb al ballo con un’altra mi
stava distruggendo.
“Ti
ho già detto che sei bellissima?” mi domanda Logan
per l’ennesima volta, una mano sul volante, l’altra
a sistemare i suoi canini finti da vampiro “Di solito somigli
al mostro di Loch Ness, più che ad un’affascinante
e sexy strega”
Alzo gli
occhi al cielo e lui scoppia a ridere.
“So
ancora aspettando apprezzamenti sul mio costume da vampiro”
aggiunge, mettendo su una faccia da cucciolo bastonato. Beh, devo
ammettere che è davvero un costume fighissimo. Se glielo
dicessi, però, starebbe a vantarsene da qui
all’eternità.
“Non
è male. Certo, non è all’altezza del
mio costume a impatto ambientale zero”
“Impatto ambientale zero?”
mi fa il verso Logan “E’ solo una scusa per non
ammettere che il mio è meglio!”
“Sì,
ma il tuo finirà nella spazzatura ed andrà a
contribuire all’inquinamento terrestre, il mio invece,
è assolutamente riutilizzabile, e..”
“Nella spazzatura?! Tu
sei pazza, lo tengo per il mio matrimonio. Ci andrò vestito
così, scommettiamo?” dice lui, serissimo,
parcheggiandosi davanti al liceo.
Corre ad
aprirmi la portiera e mi porge la mano, per aiutarmi a uscire.
“Un
vampiro gentiluomo! Come sono fortunata” ridacchio,
afferrando la sua mano.
Ci
incamminiamo silenziosamente verso l’ingresso. Logan sembra
nervoso, noto, continua ad arruffarsi i capelli castani.
L’atmosfera di pochi secondi fa è completamente
scomparsa.
“Quella
è … Rose?”
esclamo, trattenendo una risatina. A quanto pare, in mancanza di idee
migliori, ha ritenuto opportuno ricoprirsi di carta igienica per
interpretare la mummia.
Logan
abbozza un sorriso, mentre ci dirigiamo verso l’Aula magna
del liceo, da cui proviene musica a tutto volume.
La stanza,
per l’occasione, è stato completamente svuotata,
per lasciare spazio alla pista da ballo. Festoni e decorazioni a tema,
dagli scheletri ai gatti neri, ricoprono le pareti, con tanto di
ragnatele finte che cadono giù dal soffitto. Un lungo tavolo
ospita il buffet, colmo di pietanze e bibite decisamente
caratteristiche, dalle ‘dita di strega’ al
‘sangue di drago’.
In fondo
alla stanza, la band del liceo, i Modern Killers, sta suonando uno dei
loro brani più conosciuti, e un gruppo di ragazzi
ha già cominciato a ballare, vicino al palco.
“Oh,
questo è uno dei, beh, due brani dei Modern Killers che
conosco. Dobbiamo assolutamente ballarlo!” esclamo,
trascinando Logan verso il centro della stanza.
Che cosa
accidenti gli prende? Era così contento all’idea
di venire a questo ballo e ora sembra che non gliene importi nulla.
In quel
momento, noto Caleb in un angolo della stanza. Ha in mano un bicchiere
di ‘sangue di drago’ e sta ridendo assieme a Dean,
il suo migliore amico. Clover è accanto a lui e gli stringe
la mano, un sorriso di convenienza stampato in faccia.
Perdo
immediatamente interesse per la canzone.
“Per
favore, usciamo un attimo?”
Logan
annuisce, indovinando la direzione del mio sguardo, e ci affrettiamo
verso una delle uscite.
L’aria
fresca sul volto mi fa sentire meglio, respiro profondamente e mi
lascio cadere su una panchina del cortile.
“Tutto
ok?” mi chiede Logan, sedendosi accanto a me.
“Io sì,
è una reazione normale. Tu
piuttosto, che ti prende?” domando, infastidita per il suo
comportamento. Se non fosse stato per lui, non avrei dovuto vedere
Caleb. E lui sembra fregarsene, nemmeno apprezza il mio sforzo per
venire a questo dannato ballo.
“Hanna,
ti devo parlare”
Non
l’ho mai visto così serio ed inizio a spaventarmi.
“Che
succede?”
“Non
vorrei dirtelo adesso, perché so quello che stai passando,
tra la storia di Caleb e tutto il resto. Però, forse, non
c’è momento più adatto di
questo” risponde lui, in tono piatto, evitando di guardarmi.
“Puoi
dirmi tutto, Logan” affermo, stringendogli la mano
“Stai tranquillo. Sono la tua migliore amica”
Finalmente
alza lo sguardo, ed è come se l’avessi pugnalato.
“E’
proprio questo il punto. Io sono innamorato di te, Hanna”
Dopo quella
che sembra essere un’eternità, alzo lo sguardo.
Logan se n’è andato.
Non ricordo
che cosa io gli abbia detto, quali scuse confuse sia riuscita a
balbettare, fatto sta che si è alzato e se
n’è andato. E come dargli torto?
Non ho
fatto nulla per fermarlo. Nessuna motivazione seria, solo un torrente
di paranoie e paure. Solo il nome di Caleb ripetuto
all’infinito, quel cazzo di Caleb che si è portato
via il mio cuore e, adesso, anche il mio migliore amico.
Devo
trovare Logan. Devo parlargli. Non posso perderlo.
In quel
momento, Rose, la ragazza-mummia, corre fuori dall’Aula
magna. All’inizio non le presto molta attenzione,
finché non si accascia al suolo, senza emettere neanche un
lamento.
“Rose?
Rose, stai bene?”
Corro da
lei e tento di scuoterla, di aiutarla a rimettersi in piedi, ma nulla.
Sembra svenuta, ma ha ancora gli occhi aperti, spalancati, che mi
fissano senza vedermi realmente.
“Logan”
Il suo
è appena un sussurro, ma sento la paura impadronirsi di me.
La lascio lì e corro.
Irrompo
nella sala del ballo come una furia, il cappello da strega che mi
scivola via e cade sul pavimento. Lo spettacolo che mi si presenta
davanti è agghiacciante.
Tutta la
scuola sembra essersi improvvisamente… zombificata, non
trovo espressioni più adatte: i partecipanti al ballo sono
riversi al suolo, svenuti, con gli occhi spalancati, a fissare il
vuoto. Perfettamente immobili, come delle statue di cera.
Mi sembra
di essere diventata totalmente immune alle emozioni, non provo
più nulla, anche la paura è scivolata via. So
solo una cosa. Devo
trovare Logan. A tutti i costi.
“Hanna,
Cristo santo! Stai bene?” Caleb sta correndo verso di me: uno
sguardo spiritato, folle, si è impossessato degli occhi
verdi che tanto avevo amato.
Si blocca a
qualche metro di distanza, quasi avesse paura. Leggo il terrore nei
suoi occhi, ma anche qualcosa di strano, qualcosa di fuori luogo. Senso
di colpa.
“Cos’è
successo?” domando, e so già di non voler sentire
la risposta.
“Noi…
era un gioco, niente di più… Avevamo letto questa
leggenda, una cazzata, abbiamo pensato, questa leggenda di una specie
di… demone, che ne so, intrappolato in un libro della
biblioteca. Pensavamo fosse una di quelle leggende metropolitane del
cazzo, hai presente? E siamo andati a controllare,
perché… perché la leggenda diceva che
il demone può essere risvegliato solo la notte di Halloween,
mediante… una specie di rito… Dovevamo offrire il
nostro sangue in sacrificio al demone e noi, che idioti, cazzo,
l’abbiamo fatto. E qualcosa è uscito fuori dal
libro, te lo giuro, Hanna. Dean… Dean è svenuto,
io sono corso qui ed erano tutti svenuti, e nessuno si sveglia, e Dio,
che cos’abbiamo fatto…”
E cade in
ginocchio, singhiozzando.
Non ho
tempo da perdere con lui. Le immagini del mio incubo tornano
prepotentemente a galla, rivedo la scena, nitida, davanti ai miei
occhi, e capisco dove devo andare.
Inizio a
correre, imbocco le scale e salgo i gradini due a due, col cuore che mi
martella in petto, i polmoni che cercano aria, come in un presagio di
ciò che succederà tra pochi istanti.
La catenina
della mia collana è diventata gelida, o sono io ad avere
freddo? Il ciondolo a forma di cuore è scuro, come la notte
che preme contro le finestre dell’edificio.
Spalanco la
porta del bagno dei ragazzi e resto lì, immobile. Il chiaro
di luna si riflette sui vetri rotti degli specchi sparsi sul pavimento,
come dopo una macabra nevicata.
Il silenzio
è perfetto, a parte il lento gocciolio di un rubinetto.
“Logan”
La mia voce è incrinata, prossima alle lacrime.
Lui si
volta, ma non è più lui.
“Hanna”
ed il suo volto si distende in un sorriso diverso, freddo “Ti
stavamo aspettando. Dopo essere stati liberati, abbiamo letto i
pensieri di questo giovane umano. Era consumato dal dolore, e abbiamo
deciso di dargli una mano”
Non
è più la sua voce, è come se centinaia
di persone stiano parlando, sussurrando, urlando tutte insieme. Scoppio
a piangere e, finalmente, capisco il senso del mio incubo. Capisco il
perché del ciondolo diventato scuro di colpo.
Caleb mi ha
lasciato un surrogato di cuore, dopo essersi portato via il mio. Adesso
che ho perso Logan, anche il cuore di rubino, il mio cuore finto,
è morto. Non ho più nulla.
Crollo in
ginocchio, perché è tutto chiaro,
perché sono innamorata di Logan dall’inizio dei
tempi e ancora prima, perché avevo semplicemente perso di
vista la verità.
Perché,
se l’avessi capito anche solo mezz’ora prima,
adesso non ci troveremmo in questa situazione. Saremmo scappati. La
macchina di Logan, la radio a tutto volume e una vita davanti.
Logan si
avvicina a me, sfiorandomi il viso, e afferra la catenina.
Prima che
possa stringerla attorno al mio collo e strangolarmi, come
nell’incubo, riesco a sussurrare tre parole, tra i singhiozzi.
“Logan,
ti amo”
Nei suoi
occhi, un lampo.
“Perdonami
per quello che ti ho fatto. Sono stata una stupida, a non capire prima.
Sei sempre stato tu. E’ con te che, se adesso potessi
scegliere, vorrei trascorrere la vita”
Ed
è di nuovo lui, anche solo per un istante.
“Uccidimi”
sussurra, e una lacrima traccia il profilo della sua guancia. Poi, la
sua coscienza annega nuovamente in un oceano dal quale non
riuscirà più a venir fuori.
E’
solo un istante, ma basta. Afferro un pezzo di vetro dal pavimento e,
incurante del dolore alle mani, lo conficco con forza nel suo stomaco,
spingendolo in profondità.
Il volto di
Logan si deforma in un urlo, le sue dita tentano disperatamente di
estrarre il vetro, ma stanno già perdendo forza. Il sangue
tinge di rosso il pavimento del bagno.
All’ultimo
istante, vedo qualcosa uscire dal corpo di Logan, un’ombra
nera come l’inchiostro, che sembra restare un attimo sospesa
su di noi, immobile. Poi, con un balzo, è fuori dalla
finestra, scomparsa nella notte senza stelle.
Le lacrime
mi annebbiano la vista e stringo a me il corpo, ormai esanime, del
ragazzo che amo.
E’
troppo tardi. L’ho perso. Il ciondolo va in frantumi, e le
schegge color rubino si confondono col rosso del sangue.
Lo stringo
a me ed il dolore è straziante.
Chiudo gli
occhi e spero che mi porti via con sé.
Ho seguito
il funerale da lontano.
Non potevo
rischiare di farmi vedere da qualcuno. Come avrei potuto giustificare
un omicidio con una storia di demoni e maledizioni?
Gli altri
studenti, fortunatamente, si sono tutti svegliati, ma senza alcun
ricordo della notte passata. Le uniche due persone che potrebbero
supportare la mia versione dei fatti, Caleb e Dean, sono scomparse la
notte della morte di Logan. Probabilmente, terrorizzati dalle
conseguenze dei loro gesti.
Hanno
sepolto Logan nel suo costume da vampiro, una sorta di tributo alla
memoria di quel ragazzo sempre allegro, di quell’eterno
bambino.
I canini
finti da vampiro solo nella tasca dei miei jeans. Volevo qualcosa di
suo con me.
E’
tempo di partire.
L’altra
notte, ho rubato la macchina di Logan e sono andata a nascondermi nel
bosco, mentre un’idea mi si delineava in testa.
Vendetta.
Mi sarei
vendicata delle persone che me l’avevano portato via. Di
Caleb e Dean, per cominciare. E poi di lui,
quell’entità secolare e demoniaca che era fuggita
dal suo corpo morente.
Forse sarei
rimasta uccisa nel tentativo, o forse no. Dovevo correre il rischio.
Mentre i
genitori di Logan gettano la prima manciata di terra sulla sua bara, mi
allontano.
Negli
ultimi due giorni, ho imparato a tenere a bada il dolore, ad
incanalarlo.
E adesso,
è rabbia bruciante, che mi divora.
Ucciderò
chi l’ha ucciso.
Del resto, molti tra i vivi meritano la
morte e molti tra i morti meritano la vita.
|