Ero
caduto con un tonfo per
terra. Se il mio aggressore che mi aveva iniettato un veleno
paralizzante non
mi avesse prontamente afferrato,
sarei
caduto per tutte le scale vecchie e scricchiolanti della sua vecchia
casa.
Buffo.
Sapevo
che il futuro che mi
aspettava sarebbe finito in quella casa.
Pochi
giorni prima, avevamo
già stabilito il profilo: Uomo, alto 1,78, ossessivo
compulsivo, ed eravamo
arrivati alla conclusione che l’effetto scatenante dei suoi
omicidi, era
accaduto a 13 anni, quando la sua famiglia era stata narcotizzata e
derubata,
la madre stuprata.
Vedeva chiunque si
avvicinasse a lui come un
pericolo. Quindi mi ha aggredito per questo.
Ho chiesto io a Hotch e
Gideon di fare
irruzione da solo, perché loro avrebbero dovuto farsi molti
isolati, e stavano
mandando in onda una conferenza stampa molto importante.
Se non avessi insistito
così tanto, adesso
saremmo già in volo per Siattle, con l’ S.I
già arrestato.
Arriveranno
tra 20 minuti.
Il
tempo necessario al serial
killer di uccidermi, con qualche minuto di avanzo. Ma io non sono
fortunato, e
conoscevo alla perfezione cosa faceva alle sue vittime. Mi sentii uno
stupido a
tranquillizzarmi, solo perché non le stuprava. E questo
è strano, non riesco a
ricordarmi chi ha detto che il dolore è meglio della
vergogna….lo saprò solo
tra qualche minuto.
20
minuti di vita….certo che
in questa vita sarei potuto vivere più a lungo, o avere meno
sfortuna.
Riesco
solo a pensare, e non
ho neanche la forza di sbattere gli occhi, che, aperti, cominciano
lentamente a
bruciare.
Spero
che non cambi i suoi schemi e non mi ferisca gli occhi,
perché
non potrei lavorare per l’FBI, non che possa importarmi
più di tanto a questo
punto.
Mi
sento inerme davanti a
quella sagoma imponente che ma sovrasta. Mi tiene da i capelli,
l’unica cosa di
cui mia madre andava fiera.
Mi trascina verso una
piccola stanza nascosta
del secondo piano, non riesco a vedere molto intorno a me,
perché non ho il
tempo di soffermarmi su un oggetto, magari una prova, e non riesco a
muovere le
pupille a mio piacimento. Anche quelle bloccate.
Questa
stanza è meno curata
delle altre, il pavimento è sporco, incrostato, e si sente
chiaramente l’odore
di muffa un po’ dappertutto.
Perso
dei miei ultimi minuti
di vita, non mi sono neanche accorto che mi ha lasciato su un letto
sfatto
duro, e non sento la sua ombra sovrastare il mio corpo.
Le
mie orecchie, grazie a Dio
funzionanti, sentono dei passi vicino a me, e me lo ritrovo sopra di
me, con un
oggetto che non posso identificare per la lucidità.
Ha
intenzione di fissare il
mio sguardo terrorizzato ancora un altro po’.
La
mia certezza di mancanza
di stupro di affievolisce.
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