Loro,
lui, e l’altro
Prologo I
“Ian!! Cosa ti hanno chiesto??”
“Gli stoici.”
“Gli stoici?? Porca miseria !! Speravo li chiedesse a me !!
Accidenti, allora forse i tedeschi?”
“Kant, ti prego chiedimi Kant….”
“Se sta chiedendo i greci è più probabile che chieda la
scuola Epicurea…”
“Epi cosa ?? C’era Epicuro in programma??”
“Bell aiutami!! Sei tu l’Epicurea dammi una mano!!”
Cortile del Trinity College di Dublino prima dell’esame di
Filosofia, l’ultimo esame di batteria
dell’anno. Una quindicina di ragazzi e ragazze erano alle prese con il
frenetico ripasso dell’ultimo minuto interrogando i compagni che uscivano a
testa bassa dall’aula universitaria per cercare di prevedere quale fatidica
domanda sarebbe presto toccata a loro. Solo una ragazza vestita di nero con
lunghissimi capelli ramati raccolti malamente sulla testa con una matita sedeva
in disparte su un muretto di pietra con una pila di fogli in grembo.
“Data e ora di
nascita?? Ma per chi ci hanno preso, dei pivellini ?? 25 Dicembre 1977 ore
10.45”
Un’ombra mascolina sul foglio le fece alzare la testa e
distogliere dai suoi pensieri
“Oh…tocca già a me?” chiese distrattamente, il ragazzo rise.
“No Bell, avrei solo bisogno di una spolveratina sul tuo
amico Epicuro…
Il prof sta chiedendo le scuole greche..”
Kimberley sospirò e diede un’occhiata alla domanda seguente
sul suo questionario
“Quanti dread ha ? Li ha fatti tutti insieme ? Quanto tempo
è stato impiegato per farli?” Maledizione!
Dread ne ha sei e li ha fatti tutti insieme ma quanto ci ha messo…Luke fa dread
alla gente! Glielo devo chiedere…
Seccata dal fatto che non sapeva la risposta esatta alla domanda ripose
il plico nello zaino nero che aveva accanto e dedicò le sue attenzioni al
compagno di corso. Neanche a dirlo Kimberley uscì dal proprio esame una mezzora
dopo con un brillante 30 e lode, non per niente filosofia era la sua materia
preferita fin dal liceo…
Si avviò a piedi verso Temple Bar, dove divideva un
appartamento con la sua migliore amica, mentre camminava per strada con il lettore
mp3 in testa ripensò alla sua vita come le capitava di fare spesso in questo
periodo in cui tante scelte le si profilavano all’orizzonte.
Kimberley Bell, 20 anni, studentessa universitaria, Epicurea
e Goth convinta con una passione incontenibile per la poesia dei Nightwish, e
una fissazione per Tuomas Holopainen. La sera prima aveva trovato sul sito
ufficiale del gruppo un concorso per incontrare il leader del gruppo, chi
avesse vinto il concorso inviando nell’arco di tre giorni un questionario con tutte
le risposte esatte sul tastierista avrebbe avuto la possibilità di passare tre
settimane a casa Holopainen a Kitee. Nonostante sapesse benissimo di doversi
concentrare sullo studio e sui colloqui di lavoro per l’estate non aveva
resistito alla tentazione e aveva scaricato il questionario.
Con questo pensiero fisso in testa Kim salì le scale del
condominio ed entrò in casa.
“Ciao Gwen! Avrei da
fare questo pomeriggio, se mi cercano al telefono puoi dire che sono in Uni?”
L’amica rise “Sicuro socia… non ti chiedo neanche come è andato l’esame perché
sarà un 30 di sicuro! Io sono di là a preparare lo scritto di fisica se hai
bisogno di me.”
Kim annuì, si ficcò in bocca una brioche al cioccolato e si
chiuse in camera. Scagliò lo zaino e il cappotto di tweed nero su una sedia e
si buttò a pancia in giù sul letto riprendendo il questionario. Uff… questi stramaledetti dread… Mandò un SMS si soccorso all’amico rasta e
passò alla domanda successiva.
“Quante volte si è
ubriacato in tutta la sua vita e con cosa?”
“Come si chiamava il nonno materno?”
“Qual è il suo libro preferito?” e via discorrendo.
Quando Kim alzò gli occhi dall’ultima pagina di domande il
cielo fuori dalla finestra si stava arrossando, un’occhiata all’orologio le
rivelò che erano già le sei passate. Diede una stampata ai suoi dati personali
che teneva già pronti all’uso per i colloqui di lavoro e allegò la scheda
informativa al questionario poi chiuse tutto in una busta e scrisse a chiari
caratteri l’indirizzo e il mittente. Dopo una rapida doccia Kim e Gwen uscirono
per cena insieme a degli amici e si fermarono in un pub fumoso a bere Guinnes
fino all’orario di chiusura. Mentre le due ragazze tornavano verso casa Kim
fece una sosta tattica alla cassetta dalla posta.
“Vai dritto fino a Kitee piccolino e colpisci a fondo.”
Con questa frase sussurrata spinse la busta che scomparve
nella colonnina blu della posta internazionale e alzò gli occhi al cielo. “Ewo…
se scarti il mio questionario sei un uomo morto. Verrò fino a Kitee a prenderti
ad anfibiate personalmente, fosse l’ultima cosa che faccio!!”
A quella ventosa sera di maggio ne seguirono altre, non
passava giorno senza che Kimberley, di ritorno dall’università, non scrutasse
speranzosa la casetta delle lettere… Ma niente arrivava, e dopo una settimana
il sito ufficiale non aveva ancora comunicato il nome del vincitore.
Qualche giorno dopo, nella tarda mattinata del sabato, Gwen
aprì la porta della camera di Kimberley entrando con un vassoio carico di caffè
e croissant. Appoggiò il tutto sul comodino dell’amica e andò a spalancare le
imposte: “Kiiiiiiim…. Sono le dieci !! E’ ora di alzarsi”
Le rispose un verso inarticolato e una testa rossa e quanto
mai arruffata fece capolino da sotto il lenzuolo. “Ciao” cercò di articolare
Kim tra uno sbadiglio e l’altro, mentre cercava di districarsi dalle lenzuola e
scendere dal letto annusò pensierosa l’aria “Caffè… caffè… CAFFE’!!”
La ragazza cadde dal letto con un sonoro Ouch!! e si gettò
sulla caffeina ringraziando Gwen che si sedette sulla sedia a dondolo
dell’amica ridendo “Non ti chiedi cosa festeggiamo con la colazione in
camera??” Kim rimase un istante basita e diede un’occhiata spaventata al
calendario.
“Mmmm… oggi non
succede niente di speciale… sei solo tu che sei un tesoro Gwen!!”
La bionda rise “Sarò un tesoro ma ti assicuro che non sono
un’anima tanto pia da prepararti la colazione per niente… Esci dal tuo stadio
di caffeinomane e guarda che altro c’è sul vassoio!!”
Kim posò la tazzina e cercò di mettere a fuoco “Dunque… la
caffettiera, la tazzina, il piattino, un tovagliolo, due croissant, una busta,
il piatto con….” Si interruppe e prese la busta con mano tremante… L’urlo che
ne seguì riempì tutta la casa e un secondo dopo Kim aveva coinvolto la
coinquilina in un folle girotondo attorno al comodino “E’ da Kitee !!! E’ la
risposta al questionario!!” Gwen cercò in qualche modo di arginare l’amica.
“Kimberley datti una
calmata, non è detto che ti abbaino presa… prima forse faresti meglio ad aprire
la busta…” Kim si bloccò a metà di una
piroette e collassò sul pavimento, aprì delicatamente la busta trattandola come
una reliquia e ne estrasse un foglio bianco, un A4 piegato a metà “Gwen… perché
non c’è scritto nien…” la frase le morì in gola perché da quell’insignificante
foglio era appena scivolato un’inconfondibile biglietto aereo. Passato l’attimo
di sclero, un più attento esame del foglio rivelò che non era vuoto ma la
scritta “Congratulations” era stilata a piccoli caratteri quasi illeggibili in
un angolo.
Prologo 2
-Preghiamo i signori viaggiatori di allacciare le cinture, a
breve inizieranno le manovre di atterraggio.-
La ragazza seduta al posto 7a seguì l’ordine che era uscito
dagli altoparlanti di malavoglia, cacciando i fogli che teneva in mano nella
tracolla di tela nera abbandonata nel sedile accanto, poi si mise la matita tra
i capelli neri, intrecciandoli in uno chignon e si mise a guardare fuori
dall’oblò.
L’aeroporto di Linate si faceva sempre più vicino, man mano
che l’aereo perdeva quota.
Socchiuse gli occhi e aspettò di sentire il rumore
dell’impatto delle ruote con l’asfalto della pista d’atterraggio.
Qualche ora dopo la ragazza si trovava nel suo appartamento
di Milano, sdraiata a pancia in giù sul letto, con le valigie ancora da disfare
e lo stereo che faceva andare un cd dei Draconian, a scrivere con aria pensosa
sulle pagine che non era riuscita a completare durante il viaggio.
“Semplice, i dread sono 4 e in quanto al tempo..” fece un
veloce calcolo, ringraziando mentalmente la serata di sofferenza per farsi fare
il suo, e scrisse la risposta.
“La sua fobia..e questo doveva essere difficile?
Aracnofobico!” aggiunse rabbrividendo “come me del resto..”
Contò le domande che le mancavano, poi si concesse una pausa
e recuperò il cellulare dalla giacca di pelle che aveva gettato sulla poltrona
entrando.
-Ciao mamma sono a Milano.-
-Demetra finalmente! Tutto bene?- rispose la donna in un
misto di inglese e italiano –L’ultimo esame? La tua ultima mail è stata poco
esauriente..-
-Il massimo in anatomia, quasi lo stesso in chimica, ma temo
che dovrò tirarmi un po’ su in matematica..-
-Ti conviene, se no scordati la borsa di studio. Hai già
pensato a che fare ora che sei in Italia?-
-Non ne ho idea,
domani vado a cercarmi un lavoretto, così guadagno qualche soldo. Nel
caso di partenze o code del genere ti farò sapere. Ora scusa ma ho una faccenda
importante da sbrigare! Ci sentiamo presto. Ciao.-
Chiuse la chiamata e tornò a concentrarsi sul questionario.
Demetra Robins, ventenne, studentessa al secondo anno di
veterinaria al St. Cathrine’s College di Cambridge, di famiglia italo-scozzese,
goth convinta e con una grande passione per la musica e la poesia della band
scandinava Nightwish, ma soprattutto per il loro leader e tastierista Tuomas
Holopainen, quella mattina aveva trovato sul sito del gruppo un concorso che
avrebbe permesso al vincitore di incontrare Tuomas, e restare con lui tre
settimane a Kitee.
“Quanti giorni hanno registrato ad Abbey Road?”
“Qual è la sua canzone non metal e finlandese preferita?”
“Che marca di mutande porta?…EH?!”
“Quando ha pagato le sue KORG e di che manutenzione hanno
bisogno?”
mandò un messaggio a Mauro, il tastierista di un gruppo di
sua conoscenza, sperando che per una volta avesse soldi, per farsi dare una
risposta all’ultima domanda, poi andò a farsi una doccia e a cenare.
Fortunatamente al ritorno la aspettava la risposta
dell’amico.
La copiò in fretta e imbustò i fogli.
Appena la busta scomparve dentro la buca rossa delle
lettere, la ragazza incrociò le dita e sospirò
-It’s a
long way to Kitee. Speriamo bene!-
Le giornate si susseguivano tranquille, Dem aveva trovato
lavoro al Dark Butterfly, un locale goth nella periferia milanese come
cameriera e, a volte, cantante.
Era passato più di un mese dalla sera in cui aveva spedito
le domande, e ormai pensava che non avrebbe ricevuto risposta quando, una sera,
tornando dal lavoro, nella buca aveva trovato una lettera che portava il timbro
postale e il francobollo della Finlandia.
La ragazza salì di corsa le scale ed entrò
nell’appartamento, poi si sedette sul divano e aprì la lettera.
Alla vista del foglio bianco ebbe un momento di sconforto,
poi vide un biglietto aereo spuntare dalla piega del foglio, e una parola
scritta talmente in piccolo da sembrare quasi illeggibile.
“Congratulations”
Forse Kitee non era così lontana come pensava.
Salve a tutti, o lettori di questa FF.
Siamo Kagome14 e Halina.
I due personaggi di questa storia, Kim e Dem, appunto,
sono le protagoniste di altre due nostre fanfiction, “Dark Passion Play” e
“Whoever Brings My Night”,che abbiamo deciso di far incontrare,
indipendentemente da queste.
Il primo prologo è di Halina, il secondo di Kagome.
L’ordine pensiamo che rimarrà lo stesso per tutta la ff!J
Buona lettura, e speriamo che vi piaccia!