Secret between sisters

di alpha_blacky
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Driiiiin. Suona il timer. Il pollo è pronto. Mi alzo dal letto e vado nel corridoio. Scendo le scale. È una bella casa dopotutto, anche se terribilmente anonima. Una villetta uguale alle altre. Alison mi aspetta a tavola. Non assomiglio per niente a mia sorella. Lei è mora, io sono bionda. Lei ha gli occhi verdi, io azzurri. Io sono la strana, lei è la normale.
Mangiamo in silenzio. Nessuno lo fa mai notare, ma ogni volta che mangiamo carne, mangiamo pezzi di cadavere. Rimugino su ciò mentre mastico. Questa idea rende il cibo più interessante. Ingoio. La mamma cucinava meglio, rendeva il bisogno di cibo più sopportabile. È un peccato che sia morta. Beh, quasi. Altrimenti non l’avrei spinta. Era noiosa e soffocante.
Alison mi lancia qualche sguardo mentre mangio. Faccio finta di non notarlo. È da un po’ che sviluppo una teoria: credo abbia paura di me. Dopotutto, perché non dovrebbe averne? Mi ha vista spingere la mamma. La cosa mi diverte un mondo. Alzo la testa, incrocio i suoi occhi e sorrido. Sussulta e torna a guardare nel piatto. È veramente patetica. Ha paura di sua sorella minore. Io ho 19 anni, lei 26. Ha lasciato gli studi per trovare lavoro quando la mamma è morta. Non dovevamo dare nell’occhio non pagando le bollette. Nessuno deve sapere che abbiamo un cadavere nel giardino, o potremmo finire in prigione. Alison era spaventata, ma mi vuole bene. È parecchio ingenua se pensa che io ricambi. Per me lei è solo un’altra persona inutile che ho incontrato nella mia vita.
Finisco di mangiare e aiuto Alison a sparecchiare. Prima che io possa andare in camera, lei mi chiama.
“Catherine” mi dice. Mi guarda negli occhi.
 “Dobbiamo dirlo alla polizia” continua “ non possiamo andare avanti così. Le persone si accorgeranno che la mamma manca. Già la vicina mi ha chiesto dove fosse. E non andrai in prigione, stai tranquilla. Diremo che è stato un incidente e…”
“Okay” non la lascio finire. Preferisco quando sta zitta “Domani andremo in commissariato”.
“Brava, hai fatto la scelta giusta” mi dice e mi posa la mano sulla spalla. Sembra più leggera.
Io le annuisco “Ti aiuto a lavare i piatti”. Mi avvicino al lavello.
Mi sorride “Grazie” si gira e prende il grembiulino. E io lo faccio. Prendo il coltello e glielo ficco nella schiena fino al manico. E poi ancora. E ancora.
Oops.
Quando cade mi fermo. E guardo la lama sporca di sangue. Sangue. Mi è sempre piaciuto il suo colore. È per questo che volevo fare il medico, ma, ahimè, non ho passato i test. È un bel colore il rosso. Mi ricorda i bei momenti della mia vita. Primo tra cui l’incidente in macchina con papà. Ha frenato per un cane. Un altro idiota. La sua testa ha sbattuto contro il vetro. Non aveva la cinta. Ed un’altra macchina ci ha colpito da sinistra, beccandolo in pieno.
“Quanto sangue papà” mi ricordo che gli dissi. Ero piccolina, avevo… 10 anni.
Mi avvicino a mia sorella. Ha gli occhi aperti. Le faccio l’occhiolino.
“Shhhh, questo sarà il nostro piccolo segreto”
 




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